• Non ci sono risultati.

Ugo Bigger

1.4. Le innovazioni concernenti direttamente il risparmio popolare

Per quanto concerne i cambiamenti di questi ultimi decenni che concernono direttamente i risparmiatori, si evidenziano quattro punti di attenzione.

1.4.1. Confine tra risparmio e investimento

Il confine tra risparmio e investimento è reso sempre meno chiaro proprio dagli operatori finanziari determinando generalmente una sottostima del rischio e della sua differenziazione a favore della ricerca di un ipotetico rendimento. Le normative si stanno indirizzando nel definire in modo graduale la differenza tra risparmio ed investimento attraverso un approccio risk based. La scala di grigi varia da atteggia-

5 Cfr. M. Wolf-K. Haar-O. Hoedeman, The Fire Power of the Financial Lobby, published by Corporate

Europe Observatory (CEO), The Austrian Federal Chamber of Labour (Arbeiterkammer) and The Austrian Trade Union-Federation (ÖGB), April 2014.

6 Si cfr. il Global Shadow Banking Monitoring Report 2014 del Financial Stability Board; si v. <http://

www.taxjustice.net/topics/finance-sector/tax-havens-financial-crisis>; e il Rapporto Oxfam 2016: The Hid- den Billions How Tax Havens Impact Lives At Home And Abroad.

menti decisamente conservativi sul mantenimento del capitale – che oggi possono prevedere (novità incredibile) dei tassi di interesse negativi – fino alla propensio-

ne agli investimenti speculativi o, addirittura, definibili come gioco d’azzardo 7. In

questo scenario, si genera un’ambiguità intrinseca per il risparmiatore che è conti- nuamente sollecitato ad attuare scelte anche speculative solo sulla base di ipotetici rendimenti e senza attenta valutazione del rischio connesso e dei settori verso cui si indirizza il risparmio/investimento. Su qualunque sito online aperto a pubblicità senza particolari filtri le proposte di investimenti nel settore del trading o del Forex sono decisamente troppo frequenti e rappresentano la punta di un iceberg del con- dizionamento culturale.

1.4.2. Risparmio ancora come bene comune?

Tra le funzioni sociali del risparmio è ancora preminente quella di fornire “ma- teria prima” alle istituzioni finanziarie per promuovere la crescita economica attra- verso i prestiti e gli investimenti. Ebbene, questa funzione sociale del risparmio, così importante, al punto che oggi potremmo reinterpretare il risparmio come un bene comune, è ignorata dalla maggior parte dei cittadini e ormai rappresenta una par- te residuale rispetto ai volumi delle transazioni finanziare internazionali. Infatti, le attività degli intermediari finanziari si orientano sempre più a strumenti di finanza strutturata che allontanano l’impiego del risparmio dalle economie produttive locali a favore di strumenti complessi e tendenzialmente più “liquidi”. Nell’epoca in cui si parla della “sharing economy” come una novità, il risparmio rappresenta da anni ciò che condividiamo di più con gli altri: è privato, ma attraverso le istituzioni finanzia- rie è continuamente usato da altri rispetto ai depositanti ed a livello internazionale. Questo aspetto “sharing” o di condivisione collettiva del risparmio non è percepito nella sua enorme valenza. Se si vuole continuare a parlare della funzione sociale del risparmio occorre recuperarne consapevolezza.

1.4.3. Rivoluzione digitale

La rivoluzione digitale sta cambiando radicalmente il modo con cui si erogheran- no i servizi finanziari in futuro e, quindi, il modo di raccogliere e gestire il risparmio. Non sono solo i servizi di pagamento ad essere innovati (i Google o Facebook wallet) ma si assiste anche alla comparsa di nuove forme di investimenti per che per la loro semplicità e per gli importi ridotti in gioco si situano in una via di mezzo tra ri- sparmio ed investimento. A titolo di esempio possiamo citare il p2p (peer to peer) len-

ding una via di mezzo tra microcredito e social network. Si tratta di prestiti tra persone

7 Esempi ne sono il Forex o i CDO: rispettivamente il mercato degli scambi valutari e le obbligazioni

mediati da una piattaforma web ad hoc che in Italia sono normati come istituti di pa- gamento. Altro fronte interessante è il b2b (business to business) che si sta sviluppando in varie forme. In Italia è interessante il caso del Sardex una moneta complementare in parte assimilabile ad un b2b e ad un b2c (“c” sta per customer, cliente) che riesce a stimolare la circolazione monetaria attraverso un circuito complementare di scambi di beni e servizi creando e controllando un mercato fortemente regolamentato.

Infine, la Consob ha recentemente “normato” le piattaforme di crowfunding

equity difficilmente classificabili seguendo letteralmente il dettato costituzionale

come soggetti del risparmio popolare ma di sicura rilevanza sociale nell’attuale mon- do del lavoro 8.

1.4.4. Finanza etica

È evidente che oggi esiste una tipologia di cittadino che non era definita ai tempi di scrittura della Costituzione: la figura del cittadino-risparmiatore/investitore-re- sponsabile. Questo fatto, inizialmente di nicchia, ha determinato la creazione, su spinta dei risparmiatori, di strumenti di finanza etica a partire dagli anni settanta in Europa del Nord: piccole. ma significative esperienze che hanno aumentato notevol- mente la loro reputazione ed influenza culturale negli anni duemila.

Si tratta di intermediari finanziari, banche e fondi di investimento, che hanno un’alto livello di trasparenza dei settori di impiego, monitorano l’impatto dei loro investimenti; sono solidamente nel mercato e stanno registrando una crescita co-

stante dei propri volumi 9.

La finanza etica moderna si definisce quindi in epoca recente a partire da una domanda dei risparmiatori che vivono nei mercati finanziari maturi (i paesi OCSE). La domanda è la seguente: come vengono impiegati i miei risparmi dall’istituzione finanziaria a cui li affido? È una domanda non retorica e addirittura che ha una risposta complessa o più spesso una non risposta. È una domanda che aiuta a ca- pire come sia oggi importante ristabilire un legame tra il risparmio, le persone che risparmiano e l’uso che viene fatto dalle istituzioni finanziarie del denaro che hanno avuto in gestione.

Documenti correlati