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prevalgono i tossico e alcoldipendent

Vengono qui esposti i principali risul- tati emergenti dall’elaborazione dei dati raccolti, con l’avvertenza che essi rappresentano solamente un’in- dicazione delle tendenze e delle que- stioni che la loro analisi sembra accreditare. Solo il completamento della ricerca su tutta la popolazione degli affidati sul territorio trentino potrà dare conferma definitiva di quanto è emerso. Lo scopo dell’inda- gine pilota è comunque quello di comprendere alcune rilevanti dinami- che che possono aiutare a muoversi meglio sul piano della politica locale e dell’intervento concreto nell’ambito dell’esecuzione della pena.

I casi estratti per l’indagine-pilota presentano le seguenti caratteristiche di tipo anagrafico, relazionale e cri- minologico:

- 3/4 di maschi e 1/4 di femmine, con un’età prevalente inferiore ai 30 anni (solo il 17% supera i 40 anni);

- poco meno della metà è coniugata ed ha figli (1/3 ha due o più figli); i celibi sono 1/4 e un altro quarto si suddivide fra separati e convi- venti; attualmente il 13% degli intervistati vive solo, mentre più

della metà vive con altre due o più persone; il 33% ha una casa di proprietà, un 20% in affitto, un 15% vive nella casa dei genitori e più di un 20% vive presso strutture di enti assistenziali;

- più dei 2/3 sono nati in Trentino (complessivamente l’80% nel Triveneto) e più del 90% è domici- liato in Trentino, in prevalenza nella Valle dell’Adige (soprattutto nella città di Trento), nell’Alta Valsugana (circa il 15%) e Alto Garda (10%);

- il 70% ha un titolo di studio uguale o inferiore alla scuola dell’obbligo (terza media), nessuno ha conse- guito la laurea e solo un 10% la maturità;

- i 3/4 sono cresciuti in una famiglia con entrambi i genitori ed eventuali fratelli; il 6% è cresciuto in istituto; il 15% non ha avuto la presenza del padre; circa un 30% di chi ha compilato l’intervista afferma di aver trascorso un’infanzia difficile; - solo la metà aveva un’occupazione

stabile prima dell’affidamento (pre- valentemente operai alle dipenden- ze nel settore dell’edilizia, dell’in- dustria, dei servizi), il 18% era disoccupato, gli altri lavoravano saltuariamente; durante l’affida-

Fig. 1 - Risultato dell'intervista.

complete 70% deceduti 16% rifiuti 6% irreperebili 8%

Fonte: elaborazione TRANSCRIME di dati Follow up '99

mento i disoccupati sono diminuiti fino alla quota del 6% per poi risa- lire al 10% nella condizione attua- le; i livelli occupazionali complessi- vi aumentano di pochissimi punti fra la situazione prima e quella dopo la misura alternativa; circa un 10% lavora fuori della provincia di Trento, di cui un 5% nel Triveneto e un 5% in altre regioni italiane. Dopo l’affidamento circa il 60% cambia lavoro (un 10% per 3-4 volte);

- il 50% degli intervistati si ritiene poco soddisfatto del lavoro prima dell’affidamento; tale percentuale scende al 25% durante l’esecuzio- ne della misura e rimane pressoché stabile nella situazione attuale; i 2/3 ritengono che attualmente sia migliorata la loro situazione econo- mica, familiare ed abitativa; il 13% ritiene che sia peggiorata la loro relazionalità sociale, mentre il 60% la ritiene migliorata;

- in relazione alla condanna per cui è stato ammesso all’affidamento emerge che il 40% è stato condan- nato per reati contro la legge sugli stupefacenti (detenzione e spaccio), il 30% per reati contro il patrimo- nio, l’8% per reati contro le perso- ne e tale percentuale si ripete sia per infrazioni al Codice della stra- da che per detenzioni di armi; - al momento dell’affidamento i 4/5

hanno già fatto l’esperienza della carcerazione (anche se in maggio- ranza per periodi inferiori ai sei mesi), la metà tuttavia afferma di essere alla prima condanna, 1/4 è recidivo specifico, 1/5 è recidivo aspecifico; i 3/4 non hanno mai usufruito di misure alternative alla detenzione;

- nel corso della misura e nel

periodo successivo la maggioranza degli intervistati pone in primo piano, per aiuto ricevuto nel supe- rare le vicende penali e reinserirsi

socialmente, la rete parentale (coniuge, figli e genitori), mentre il centro di servizio sociale per adulti si colloca in una posizione interme- dia, scavalcato dalle associazioni e comunità. Scarso peso sembrano avere, eccetto alcuni casi, i volon- tari e gli amici.

- il 60% ha avuto seri problemi di tossicodipendenza, il 12% di alcoli- smo.

Tab. 1 - Suddivisione per genere e tipo degli affidamenti in prova.

Fonte: elaborazione TRANSCRIME di dati Follow up ’99

In sintesi il quadro dei soggetti presi in esame è caratterizzato da persone prevalentemente trentine, anche di nascita, con bassa scolarizzazione, modeste condizioni economiche e con una marcata problematica di abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche. Alcuni manifestano un pro- nunciato stato di marginalità sociale che ha radici in anomale e difficili situazioni familiari e relazionali e che trova conferma nel ricorso ripetuto al reato con conseguenti ingressi e tem- poranee uscite dal circuito peniten- ziario.

Maschio Femmina Affidamento v.a. % v.a. % ordinario 45 62 13 57 per tossico ed

alcoldipendenti 28 38 10 43

Totale 73 100 23 100

Affidamento in prova al servizio sociale

L’affidamento in prova al servizio sociale è entrato a far parte del nostro ordinamento con la legge 354/75. È un istituto che si ispira al Probation ma nella forma di alternativa alla pena detentiva e non di alternativa alla sanzione penale.

Inizialmente prevedeva l’osservazione in carcere per un periodo di alme- no tre mesi e poteva essere concesso a soggetti che avevano commesso reati che non suscitavano particolare allarme sociale e che erano sanzio- nati con una pena non superiore ai due anni e mezzo.

Con provvedimenti legislativi successivi l’istituto è andato articolandosi e ampliandosi al punto che oggi esistono due principali tipologie, ma con possibilità diversificate per potervi accedere:

- affidamento in prova al servizio sociale ordinario per pene che non superano i tre anni;

- affidamento in prova in casi particolari (tossicodipendenti ed alcoldipen- denti) per pene che non superano i quattro anni).

Possono ottenere l’affidamento diverse categorie di condannati: coloro che ricevono una condanna nei limiti di pena sopra esposti (compresi i militari), coloro che pur essendo stati condannati a pene detentive più lunghe, e quindi anche per reati più gravi o per percorsi delinquenziali più radicati, rientrano, come residuo, nei termini sopraddetti. I condannati a reati gravi, come associazione a delinquere di stampo mafioso, seque- stro di persona a scopo d’estorsione, associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti, di norma, sono esclusi dalla pos- sibilità di ottenere l’affidamento in prova al servizio sociale. Fanno ecce- zione i cosiddetti collaboratori di giustizia.

Per usufruire dell’affidamento non è più indispensabile l’obbligo dell’os- servazione della personalità nell’istituto carcerario, per cui esso può esse- re concesso, dal giudice dell’esecuzione (Tribunale di sorveglianza), diret- tamente dalla libertà, previa acquisizione delle relazioni fornite dal Centro di servizio sociale per adulti (CSSA), dalle Forze di Polizia e da eventuali altri enti o organismi.

Calano gli affidamenti dalla detenzione

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