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Iniziative di carattere formativo

- Secondo modulo di due ore effet- tuato con gli stessi ragazzi, entro il mese di aprile 1998.

- Somministrazione, da parte degli insegnanti referenti, della scheda di valutazione finale del corso. - Elaborazione dei dati raccolti tra-

mite il questionario iniziale e la scheda di valutazione finale. - Socializzazione dei risultati con gli

insegnanti referenti degli Istituti coinvolti nella sperimentazione. Incontro effettuato nel mese di settembre 1999.

Istituti scolastici coinvolti

- ITC Europa - Trento - ITI Buonarroti - Trento

- Istituto Magistrale Degasperi - Cles

- Istituto d’Istruzione Degasperi - Borgo Valsugana

- Liceo classico Rosmini - Rovereto

Contenuti del corso

Primo modulo

- Il fondamento delle regole del vivere sociale – dipendenza dagli altri (materiale, relazionale, mora- le), aspettative e norme sociali - valutazione di alcuni comporta- menti trasgressivi.

- Il passaggio logico e storico di alcune norme sociali a norme giu- ridiche (codici scritti).

- La tutela di beni fondamentali (vita, proprietà, istituzioni, ecc.) e le funzioni delle norme penali - Il concetto di reato (delitto e con- travvenzione) nel codice penale. - Il fenomeno della criminalità,

le forme del controllo sociale e l’azione della giustizia.

- Dibattito.

Secondo Modulo

- Sanzioni sociali e sanzioni penali – Le funzioni della pena nello Stato di Diritto (retribuzione, prevenzio- ne generale, prevenzione specia- le, rieducazione, riparazione del danno).

- L’articolazione dei sistemi peniten- ziari moderni (detenzione, misure alternative e misure sospensive). - I principi dell’ordinamento peni-

tenziario italiano (flessibilità, discontinuità, territorializzazione e individualizzazione della pena). - Diritti dei detenuti, organismi di

giustizia e collaborazione degli Enti locali e della comunità nell’ambi- to dell’esecuzione della pena. - Dibattito con la partecipazione di

responsabili ed operatori dei ser- vizi penitenziari (polizia peniten- ziaria, educatori, assistenti sociali, volontari).

Valutazioni sull’andamento del corso

- Hanno partecipato al corso com- plessivamente 220 studenti. - Hanno compilato il questionario

iniziale n. 225 studenti.

- Hanno compilato la scheda di valutazione finale n. 206 studenti.

Coinvolgimento delle scuole

- Gli Istituti inizialmente interessati al corso sono stati 8: due si sono poi resi indisponibili nel momento della programmazione concreta, uno ha svolto solamente il secon- do modulo. Cinque Istituti hanno sostenuto e portato a termine l’ini- ziativa.

- L’interesse manifestato dai cinque Istituti è stato adeguatamente sostenuto dagli insegnanti refe- renti che sono stati un elemento catalizzatore molto importante e significativo per una partecipazio- ne interessata e riflessiva da parte dei ragazzi.

- Il livello di coinvolgimento dei ragazzi è stato assai buono, sia per la compilazione dei questio-

nari e per l’elevata percentuale di domande aperte in essi riscon- trate, sia per il contributo dato al dibattito. L’interesse per alcuni si è protratto anche oltre l’impe- gno del corso, con la richiesta di informazioni e di materiale per ulteriori approfondimenti.

- Sul piano organizzativo non si sono verificati particolari inconve- nienti: tuttavia è stato riscontrato come la dimensione ottimale per incontri partecipati sia quella che vede coinvolti non più di 25 ragazzi; oltre tale soglia comincia una dispersione tanto più elevata quanto meno sono presenti e coinvolti gli insegnanti di riferi- mento.

- L’esperienza del Liceo Rosmini di Rovereto si è dimostrata parti- colarmente significativa, avendo ammesso al corso i ragazzi su base volontaristica e fuori orario, nell’ambito delle iniziative spe- rimentali. I 20 ragazzi parteci- panti hanno dimostrato una forte motivazione concretizzatasi in una attenta e viva partecipazione. - In generale, tuttavia, la partecipa-

zione appare fruttuosa se inserita in un percorso più ampio che la Scuola porta avanti nell’ambito di uno o più insegnamenti. Laddove ciò si verifica, e la presenza degli insegnanti referenti ne è una testi- monianza, i risultati appaiono molto soddisfacenti.

Rilievi sul metodo

Il metodo, già sperimentato anche in analoghe iniziative precedenti, cerca di coniugare tre esigenze di fondo:

- aprire una finestra di dialogo fra Scuola e mondo esterno fornen- do informazioni chiare e sinteti- che sui problemi della legalità (e aspetti connessi) in tempi assai contenuti (2 + 2 ore);

rali del problema, nella sua com- plessità, in modo tale che il ragaz- zo possa avere un quadro suf- ficientemente articolato e ricco senza arrestarsi su posizioni par- ziali o, peggio, preconcette; - attivare la discussione a partire

dalle sollecitazioni fornite dagli stessi ragazzi e con la presenza di più “voci esperte”.

Rilievi sui contenuti

I contenuti sono stati ritagliati in modo tale da fornire gli elementi di base, ovvero i fondamenti del vivere sociale, il valore delle regole e delle norme e le implicazioni relative alla loro violazione. Il corso, poi, fornisce una valenza particolare al discorso della pena e del recupero sociale del condannato, in ragione del suo alto valore civile e umanitario e dell’esplicito mandato di sensibiliz- zazione in tal senso proveniente dagli organi che compongono la Commissione provinciale per i pro- blemi della devianza e della crimi- nalità.

I contenuti, alla luce dell’esperien- za, e qualora sia possibile aumen- tare i tempi a disposizione, possono arricchirsi ulteriormente nella parte che fa riferimento alla legalità e alla giustizia, ampliandosi poi, in speci- fico, su aspetti concernenti anche il settore della trasgressione minorile e quello della sicurezza/prevenzione.

Primi dati emergenti dal questionario iniziale

Hanno compilato il questionario iniziale n. 225 studenti. Da una prima generale elaborazione emer- gono i seguenti aspetti:

- conoscenza piuttosto approssima- tiva del concetto di reato e scarsa consapevolezza, sul piano della trasgressione, del passaggio fra ambito prettamente sociale e ambito giuridico (ad esempio “sot- trarre denaro a un benestante” è considerato reato solo per il

50% e “insultare un vigile troppo fiscale” solamente per il 5%); - scarsa problematizzazione (nel

senso di scarsa consapevolezza e di forti immagini stereotipate) del rapporto società - autore di reato - vittima del reato e funzio- namento della giustizia;

- la visione della sanzione penale, nelle sue funzioni e nella sua applicazione, riflette la dicotomiz- zazione fra atteggiamenti in posi- tivo rivolti verso il cambiamento dell’uomo condannato e atteg- giamenti in negativo rivolti verso il male commesso (la distinzione uomo – reato è spesso assente o confusa);

- la maggioranza degli studenti ha proposto domande concernenti in prevalenza:

a) il funzionamento della giustizia soprattutto per quanto concerne l’uguaglianza, i tempi lunghi e il pentitismo (temi riguardanti la crisi della giustizia e il passaggio a forme contrattuali);

b) la pena di morte, la proporziona- lità delle pene, le misure alterna- tive (temi che riflettono soprat-

tutto atteg giamenti emotivi

connessi al delitto e alla giusta

sanzione).

Il questionario iniziale evidenzia, da parte degli studenti, un generale interesse per la problematica; di essa, tuttavia, hanno una visione piuttosto parziale e talora confusa.

Rilievo finale

Il corso ha evidenziato potenzialità e limiti. La riflessione congiunta a vari livelli può aiutare a miglioralo e a renderlo un momento significa- tivo all’interno di un percorso più lungo e attento di educazione alla legalità.

Non si può certo prescindere dal responsabilizzare la Scuola e gli insegnanti rispetto all’importanza della tematica.

In specifico, questa attività deve essere integrata da altre forme di

coinvolgimento e di stimolo alla riflessione, come lettura di giornali, ricerche bibliografiche o sul campo, visione di film o documentari, discus- sioni su avvenimenti attuali, incontri con testimoni privilegiati e così via.

Formazione professionale con- giunta

Titolo: “Il caso nell’iter esecutivo:

rilevazione dei problemi e attivazio- ne di procedure nella logica del lavoro di rete”. Secondo modulo di formazione congiunta per operatori del penitenziario, del territorio e del volontariato.

Obiettivo: Incentivare il massimo

grado di partecipazione e di discus- sione degli operatori sui servizi di rete e il sostegno di rete nell’am- bito del percorso riabilitativo del condannato, al fine di favorire linee d’azione e priorità programmatiche condivise, nonché procedure stabili di coordinamento e d’integrazione degli interventi.

Destinatari: Responsabili e coordina-

tori dei servizi: penitenziari, servizi sociali specifici e servizi sociali terri- toriali, servizi di pubblica sicurezza, privato sociale, volontariato.

Strumenti: Conferenze e lavori di

gruppo.

Output: Documenti finalizzati all’in-

dividuazione di linee procedurali ed operative.

Sede: Provincia Autonoma di

Trento.

Confronto: Comitato tecnico scienti-

fico della Commissione provinciale per i problemi della devianza e della criminalità – Sottocommissione tec- nica adulti.

Data d’inizio lavoro: Ottobre 1999. Durata iniziativa: Tre giornate com-

plessive di lavoro in due moduli di un giorno e mezzo ciascuno (16 e 17 dicembre 1999 – 3 e 4 febbraio 2000).

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