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Capitolo 2. LO SPRAWL TRA UNA SPONDA E L’ALTRA DELL’OCEANO

2.2. ALL‘ORIGINE DELLO SPRAWL

2.2.3. PREFERENZE INDIVIDUAL

Per quanto riguarda le cause culturali è all‟inizio del 1800 che cominciarono a emergere quelle idee che si sarebbero concretizzate successivamente in quello che viene definito come “American Dream”73

, e che rappresenta un ideale totalmente differente da qualsiasi altro ideale lo abbia preceduto nella storia. Inizialmente queste idee erano

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Leinberg C.B. (2008). The option of urbanism. Investing in a new American Dream. Washintong D.C.: Island Press.

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articolate da pochi autorevoli soggetti, solo successivamente si radicarono all‟interno dei valori filosofici e politici della nazione americana e entro la fine del 1900 ne divennero un principio centrale.

È stato lo storico J.T. Adams a coniare il termine “American Dream”74, descrivendolo come il sogno americano di una terra in cui la vita fosse migliore e più ricca per tutti, con più opportunità in base alle abilità e capacità di ciascuno; è un sogno di carattere sociale in cui ogni persona riesce a raggiungere la più grande importanza che la natura gli consente, ed è riconosciuta dagli altri per ciò che è, senza considerazione di classe o di status sociale. L‟American Dream si basa sulla convinzione che anche coloro che provengono da origini umili possano ottenere una migliore condizione sociale e un più ricco standard di vita. Questo ideale ha dato forma all‟immagine dell‟intera nazione satunitense e ha sostenuto avanti sentimenti di orgoglio nazionale.

Per almeno 200 anni gli americani di tutte le classi hanno idealizzato la vita all‟interno di case unifamiliari, circondate da abbondanti prati e allo stesso tempo hanno deplorato lo sprawl che risulta da una crescita residenziale e commerciale non regolata.

A differenza di ogni altra civiltà gli americani hanno idealizzato la casa e il terreno attorno ad essa invece che il tipo di quartiere e di comunità all‟interno dei quali questi elementi sono inseriti. La casa unifamiliare nel suburbio implica isolamento e mancanza di contesto fisico e sociale, il sogno si realizza, ma solo per metà, senza una vita di quartiere a supporto di una bella casa.

I valori culturali che incoraggiarono la crescita dei suburbi possono essere riassunti in tre: domesticità, privacy e isolamento sia fisico che sociale dai problemi generalmente associati alla vita cittadina. La ricerca della privacy è portata ad un livello tale che diviene molto difficile costruire un‟organica e ben funzionante società attorno alle dimore.

Allo stesso tempo lo sprawl rende possibile la conciliazione tra il desiderio di spazio delle persone e il desiderio di accesso e di vicinanza a determinate opportunità e servizi. Ovvero non esiste più una dicotomia tra i due elementi, che fino a questo punto della storia urbana erano alternativi, ma bensì una logica di et/et. Lo sprawl rappresenta un mezzo per separare e cogliere insieme quello che in precedenza rappresentava una separazione inscindibile. Si abbandona cioè la logica duale urbano/rurale per tentare di

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giungere a una logica paradossale che comprenda allo stesso tempo un elemento e il suo contrario.

Accadde che quelli che erano considerati come i vantaggi della concentrazione (occasioni di incontri, informazioni, socialità) si trasformarono in svantaggi (congestione, tempi e costi dei trasporti, qualità ambientale, costo della vita) e che i vantaggi potessero essere ugualmente ottenuti anche senza concentrazione.

Il suburbio stabilisce un suo particolare rapporto sia con la campagna che lo circonda, che con la città attorno a cui gravita. La prossimità alla città rende possibile la fruizione di determinati vantaggi tipici della vita urbana, che sono realizzabili a partire dal raggiungimento di una certa densità abitativa. Allo stesso tempo, l‟essere prossimi, ma non inseriti nella rete urbana, consente agli abitanti dello sprawl la liberazione da alcuni aspetti della città, ritenuti poco gradevoli. La vicinanza alla campagna, dall‟altra parte, permette loro di avere un‟aria più pulita e una maggiore facilità di accesso alle aree verdi.

Queste considerazioni fanno sì che la realtà suburbana sia più facilmente definibile in relazione alla sua posizione rispetto alle altre aree urbane e rurali vicine, piuttosto che in base a caratteristiche sue proprie.

Si viene a creare una netta separazione dei confini tra ciò che è pubblico e ciò che è privato, ogni proprietà è qualcosa di nettamente distinto dal quartiere a cui appartiene. Questo cambiamento riflette un più generale mutamento della natura della famiglia e delle sue relazioni con la comunità, che sono due entità sempre più separate e che hanno legami sempre più deboli. Si cerca fortemente di proteggere la propria privacy e intimità da intrusioni esterne. Le case singole situate nel loro appezzamento di terra sono un‟espressione fisica di cambiamenti sociali. Le persone cercavano di proteggere le proprie famiglie costruendo spazi sempre più privati, in una nuova concezione della famiglia stessa, la casa, il giardino e la città stessa75.

Oltre agli atteggiamenti che abbiamo appena descritto, propri soprattutto della società americana, ne possiamo segnalare un altro, che riguarda l‟utilizzo dei suoli. L‟atteggiamento generale della società rivela una percezione della terra come un bene da utilizzare senza troppi scrupoli dal momento che la sua disponibilità è illimitata. Accanto a questa concezione, ci sono altri valori tradizionalmente associati alla terra: il

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Gottdiener M. (1985). The Social Production of Urban Space. 2nd edn. University of Texas Press, Austin.

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suo possesso è stato per secoli un indicatore di ricchezza e di una certa posizione sociale. Nonostante questo retroscena, il ruolo della terra si modificò nel corso del 1800. Con la crescita dell‟agricoltura non c‟era più bisogno di coltivare direttamente la terra per potersi sfamare, e ciò contribuì a creare una visione meno utilitaristica della terra, che iniziò a essere concepita più come uno scenario gradevole per la propria residenza familiare76. Approfondiremo questo aspetto all‟interno del prossimo paragrafo.

I valori che abbiamo elencato fin‟ora trovano manifestazione cncreta nella residenza familiare singola, che prese forma col tempo e in particolar modo grazie all‟esistenza dei suburbi, e che soddisfava allo stesso tempo il desiderio di una vita vissuta a maggior contatto con la natura, identificata come il luogo ideale, anche dal punto di vista morale, per crescere la propria famiglia. Questa visione era indubbiamente rinforzata dal pensiero religioso.

Durante il 1900 ai valori morali si unirono quelli commerciali e l‟abitazione singola divenne una comodità che in molti si potevano permettere. L‟idea diffusa era che la residenza familiare fosse un punto fermo e solido all‟interno della società, in contrapposizione all‟instabilità e alla competitività presente all‟interno del sistema capitalistico, e che avrebbe protetto e rafforzato la famiglia, e ciò ovviamente incoraggiò nuove costruzioni. Questo ideale cambiò parzialmente dopo la seconda guerra mondiale, nel clima di generale ottimismo americano, architetti e costruttori enfatizzarono le produzioni di massa, l‟uso di materiali e tecnologie sempre più avanzate. L‟ideale dell‟abitazione come una forza stabilizzatrice all‟interno della società perdurò anche se privato dei suoi caratteri morali di un tempo. La casa diviene una sorta di paradiso psicologico, frequentemente i costruttori usano termini come “vivibilità, comfort e convenienza, divertimento” per trasmettere questo senso di pieno benessere, traducendo questa attitudine mentale con un‟espressione geografica. Diventò il simbolo che testimoniava l‟aver raggiunto una certa posizione all‟interno della società, la meta a cui ogni famiglia dovesse aspirare, e i vari tipi di abitazione (case distaccate o semi- distaccate) vengono associati a diversi attributi di classe.

La casa arriva ad essere dunque un simbolo sociale: se per Le Corbusier essa era intesa come “macchina per l‟abitare”77, in un‟ottica squisitamente funzionalista, nella visione

76 Shi Y.J., Phipps T.T., Colyer D. (1997). Agricultural Land Values under Urbanizing Influences. Land

Economics, 73, p. 90-100.

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suburbana essa diviene un mezzo per vivere. Ci sono stati vari tentativi di spiegare la ragion d‟essere del più basilare elemento di un suburbio, l‟abitazione singola, (possibilmente con giardino) e le forze che hanno agito sulla proliferazione di questo ideale – che si oppone tanto alle abitazioni collettive quanto alle case rurali - nelle varie città. Numerose spiegazioni di questo fattore hanno uno stampo di tipo sociobiologico: affermano cioè che la casa singola è qualcosa di profondamente radicato nel comportamento umano, è vista come la risposta a un bisogno universale all‟interno del quale il sé e la famiglia possono essere percepiti come un‟entità separata, unica, protetta e privata78. Allo stesso modo l‟appartamento collocato in un palazzo di molti piani è rifiutato perché percepito come una minaccia all‟immagine del sé come una personalità unica e separata. La proprietà privata viene cioè vista come una sorta di bisogno vitale dell‟anima. Queste visioni sono difficilmente relazionabili con la diffusione di tali abitazioni nelle aree suburbane. Sembrano essere più appropriate le spiegazioni di tipo culturale e socioeconomico, in cui la casa singola è vista come un simbolo di status che rappresenta la posizione sociale dei suoi occupanti. La loro dimensione, stile, arredamento e grado di isolamento dalle altre abitazioni sono tutte affermazioni di status che accentuano ancora di più le varie posizioni. La casa singola è il simbolo più visibile dell‟aver raggiunto un posto nella società, è un investimento che consente il guadagno di un più alto status sociale e un maggior benessere, e che rappresenta l‟individuo stesso: anche se è spesso una sorta di scatola, priva di personalità e prodotta in massa, diviene la più tangibile e ovvia estensione del sé. Come afferma Lefebvre nel suo celebre Il diritto alla città, «La pubblicità diventa così l‟ideologia stessa di questa società, ogni “oggetto” ogni “bene” si sdoppia in una realtà e in una immagine facente parte essenziale del consumo. Si consumano simboli tanto quanto oggetti: simboli della felicità, della soddisfazione, della potenza, della ricchezza (...). Il simbolo si acquista e si vende; il linguaggio diventa valore di scambio. Di conseguenza, chi concepisce la città e la realtà urbana come sistema di segni li offre implicitamente al consumo come oggetti integralmente consumabili: come valore di scambio allo stato puro. Cambiando i luoghi in segni e valori, il pratico-sensibile in significati formali, una teoria di questo tipo cambia anche in puro consumatore di segni colui che li percepisce»79.

78 Cooper C. (1974). The house as symbol of the self. In Lang J. (et al.), Designing for Human Behavior:

architecture and the behavioral sciences. Stroudsburg, Pennsylvania: Dowden, Houtchinson & Ross.

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L‟ideale suburbano offriva la promessa di una risposta ambientale visibile agli sforzi personali, che avrebbe combinato contemporaneamente i migliori pregi della città con i più grandi vantaggi della campagna, tentando di ridurne al minimo gli svantaggi.

E questa connotazione permane nonostante gli importanti cambiamenti subiti dai suburbi nella seconda metà del secolo scorso, e si colloca all‟interno di un contesto culturale che enfatizza in modo particolare i valori di tipo individualistico. La separazione spaziale corrisponde a un‟enfatizzazione delle differenze di classe, reddito e razza. La suburbanizzazione sembra dipendere, oltre che dagli elementi che abbiamo fin qui esaminato, anche da fattori di tipo consumistico e in particolare dall‟espansione di alcuni beni di consumo, bene casa incluso. Il consumo pro capite di abitazione continua ad aumentare, le case sono sempre più grandi e ospitano sempre meno occupanti80. Come si evince dalla tabella sottostante, i dati censuari americani, affermano che nel periodo compreso tra il 1970 e il 1990, l‟aumento di popolazione è stato del 22%, l‟aumento del numero delle abitazioni, nello stesso periodo, è stato di più del doppio, pari al 47%. Allo stesso tempo mentre la dimensione dell‟abitazione media è aumentata del 39%, il numero medio dei suoi abitanti si è ridotto. Cioè la dimensione media delle abitazioni aumenta mentre il numero dei loro componenti diminuisce.

Tab. 1 - Cambiamenti nella tipologia abitativa statunitense.

CARATTERISTICA 1970 1990 VARIAZIONE % Popolazione 203.302.031 248.718.291 22 N° di abitazioni 63.401.000 93.347.000 47 N° medio di occupanti per abitazione 3,14 2,63 -16 Dimensione media delle abitazioni (sq. feet) 1.500 2.080 39

Fonte: U.S. Census Bureau.

I costruttori hanno ovviamente offerto la possibilità di realizzare questo sogno, composto da tutti gli elementi descritti all‟interno di questo paragrafo. Tutti i professionisti il cui lavoro dipende dalla crescita (pianificatori, architetti, ingegneri) tendono a supportare i nuovi sviluppi.

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Le scelte individuali e dei costruttori hanno trovato collocazione all‟interno del più ampio settore delle decisioni pubbliche intraprese a livello politico che hanno aumentato gli investimenti per le infrastrutture destinate a queste nuove aree, piuttosto che destinarli alle infrastrutture urbane che abbiamo esaminato precedentemente.

Il possesso di un‟abitazione singola oggi è un obiettivo forse ancora più importante da raggiungere, e si è fatto talmente forte tanto da poterla separare dal quartiere dov‟è collocata. Gran parte delle attività e del tempo libero ruota intorno alla casa, che diviene una sorta di centro di intrattenimento auto-sufficiente. Il punto significativo da notare è come la vita sia centrata all‟interno dell‟abitazione piuttosto che sul quartiere o sulla sua comunità.

Anche il desiderio di spazi verdi si è fatto più forte in corrispondenza alla crescita dell‟orientamento ambientale e culturale diffusosi a partire dagli anni „60 in poi; la casa con giardino consentiva ai suoi residenti una sorta di ritorno al passato, alla campagna, mantenendo comunque uno stretto contatto con la città. Il giardino, una volta elemento riservato solamente ai palazzi di un certo pregio, diventa disponibile in forma molto più ridotta, per gran parte delle abitazioni suburbane.

Le famiglie scelgono cioè di vivere in luoghi che offrono un più attraente pacchetto di beni. La qualità delle scuole, la sicurezza, la disponibilità di parcheggi e di verde sono tra gli elementi che la maggior parte di queste famiglie prende in considerazione. L‟idealizzazione della casa porta naturalmente ad enfatizzarne il prato e il giardino, che ugualmente trasmettono un‟impressione di ricchezza e di una certa posizione sociale. Gli individui e le famiglie che si spostano nei suburbi portano con sé una visione quasi idilliaca e romantica delle aree verdi esterne alle città, associandole a una vita tranquilla a contatto con la natura; inoltre sono spesso convinti che la vita urbana sia dannosa per i propri figli, frequentemente infatti la scelta del trasferimento subentra con la nascita del secondo figlio81. La ricerca del contatto con il verde, è di natura conflittuale, impregnata di miti e di contraddizioni82.

Il giardino privato è un elemento essenziale all‟identità di una casa suburbana, e si contrappone in maniera antitetica allo stile di vita denso e compatto da cui molti di

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Charmes E. (2011). La ville emiettée. Paris: PUF.

82

Sandera H.A., Polaskyb S. (2009). The value of views and open space: Estimates from a hedonic pricing model for Ramsey County, Minnesota, USA. Land Use Policy, 26, 837-845.

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questi abitanti provenivano. Il prato inserisce una barriera, è un mezzo di transizione tra ciò che è pubblico, la strada di fronte a casa, e ciò che è estremamente privato, l‟abitazione, e media tra questi due elementi, oltre a rappresentare il posto ideale dove far crescere i propri figli.

L‟insieme di tutti questi valori fece sì che entro gli anni „70 del 1900 il termine suburbio non implicasse più condizioni di inferiorità o di degrado. Si passa così dal considerare la città come una virtù, a considerarla come qualcosa da cui allontanarsi.

Gli abitanti dei suburbi acquistano insieme alla propria residenza un intero pacchetto di attributi, alcuni riferibili alla casa in sé, altri ai suoi dintorni, le cosiddette amenities residenziali e ambientali sono parte integrante di questo pacchetto.

In conclusione, mettiamo in evidenza un limite presente all‟interno di tale ordine di cause dello sprawl prima di passare ad esaminare quello successivo. Tale limite lo si incontra nel momento in cui simili fenomeni di dispersione si sviluppano in società che non presentano, o presentano in modo molto contenuto, i tratti culturali e valoriali che abbiamo esaminato e che sono tipicamente appartenenti alla società statunitense. Nel prendere in considerazione tali fattori non va cioè mai dimenticato il ruolo assunto dai decisori sia pubblici che individuali, sia individuali che collettivi.