Capitolo 3. APPROCCI TEORICI ALLO SPRAWL
3.1. LO SPAZIO SECONDO G SIMMEL
Il sociologo tedesco affronta il tema dell‟importanza dello spazio, all‟interno del capitolo nove dell‟opera Sociologia151. Esso viene concepito come la condizione di base
per il verificarsi di determinati fenomeni, come la densità di popolazione o la dispersione degli insediamenti abitativi; è una sorta di contenitore che imprime forma spaziale agli oggetti, ma che non va inteso come la causa dei fenomeni stessi, pur ammettendo che «questi processi possono realizzarsi soltanto in condizioni spaziali ben determinate»152.
Non sarebbe allora tanto lo spazio in sé a rivestire una importanza cruciale per Simmel, bensì la sua articolazione interna e i rapporti esistenti tra gli elementi che lo compongono, che possono agire tendendo al raggruppamento o alla separazione di un gruppo di soggetti collocati all‟interno di uno stesso territorio, e che nonostante appaiano come «qualcosa di dato “naturalmente”», sono in realtà modificati «in senso del tutto individuale», essendo lo spazio per Simmel «un‟attività dell‟anima»153
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Nonostante questi elementi di partenza, l‟autore trova una giustificazione al perché una grande attenzione viene quotidianamente posta ai significati spaziali degli oggetti. La configurazione dei fenomeni nello spazio è infatti qualcosa di immediatamente percepibile, che risulta immediatamente identificabile, e che per noi rappresenta la manifestazione più concreta di quali forze siano all‟opera e di quali siano i rapporti di forza esistenti tra loro.
Se lo spazio è un contenitore, il contenuto, ciò che lo riempie, è dato dalle azioni reciproche degli uomini: «Quando un certo numero di persone abitano isolatamente l‟una accanto all‟altra entro determinati confini spaziali, ognuna riempie appunto, con la propria sostanza e la propria attività, il posto che le è immediatamente proprio, e tra questo e il posto della persona più vicina vi è uno spazio non riempito, in pratica un nulla. Nel momento in cui queste due persone entrano in azione reciproca, lo spazio tra di esse appare riempito e animato»154. Da queste parole si capisce quale importanza
151 Simmel G. (1989). Sociologia. Milano: Edizioni di Comunità. 152
Ibidem, p. 524.
153 Ibidem, p. 524. 154 Ibidem, p. 525.
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abbia per Simmel la reciprocità, che è resa possibile dallo spazio, e che si realizza nello spazio, in modo da trasformarlo da qualcosa di vuoto in qualcosa che possegga un senso e un significato per il soggetto. A questo punto l‟interesse è quello di capire se ci sono delle caratteristiche delle configurazioni spaziali che influiscono in modo positivo o negativo sulle azioni reciproche degli individui e sulle loro modificazioni.
Simmel identifica cinque caratteristiche fondamentali dello spazio, con cui le azioni sociali reciproche si devono confrontare. Esse sono l‟esclusività, la determinazione, la fissazione ai contenuti, la separazione e la mobilità. Le prime quattro caratteristiche sono statiche, riguardano cioè lo spazio in stato di quiete, l‟ultima è dinamica. Le esaminiamo una alla volta.
L‟esclusività dello spazio si potrebbe definire in altre parole come la sua limitazione. Esiste un unico spazio generale, formato da tanti spazi particolari, che condividono tutti le medesime qualità, ma ognuno è portatore di una sua specifica diversità, che gli deriva dalla sua particolare posizione nello spazio generale. Questo è valido anche per quegli elementi che posseggono un forte significato spaziale, come il terreno. Alcune relazioni, che prevedono dei rapporti interni con lo spazio, possono realizzarsi solo su alcuni terreni che hanno le caratteristiche giuste e non su altri.
La seconda caratteristica è che lo spazio è composto da unità contornate da confini. Questi confini hanno una grande importanza per le formazioni sociali perché le delimitano, delineando la loro unità e coesione interna. Tali confini possono essere sia limiti fisici naturali, che linee astratte stabilite convenzionalmente, ma che in entrambi i casi agiscono separando «pezzi omogenei del suolo come uno spartiacque al di qua e al di là del quale ogni particella gravita su un altro centro (…)»155. L‟estensione dei
confini è un elemento variabile. Il confine determina delle delimitazioni reciproche a non oltrepassare i limiti stabiliti, fissando così dei rapporti tra le varie unità; questo vale tanto a livello di formazioni collettive (stato, comuni), che di singoli soggetti. Simmel precisa che «il limite non è un fatto spaziale con effetti sociologici, ma è un fatto sociologico che si forma spazialmente»156 e che fa guadagnare alle azioni interne che vi si formano un certo grado di coerenza e di sicurezza. Quanto detto fin‟ora riguardava i rapporti tra le varie unità, per quanto concerne invece i rapporti interni a ciascuna
155
Ibidem, p. 528.
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singola unità, ci sono vari fattori che intervengono influenzandoli. Simmel ne cita alcuni, come l‟estensione del terreno (che incide sia sulla dimensione del gruppo che può ospitare, che sul grado di intensità delle relazioni sociologiche che vi si formano all‟interno), la sua forma, la sua omogeneità, la vicinanza a numerose altre unità.
La terza caratteristica, la fissazione ai contenuti, non è altro che la determinazione nello spazio, o detto in altri termini, l‟immobilità spaziale di gruppi, soggetti singoli, oggetti. Questo elemento ha il vantaggio di trasmettere stabilità alla struttura, ma non solo. La possibilità di determinare gli oggetti nello spazio, fa sì che alcuni rapporti di dipendenza reciproca possano instaurarsi stabilmente attorno ad esso. Simmel definisce quest‟ultimo elemento come “centro di rotazione”; le città sono un esempio di centro di rotazione «del traffico per il loro circondario più ristretto e più ampio, ossia ognuna di esse fa sorgere in sé innumerevoli punti di rotazione, durevoli e variabili, di azioni commerciali. (…) Il traffico richiede le città in maniera tanto più decisa quanto più è vivace»157. La vivacità sociale che ruota intorno a dei punti fissi, secondo il nostro autore, è l‟unica a generare dei valori permanenti, ad agire potenziando le forze in gioco, e che contemporaneamente necessita e crea un luogo spaziale su cui fare riferimento, perché sensibilmente visibile. Il significato di questa terza caratteristica dello spazio è molto profondo secondo Simmel, perché delinea una particolare relazione di appartenenza tra il luogo e chi lo vive/ci abita, che lui chiama “individualizzazione del luogo”. Oggi invece sempre più frequentemente assistiamo a forme di indeterminatezza spaziale, per cui i luoghi sono sempre più indistinguibili gli uni dagli altri e facilmente confondibili.
La quarta caratteristica è data dal contatto o viceversa dalla separazione che si genera tra le persone che sono in relazione tra loro all‟interno dello spazio, e che va a modificare le caratteristiche delle relazioni, sia a livello quantitativo, in termini di numerosità dei contatti, che a livello qualitativo, in termini di intensità. Oltre a questo principio generale entra in gioco anche quella che Simmel chiama “capacità di astrazione” e che definisce come la capacità di «rappresentarsi la comune appartenenza di ciò che è spazialmente separato o l‟assenza di comune appartenenza di ciò che è spazialmente vicino»158. Al giorno d‟oggi c‟è una forte abitudine all‟astrazione, all‟indifferenza verso
157
Ibidem, p. 539.
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ciò che ci tocca da vicino e a rapporti stretti con elementi collocati a grandi distanze. Ma con quali conseguenze per le relazioni sociali? La vicinanza fisica porta con sé degli evidenti effetti pratici, usando le parole di Simmel: «il fattore spaziale della vicinanza o della distanza determina in maniera decisiva, o almeno codetermina, la forma sociologica del gruppo»159. E ancora, consentendo di sentirsi vicini a due o più soggetti spazialmente lontani si genera «un‟oggettività fredda, e spesso estraniante, tra le persone più vicine»160.
L‟ultima caratteristica discende naturalmente dalla divisione dello spazio, che comporta la possibilità per i soggetti di spostarsi da un posto all‟altro. Il cambiamento del luogo di residenza è un elemento che testimonia, secondo Simmel, il grande bisogno di differenza avvertito dall‟uomo di oggi. La privazione che ne deriva, dell‟appartenenza a un luogo considerato come familiare, comporta la ricerca di un sostituto che colmi tale vuoto. La vita moderna possiede molti elementi che rendono più facile il cambiamento di località, e che rendono possibile il godimento dei vantaggi della mobilità oltre che di quelli della residenzialità. La possibilità di collegamenti relativamente veloci, e quindi realizzabili con una certa frequenza, fa sì che il risiedere in luoghi isolati e dispersi, riesca comunque a trasmettere l‟idea in chi ci vive di far parte di un tutto unitario. Chi ha condiviso la stessa esperienza di spostamento, che non è priva di difficoltà e ostilità, è naturalmente portato a ricercare dei punti di incontro generali e molto spesso accidentali, che creino aggregazione. Secondo Simmel la ricerca di qualche azione riunificatrice per superare il distacco spaziale avviene naturalmente.
Dopo questa breve premessa generale sul concetto di spazio all‟interno del pensiero di Simmel, passiamo a descrivere le tre teorie che abbiamo precedentemente citato e che fungono da supporto alla spiegazione dello sviluppo della cosiddetta città postindustriale: la prospettiva neoecologica, quella neomarxista, e quella dell‟utopia borghese.
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Ibidem, p. 566.
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