Valori e atteggiamenti Senso di identità e stima di sé;
2.5.2 L’educazione alla cittadinanza globale secondo l’UNESCO
L’UNESCO riconosce come finalità dell’educazione alla cittadinanza globale la promozione negli studenti di un impegno attivo nella società, sia localmente che globalmente, per affrontare e risolvere le cosiddette “sfide globali” e per diventare in ultima istanza agenti proattivi per un mondo più giusto, inclusivo e sostenibile. Tramite la GCE gli studenti esaminano le cause degli eventi e i loro sviluppi a livello locale, considerano le connessioni di tali eventi a livello globale e identificano possibili soluzioni. Per l’UNESCO, la capacità di analizzare le relazioni tra fenomeni presenti a livelli micro e macro rappresenta un elemento fondamentale per capire il mondo di oggi, profondamente interconnesso e in continua evoluzione (UNESCO, 2014).
L’educazione alla cittadinanza globale, considerata anche in questo caso come una materia cross-curricolare, ha l’obiettivo di
incoraggiare gli studenti ad analizzare problemi legati alla vita quotidiana e identificare possibili soluzioni;
incoraggiare gli studenti a rivisitare i punti di vista e le relazioni di potere presenti nei discorsi tradizionali e a considerare gruppi sottorappresentati o marginalizzati;
promuovere l’impegno per azioni individuali e collettive per produrre cambiamenti dello status quo;
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Dati questi obiettivi, l’educazione alla cittadinanza globale è caratterizzata per l’UNESCO da alcuni elementi di base che riguardano lo sviluppo da parte degli studenti di:
consapevolezza delle proprie identità multiple e potenzialmente di una
identità collettiva che trascende le differenze individuali, culturali, religiose o etniche;
conoscenza approfondita dei problemi globali (interconnessioni globali,
sostenibilità) e dei valori universali quali la giustizia, l’uguaglianza, la dignità e il rispetto;
abilità cognitive per pensare criticamente e creativamente;
abilità non cognitive (empatia, risoluzione dei conflitti) e abilità comunicative per interagire con persone con differenti opinioni e provenienti da culture diverse;
capacità di agire in maniera collaborativa e responsabile per trovare soluzioni ai problemi globali e perseguire il bene comune (UNESCO, 2014).
La definizione elaborata dall’UNESCO riprende in parte quella dell’Oxfam, soprattutto per quanto concerne gli aspetti cognitivi, le abilità e i valori, ma al contempo mette in evidenza nuovi elementi quali il concetto di identità multiple e quello dell’impegno nella società orientato alla ricerca di una soluzione ai problemi globali (quest’ultimo aspetto è in linea con l’elemento di cittadinanza attiva presente nella definizione di cittadinanza globale dell’UNESCO precedentemente esposta).
Una delle criticità più importanti messa in evidenza dall’agenzia delle Nazioni Unite riguarda le possibili tensioni concettuali all’interno della GCE. Tali tensioni, non inconciliabili ma che devono essere tenute in
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considerazione, sono ravvisate sotto due aspetti. Il primo riguarda diversi elementi concettuali di fondo, che possono essere ricondotti alle modalità con cui è possibile promuovere l’universalità (il senso di un’identità comune e collettiva, una solidarietà globale) rispettando al contempo le caratteristiche del singolo (ad esempio i diritti e la competitività individuale49).
Il secondo aspetto riguarda invece le aree di interesse coinvolte. Data la molteplicità dei temi, delle metodologie didattiche, degli obiettivi cognitivi e delle competenze relative ai curricoli sull’educazione alla cittadinanza globale, molte sono le sovrapposizioni non solo con altre discipline (che possono essere facilmente ricomprese all’interno della GCE), ma anche con altri programmi educativi50. I due ambiti connessi in misura maggiore, e spesso in
sovrapposizione, con la GCE sono a mio parere l’educazione ai diritti umani (Human Rights Education – HRE) e l’educazione allo sviluppo sostenibile (Education for Sustainable Development – ESD). Per questa ragione essi sono oggetto di approfondimento nei paragrafi successivi.
Non è ancora chiaro quale di questi ambiti debba essere considerato quello principale, in grado quindi di comprendere al proprio interno tutti gli altri. Per il presente lavoro di ricerca, come viene illustrato nelle sezioni successive, la cornice concettuale di riferimento è costituita dall’educazione alla cittadinanza globale, all’interno della quale sono incluse diverse discipline e programmi educativi (tra cui, oltre all’educazione ai diritti umani e l’educazione allo
49 Il concetto di competitività individuale, in contrapposizione con il concetto di solidarietà globale è presente, all’interno del dibattito sulla GCE, solo nei documenti dell’UNESCO. La ragione di questo inserimento, forse, è da ricercare nella presenza di alcuni elementi caratteristici di una visione della società più statunitense che europea, maggiormente legata ad aspetti relativi alla realizzazione personale e alla competitività.
50 Questa criticità, presente sommariamente all’interno del dibattito internazionale, viene sollevata con forza dall’Unesco in maniera non casuale. L’agenzia della nazioni Unite, infatti, ha realizzato diversi programmi educativi che riguardano gli ambiti concettualmente più legati all’educazione alla cittadinanza globale. Questo vale soprattutto per l’imponente programma dedicato all’educazione per lo sviluppo sostenibile, nato nella cornice della UN Decade of Education for Sustainable Development (DESD 2005-2014) in cui sono state promosse diverse iniziative relative alla promozione di modalità sostenibili di politica economica e di nuove forme di cittadinanza e governance globale.
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sviluppo sostenibile, anche l’educazione alla pace e l’educazione interculturale ad esempio)51.
2.5.3 L’educazione ai diritti umani e la Global Education
L’educazione ai diritti umani promuove la conoscenza e il rispetto dei diritti e delle libertà sancite dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata nel 1948 dalle Nazioni Unite. Molti organismi internazionali e nazionali in varie parti del mondo si interessano a questo ambito educativo e hanno elaborato diverse definizioni a riguardo.
Secondo il Consiglio d’Europa, l’educazione ai diritti umani ha l’obiettivo di promuovere negli studenti la conoscenza, le abilità e gli atteggiamenti per contribuire alla costruzione ed alla difesa di una cultura universale dei diritti umani nella società52.
Anche per il programma mondiale della Nazioni Unite per l’educazione ai diritti umani (United Nations World Programme for Human Rights Education) l’HRE comprende non solo la conoscenza dei diritti umani e dei meccanismi per proteggerli, ma fornisce le abilità necessarie per promuoverli, difenderli e applicarli nella vita di ogni giorno. Essa ha dunque l’obiettivo di favorire gli atteggiamenti e i comportamenti necessari per proteggere i diritti umani di tutti i membri della società53.
51 Il difficile rapporto tra diversi ambiti educativi risulta particolarmente evidente per l’educazione alla cittadinanza globale, dati i caratteri quasi onnicomprensivi in termini di contenuti, metodologie, competenze, valori e atteggiamenti che le vengono attribuiti, ma non è suo esclusivo appannaggio. Si ricorda, ad esempio, il dibattito sorto intorno al controverso rapporto tra educazione ambientale (Environmental Education – EE) e l’educazione allo sviluppo sostenibile (cfr. Li, 1996; Du Toit, 1999; Foster, 2005; Gough, 2006; Sato, 2006; Goodfellow e Andrew- Power, 2007; Vare e Scott, 2007; Gough e Scott, 2008).
52CoE (2010) Charter on Education for Democratic Citizenship and Human Rights Education.
53Cfr. UNO (1995). Report of the United Nations High Commissioner for Human Rights on the
implementation of the Plan of Action for the United Nations Decade for Human Rights Education. http://daccess-dds-ny.un.org /doc/ UNDOC/GEN/N97/008/02/PDF/N9700802.pdf? OpenElement (ultimo accesso dicembre 2014).
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L’HRE non è solo appannaggio di organizzazioni internazionali. Essa infatti è parte di programmi di azione di diversi organi della società civile e ONG impegnate nel proteggere le minoranze etniche e nel monitorare le politiche dei governi, della aziende e delle istituzioni. La più celebre delle organizzazioni non governative in questo settore, Amnesty International, definisce l’HRE un processo attraverso il quale gli studenti comprendono i propri diritti e i diritti degli altri per mezzo di un apprendimento partecipativo e interattivo54.
Al di là delle molteplici definizioni elaborate da organismi differenti secondo diverse teorie ed obiettivi di riferimento, è possibile evidenziare un generale consenso su tre principali dimensioni presenti nella HRE:
l’apprendimento dei diritti umani (cosa sono e come possono essere protetti);
l’apprendimento attraverso i diritti umani (il contesto e il modo in cui si sviluppa l’educazione ai diritti umani deve essere coerente con i valori della Dichiarazione, ad esempio attraverso la partecipazione, la libertà di espressione ecc.);
l’apprendimento per i diritti umani, attraverso lo sviluppo di abilità e valori che permettano agli studenti di applicare i diritti umani nelle loro vite e di intraprendere azioni concrete per promuoverli o difenderli. L’Organizzazione delle Nazioni Unite riveste un ruolo di rilievo nella promozione di numerose iniziative per lo sviluppo e la diffusione dell’educazione ai diritti umani55.
54 Cfr. Amnesty International Italia (2008). A scuola di solidarietà. Roma (realizzato nell’ambito del progetto (ONG - ED/2006/120-887).
55La più importante è rappresentata dalla UN Decade of Human Rights Education (1995-2004) approvata dall’Assemblea Generale con l’obiettivo di promuovere negli Stati membri “la formazione, la disseminazione e l’informazione per costruire una cultura universale dei diritti umani”. A seguito del Decennio dedicato
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Nel nostro continente, sono da segnalare le iniziative del Consiglio d’Europa che prevede, all’interno della propria cornice legale, un riferimento diretto alla promozione dei diritti umani nei Paesi membri56.
Il Consiglio d’Europa è anche promotore di Compass (2002; seconda edizione 2012)57, il manuale per ragazzi dedicato alla HRE disponibile in più di
trenta lingue e di Compasito (2007, seconda edizione 2009) manuale pensato per i bambini.
L’educazione ai diritti umani è articolata in Compass attraverso attività che prevedono metodi partecipativi e un apprendimento di tipo esperienziale, adatte ai contesti di educazione formale, informale e non formale, con l’obiettivo di sviluppare le seguenti conoscenze, abilità ed atteggiamenti:
Conoscenze
I concetti chiave quali la libertà, la giustizia, l’uguaglianza, la non discriminazione, la dignità umana, la democrazia, i diritti, l’interdipendenza e la solidarietà;
L’idea che i diritti umani offrano un modello di comportamento applicabile
in tutti i contesti, dalla famiglia al mondo intero;
Il ruolo dei diritti umani nella propria vita e in quella degli altri; La distinzione tra diritti civili, politici, sociali ed economici;
all’HRE, l’ONU ha creato il World Programme for Human Rights Education (2004-2014) per continuare a promuovere e incoraggiare gli Stati membri a sviluppare iniziative in ambito educativo su questo tema. A conferma della predominante importanza che l’educazione ai diritti umani riveste per l’ONU, nel dicembre 2011 l’Assemblea Generale ha adottato la UN Declaration on Human Rights Education and Training, primo strumento internazionale dedicato specificatamente alla HRE.
56 La prima Raccomandazione sull’insegnamento ed apprendimento dei diritti umani nelle scuole risale al 1985 (Recommendation 85/7). Tale documento è stato rinforzato dal secondo summit del Consiglio d’Europa (1997) dedicato all’educazione alla cittadinanza democratica e nel 2010 la Carta sull’Educazione alla Cittadinanza
Democratica e ai Diritti Umani è stata adottata dal comitato dei Ministri (Recommendation CM/Rec 2010/7). Per
approfondimenti si rimanda al paragrafo 2.1.1 dedicato alle attività del Consiglio d’Europa.
57 Nella seconda edizione del 2012 sono state introdotte nuove tematiche relative ai processi della globalizzazione, al terrorismo, alla crisi finanziaria globale e ai problemi relativi alla sostenibilità ambientale.
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I diversi modi di fare esperienza diretta dei diritti umani; Il percorso storico che ha portato alla nascita dei diritti umani;
I diritti riconosciuti nei maggiori strumenti internazionali relativi alla protezione dei diritti umani;
I diritti umani all’interno della costituzione o delle leggi dei singoli Paesi.
Abilità
Abilità di comprensione e di comunicazione;
Pensiero critico;
Abilità di lavorare in maniera cooperativa e di risolvere i conflitti; Abilità nel partecipare ed organizzare gruppi sociali;
Abilità nel riconoscere le violazioni dei diritti umani;
Agire per promuovere e salvaguardare i diritti umani a livello locale e globale.