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Capitolo 5. MOVIMENTI ANTI-SPRAWL

5.3 UNA POSSIBILE INVERSIONE DI TENDENZA?

Come abbiamo visto precedentemente l‟espressione più intensa dell‟ American Dream la si trova nel suburbio. Nel tempo il suburbio si è evoluto per divenire quell‟immaginata terra di opportunità, quel posto dove la vita è più ricca e migliore. Oltre al benessere mentale, esprime un benessere di tipo materiale e alla portata di tutti. L‟avanzamento sociale sembrava cioè coincidere con l‟acquisto di alcuni beni, e la casa rappresentava il bene principale. Il sogno prese forma concreta nella struttura fisica dei suburbi, divenendo un‟esperienza normale per la classe media. Per più di 50 anni i suburbi sono stati il luogo dominante delle residenze degli americani. Dalle origini si sono evoluti per divenire sempre più vari e complessi. Negli ultimi anni hanno dovuto combattere duramente per difendere il loro carattere simbolico di luoghi di benessere lontani dai disagi della vita cittadina e migliori delle città stesse. Sempre più spesso si diffondono posizioni secondo cui “il prato dei suburbi non è sempre il più verde”235

e sono sempre più simili alle città che hanno rifiutato236. Oggi i suburbi includono una varietà di persone di differenti condizioni economiche e comprendono sia situazioni di crescita e prosperità che di declino e povertà, molte gated communities sorgono attorno ai suburbi più poveri per allontanarsi da degrado e deterioramento. Si può teoricamente suddividere l‟evoluzione dei suburbi statunitensi in quattro momenti che ne descrivono la loro progressiva complessività e diversità. Le fasi sono quelle dell‟elitismo, dell‟omogeneità, della diversità e della dicotomia237

.

La prima fase è l‟era del suburbio d‟elite. All‟inizio del 1800 i suburbi avevano la fama dell‟ambiente ideale per le famiglie benestanti, perché salutare e lontano dai mali della città; per queste ragioni molte persone che rivestivano posizioni di rilievo all‟interno della società abbandonarono i difetti della concentrazione e si trasferirono nei suburbi, caratterizzati da ambienti gradevoli e da grandi e belle residenze familiari. La ricchezza era una caratteristica centrale dei primi suburbi, per ciò questa prima fase è denominata

235 Nasser H.E. (2004). Suburbs‘ grass isn‘t always greener. USA Today, October 18.

236 Ohlemacher S. (2006). Report: Suburbs nearer to cities neglected. Washington Post, February 15. 237 Flint A. (2006). This land: the battle over sprawl and the future of America. Baltimore: Johns Hopkins

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d‟elite. Alcuni di questi suburbi sono tuttora presenti e rappresentano alcuni dei luoghi più prosperosi, influenti e selettivi delle aree metropolitane americane.

Durante la seconda fase si assiste alla massiccia esplosione delle residenze suburbane negli anni del dopoguerra. Le abitazioni presentano caratteristiche molto simili, sono costruite su larga scala, con metodologie standardizzate e tecniche di produzione di massa. Questi insediamenti erano i luoghi residenziali tipici della classe media bianca americana. Alcuni gruppi erano infatti esclusi dalla partecipazione al sogno suburbano, in particolare gli afro-americani, che si vedevano negare la concessione dei mutui per acquistare le abitazioni nei suburbi.

Numerosi studi approfondiscono la terza fase, quella della diversità, e delle tensioni di classe e razza all‟interno dei suburbi. Nonostante le resistenze messe in atto, alcune famiglie nere riuscirono ad acquistare un‟abitazione suburbana, e negli anni più recenti la diversità tra i suburbi si è fatta ancora più pronunciata, rendendo i temi della classe e della razza sempre più attuali. Se gli spazi suburbani hanno per un po‟ resistito alla diversità etnica, col tempo hanno dovuto assecondare i cambiamenti. I residenti suburbani che hanno differenti abitudini, utilizzano gli spazi in maniere differenti, creano fonti di conflitto (ad esempio asfaltando i prati per agevolare i parcheggi).

La migrazione verso i suburbi dagli anni „70 in poi non ha riguardato solo le famiglie nere, ma anche altri gruppi nazionali. Il problema del declino socioeconomico si è pian piano inserito all‟interno di alcuni suburbi distruggendo il mito del successo suburbano. Il risultato di tali cambiamenti è un mix di spazi suburbani, ciascuno segregato per razza o condizione socioeconomica. L‟ultima fase è quella della dicotomia. I suburbi nascono dallo spostamento verso l‟esterno di persone e investimenti provenienti dalle città centrali. Il duplice processo della continua crescita dei suburbi e il parallelo declino dei centri cittadini è una realtà ormai prevalente.

Come abbiamo visto, durante gli anni „60 e „70 sorgono numerosi studi che enfatizzano le differenze di razza, di nazionalità e di classe, dimostrando la varietà e diversità dei suburbi238. Numerosi sociologi iniziarono a esaminare i suburbi per determinare se questi si stavano modificando in termini di status sociale ed eventualmente indagare la motivazione di tale fenomeno.

238 Si veda ad esempio: Kramer J. (1972). North American Suburbs: Politics, diversity, and change.

Berkeley: Glendessary Press. Oppure: Dobriner W.M. (1963). Class in suburbia. Upper Saddle River, NJ: Prentice Hall.

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Complessivamente mi sembra che possano essere sintetizzati in tre questi modelli teorici: il modello della persistenza suburbana, il modello del ciclo di vita e il modello della stratificazione. Partiamo con il primo modello. Uno degli effetti della suburbanizzazione di massa degli anni „50 fu la crescente disparità socioeconomica tra città e suburbi, generalmente attribuita allo spostamento di gruppi di persone ad alto reddito dai quartieri cittadini ai più lontani suburbi. Il riconoscimento dell‟esistenza di differenti tipi di suburbi fa emergere alcune questioni in proposito. Ad esempio: la crescita di popolazione è uguale tra i vari suburbi o ci sono delle caratteristiche che fanno sì che alcuni suburbi crescano più di altri? La crescita di popolazione provoca dei cambiamenti nella condizione socioeconomica di un suburbio? Dai risultati degli studi condotti all‟interno del modello teorico della persistenza suburbana sembra che i suburbi con più alti tassi di crescita di popolazione siano quelli più elevati dal punto di vista del reddito e che questo status tenda a persistere nonostante la crescita239. Si utilizza il termine persistenza proprio per indicare che lo status socioeconomico del suburbio non cambia nel tempo.

Altri autori, come Choldin (et al.)240 respingono la teoria precedente affermando che essa può essere valida solo per i suburbi più ricchi, occupati dalla classe più benestante. Viceversa sostengono che alcuni suburbi sperimentano un relativo declino in funzione della loro età. Sono convinti che le abitazioni dei suburbi si deteriorano nel tempo, tanto nei suburbi quanto nelle città tradizionali, e quando questo si verifica, lo status del luogo declina. Questo processo è del tutto a simile a quello che Hoover E. e Vernon R.241 hanno precedentemente formulato per i quartieri cittadini, distinguendo cinque precise fasi: sviluppo, transizione, retrocessione, diluizione e rinnovo. La prima fase è quella dell‟aumento della ricchezza e dello sviluppo di abitazioni; è seguita da una seconda fase di transizione in cui lo sviluppo cresce e aumenta in densità. La terza fase emerge portando a densità ancora più elevate, tipicamente come risultato dell‟inclusione nell‟area di altri gruppi nazionali; la quarta fase si ha in conseguenza della perdita di popolazione e del deterioramento delle abitazioni. Infine si verifica il rinnovamento in

239 Farley R. (1964). Suburban persistence. American Sociological Review, 29.

240 Choldin H.M. (1980). Suburban status instability. American Sociological Review, 45. 241

Hoover R., Vernon R. (1962). Anatomy of a metropolis: The changing distribution of people and jobs

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seguito a interventi pubblici o comunque con la sostituzione delle case obsolete con unità abitative nuove. La velocità e il susseguirsi di queste fasi è fortemente dipendente dall‟età e dal grado di declino dello status sociale degli abitanti, in questo senso comincerebbe dai suburbi più vecchi. Il processo è del tutto simile a quello descritto dai sociologi della scuola ecologica di Chicago coi termini di invasione e successione. L‟ultimo modello, quello della stratificazione, enfatizza la differenziazione sociale all‟interno dei suburbi. Il suo principio base è che la disuguaglianza interna ai suburbi aumenta man mano che i suburbi con status socioeconomico più elevato lo diventano sempre di più, mentre quelli con un profilo più basso continuano a deteriorarsi. Questo approccio si focalizza sugli aspetti più politici della suburbanizzazione e cioè sui mezzi con cui i suburbi più ricchi tentano di preservare il loro status attraverso zonizzazioni, controllo dell‟utilizzo dei suoli, politiche restrittive.

Dalla formulazione di questi modelli, profondi cambiamenti sono intervenuti all‟interno delle aree metropolitane statunitensi, il più importante è stato forse la progressiva crescita della popolazione immigrata. Tradizionalmente i nuovi arrivi si collocano all‟interno dei quartieri cittadini cosiddetti “etnici”, questo modello tipico è cambiato. Molti immigrati evitano la residenza in città per stabilirsi direttamente nei suburbi, in quelli che attualmente vengono chiamati ethnoburbs242. L‟evoluzione di questi insediamenti si è verificata soprattutto attorno alle tradizionali città di ingresso dei flussi migratori, come Los Angeles e Miami. Questi diversi modelli di diversità suburbana suscitano ulteriori questioni a proposito dei temi della razza e degli spazi all‟interno delle aree metropolitane statunitensi. E dimostrano comunque che i suburbi restano ancora qualcosa di desiderabile.

I diversi insediamenti che costituiscono lo sprawl hanno magari poco in comune tra loro, ma insieme hanno ricostruito i modelli di insediamenti e i relativi stili di vita delle nazioni, sovvertendo le tradizionali nozioni di città.

Descriviamo questi cambiamenti che riguardano peculiarmente gli Stati Uniti, perché si tratta della nazione che viene comunemente definita come una nazione suburbana, dato che la maggior parte della sua popolazione vive all‟interno dei suburbi243, sia per

242 Li W. (1998). Anatomy of a new ethnic settlement: The Chinese ethnoburb in Los Angeles. Urban

Studies, 75.

243

L‟U.S. Census Bureau, American Housing Survey, 2002, afferma che dei 106,3 milioni di residenti americani, 31,7 milioni vivono nelle città centrali, 53,6 milioni in suburbi all‟interno dell‟area

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completezza nel tracciare una storia dell‟evoluzione del suburbio, sia per eventualmente vedere se traccia di queste tendenze sono riscontrabili anche al di fuori degli USA. Tra gli anni „80 e „90 molte delle più grandi città statunitensi hanno assistito a un ritorno di popolazione dopo aver sperimentato per decenni un calo di popolazione. Il censimento del 2000 mostra che questo trend, che spinge verso una possibile ridensificazione e un possibile ricompattamento delle città, continua. A supporto di tale affermazione presentiamo una tabella in cui sono indicate le variazioni di popolazione nel decennio 1990-2000, all‟interno delle dieci più grandi città americane (vedi Tab. 3). Molti pianificatori urbani sostengono che negli ultimi 30 anni le città statunitensi siano diventate più attraenti come posti in cui vivere e lavorare, sia per i cittadini americani che per i nuovi immigrati.

Tab. 3 - Variazione di popolazione nel periodo 1990-2000 all‟interno delle 10 maggiori città statunitensi.

Città Pop. al 1990 Pop. Al 2000 Variazione in valore assoluto Variazione percentuale New York 7.322.564 8.008.278 685.714 9.4 Los Angeles 3.485.398 3.694.820 209.422 6.0 Chicago 2.783.726 2.896.016 112.290 4.0 Houston 1.630.553 1.953.631 323.078 19.8 Philadelphia 1.585.577 1.517.550 - 68.027 - 4.3 Phoenix 983.403 1.321.045 337.642 34.3 San Diego 1.110.549 1.223.400 112.851 10.2 Dallas 1.006.877 1.188.580 181.703 18.0 San Antonio 935.933 1.144.646 208.713 22.3 Detroit 1.027.974 951.270 - 76.704 - 7.5

Fonte: U.S. Census Bureau, Population Change and Distribution to 2000, Census 2000 brief (Washington, D.C.: U.S. Census Bureau, 2001).

metropolitana, e 21 milioni al di fuori di ciò che è statisticamente considerato area metropolitana, ma che non significa che non ci siano suburbi. Nel 1970 gli abitanti americani dei suburbi superavano sia gli abitanti delle città centrali, che quelli delle aree rurali; nel 2000 avevano superato anche il numero complessivo degli abitanti delle città centrali e delle aree rurali combinati insieme.

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I principali fattori che sono comunemente riconosciuti per aver contribuito al risorgere delle città sono: i movimenti rivitalizzatori; l‟unicità di certe risorse e i miglioramenti di tipo ambientale; la modificazione delle scelte personali; l‟immigrazione244

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Per quanto riguarda il primo fattore, la concentrazione spontanea di elementi culturali e ricreativi all‟interno delle vecchie città, funge da attrattore sia per investimenti privati che per altri cittadini, senza richiedere alcun tipo di sforzo da parte del governo pubblico, dato che le infrastrutture sono già presenti.

Tra la dotazione di risorse uniche all‟interno dei centri cittadini si fa riferimento oltre a grandi spazi civici anche a strutture quali le università, i campus e gli ospedali che rappresentano anche delle buone opportunità dal punto di vista dei posti di lavoro che offrono, e che attraggono persone che desiderano vivere e lavorare in città. La maggior competitività delle città americane sembra essere stata accresciuta anche dai miglioramenti di tipo ambientale, e dal calo dei crimini cittadini. Dal punto di vista delle scelte personali, è aumentata la popolarità dei condomini, che dispongono di appartamenti con prezzi più abbordabili per molti e che rendono possibile effettuare un compromesso tra i vantaggi del vivere cittadino e uno dei più grandi privilegi dell‟abitare in un suburbio, e cioè quello di possedere la propria abitazione. Ciò significa anche che le persone aumentano il proprio interesse per quello che succede in città e all‟interno del proprio quartiere, dato che essi stessi sono diventati dei portatori di interessi. Per quanto riguarda l‟ultimo fattore, l‟immigrazione, l‟evidenza sembra suggerire che essa abbia favorito la rivitalizzazione urbana, ma che allo stesso tempo stia cambiando il volto anche di molti suburbi. Esamineremo quest‟ultimo aspetto all‟interno del prossimo paragrafo.

5.3.1. ETHNOBURBS

Gli ethnoburbs rappresentano un nuovo modello delle contemporanee comunità etniche. Si tratta di raggruppamenti etnici collocati in aree suburbane, e che comprendono sia

244 Chang Hee C.B. (2004). Immigration and Density: A Contribution to the Compact Cities and Sprawl

Debats. In: Richardson H.W., Chang Hee C.B. Urban Sprawl in Western Europe and the United States. Aldershot: Ashgate Publishing.

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aree residenziali che distretti commerciali e di affari, all‟interno di ampie aree metropolitane, in cui un gruppo nazionale ha una significativa concentrazione, ma che non necessariamente ne costituisce la maggioranza. Tali insediamenti replicano alcune caratteristiche delle enclaves245 etniche e alcune tipiche del suburbio, che però in questi casi manca di una sua specifica identità. L‟autore che ha maggiormente approfondito lo studio di questa tipologia di insediamenti è Li Wei246, che ha coniato il termine analizzando un ethnoburb cinese all‟interno della città di Los Angeles.

Non è un caso che questi insediamenti siano stati studiati all‟interno di questa città, che non solo è all‟interno dello stato più popoloso degli Stati Uniti, la California, ma è anche il luogo più etnicamente diversificato. Come abbiamo già visto, tradizionalmente la popolazione immigrata tende a concentrarsi all‟interno di particolari aree urbane, sia a causa di fattori di spinta, che vogliono concentrare queste persone in luoghi ben determinati, sia per fattori di attrazione, dato che lì trovano solidarietà e mutuo aiuto. A partire dagli anni „60 però molte persone immigrate che volevano migliorare la propria posizione si sono trasferite nei più lontani suburbi, alla ricerca di case e scuole migliori. Le motivazioni allo spostamento sembrano quindi essere le medesime anche per questo tipo di popolazione. Allo stesso tempo questo trend si manifesta in molti nuovi arrivati che si stabiliscono direttamente nei suburbi senza sperimentare la vita all‟interno della città. La differenza principale rispetto al modello precedente è che prima i trasferimenti avvenivano in seguito ad un miglioramento socioeconomico di queste persone.

Questo flusso comprende anche la comparsa di distinte attività economiche, istituzioni sociali e culturali all‟interno dei suburbi.

L‟autore si chiede se questi insediamenti siano da considerarsi una continuazione delle enclaves tradizionali su scala suburbana. Dalle evidenze che emergono dalla sua ricerca pare tuttavia che molte delle caratteristiche tipiche dei quartieri etnici tradizionali non

245 Definiamo enclave un quartiere urbano abitato quasi esclusivamente da un unico gruppo nazionale

minoritario, che ne gestisce e possiede anche le imprese e le attività commerciali e di servizi. Il ghetto è invece un insediamento residenziale urbano, la cui concentrazione deriva da fenomeni di discriminazione.

246

Li W. (2009). Ethnoburb: The New Ethnic community in America. Honolulu: University of Hawai‟i Press.

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compaiano, gli ethnoburbs sembrano cioè essere qualcosa di diverso da una “chinatown suburbana”247

.

Mi sembra interessante approfondire il tema di questo nuovo modello di insediamento dato che i dati censuari statunitensi affermano che agli inizi del nuovo millennio molti immigrati decidono di stabilire la propria residenza familiare all‟interno dei suburbi. Se le minoranze volessero semplicemente raggiungere l‟American Dream della suburbanizzazione, ci si aspetterebbe che essi fossero spazialmente dispersi, ma questa ipotesi perde consistenza con l‟emergere dell‟ethnoburb. Ci sono delle precondizioni necessarie alla nascita di questo insediamento, sia economiche, che politiche, sia a livello macro che locale, è necessaria cioè una particolare combinazione di fattori dell‟economia globale e del contesto geografico e politico insieme a delle circostanze specifiche del livello locale. Esistono numerose differenze sia per quanto riguarda la formazione dei vari ethnoburbs, che per le loro caratteristiche interne, sono tuttavia identificabili dei tratti comuni. La vita comunitaria, come testimonia lo studio di Li, sembra essere piuttosto viva in questi insediamenti, vengono organizzate numerose iniziative per promuovere il multiculturalismo e gettare le basi per la crescita della comunità.

La densità è significativamente inferiore a quella di un‟enclave, e il rapporto con la città centrale è molto forte, anche dal punto di vista economico. Il senso del posto in questi luoghi è molto forte, per questo molti nuovi arrivati si stabiliscono direttamente qui, perché il luogo fa sentire queste persone un po‟ come a casa: possono parlare la loro lingua madre, leggere i loro giornali e ascoltare i loro programmi televisivi, mangiare piatti tipici; per tutte queste ragioni l‟ethnoburb è così attrattivo. Non si tratta però solo di un insediamento di tipo residenziale, ma vi sono anche distretti commerciali e di affari, che lo fa diventare un posto dove poter vivere e lavorare, una sorta di “città nella città”, secondo Li. L‟aspetto commerciale infatti non è secondario a quello residenziale. Ovviamente non tutti i residenti lavorano all‟interno dell‟area, ma ciò è vero per una larga quota di essi. Un‟altra delle caratteristiche dominanti è l‟alto livello del lavoro autonomo, che rispecchia un ruolo attivo nell‟economia locale; anche il livello di impiego familiare non pagato è più alto qui che altrove, indicando una tradizionale base

247 Li W. (1997). Ethnoburb versus Chinatown: Two Types of Urban Ethnic Communities in Los Angeles.

Intervento a: Colloque “les problèmes culturels des grandes villes”, 8-11 décembre 1997. Testo dell‟intervento reperibile su: http://cybergeo.revues.org/1018?lang=fr#text

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familiare dell‟imprenditoria etnica. Per questi aspetti l‟ethnoburb ricorda molte delle caratteristiche delle enclaves. Allo stesso tempo però c‟è la vicinanza a settori industriali inseriti in un‟economia globale, che danno lavoro a persone che hanno sviluppato più elevate abilità e competenze. È proprio questa combinazione tra globale e locale ad attribuire all‟ethnoburb le sue caratteristiche uniche, è un avamposto dell‟economia globale perfettamente funzionante, ma con una distinta caratterizzazione etnica, acquisita in seguito a ristrutturazioni economiche e politiche, che lo fanno diversificare dalla tradizionale enclave. L‟ethnoburb è legato all‟economia globale soprattutto in settori finanziari e commerciali, e ciò contribuisce ad elevare lo status socioeconomico di alcuni dei suoi residenti. I livelli di reddito sono infatti più elevati rispetto alle enclaves, così come anche i livelli di istruzione e di padronanza della lingua del paese ospitante. La maggior parte degli abitanti possiede la casa dove vive, un dato che indica che hanno raggiunto anche loro l‟American Dream, e ciò è ancora più significativo nel caso di un immigrato, perché è visto come un importante segno di successo. Nonostante questo generale benessere, c‟è una significativa stratificazione interna all‟area, sia sociale che economica, che trova concretezza nelle espressioni geografiche delle residenze. Le diversità sono cioè filtrate attraverso le dinamiche abitative tipicamente suburbane. Le differenze coi quartieri etnici centrali sono da ricercarsi anche dal punto di vista della composizione demografica: i primi sono composti da gruppi di diverse fasce d‟età, con la presenza anche di persone anziane. Gli

ethnoburbs viceversa sono comunità giovani ed energiche. Dal punto di vista del

processo di assimilazione, tipico delle persone immigrate, questi residenti sembrano sperimentare una maggiore possibilità di scelta, anche se ciò non garantisce una più veloce integrazione con la tradizione americana.

Per riassumere: gli ethnoburbs sono creati da gruppi di minoranze nazionali e attraverso un mix di forze politiche ed economiche, di politiche nazionali soprattutto per quanto riguarda l‟immigrazione e di caratteristiche territoriali, emergono all‟interno degli Stati