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Resilienza: difendersi dal trauma

4. P REVENT , P URSUE , P ROTECT AND P REPARE : DIFENDERE L ONDRA DAL PERICOLO

4.19. Resilienza: difendersi dal trauma

Il termine resilienza deriva dal latino re salio che vuol dire sia rimbalzare che non essere toccati da qualcosa. Il concetto di resilienza è usato in molte discipline e taglia trasversalmente sia il campo scientifico che umanistico. In particolare con questo termine si indica, in fisica e ingegneria, la capacità di alcuni materiali di resistere a urti, e a violente sollecitazioni. Nel campo psicologico, per estensione metaforica, indica la capacità di un individuo di resistere a stress o di adattarsi a situazioni rischiose o traumatiche. Il concetto è nato a partire dall’abbandono di un paradigma patocentrico, cioè si passa dal vedere ogni situazione rischiosa o traumatica come causa naturale di una patologia nel soggetto, alla possibilità di vedere soggetti o gruppi superare indenni momenti difficili o traumatici facendo leva sulle proprie energie fisiche e psicologiche. Questo passaggio si è avuto proprio quando, usando il modello patocentrico, si sono verificati casi frequenti di persone che sono usciti intaccati o rafforzati da eventi traumatici e stressanti (guerre, rapimenti, infanzia difficile) 59.

Olivierio Ferraris definisce la resilienza, in tal senso, “il sistema immunitario della psiche” (2003: 20), ciò che permette all’individuo di conservare l’equilibrio fisico e psicologico di fronte alle avversità. Il termine può assumere una doppia significazione: possiamo parlare di resilienza come processo, in quanto interazione tra fattori di rischio e fattori di protezione, oppure di resilienza come caratteristica propria (esito) di un dato sistema psichico e fisico, capace di resistere a stress e difficoltà.

In ambito psicologico il termine designa quindi una caratteristica della psiche individuale ed è stato inizialmente utilizzato nell’ambito degli studi sull’infanzia e l’adolescenza (Fergus e Zimmerman, 2005). Solo recentemente – negli anni Novanta negli Stati Uniti e negli ultimi

59 Per la ricostruzione della storia e del significato delle termine mi è stato molto prezioso l’articolo di Gabriele

sette anni in Italia – la sua applicazione si è allargata all’ambito della psicologia di comunità all’interno della quale oggi si parla di “resilienza di comunità”.

Sono diversi gli studi che hanno analizzato la resilienza delle comunità in relazione a fattori di rischio. Prenderemo qui in considerazione lo studio più importante al fine di questa ricerca che è quella condotta da James Kendra e Tricia Watchendorf (2003) sulla analisi degli elementi di resilienza di comunità a New York in seguito all’attacco dell’11 settembre, in cui viene approfondito il concetto di community resilience.

I due studiosi hanno ricostruito il modo in cui la città di New York e le sue istituzioni hanno reagito alla distruzione completa del Emergency Operations Center della città, collocato proprio nel complesso del World Trade Center. Si parte dalla definizione di resilienza come “the ability of a system to reduce the chance of a shock, to absorb a shock if it occurs (abrupt reduction of performance) and to recover quickly after a shock (re-establish normal performance)” (ib.:99) : la resilienza è dunque la capacità di un sistema di ridurre le proprie vulnerabilità rispetto a una serie di eventi che potrebbero rivelarsi traumatici.

La resilienza si può misurare in base a quattro caratteristiche:

• robustezza: l’abilità degli elementi, dei sistemi e di altre unità di analisi di sostenere un dato livello di stress o richieste senza soffrire una degradazione o una perdita di funzione;

• ridondanza: elementi, sistemi o unità di analisi sono sostituibili l’uno all’altro o sopperire a mancanze funzionali di parti del sistema;

• rapidità: tempestività nelle reazioni di risposta;

• ricchezza di risorse: capacità di identificare i problemi, stabilire priorità e mobilitare le risorse necessarie.

I due studiosi alle caratteristiche su viste ne aggiungono però una che per loro è essenziale: l’anticipazione.

Il concetto di resilienza quindi è strettamente legato a quello di preparazione attraverso proprio il concetto di anticipazione. Abbiamo visto nel lavoro compiuto fin qui quanto appunto sia l’elemento anticipatorio60 a costituire il principale strumento dei meccanismi immunitari: si tratta di organizzare una re-azione preventiva prima ancora che l’evento minaccioso si manifesti. Se nel caso della legge abbiamo visto che questa funzione è espletata dallo strumento della fattispecie ideale e nel caso dei sistemi assicurativi dalla costruzione di eventi tipo la cui ricorrenza è misurata statisticamente, nel caso delle tecniche di preparazione,

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tese a rafforzare le capacità di resilienza di una comunità, è l’elemento narrativo e simulativo messo in gioco nelle strategie di enactment che svolge il ruolo di sistema di anticipazione.

Inoltre il concetto di preparazione e resilienza è strettamente legato a quel regime di premediazione che abbiamo illustrato in precedenza (3.7.): sia a livello istituzionale che mediatico si cerca di mantenere nella popolazione un sostenibile livello d’ansia, prospettando i futuri disastri che attendono la comunità, per impedire che si verifichi nuovamente un trauma simile a quello dell’11 settembre. Le pratiche di preparazione quindi rinforzano le difese rispetto a traumi costruendone una narrazione che li contenga e permette alla popolazione di muoversi in caso di eventi disastrosi come attentati terroristici o calamità naturali.

La capacità della città di New York di reagire di fronte a un tale disastro derivava proprio dalle precedenti attività di simulazione ed esercitazione. Queste hanno permesso una pronta risposta perché la preparazione della comunità non era concentrata in un singolo elemento del sistema (l’Emergency Operations Center), bensì assumeva la forma di una organizzazione dei ruoli nella città e di una “distribuzione” delle conoscenze acquisite dagli operatori della sicurezza e dai membri della popolazione. Per questo occorre che ogni singolo cittadino o membro dei corpi preposti all’ordine civile (corpi di polizia, protezione civile, vigili del fuoco, ecc…) abbia un’idea della comunità e del sistema di difesa nel suo complesso, e abbia anche la capacità di collocarsi in esso.

L’elemento anticipatorio, la preparazione della città, la distribuzione di ruoli e conoscenze tutto finalizzato al miglioramento della sua resilienza: sono appunto gli elementi messi in gioco nella campagna di preparazione della città di Londra.