• Non ci sono risultati.

Un’assenza ingombrante

Nel documento Schermi di carta (pagine 144-148)

I tre testi affrontati in questa analisi si collocano negli anni di passaggio tra la neotelevisione e la transtelevisione, quindi in piena epoca berlusconiana, eppure in essi la figura di Berlusconi appare relegata sullo sfondo o addirittura assente. Berlusconi è diventato una figura trasversale che condivide la stessa schizofrenia che Siti osserva per i vip: egli è al contempo un’immagine astratta e un uomo reale. La sua presenza nei media è tanto frequente da impedire alla letteratura di disegnarne un ritratto a tutto tondo: «Berlusconi è una figura così usurata dalla sua sovraesposizione mediatica da essere, nei romanzi, pressoché irrappresentabile»111. In Italia non è possibile parlare di televisione senza imbattersi nell’ingombrante figura eppure tutti e tre i romanzi di questa analisi non affrontano mai di petto la sua presenza, ma si limitano a mostrarne le tracce. Va notato che i tentativi dei tre autori di relegare a margine della narrazione la figura del presidente risultano imperfetti perché la presenza del Cavaliere emerge in maniera implicita: i tre autori sono infatti debitori nei confronti del mondo che Berlusconi ha creato. In Fiona la presenza di Berlusconi è denunciata dalla scelta del reality che ha rappresentato uno dei prodotti più significativi della televisione privata; inoltre il protagonista del romanzo vive a Milano 2, il quartiere residenziale costruito negli anni Settanta dalla ditta edile Edilnord

110 GRASSO 1992, p. 22.

145

fondata nel 1963 da Berlusconi. Nel romanzo di Doninelli il programma analizzato dall’autore è il Maurizio Costanzo show, diventato talk show italiano per antonomasia e anche questo uno dei prodotti più rappresentativi del polo televisivo del Cavaliere. Solo Walter Siti cita Berlusconi direttamente descrivendolo più come un simbolo della tv che come un personaggio reale.

La presenza di Berlusconi non giunge quasi mai esplicitamente, ma è implicita nella realtà mediatica, politica e culturale affrontata dai tre testi. A una irrappresentabilità del Berlusconi uomo corrisponde all’opposto una rappresentabilità della realtà mediatica e culturale che egli ha contribuito a creare. In Italia parlare di televisione senza imbattersi nella figura dell’imprenditore e politico milanese è pressoché impossibile perché Berlusconi è diventato la metonimia della televisione, eppure il Cavaliere non è mai oggetto diretto della rappresentazione letteraria. Una possibile spiegazione di questa evidente incongruenza è rintracciabile nel fatto che la figura di Berlusconi non coincide completamente con quella dell’uomo, ma è diventata attraverso il filtro mediatico «il mito, l’immagine, la merce, il desiderio realizzato e mai appagabile di soldi, potere, donne; e per questo, non conta parlare di lui»112, ma basta descrivere la tv per parlarne. Una riproduzione letteraria di Berlusconi non sarebbe in grado di competere con l’immagine creata da tv, giornali e social network perché apparirebbe sempre sbiadita e parziale. Per questo la presenza dell’ex presidente del consiglio appare come un’ombra muta che attraversa i romanzi dei tre autori disseminando i segni del proprio passaggio senza mai apparire direttamente.

All’impossibilità di rappresentare Berlusconi fa da contraltare la facilità con cui è rappresentabile la sua influenza sui media, sulla cultura e sulla politica. Gli autori parlano di tv sapendo che questo è un modo alternativo per tracciare un ritratto indiretto di Berlusconi perché la sua figura coincide quasi completamente con la tv.

Dalla descrizione della tv non emerge solo il ritratto del Cavaliere, ma anche quello del Paese stesso perché se Berlusconi è la tv, quest’ultima è l’Italia.

146

Bibliografia

Testi letterari:

• COVACICH, Mauro

2011 Fiona, [2005], Torino, Einaudi

• DONINELLI, Luca, 2003, Talk show, [1996], Milano, Garzanti

• SITI, Walter, 2014, Troppi paradisi, [2006], in SITI, Il dio impossibile • SITI, Walter, 2014, Il dio impossibile, 2014, Milano, Rizzoli

Saggi:

• ARCANGELI, Massimo, Nientepopodimenoché. La tv fra storia della lingua e storia della comunicazione, in GRASSO, 2013, pp. 159-168.

• BARRA, Luca, Un’America a Roma. Intrecci televisivi tra Italia e Stati Uniti, in GRASSO, 2013, pp. 305-316

• BAUDRILLARD, Jean

1987 L’America, Milano, Feltrinelli

2006, Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà? [1996], Milano, Cortina

• BECHELLONI, Giovanni, 1995, Televisione come cultura, Napoli, Liguori • BETTETINI, Gianfranco, 1980, American way of television. Le origini della tv

in Italia, Firenze, Sansoni

• DAMILANO, Marco, I partiti all’assalto di viale Mazzini, in GRASSO, 2013, pp. 101-113

• DONNARUMMA, Raffaele, Narrativa italiana di oggi e televisione, in SOMIGLI 2013, pp. 45-101

• ECO, Umberto, 1995, Apocalittici e integrati [1964], Milano, Bompiani • ECO, Umberto, 2004, Sette anni di desiderio. Cronache 1977-1983 [1983],

Bompiani, Milano

• FERRAROTTI, Franco, 2005, La televisione. I cinquant’anni che hanno cambiato gli usi e i costumi degli italiani, Roma, Newton Compton • GRASSO, Aldo, 1992, Storia della televisione italiana, Milano, Garzanti

147

• GRASSO, Aldo, 2000, Radio e televisione. Teorie, analisi, storie, esercizi, Milano, Vita e pensiero

• GRASSO, Aldo, 2001, Letteratura e televisione, in Storia della letteratura italiana. Il Novecento. Scenari di fine secolo, Milano, Garzanti, pp. 699-725 • GRASSO, Aldo, 2011, Prima lezione sulla televisione, Roma-Bari, Laterza • GRASSO, Aldo (a cura di), 2013, Storie e culture della televisione italiana,

Milano, Mondadori

• GUARNACCIA, Fabio, Cronache di una guerra persa. Tv e scrittori, nuove forme di convivenza, in GRASSO, 2013, pp. 181-193

• GUAZZALOCA, Giulia, Tribune e tribuni nella Rai degli anni Sessanta, in GRASSO, 2013, pp. 114-123.

• JENKINS, Henry, 2012, Cultura convergente, [2006], Milano, Apogeo

• MARINOZZI, Francesco, 2009, Lo schermo del quotidiano. Lo spettacolo nella neo-televisione, Cantalupa, Effatà

• MAZZONI, Guido, 2015, I destini generali, Roma-Bari, Laterza

• PANARARI, Massimiliano, La divo-tv, in GRASSO, 2013b, pp. 238-247. • PENATI, Cecilia, Tutto il mondo in casa. Tv e culture di visione, in GRASSO,

2013b, pp. 51-71.

• POPPER, Karl Raimund – CONDRY, John, 1996, Cattiva maestra televisione [1994], Roma, Donzelli

• SARTORI, Giovanni, 1999, Homo videns. Televisione e post-pensiero [1997], Roma-Bari, Laterza

• SCAGLIONI, Massimo, Verso un’Italia a colori. La pubblicità televisiva fra «Carosello» e lo spot,in GRASSO, 2013, pp. 337-351

• SCURATI, Antonio, 2006, La letteratura dell’inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della televisione, Milano, Bompiani.

• SITI, Walter, 2013a, Il realismo è l’impossibile, Roma, Nottetempo

• SITI, Walter, Il reality è una scienza esatta?, in GRASSO, 2013b, pp. 248-254 • SITI, Walter, Il “recitar vivendo” del “talk-show” televisivo, in

148

• SOMIGLI, Luca (a cura di), 2013, Negli archivi e per le strade, Roma, Aracne editrice

Giornali e riviste:

• AUGIAS, Corrado, 1990, Televisione, la grande sorella cretina, «La Repubblica», 30 giugno.

• COLOMBO, Furio, 1994, La vittoria dell’antipolitica, «La Repubblica», 10 novembre.

• FELLINI, Federico, 1985, Queste TV non sono degne di sopravvivere, «Europeo», 7 dicembre.

• GRANZOTTO, Gianni, Tra poco vi sarà in America un televisore per famiglia, «La Stampa», 5 gennaio 1954

• LEYDI, Roberto, 1974, Che cosa ha fatto la TV agli italiani, «Europeo», gennaio.

• PASOLINI, Pier Paolo, 1973, Sfida ai dirigenti della televisione, «Corriere della sera», 9 dicembre

• PASOLINI, Pier Paolo, 1975, Aboliamo la tv e la scuola dell'obbligo, «Corriere della sera», 18 ottobre

• PLACIDO, Beniamino, 1989, Lo confesso, Vostro Onore, la guardo e ne godo, «La Repubblica», 13 maggio.

• ROSASPINA, Elisabetta, 2018, Walter Siti, "autobiografia economica". Io conto il denaro che non conta più, 23 febbraio.

• VISENTIN, Francesca, 2010, Covacich corridore: romanzo visivo, «Corriere di Verona», 27 aprile.

Nel documento Schermi di carta (pagine 144-148)