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Learning from experience: sviluppare consapevolezza dei processi inconsc

5.5 “Sotto-la-superficie”: dipendenza e conflitto nel sistema leader follower

7. Learning from experience: sviluppare consapevolezza dei processi inconsc

Per molti individui impegnati nelle organizzazioni (operatori, manager, leader) il modo dominante di comprendere e sfidare situazioni organizzative complesse è quello di concentrarsi sugli aspetti razionali e prevedibili dell’esperienza umana. I temi esposti in questo capitolo, invece, hanno messo in luce che l’apprendimento dall’esperienza è un fondamentale modo per facilitare lo sviluppo di conoscenza e sostenere profondi cambiamenti, individuali e organizzativi (Stapley 2002; 2006).

La teoria dell’apprendimento dall’esperienza mette in evidenza come la fonte di maggior valore per l’apprendimento risieda nell’esperienza quotidiana e nella capacità di riflettere su di essa. Questo, in sostanza, implica che l’apprendimento accademico non può sostituire l’apprendimento esperienziale, ma giocare un ruolo supplementare nel rielaborare un qualche apprendimento proveniente da una qualche esperienza (Stein 2004). La distinzione proposta da William James (cit. in Stapley 2006) tra knowing about e knowledge of acquaintance esprime bene il significato di apprendimento dall’esperienza: la prima espressione si riferisce all’acquisizione di conoscenze già esistenti che richiedono processi cognitivi ed intellettuali; la seconda si riferisce al processo di apprendimento che deriva dalla diretta esperienza della situazione (se voglio capire di più riguardo al ruolo ed alle relazioni in cui sono coinvolto, allora devo imparare di più su me stesso).

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Una distinzione che mette insieme più esplicitamente esperienza ed emozioni è fatta da Daniel Goleman (1995) ed è riferita ad un’intelligenza emotiva, diversa da un’intelligenza cognitiva, che implica: autoconsapevolezza (comprensione delle proprie emozioni mediante la capacità di auto-osservarsi e di riconoscere un sentimento nel momento in cui si manifesta), autoregolazione (capacità di gestire e controllare le proprie emozioni in modo che siano appropriate alla situazione e si possa esplorarne il significato), automotivazione (capacità di canalizzare le emozioni al servizio di uno scopo), empatia (capacità di riconoscere le emozioni degli altri, sensibilità alle loro preoccupazioni e capacità di mettersi nella loro prospettiva), arte delle relazioni umane (capacità di gestire le emozioni degli altri con competenza ed abilità sociale).

Il nesso tra apprendimento ed esperienza emerge anche dagli scritti di Schön (1991), il quale conclude che ciò che unisce tutte le professionalità è la capacità di riflettere e apprendere dall’esperienza nel divenire dell’esperienza stessa. La sua distinzione tra riflessione sull’azione e riflessione-in-azione mette in evidenza che l’essere professionisti riflessivi richiede esattamente la capacità intraprendere

riflessione-in-azione ed apprendere dagli eventi così come essi si verificano

Uno dei teorici più importanti del tema è forse Kolb (1985) che, partendo dalla caratteristica specifica dell’adattabilità presente in ogni essere umano, considera l’apprendimento un processo ciclico ed interattivo ad ogni livello (individuale, di gruppo, organizzativo) identificandone quattro fasi: nella prima, l’apprendimento è il risultato di percezioni e di reazioni all’esperienza soggettiva; nella seconda, deriva prevalentemente dall’ascolto e dall’osservazione; nella terza, si concretizza attraverso l’analisi e l’organizzazione sistematica delle informazioni e dei relativi flussi; nella quarta, la sperimentazione attiva ed l’esplorazione delle implicazioni pratiche degli apprendimenti rappresentano la base dell’apprendimento stesso.

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Figura 2. Le dimensioni strutturali del processo di apprendimento esperienziale. Fonte: Kolb

(1985), op. cit. p. 41

Emerge, quindi, come non esiste metodologia che possa fornire una completa e soddisfacente spiegazione del comportamento, ed il miglior modo di comprendere noi stessi, in quanto membri di un gruppo impegnati nei processi organizzativi, è semplicemente guardare alla nostra esperienza. La riflessione ci consente di stare a contatto con il nostro mondo interno e diventare molto più consapevoli: comprendere le emozioni “attaccate” al nostro comportamento ci conferisce una consapevolezza che ci permette di poter controllare il nostro comportamento. La riflessione sull’esperienza emotiva è il punto di partenza. Stapley (2002) identifica una sequenza molto utile per la comprensione delle difficoltà associate alle relazioni e alla relatedness con gli altri:

- consapevolezza di sé - auto-controllo

- consapevolezza degli altri.

È solo attraverso questo processo che possiamo giungere a costruire con gli altri relazioni significative. La nostra vita emotiva è in un costante fluire, siamo continuamente esposti a stimoli che producono cambiamenti nei nostri stati affettivi; ansietà provenienti dall’interno possono essere innescare eventi dolorosi, fonti di stress psico-affettivo e preoccupanti esperienze. La nostra capacità di

coping (fronteggiamento) dipende dalle nostre risorse interiori disponibili, e le

modalità con cui affrontiamo l’ansia sono connesse alla comprensione dei quei

Esperienza concreta

Concettualizzazione astratta

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continui cambiamenti emotivi che sottolineano il bisogno di relazioni mature e basate sulla fiducia. L’obiettivo dei processi di apprendimento dall’esperienza non è mai la soppressione delle emozioni, quindi l’assenza di contrasti, ma il raggiungimento di un equilibrio emotivo, l’armonia tra di essi. Per questo motivo, continuare a considerare le dinamiche organizzative da una prospettiva mono- oculare significa perdere una parte importante di comprensione di sé e degli altri. Per essere manager e/o leader efficaci, invece, occorre impiegare una prospettiva binoculare, che Obholzer ha efficacemente reso con l’immagine della condizione in cui ci si trova quando si guarda un film in lingua straniera, e contemporaneamente bisogna guardare la scena e seguire i sottotitoli.

Possiamo influenzare positivamente le nostre attitudini, i nostri valori ed il nostro sistema di credenze attraverso la riflessione critica, e se raggiungiamo un grado di consapevolezza e di comprensione il cambiamento è possibile (Stapley 2013, comunicazione personale), perché la consapevolezza delle emozioni è una fondamentale competenza emotiva sulla quale altre competenze possono essere costruite.

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Il Cambiamento Organizzativo.