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Capitolo 2. LO SPRAWL TRA UNA SPONDA E L’ALTRA DELL’OCEANO

2.3. RICADUTE DELLO SPRAWL

2.3.4. IMPATTO SULLE CITTÀ CENTRAL

Il rapido e progressivo spopolamento dei centri storici cittadini è un fenomeno generalizzato alla stragrande maggioranza delle grandi città e che ha alimentato il fiorire di numerose teorie sociologiche, ma non solo, sulla fine della città, nel periodo a cavallo degli anni ‟80128

.

Essendo molto spesso lo sprawl risultante da una migrazione di abitanti provenienti dalla città centrale e diretti ai più distanti suburbi, ci sono chiare implicazioni che si ripercuotono sui centri cittadini. Le città centrali si trovano a non essere più centrali per una larga quota di popolazione, anche se continuano ad ospitare alcune istituzioni importanti, e alcuni centri chiave sia economici che culturali. Intere aree, che avevano lentamente accumulato nel corso dei secoli una funzione specifica all‟interno del panorama urbano si trovano private del loro ruolo.

Non c‟è accordo tra gli studiosi sul fatto se sia stato il declino delle città centrali a ispirare il fenomeno dello sprawl, dando così alle classi medie buone ragioni per abbandonare i centri, o se viceversa lo sprawl abbia attirato persone e attività al di fuori del centro destabilizzando così i quartieri centrali e causando il loro declino129.

Sembra piuttosto che l‟intensità di queste due forze contrarie non sia uguale, ma vari nel tempo, facendo prevalere alternativamente i fattori di spinta e quelli di attrazione. Secondo il primo ordine di fattori sarebbero l‟eccessiva densità e scomodità a far prendere le distanze dalle zone centrali della città; per il secondo ordine di fattori sarebbe invece l‟attrazione per una vita maggiormente a contatto con la natura e a una dimensione più comunitaria a prevalere, quindi tutta una serie di fattori naturali di attrazione uniti con alcuni elementi artificiali, che combinati insieme darebbero vita a particolari modalità insediative.

La crescita suburbana è strettamente intrecciata a una larga parte dei problemi che sono associati alle città di oggi: scarsa qualità ambientale, tematiche legate alla percezione della sicurezza, dimensioni ridotte degli appartamenti a parità di prezzo. Le città centrali sono percepite come più inquinate, insalubri e insicure dei suburbi; anche l‟ambiente costruito è ritenuto meno attrattivo, perché carente dal punto di vista pianificatorio, in

128 Peterson P. (1981) City Limits. University of Chicago Press, Chicago.

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modo particolare a causa dell‟assenza di spazi verdi: nel migliore dei casi le città si occupano del verde solamente da un punto di vista esclusivamente quantitativo, calcolando il numero di metri quadri per abitante e analizzando la sua distribuzione tra le diverse parti della città. Questi sono tutti elementi che contribuiscono a rafforzare l‟ideale del suburbio.

Gli sviluppi suburbani hanno continuato ad avanzare mentre molti quartieri urbani e della prima periferia si sono progressivamente deteriorati da un punto di vista fisico e sociale, lasciando molte risorse e molti investimenti già presenti del tutto o quasi inutilizzati, infatti intere parti di sistemi infrastrutturali che erano loro precedentemente legati vengono abbandonati. Questi cambiamenti spaziali e strutturali inaspriscono tutta una serie di problemi che riguardano da tempo le comunità urbane, e ognuna di queste traiettorie di cambiamento, a turno, alimenta tutte le altre, cambiando il volto delle città storiche. Quando le condizioni fisiche si deteriorano e le risorse lasciano la comunità, queste diventano a loro volta meno attrattive anche per il capitale privato, creando un circolo vizioso. Dal lato puramente economico, le infrastrutture presenti in centro città restano comunque da mantenere e i rimanenti residenti devono sopportare una più sostanziosa quota di spese di mantenimento.

Ma oltre a ciò, la suburbanizzazione ha un effetto prepotente sul benessere, sulle risorse e sullo spirito delle città centrali. Uno degli effetti più allarmanti è quello che William J. Wilson chiama, con riferimento alle città degli Stati Uniti, “gli effetti della concentrazione”130

, che si traducono nella concentrazione di fasce deboli all‟interno di alcuni quartieri centrali, che si trovano a non possedere quella popolazione stabile e in grado di sostenere le opportunità commerciali, i servizi e le altre attività presenti. La suburbanizzazione non è solo un modello di sviluppo, ma è anche un processo che le persone mettono in atto per allontanarsi dai mali della città. Tuttavia molti dei problemi che una volta riguardavano la sfera urbana adesso riguardano quella suburbana. Anche i suburbi sembrano cioè avere i loro problemi sociali.

La più grande ripercussione della decentralizzazione sulla città centrale mi sembra possa essere identificata con il conseguente svuotamento dei centri storici. Le perdite di popolazione fanno cambiare i caratteri dei luoghi, ne modificano l‟identità, cambiando la composizione delle classi di età e lo status socio-economico degli abitanti. L‟uscita

130

Wilson W.J. (1987). The Truly Disadvantaged: The Inner-City, the Underclass and Public Policy. Chicago: University of Chicago Press.

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dalla città centrale di residenti ad alto reddito (o medio-alto), impone ulteriori carichi fiscali a quelli che rimangono. La riduzione della qualità dei servizi che naturalmente ne consegue genera ulteriori partenze.

Lo sprawl provoca dunque due tipi di costi per la società: i costi diretti della crescita e i costi subiti dalle altre aree urbane, in particolare dai centri storici cittadini. Sicuramente tra questi ultimi, quello più preoccupante è la perdita di popolazione. Nonostante ciò, non è detto che la crescita di popolazione sia il migliore indicatore di benessere economico131. Per identificare pienamente gli effetti dei cambiamenti di popolazione è necessario prendere in considerazione altre variabili.

Riassumendo, e prendendo in prestito una tipologia elaborata da Eric Charmes132, sono identificabili in tre i livelli su cui la diffusione urbana agisce erodendo il tessuto delle città centrali. Innanzitutto lo sbriciolamento è dal punto di vista istituzionale, dovuto, come abbiamo già visto al calo di popolazione delle grandi città. In secondo luogo si ha l‟aspetto paesaggistico. Le espressioni tipiche dello sprawl sono quelle di piccole o grandi unità costruite, separate dai grandi agglomerati. Tale separazione fisica è assicurata da un certo grado di autonomia istituzionale di cui godono; inoltre l‟autonomia spaziale rinforza l‟ideale e la sensazione di vivere in uno spazio singolare, indipendente e autonomo, ma che allo stesso tempo funge da ostacolo alla ricerca di qualche organizzazione territoriale posta ad un livello più elevato, più favorevole e adatta al finanziamento di tutte le strutture necessarie (educative, commerciali, di tempo libero). L‟ultimo grado di sbriciolamento è di livello sociale, dipendente dalla fuga delle classi medie dalla città centrale.