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Lingua e forme verso la stabilità

I percorsi della poesia

2. La nera costanza 1 Dal titolo al libro

2.7 Lingua e forme verso la stabilità

Sul piano delle forme, la Costanza è innanzitutto il luogo di un abbassamen-

49  La scrittura non scompare però del tutto: [Chi ti sta addosso e ti spintona] 4 «agli ospiti lettori»; a

Amelia Rosselli 10-11 «e dopo della noia attorno attorno devastando / i suoi versi scrisse l’amante»; Mort sont amdui 20 «né della valle scura in basso scrivo». Più rari ma comunque presenti i gesti

del raccontare e la stessa poesia: «alla roccia racconta ai gessi pazienti / la sua storia di vipera madre» [Con mani strappate e piedi] 4-5; «Orti e falchi: non mancano storie / sull’argomento. […]» [può vivere in Baviera] 5-6; «[…] la musa / se la vuole cantare?» [tu che di me pensavi] 7-8. 50  Il primo paragrafo della Postfazione ortestiana alla Vita non romanzata di Dino Campana ha per

to della tensione sperimentale: la creatività lessicale e morfologica e il cospicuo investimento sul piano fonico-prosodico in funzione “controsintattica” danno luogo a manifestazioni ormai non più che residuali. Il catalogo comprende alte- razioni suffissali («fu freddiccio e gli girò la schiena»),51 prefissali («in sbattiti a

grappoli premuti»)52 preposizionali («Perché in coda delli baci»)53 e degli articoli

(«dove li baci»),54 neoformazioni participiali («perché l’erbata notte mi dimena

a festa»)55 oppure del tipo composto («stellata ancora generando pellecotta»).56

Come si vede dagli esempi, i fenomeni devianti si concentrano in due soli testi: il primo (I suoi occhi per questa scena) rimanda fin dal titolo all’orizzonte del

Bagno degli occhi e presenta un’ulteriore complicazione temporale (già vista nel

dettaglio);57 il secondo (Mort sont amdui) ospita la morte atroce degli amanti,

mescolando il lessico alterato del turbamento a tracce provenzali e medieva- leggianti (gilos, midons, drudo, spia malandrina), poetismi tradizionali (5 «pei capelli») e voci verbali desuete quali fiotta per fiotto58 assentare per ’compiacere,

lusingare’,59 dimenare (transitivo e non riferito a braccia e gambe), ammutire

in luogo del più comune ammutolire, 60 tristo.61 Completa il quadro dei residui

sperimentali qualche caso di impaginazione anomala, graficamente sollecitata: Tu col capo e le ossa saldate

nel continente disperato [Il galoppo, la sciarpa di seta] 48-49 nella rossa membrana soffocato

, morso del bambino

[Così restando nella casa comune] 8-9

Alla riduzione delle punte più sperimentali corrisponde positivamente un recupero delle architetture sintattiche e un aumento d’interesse per gli artifi- ci retorici ordinanti, ovvero per le varie forme di parallelismo e di ripetizione lessicale e sintagmatica capaci di incanalare la materia verbale in tracciati chia- ramente visibili. Dell’esperienza linguistica del Bagno sono valorizzate le solu-

zioni più nitide e coese,62 mettendo a punto una cassetta degli attrezzi che i libri

51  I suoi occhi per questa scena 12. 52  Mort sont amdui 3.

53  Mort sont amdui 1 54  Mort sont amdui 17. 55  Mort sont amdui 14. 56  Da questa pupilla 35.

57  In un contesto dominato da forme devianti, vi è spazio anche per un arcaismo del tipo morto per ucciso: 16-17 «quanti fossero i pollastrini / morti dalla faina ».

58  Mort sont amdui 1, 17.

59  Mort sont amdui 11 «perché la mano guantata mi assenta?». 60  Mort sont amdui 15 «né mi ammutisco tra gli organi del gioco». 61  Mort sont amdui 16 «con muchi in trista barriera».

successivi sfrutteranno ampiamente. Sono frequenti i parallelismi a contatto e a distanza, che nel caso di testi brevi possono organizzare l’intero testo come se- quenza parallelistica; la ripetizione lessicale e sintagmatica accompagna in que-

sti casi il parallelismo sotto forma di anafora,63 mentre la bipartizione del testo

può essere affidata anche al solo taglio strofico.64 Altre forme di organizzazione

tramite l’impiego di repliche a distanza sono la struttura ad anello, vale a dire la

ripetizione di lessemi e sintagmi alle estremità del testo,65 e il cosiddetto schema

additivo, adottato nella sua variante rovesciata o analitica che consiste nella disposizione in rapida successione di elementi poi ripresi ed esposti in forma

più estesa mantenendo lo stesso ordine.66 Una figura invece peculiare della sola

Costanza è il chiasmo interno al verso incaricato di marcare all’insegna della

simmetria e della reversibilità l’esordio di un componimento: «Ardenti malin-

conie occupazioni ariose»;67 «Il vecchio stivaletto, la caviglia bambina»; «La

turbata negligenza, un desiderio smodato» (La pasqua rosata 1). Come esempio supremo di tale esibito costruttivismo portiamo il testo che segue l’omaggio a

Amelia Rosselli:

Vai dicendo che avesti alla tua corte 3a 6a 10a

pianisti teneri e piumosi 2a 4a 8a

vai dicendo che entro un solo lustro 3a 6a 8a 10a

studiasti nuovi e casti preconcetti 2a 4a 6a 10a

5 ma schiume vomitasti pensando a quelle rocce 2a 6a + 2a 4a 6a

da cui mai ardisti sfracellarti 3a 5a 9a

dovevi sterminare quattro spettri 2a 6a 8a 10a

l’una bianca l’altro solo e perso 2a 3a 5a 7a 9a

il terzo in uniforme fu bizzarro accento 2a 6a + 1a 3a 5a

10 scagliato con tremore da altere bellezze 2a 6a + 2a 5a

il quarto si studiò lusinghe larghe 2a 6a 8a 10a I, [Se per pianto la carne si distilla].

63  [Sarà questa la sua buona ventura], [la più comune, era scurissima], Canzone per il suo compleanno (dove parallelismo anaforico e taglio strofico si danno la mano).

64  [Con mani strappate e piedi], dove oltre alla divisione in due strofe pentastiche va segnalata la ricorrenza grafica del verso iniziale brevissimo di entrambe; La pasqua rosata: due strofe esastiche con distribuzione dei versi a specchio, a cui va aggiunto il movimento oppositivo che apre la seconda.

65  [Solo tua madre] 2 «come dici della vita» > 12 «il premio di restare in vita» (ma si noti la realizzazione imperfetta con partenza al secondo verso).

66  L’artificio, che più generalmente consiste nella «disposizione in serie di due o più voci, poi ricollezionate nel corpo del ragionamento, ciascuna con proprie determinazioni» (Bozzola 1999, 74), segue quindi lo schema xyz… / x… y… z… Si veda [Il galoppo, la sciarpa di seta] 46-54: «pazientiamo un poco tu e io a capofitto / prima di affondare // tu col capo disperato e le ossa saldate / nel continente disperato // io la laringe e la lingua / che ora prendono a fare / sangue: irregolare e leggero / dalla punta dei piedi / dalla punta delle mani».

67  Nello stesso testo anche il v. 8: «Sciagurata fu la rotta la quiete velenosa», che apre il terzo e ultimo periodo. Un altro caso interno è quello di [Solo tua madre] 4: «tenace nel parlarti, nel rancore impudica».

spiriti sinuosi ai tuoi guanti di feltro 1a 5a + 3a 6a

e a che la grazia in un botto non perdesse 4a 7a 11a

il conto di tutte le granate e delle perle 2a + 2a 6a 10a

15 tanto durasti che giungesti a morte

1a 4a 8a 10a

La prima strofa è divisa sintatticamente in tre distici, i primi due rilevati dal parallelismo anaforico che ripete il verbum dicendi e il terzo aperto dal soli- to «ma» avversativo. La seconda strofa si articola invece come dettagliamento dell’immagine dei «quattro spettri» presente in attacco. All’impegno retorico vanno sommati la densità fonica, che conta coppie allitteranti a contatto (lusin- ghe larghe / spiriti sinuosi; ma prima anche tremore-altere) e casi più densi ed estesi (3-6 lUSTRo STUdiASTI cASTI preconceTTI SCHiume vomITASTI Ar- dISTI SFRacellARTI: [s] impura, occlusiva dentale sorda [t], rime desinenziali e quasi rime, risonanze vocaliche varie) e la compattezza metrica di un testo “a isosillabismo tendenziale”, che su 15 versi annovera 6 endecasillabi + 1 interno e 4 versi doppi con almeno un emistichio settenario, mentre le eccezioni non scendono sotto le nove e non salgono sopra le dodici sillabe metriche.

La necessità di irreggimentare il discorso è evidente, sul piano metrico, nell’adozione del quadrato metrico rosselliano. Il processo interessa le prime tre

sezioni del libro,68 per divenire esplicito nella parte finale del testo con l’appa-

rizione della dedica-titolo a Amelia Rosselli, e in due casi coincide in modo non casuale con la presenza del chiasmo nel verso incipitario ([Ardenti malinconie],

[Il vecchio stivaletto]).69 Non è difficile comprendere quale attrattiva possa aver

esercitato su Ortesta l’esperienza rosselliana, incardinata sulla scelta di una for- ma chiusa ma non geometrica – se non nominalisticamente, nella teorizzazio-

ne fattane dall’autrice negli Spazi metrici70 – alla quale è affidato il compito di

contenere una materia linguistica e prima psichica in espansione, simile a una colata lavica.

68  I: [Ci furono lacrime e confusione], [Ardenti malinconie], [Per una nuova minaccia]; II: [In un volo

basso], [Introdotte dall’alto in sale profonde]; III: a Amelia Rosselli, [Il vecchio stivaletto].

69  Solo una ricerca ad ampio raggio potrebbe confermare l’ipotesi che anche l’attacco chiastico sia uno stilema rosselliano. Per intanto posso dire che in Variazioni belliche non vi sono incipit con chiasmo mentre è ben attestato l’incipit con bipartizione semplice: «Per la tua pelle olivastra per la tua mascella cadente»; «L’amore irrobustiva la sua anima. Il livore la rendeva tenue»; «Se dalle tue lunghe agonie e dai miei brevi sospiri»; «Era potentissima la gioia. Era davvero un peccato»; «I tuoi occhi di ceramica, le tue membra lussuose». Un’altra eventuale influenza metrica rosselliana può riguardare il distico isolato, già presente nel Bagno (Racconto di Diego IV) e riproposto una

tantum nella Costanza ([carcere volontario]), nel Progetto ([Non chiamarlo ancora]) e ancora in

seguito – è un distico l’ultimo testo di La passione della biografia (Ortesta 2006a). In Variazioni

belliche consistono di un solo distico [Lui non vuole] e [e se la luna intensa], mentre un distico

isolato fa da “coda” a un blocco strofico più esteso in [Se l’anima perde], [All’insegna del Duca], [Cavallerescamente io montavo], [Pistola levata], ecc.

2.8 Il margine dei fossili