Le indagini di vittimizzazione: finalità e obiettivi
Le indagini di vittimizzazione si basano su interviste a campioni rap- presentativi di una determinata popolazione e tendono ad individua- re, relativamente ad un arco di tempo circoscritto (in genere dai sei mesi ai cinque anni), chi sia stato vit- tima di reati ed eventualmente quan- te volte. Si tratta di uno strumento conoscitivo che permette di stimare la criminalità reale, di quantificare in modo approssimativo il numero oscu- ro e di raccogliere informazioni sulla dinamica del fatto (modalità con cui accadono i reati, orario e luogo) e sulle possibili conseguenze che la vit- tima ha dovuto sopportare (gravità degli eventuali danni).
Proprio per questo, sono indagini che possono essere effettuate solo per reati nei quali la vittima o le vitti- me hanno conoscenza diretta tanto dell’evento quanto delle conseguen- ze. È quindi impossibile utilizzarle, ad esempio, per i cosiddetti reati “a vittima anonima”, quale può essere la corruzione.
I dati raccolti attraverso le inchieste di vittimizzazione permettono inoltre di individuare le caratteristiche gene- rali e ricorrenti degli autori dei reati e, in particolare, delle vittime stesse;
prendendo in considerazione il con- testo socio-demografico di apparte- nenza, possono essere enucleati, infatti, anche quegli elementi che incidono, più o meno sensibilmente, sul rischio di vittimizzazione. Senza dimenticare, inoltre, che dal- l’analisi delle risposte fornite possono essere ricostruite le reazioni e gli atteggiamenti tanto dell’individuo quanto della collettività verso i feno- meni criminali, oltre al livello di fidu- cia dei cittadini nei confronti delle Forze dell’ordine.
La conoscenza approfondita del con- testo sociale entro cui viene realizza- ta l’indagine è utile, infine, anche per la predisposizione e la realizzazione di programmi di sostegno per le vitti- me ed i loro familiari.
L’indagine ISTAT di vittimizza- zione: contenuti
L’indagine sulla sicurezza dei cittadi- ni è stata condotta dall’ISTAT tra il 16 settembre 1997 ed il 31 gennaio 1998, su tutto il territorio nazionale ed è la prima indagine sulla sicurez- za dei cittadini, condotta tra famiglie ed individui, con l’obiettivo di analiz- zare gli aspetti sommersi della crimi- nalità e le modalità di accadimento dei reati. Come detto, il fine è quello di ricostruire il profilo delle vittime, fornire notizie su come, dove e quan- do è avvenuta la vittimizzazione, anche attraverso l’individuazione dei fattori ricorrenti di rischio, quali lo stile di vita, l’abitare in una determi-
nata zona o l’avere un’età piuttosto che un’altra.
Per quanto concerne i reati, va preci- sato che è stata operata una suddivi- sione in due grandi categorie: i reati contro l’individuo e quelli contro la famiglia.
L’indagine riguarda, a livello tempo- rale, gli ultimi tre anni; nel caso l’in- tervistato sia stato vittima di uno dei reati previsti, viene richiesto, inoltre, se il fatto è avvenuto negli ultimi 12 mesi ed il numero di volte in cui si è verificato in tale recente arco di tempo. Nel caso in cui il reato preve- da anche il tentativo, viene rilevato il numero delle volte in cui si è subito
Le indagini di vittimizzazione: origini e sviluppo
Le indagini di vittimizzazione sono state introdotte, per la prima volta, negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ‘60. Le prime tre, speri- mentali, furono condotte per conto della “President’s Commission on Law Enforcement and Administration of Justice”. La Commissione, rilevata l’in- completezza delle statistiche sulla criminalità redatte dalla polizia, decise di realizzare degli studi la cui finalità precipua fosse proprio la misurazio- ne del numero oscuro della criminalità.
Dal 1972 le indagini divennero periodiche e attualmente il “National Crime Victimization Survey” viene realizzato dall’”U.S. Census Bureau”, per conto del “Bureau of Justice Statistics”.
L’importanza e la validità di questo strumento di indagine sono state pro- gressivamente riconosciute anche nel contesto internazionale. In Gran Bretagna la prima inchiesta, che viene ancor oggi condotta ogni anno, fu realizzata nel 1972 sui furti in appartamento. Nel 1983, inoltre, è stato realizzato il “British Crime Survey”, ripetuto poi nel 1985, 1989, 1992 e 1 9 9 6 .
Nel corso degli anni ’80 e ’90, le indagini di vittimizzazione si sono diffuse anche in Olanda, Australia, Svezia, Svizzera, Canada ed Israele.
Per quanto concerne l’Italia, non è stata compiuta, fino ad oggi, alcuna inchiesta di vittimizzazione sistematica e soprattutto non soggetta ad obie- zioni di tipo metodologico. Finora, solo l’UNICRI e l’Istituto Cattaneo hanno portato a termine simili indagini, realizzandole però o su un cam- pione troppo ridotto (UNICRI) o prendendo in considerazione un numero esiguo di reati (Istituto Cattaneo).
La prima grande inchiesta di vittimizzazione è quella dell’ISTAT, che si è svolta dal 1987 al 1991. È stata condotta su un campione di 48.274 fami- glie, per un totale di 147.046 individui; lo strumento di rilevazione utiliz- zato si è rivelato, però, inadeguato, al punto che, nel corso del 1996, la Commissione per le indagini multiscopo dell’ISTAT, ha lavorato alla pre- parazione della nuova inchiesta, realizzata, come detto, tra il 1997 ed il 1998.
un reato tentato o consumato. L’unica eccezione è costituita dalle molestie e dalle violenze sessuali che vengono rilevate, oltre negli ultimi tre anni, anche per un periodo più ampio, quale il corso della vita.
Il questionario, predisposto dalla Commissione multiscopo dell’ISTAT e testato su un campione di 1.000 per- sone, si articola in varie parti; le seguenti sono le principali:
- domande rivolte ad accertare se, negli ultimi tre anni, la persona intervistata ha subito uno dei reati indicati: scippo o tentato scippo, borseggio o tentato borseggio, rapina o tentata rapina, furto di oggetti personali, minacce, aggres- sioni. A coloro che hanno subito uno di questi reati viene chiesto, inoltre, dove si trovava, cosa stava facendo, che ora era, cosa è stato rubato, se ha denunciato o meno il reato alla polizia e quale esito ha avuto il caso.
- domande finalizzate alla rilevazio- ne, relativamente agli ultimi tre anni, degli eventuali reati di cui è stata vittima la famiglia dell’intervi- stato, relativamente ai reati di furto di oggetti esterni all’abitazione, furto o tentato furto in abitazione, ingresso abusivo nell’abitazione, furto o tentato furto di auto, furgo- ne, camion, moto, motorino, bici- cletta, furto di parti di veicoli e di oggetti da veicoli, atti di vandali- smo contro l’abitazione e contro l’auto. Anche in questo caso, in presenza di vittime di questi com- portamenti criminali, vi sono ulteriori domande volte a conte- stualizzare il fatto, ai fini di racco- gliere ulteriori elementi di cono- scenza.
- domande rivolte alle donne di età compresa tra i 14 ed i 55 anni, riguardanti le molestie e le violenze sessuali eventualmente subite; in
questo caso vengono indagati gli eventuali rapporti di conoscenza o meno con gli autori oltre al luogo e le circostanze in cui si è verificato il fatto.
- domande finalizzate all’esplorazio- ne del senso di insicurezza e della paura di essere vittima di un reato da parte delle persone intervistate. - domande concernenti le misure di
sicurezza e protezione ed alle abi- tudini adottate dagli intervistati, sia per la propria abitazione, sia per i veicoli di proprietà.
Nota metodologica
La popolazione di interesse per que- sta indagine è costituita dalle fami- glie di fatto residenti in Italia e dagli individui, di età pari o superiore ai 14 anni, che le compongono. Per famiglia di fatto si intende, ai fini della ricerca, un insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, ado- zione, tutela o affettivi.
Il campione, composto di 50.001 persone, è stato individuato sulla base di un disegno di campionamen- to organizzato in due stadi, con stra- tificazione delle unità del primo sta- dio. Le unità del primo stadio sono le famiglie di fatto, mentre quelle secon- darie sono gli individui, estratti casualmente all’interno della fami- glia, in base al numero dei compo- nenti della stessa.
La base di campionamento adottata, vale a dire la lista di selezione delle unità campionarie, è l’Archivio Informatizzato della SEAT, relativo alle famiglie abbonate alla Telecom. Gli indirizzi telefonici sono stati stratificati sulla base di informazioni prettamente territoriali, quali la
regione geografica, la provincia, la 1 Sia d il livello territoriale di riferimento; sia y una generica variabile e sia dY il valore di yosservato con
riferimento al livello territoriale d. Utilizzando lo stimatore di ponderazione vincolata, alla stima dYcorrispon - de sempre un errore campionario relativo dY], calcolato con il metodo dei modelli regressivi.
tipologia di comune, la sezione di censimento, la via, il numero civico e l’ampiezza del comune di apparte- nenza, in termini demografici e di numero di indirizzi.
La tecnica utilizzata per la rilevazio- ne è quella delle interviste telefoniche CATI (Computer Assisted Telephone Interviews), con la partecipazione complessiva di 120 intervistatrici. Va specificato che il campione sele- zionato dall’ISTAT è rappresentativo delle popolazioni residenti nelle 20 regioni italiane. Per il Trentino-Alto Adige sono stati però individuati due campioni distinti per le province di Trento e Bolzano, rispettivamente, di 1.518 e 1.393 persone.
Considerato che i risultati dell’elabo- razione dei dati ISTAT per il Trentino saranno confrontati più volte, nel corso del capitolo, con quelli delle regioni confinanti, deve essere segnalata anche la numerosità dei campioni selezionati per la
Lombardia ed il Veneto: per la prima il valore è di 4.622 persone mentre per la seconda di 2.854.
Va rilevato che il campione trentino è di dimensione piccole ed è per que-
sta ragione che gli autori di questo rapporto non hanno utilizzato, per- ché poco significativi, quei settori dell’indagine ISTAT che si riferivano alle azioni e percezioni di coloro che erano stati vittime di qualche reato, essendo questi una percentuale estre- mamente ridotta di un campione già piccolo.
Per gli altri settori l’indagine condotta d a l l ’ I S TAT consente di trarre conclu- sioni valide non solo per i 50.001 individui intervistati, ma anche per l’intera popolazione universo, anche
se con un certo erro re campionario1.
Si tratta di stime ottenute mediante uno stimatore di ponderazione vinco- lata, attribuendo cioè a ciascuna unità campionaria un peso corr i s p o n- dente alla numerosità della popola- zione cui tale unità appartiene. Infine, si specifica che le risposte al questionario sono state incrociate con le seguenti caratteristiche socio- demografiche dei rispondenti: sesso, età in anni compiuti e condizione professionale (unica o prevalente). Dati questi che saranno arricchiti da altri (stato civile e titolo di studio) per la costruzione dei profili delle vittime di ciascun reato.