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La disciplina dell’abuso sessuale a livello federale

GLI ABUSI SESSUALI SU MINORI NEGLI STATI UNIT

4.3 La disciplina dell’abuso sessuale a livello federale

come una forma di “proprietà” dei genitori ed il controllo dei genitori veniva considerato quasi come una libertà degli stessi.

Tuttavia, ancora oggi, la difficoltà di costruire una teoria dei diritti dei minori, deriva anche dal fatto che i minori sono diversi dagli adulti e la costituzione americana non pone l’accento su questa differenza117.

4.3 La disciplina dell’abuso sessuale a livello federale  

Negli Stati Uniti d’America l’abuso sessuale sui minori è disciplinato a livello federale dalle sezioni 2241-2244 del Capitolo 109 A, Parte I, Titolo 18 dello U.S.Code. La normativa prevista, non impedisce tuttavia, agli Stati membri della Federazione di disciplinare autonomamente la materia.

Deve altresì tenersi presente il c.d. Model Penal Code, il progetto di codice penale redatto negli anni ‘60 dall’American Law Institute per fungere da modello per le codificazioni penali a livello statuale, il quale contiene alcune specifiche previsioni in tema di reati sessuali.

Tranne che in circostanze limitate, le leggi federali in genere non si applicano alle questioni di abuso sessuale su minori che si svolgono interamente all'interno di un singolo stato. Tali questioni sono quindi generalmente gestite dalle autorità statali o locali e perseguite in base alle leggi statali. Tuttavia, se l'abuso sessuale di un bambino si è verificato in territorio federale, il reato può essere perseguito ai sensi della legge federale. Le terre federali includono aree come basi militari, territori indiani e altre terre o proprietà di proprietà del Governo.

                                                                                                                         

117LAURENCE D.HOULGATE, “Three concepts of children’s constitutional right:

reflections on the enjoyment theory”,disponibile al seguente link  

Secondo la legge federale, i trasgressori condannati per aver abusato sessualmente di un bambino subiscono multe e reclusione.

Inoltre, l'autore del reato può essere punito con pene più severe se il reato si è verificato con circostanze aggravanti, tra cui, ad esempio, l'autore ha usato la forza o le minacce, ha commesso gravi lesioni personali o la morte, o ha rapito un bambino nel processo di commettere abusi sessuali su minori.

Negli ultimi cento anni, il Congresso ha cercato di proibire atti di abuso sessuale su minori e punire coloro che compiono tali azioni.

Tuttavia, soltanto nel 1986, con il “Sexual Abuse Act” e con altri atti successivi, il Congresso ha aumentato le disposizioni penali, ampliando così l’elenco degli atti vietati previsti nel U.S. Code.

La legge sull’abuso sessuale del 1986 ha aggiunto un nuovo capitolo al titolo 18 cioè “abuso sessuale aggravato” e conteneva cinque nuovi reati. Oggi questi cinque reati sono previsti nella section 2241, capitolo 109 A, Parte I, Titolo 18 dello U.S. Code, la cui lettera (c) prevede che chiunque scientemente svolga attività sessuale con una persona minore di 12 anni, oppure scientemente intraprenda tale attività in circostanze come quelle descritte nelle sottosezioni (a) e (b), rispettivamente dedicate all’abuso sessuale compiuto attraverso l’uso della forza o della minaccia (by force or threat) e all’abuso sessuale attraverso altri mezzi (by othermeans), con una persona di età compresa tra i 12 ed i 16 anni (e di almeno 4 anni più giovane dell’agente), o tenti di far questo, sarà multato secondo le disposizioni del Titolo 18, e condannato ad una pena che può arrivare sino alla reclusione a vita.

Ciò che pare interessante sottolineare è il fatto che, per quanto riguarda l’elemento psicologico del reato, la lettera (d) della medesima section stabilisce che in un processo per il reato di cui alla lettera (c) non spetta

al governo provare che l’imputato sapeva che la persona coinvolta nell’attività sessuale non aveva raggiunto i 12 anni di età.

La successiva section 2243, rubricata “Abuso sessuale di un minore o bambino sotto tutela” (Sexual abuse of a minor or ward), stabilisce che chiunque scientemente intraprende un’attività sessuale con un soggetto di età compresa tra i 12 ed i 16 anni e che sia di almeno 4 anni più giovane dell’agente, o tenti di fare questo, sarà multato secondo quanto stabilito dallo stesso Titolo 18, e condannato ad una pena non superiore ai 15 anni di reclusione. In un processo per questo tipo di reato, costituisce una causa di non punibilità, la cui esistenza deve essere dimostrata dall’imputato (establish[ed] by a preponderance of the

evidence), la circostanza che l’imputato medesimo fosse ragionevolmente convinto che l’altra persona avesse superato i 16 anni di età, mentre spetterà al Governo provare che l’imputato conosceva l’età della vittima e che l’evocata differenza di età effettivamente esisteva .

Dobbiamo tuttavia considerare anche il c.d Model Penale Code che contiene una specifica previsione in tema di errore sull’età nei reati sessuali ammettendo che esso possa costituire una causa di non punibilità se il bambino ha più di 10 anni (§ 213.6 (1)): quando, invece, il bambino ha meno di 10 anni , l’imputato non può invocare quale causa di non punibilità il proprio convincimento che il bambino avesse più di 10 anni.

Prima di volgere lo sguardo verso il livello statale, pare utile citare la sentenza United States v. Zachary, resa dalla United States Court of

Appeals for the Armed Forces nell’agosto del 2006118, la corte stabilisce che l’errore di fatto relativo all’età può costituire una causa di non                                                                                                                          

118U.S. v. Zachary, No. 06-5001-AR (C.A.A.F. 2006), in https://law.justia.com/cases/federal/appellate-­‐courts/caaf/06-­‐5001-­‐AR/06-­‐5001-­‐AR-­‐ 2006-­‐08-­‐14.html  

punibilità purché questo errore abbia i caratteri dell’onestà e della ragionevolezza, può quindi essere invocata dall’imputato di un reato di atti indecenti (indicent acts) compiuti con un bambino. Ciò che pare interessante sottolineare è, inoltre, il fatto che, nel confermare la decisione dei giudici inferiori, la corte non solo richiama il proprio precedente United States v. Strode del 1995119, in cui espressamente si affermava che “l’errore di fatto può essere invocato da un militare accusato di aver commesso atti indecenti con un bambino di età inferiore ai 16 anni se l’imputato aveva un convincimento onesto e ragionevole (an honest and reasonable belief) riguardo all’età della persona e se gli atti in questione non avrebbero costituito reato qualora la persona avesse avuto più di 16 anni, ma precisa anche che, allora, “la causa di non punibilità derivante da un errore di fatto sull’età non era invocabile nei reati di strict libalibity di violenza carnale e sodomia (carnal knowledge

and sodomy), e che dopo la sentenza Strode la legge è cambiata, infatti

nel 1996 il Congresso modificò l’articolo 120 (b), UCMJ che disciplinava appunto i reati di violenza carnale e sodomia, riconoscendo quindi che costituisce una causa di non punibilità l’errore in cui incorre un militare che creda ragionevolmente che la vittima abbia raggiunto i 16 anni, quando quest’ultima abbia effettivamente superato i 12 anni. Il riconoscimento quindi della causa di non punibilità nel caso di reati di sodomia e violenza carnale porta a prevedere un’analoga causa di non punibilità per i reati di “atti indecenti”120.

 

                                                                                                                         

119U.S. v. Strode, 43 M.J. 29 (C.A.A.F. 1995), in https://cases.justia.com/federal/appellate-­‐courts/caaf/06-­‐5001-­‐AR/06-­‐5001-­‐AR-­‐ 2006-­‐08-­‐14.pdf?ts=1508797247

120GIOVANNETTI T., I reati sessuali nei confronti dei minori negli Stati Uniti

D’America, pp.32-39, disponibile al seguente linkhttps://www.cortecostituzionale.it/documenti/convegni_seminari/CC_SS_Reati_s essuali_05012011.pdf  

4.4 Il Model Penal Code e il principio di colpevolezza  

Nel diritto penale statunitense il concetto di consapevolezza è riconducibile alla nozione di mens rea. Il fatto che ciascuno Stato membro della Federazione abbia (o quantomeno possa avere) un proprio codice penale ha tradizionalmente indotto la dottrina a sviluppare il dibattito sul tema a partire dalle previsione contenute nel Model Penal

Code, il quale, alla section 2.02, definisce i requisisti generali della

colpevolezza, stabilendo che, “salvo quanto preveduto dalla section 2.05, una persona non è colpevole di un reato se non ha agito intenzionalmente (purposely), scientemente (knowingly), sconsideratamente (recklessly) o colposamente (negligently), a seconda di quanto esige la legge in relazione ad ogni elemento materiale del reato”.

Dopo aver descritto singolarmente queste forme di colpevolezza, ed aver precisato (punto 4) che, “quando la norma che definisce un reato, prescrive la forma di consapevolezza che è sufficiente per la commissione di un reato, senza distinguere tra gli elementi materiali dello stesso, quella previsione si applicherà a tutti gli elementi materiali del reato, salvo che non appaia chiara un’altra voluntas legis”, il punto 7 della section 2.02 chiarisce, con riferimento al requisito della knowledge, che “quando la conoscenza dell’esistenza di un fatto particolare è un elemento del reato, tale conoscenza è sussistente se una persona è consapevole dell’alta probabilità della sua esistenza, salvo che egli davvero creda che esso non esiste”.

Dal canto suo, la section 2.04, rubricata “Ignoranza o errore” (ignorance

or mistake), stabilisce che “l’ignoranza o l’errore di fatto o di diritto

scusa se: a) l’ignoranza o l’errore esclude il purpose, il knowledge, il convincimento (belief), la recklessness o la negligence richieste per la

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