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La storia di Walter

Nel documento Schermi di carta (pagine 111-114)

Il romanzo inizia nel 1998. Walter è un professore ordinario dell’Università dell’Aquila che gode di un benessere economico che gli permette qualche incursione nel «luccichio infondato del lusso» [TP 691]. Il professore intreccia una relazione col giovane Sergio, che lavora come collaboratore televisivo e che è molto determinato a fare carriera nel mondo del piccolo schermo. Questa relazione permette a Walter di entrare in contatto con un ricco bestiario televisivo in cui si incontrano personaggi estremamente variegati, ma i toni con cui vengono descritti non sono né esasperati, né moraleggianti. Siti si limita a cogliere e raccontare la tendenza al compromesso e al doppiogiochismo che caratterizza un ambiente chiuso come quello televisivo.

Walter ha un rapporto complesso coi propri genitori, dei quali disprezza la povertà e la pochezza di spirito che, per lui, assumono spesso i tratti di una recita, di una

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simulazione. L’unico collante non solo generazionale ma anche culturale che lega il professore al padre e alla madre è la televisione. Solo davanti alla tv riescono a trovare un punto di equilibrio. La comunicazione familiare è vuota proprio come quella televisiva.

Il fastidio di Walter non si ferma nemmeno davanti alla morte del padre:

Il primo moto è di soddisfazione, l’evento archetipo chiamato “la morte del padre” sta accadendo ora, potrò analizzarlo e raccontarlo. […] Il secondo moto è di disappunto: oggi è mercoledì, domani sera ci sarà presumibilmente la veglia funebre, mi perdo la puntata del Grande Fratello. [TP 839]

Dopo la rottura con Sergio Walter decide di bruciare una cospicua somma di denaro per inseguire e pagare quelli che sono il suo modello di bellezza virile ideale: i culturisti. Conosce così il giovane Marcello, un prostituto cocainomane che da qualche anno è uscito dai circuiti delle gare di bodybuilding e si è dedicato a sole tre cose: al sesso, alla cocaina e alla sua cagnolina Elsa. Walter cerca di infilarsi a forza nella vita di Marcello per poter occupare uno degli spazi di attenzione del giovane, ma non ottiene che soddisfazioni parziali. Walter cerca di comprarlo, di corromperlo, di convincerlo a farsi amare, ma per tutto il romanzo non riuscirà mai a ottenere nulla di più di una fedeltà imperfetta.

Marcello subisce una forte idealizzazione che lo avvicina sempre di più non solo alla mitologia, ma che al divino trasformandosi da un corpo di carne in un’immagine mistica che Walter non riesce a possedere. Il suo corpo diviene la promessa del consumismo, i suoi muscoli gonfi la perfetta metafora degli eccessi autodistruttivi che l’Occidente porta avanti nel desiderio di spingersi oltre i propri limiti. Marcello finisce per essere allo stesso tempo la malattia e la cura.

Le simulazioni del consumismo non partono da radici mistiche? Marcello, ripeto, è l’icona stessa dell’irreale contemporaneo fondato sull’utopia del sempre-di-più; ma è un’Immagine che chiede di essere attraversata e io non ho i mezzi per farlo. [TP 948]

Siti concede a Walter una forma di innamoramento tanto estrema e totalizzante da diventare parodica. La fenomenologia dell’amor cortese viene rispolverata e adattata al rapporto con Marcello.

Il mio amico Nando sostiene che la mia è una forma distorta di amor cortese: gli effetti sono quelli, ogni mio spirito vien meno se sento la voce di Marcello – magari sono incazzato con lui, sono disperato e vorrei offenderlo, ma se sento la sua voce subito mi assalgono gioia e

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soggezione. Quando compare, è vero che l’aria trema intorno a lui. È vero che sto affidando il mio futuro all’idea che se saprò amarlo con generosità e sapienza, anche lui non potrà fare a meno di amarmi un poco, in contraccambio: amor che a nullo amato amar perdona. [TP 902]

L’effetto parodico è dato dallo stridore che si crea tra il platonico amore cortese nutrito di contemplazione e l’amore terreno di Walter che aspira al possesso totale del giovane.

Lo stile di vita di Marcello è piuttosto dispendioso e il culturista per mantenersi deve ampliare sempre di più la cerchia dei suoi clienti. Per evitare che si prostituisca con altri Walter decide di diventare l’unico cliente di Marcello sobbarcandosi per intero il suo mantenimento. Il professore è costretto perciò a prostituirsi a sua volta iniziando a lavorare per la televisione. Diviene coautore di un talk show televisivo e questo segna un mutamento del punto d’osservazione del narratore: Walter passa a essere uno degli ingranaggi della macchina produttiva della tv.

Per mantenere Marcello la vita di Walter si trasforma in una serie di lavori che però non bastano a garantire entrate sufficientemente cospicue. A preoccupare Walter non è la mancanza di denaro, ma la propria incapacità di possedere il giovane culturista. Il possesso sessuale diviene la metafora di un possesso più ampio e totale che il vecchio vuole esercitare sul giovane. Marcello divenuto una merce acquistabile non può a essere posseduto completamente. A Walter è negato il possesso non solo del suo oggetto d’amore, ma della merce che, con grande dispendio, ha comprato. La disperazione del professore aumenta al punto di convincerlo a sottoporsi a un’operazione chirurgica che gli consenta di avere erezioni artificiali sufficientemente vigorose da permettergli di realizzare il suo inarrestabile desiderio di possesso. La scelta di questa operazione ha una fonte precisa:

È stata la leggenda metropolitana su Berlusconi a darmi l’idea: malignano che quando si è fatto il lifting non si sia limitato al viso, il «tagliando» si sarebbe esteso alle parti basse. Un vero e proprio pezzo di ricambio. [TP 1020]

Berlusconi e le leggende che circondano la sua figura diventano il motore della piena realizzazione del desiderio. Egli diviene il modello a cui ispirarsi nel momento in cui si vuole davvero entrare nello spirito occidentale e realizzare pienamente il sogno di possesso non della realtà, ma di una sua rappresentazione artificiale.

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Il romanzo si conclude in uno dei paradisi artificiali del turismo di massa: Sharm el- Sheikh, dove Walter e Marcello si trovano per godere finalmente dei frutti dell’operazione a cui il professore si è sottoposto. L’artificialità della cornice riflette quella delle erezioni meccaniche con cui Walter riesce finalmente a prendersi la sua rivincita non su Marcello, ma sulla realtà e sulla sua immagine finalmente diventate accessibili. La protesi che Walter si è fatto impiantare è un’ulteriore simulazione di vitalità e di gioventù che diventa pallida accettazione della finzione, della mistificazione e della meccanicizzazione della verità. In questo, Siti si rivela profondamente contemporaneo e ironico: Walter trova una soluzione semplicistica a un problema complesso che anziché essere affrontato viene solo aggirato attraverso la tecnica. Nel finale del romanzo Walter rivela quanto il suo sistema di pensiero, il suo immaginario e il suo stesso modo di vivere siano profondamente occidentali.

Nel documento Schermi di carta (pagine 111-114)