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Immanenza e trascendenza nel mondo narrativo

2. P AURA , TERRORE E ORRORE : UNA ANALISI DI SEMIOTICA DELLA CULTURA

2.10. Immanenza e trascendenza nel mondo narrativo

Nell’analisi della figura del terrorista abbiamo evocato il ruolo della figura del Destinante. Parlando di modello di mondo abbiamo fatto riferimento in particolare alla presenza di una entità trascendente rispetto al sistema interno della cultura che regge il sistema e garantisce ciò che potremmo definire contratto assiologico. Abbiamo visto come questa funzione nell’ambito del sistema degli stati nazionali venga svolta dal Sovrano a cui i cittadini sono legati da un rapporto di sottomissione all’insegna della paura. Il terrorista è chi si sottrae in

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L’analisi della paura e del terrore inoltre si incontra quasi naturalmente con lo stesso percorso teorico greimasiano e con il problema del Destinante: una delle primi analisi greimasiane ha proprio come tema il rapporto tra passione, Destinante e Sovranità. Da un punto di vista di semiotica narrativa è quindi indispensabile approfondire tale aspetto che ci sarà di particolare utilità nella seconda parte del presente lavoro.

Ritorniamo a ripercorrere il saggio “Un problema di semiotica narrativa: gli oggetti di valore”. Per Greimas la figura del Destinante si presenta a noi proprio quando ci interroghiamo sull’origine e sul destino dei valori e sulla loro circolazione:

il fatto di considerare il racconto come una catena di virtualizzazioni e di realizzazioni, pone il problema dell’origine e del destino dei valori: da dove vengono nel momento in cui sorgono per la prima volta come valori virtuali per essere congiunti con i soggetti? Dove vanno dopo che sono stati irreparabilmente disgiunti dai soggetti che li possedevano? (Greimas, 1983: 26 trad. it)

Secondo Greimas “il pensiero mitico – e probabilmente il nostro immaginario in generale – ha ripugnanza ad ammettere uno statuto ex nihilo del valori ambientali, e preferisce sostituirgli un ‘altrove assiologico’” (ib.: 40 trad. it.). Viene così postulato a livello narrativo l’esistenza di un universo immanente e di un universo trascendente la cui differenza “rende conto, nell’ambito dello schema narrativo, della differenza di statuto del Soggetto e del Destinante” (Greimas e Courtès, 1979: /Immanenza/), dove il primo appartiene all’universo immanente, mentre il secondo a quello trascendente. L’altrove assiologico di cui parla Greimas è appunto l’universo trascendente in cui viene collocato il Destinante.

Si fanno tre esempi a sostegno di tale ipotesi: l’analisi del racconto “Lo spago” di Maupassant e due esempi tratti dalla letteratura etnica. Nel caso di “Lo spago” il protagonista, Padron Hauchecorne, trova una cordicella per strada e la raccoglie. Egli viene però accusato di aver trovato e tenuto per sé un portafogli che era stato perso da un abitante del paese. Non riesce a discolparsi e, anche dopo la restituzione in forma anonima del portafogli, continua a essere accusato di esserne il ladro.

Sul piano immanente la società rappresentata nel racconto di Maupassant costruisce la circolazione degli oggetti come un sistema chiuso e a somma zero: se qualcuno acquisisce un oggetto, qualcun altro l’ha perso. In tal senso possiamo individuare delle forme transitive e delle forme riflessive di circolazione degli oggetti. Le forme transitive sono l’attribuzione e la spoliazione in cui il soggetto viene dotato o privato dell’oggetto da qualcuno. Le forme riflessive invece riguardano l’appropriazione e la rinuncia per acquisizione o perdita dell’oggetto di valore derivanti da una decisione del soggetto. Appropriazione e spoliazione sono gli esiti di vere e proprie prove, mentre attribuzione e rinuncia sono risultati di doni. In

ogni caso all’interno dell’universo immanente si acquista un oggetto solo perché qualcun altro l’ha perso.

Il discorso di Greimas a questo punto dell’analisi, abbastanza sorprendentemente, si sdoppia tra la costruzione dell’universo interno alla narrazione e le strategie attraverso le quali il lettore deve dare senso agli avvenimenti narrati. Secondo Greimas infatti il lettore “sa che si tratta invece di una cordicella “senza valore” e non può non invocare la “fatalità” che l’ha messa sul cammino di Padron Hauchecorne”. Così il lettore deve necessariamente postulare la presenza di un Destinante non figurativo che giustifica il corso degli eventi dando un senso alle vicissitudini del protagonista.

Il secondo esempio di Greimas è una fiaba africana: la zucca magica che dà alla famiglia cibo in abbondanza si rompe e “la perdita è motivata dalla trasgressione di un divieto e appare come una disgiunzione operata da un altro soggetto implicito ovvero da chi si pone guardiano della legge” (ib.).

L’ultimo esempio di Greimas è ispirato all’analisi di Pinocchio fatta da Paolo Fabbri e in particolare al tema del tesoro nascosto. Secondo Fabbri la circolazione dei valori nel caso del tema del tesoro nascosto avviene “a circuito chiuso”, dove l’acquisizione di un oggetto da parte di qualcuno corrisponde necessariamente alla privazione di quello stesso oggetto da parte di un altro (questo è dovuto, per Fabbri, alla natura della società agricola toscana che concepiva la ricchezza come quantità limitata).

Secondo Greimas in realtà il tema del tesoro nascosto implica anche la presenza di un altro livello, quello trascendente dei valori. Il tesoro nascosto è categorizzato tra i beni ottenuti immeritatamente, cioè senza il duro lavoro (valore positivo), questo implica spesso nel mito la trasformazione della ricchezza non conseguita secondo le regole di comportamento socialmente stabilite in ciò che realmente è: “sterco di cavallo, ad esempio, o in corteccia di betulla, come accade nel folklore lituano” (ib.: 28 trad. it.).

Il tesoro è a volte sorvegliato e a disposizione di un guardiano o donatore che costituisce una figura di mediazione tra l’universo dei valori trascendenti e quello dei valori immanenti. Secondo Greimas dobbiamo quindi pensare le varie congiunzioni e disgiunzioni con gli oggetti di valore come modi attraverso cui “l’universo immanente comunica con un universo trascendente, fonte e depositario dei valori fuori circuito” (ib.: 27 trad. it.).

Ciò che ci interessa particolarmente è “il problema dell’entrate e dell’uscita di questi valori immanenti all’universo dato [che] presuppone l’esistenza di un universo di valori trascendenti

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partecipativa: se nell’universo immanente a una attribuzione o a una appropriazione corrisponde una spoliazione o una rinuncia, nell’universo trascendente la transizione dell’oggetto di valore dal Destinante al Soggetto non comporta il fatto che il primo ne rimanga privo.

È a questo punto che Greimas introduce un argomento che ci riporta al problema dei modelli di mondo e delle strutture valoriali, alla luce dell’analisi della figura del Destinante:

Questo fenomeno insolito [della comunicazione partecipativa] può essere illustrato da molti esempi. Nella comunicazione verbale, il sapere del destinante è condiviso con il destinatario una volta trasmesso dal primo al secondo. Il destinante non ne rimane tuttavia privato. La regina d’Inghilterra può delegare uno a uno tutti i suoi poteri agli organi costituiti senza per questo cessare di essere la sovrana che ha tutti i poteri: una finzione, dirà qualcuno. D’accordo, ma senza questa finzione non potrebbe essere fondato il concetto di sovranità. (ib.: 41 trad. it.)

Per Greimas il tema del Destinante e della comunicazione partecipativa costituiva “una scatola nera di cui si conosce il posto ma il cui contenuto resta da esplorare” (ib.: 42 trad. it.). Ciò che vorrei fare è proprio attingere a questo livello per rispondere ad alcune delle questioni rimaste in sospeso e che sono intrecciate al tema della sovranità oltre che della paura. L’analisi greimasiana sull’eroe senza paura ci fornirà alcuni spunti importanti di riflessioni e analisi sull’argomento. Torneremo quindi alla riflessione di Cavarero e a una domanda che avevamo lasciato in sospeso: come il terrorista sposta più in là l’origine della propria paura, costituendosi come soggetto capace di rompere la socialità e incutere terrore?