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Metodo e strumento di rilevazione dei dat

LE FASI DELLA RICERCA EMPIRICA

IV.3 Metodo e strumento di rilevazione dei dat

Come abbiamo già detto, l‟obiettivo della ricerca è quello di capire dai partecipanti ciò che esperiscono in un contesto o in una situazione, i significati che vi attribuiscono e il modo in cui interpretano ciò che vivono. Per raggiungere l‟obiettivo si è proceduto con una ricerca empirica, realizzata mediante una metodologia di tipo qualitativo, seguendo un orientamento epistemologico di tipo interpretativista. Lo strumento scelto ai fini conoscitivi fa riferimento all‟intervista qualitativa di tipo semi-strutturato quest‟ultima sottoposta ai diversi lavoratori IKEA.

La ricerca qualitativa che si afferma nel dibattito metodologico e nell‟ambito della ricerca empirica nella seconda metà degli anni ‟80, discende dal paradigma interpretativo. Il ricercatore qualitativo rifiuta la formulazione di teorie prima di iniziare il lavoro sul campo, in quanto vede in ciò un condizionamento che potrebbe limitare la capacità di comprendere il punto di vista del soggetto studiato (Corbetta:1999). Nella letteratura è possibile individuare diversi metodi qualitativi (etnografia, grounded theory, fenomenologia, etc.). Tutti cercano di ottenere una comprensione e una spiegazione del fenomeno a partire dai dati piuttosto che da una conoscenza a priori (teoria). Tra i diversi metodi o approcci di ricerca qualitativa si farà riferimento all‟etnometodologia, di cui Garfinkel è il maggiore esponente. Le radici di questa prospettiva sociologica si ritrovano nella filosofia fenomenologica di Husserl (1859,1938) il quale, in linea del tutto generale, definisce la fenomenologia l‟interesse per quanto può essere percepito dai sensi. Un altro studioso di notevole importanza è Schultz (1899,1959) il quale nel tentativo di adattare la filosofia di Husserl alla sociologia, incorpora il concetto di weberiano di comprensione soggettiva. Per sintetizzare, secondo Schultz il significato che l‟individuo attribuisce alle situazioni che si presentano nella vita di tutti i giorni è di primaria importanza, infatti focalizza l‟attenzione sulla definizione che l‟individuo stesso dà della situazione. Inoltre, un valido esempio di come lavorino i sociologi fenomenologici si può trovare negli studi di Berger e Luckmann (allievi di Schultz). Secondo questi studiosi l‟assunto di base è che la realtà di tutti i giorni è un sistema sociale articolato ove la gente attribuisce ai fenomeni un certo ordine; e tale ordine è costituito da elementi sia soggettivi, sia oggettivi. Quanto detto è utile poiché l‟etnometodologia poggia su questa tradizione fenomenologica generale , nonostante resti però una prospettiva distinta, con i propri

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interessi. Sé da un lato il lavoro di Schultz, Berger e Luckmann è macroscopico, ovvero dedicato alla natura generale della realtà, dall‟altro l‟etnometodologia si interessa ad aspetti microscopici del comportamento umano, investigano in modo empirico su come si costituiscono particolari forme di significato. Garfinkel, che come si è già detto in precedenza rappresenta il maggiore esponente dell‟etnometodologia, sostiene che l‟individuo, tramite l‟attribuzione di senso alle situazioni che lo circondano, costruisce la realtà sociale. Quanto detto mette in luce dunque come l‟etnometodologia si scontra anche con la posizione funzionalista secondo cui i fatti sociali possiedono una propria realtà, immanente rispetto all‟individuo (Wallance, Wolf: 1985).

L‟aver deciso di procedere con un‟analisi qualitativa, realizzata mediante l‟approccio etnometodologico, consente dunque di collocarsi il più possibile internamente al soggetto di analisi, nella prospettiva di vedere la realtà sociale <<con gli occhi dei soggetti studiati>>, tendendo a sviluppare una relazione non solo emotiva e dunque di immedesimazione empatica, ma anche fisica nonché di prossimità e contatto, lasciando al soggetto un ruolo attivo nell‟interazione. Inoltre, l‟analisi qualitativa, non si pone il problema dell‟oggettività e della standardizzazione dei dati, ma si preoccupa invece della loro profondità e della loro ricchezza, guardando dunque le prospettive, i punti d i vista e la cultura degli intervistati, rispettando le formulazioni e le angolature mentali di ciascuno. Nel momento in cui si analizzano i dati l‟obiettivo è quello di <<comprendere le persone>> e interpretare il punto di vista dell‟attore sociale (Corbetta:1999).

Come già detto, lo strumento da me scelto ai fini conoscitivi fa riferimento all‟intervista qualitativa di tipo semi-strutturato. Ma che cos‟è l‟intervista qualitativa?

Corbetta (1999) ne da la seguente definizione: <<una conversazione provocata dall‟intervistatore, rivolta a soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione e in un numero consistente, avente finalità di tipo conoscitivo e guidata dall‟intervistatore, sulla base di uno schema flessibile e non standardizzato di interrogazione>> (Corbetta:1999:405). Secondo lo studioso l‟obiettivo di fondo dell‟intervista qualitativa è quello di <<accedere alla prospettiva del soggetto studiato>> dunque cogliere le sue categorie mentali, le sue interpretazioni, le sue percezioni, i suoi sentimenti e i motivi delle sue azioni. Le interviste si differenziano per il grado di standardizzazione, cioè per il diverso grado di libertà/costrizione che viene concesso ai due attori, l‟intervistatore e l‟intervistato. Inoltre, l‟intervista, si caratterizza per essere uno strumento aperto,

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flessibile, adattabile nei diversi contesti empirici e modellabile nel corso dell‟interazione. Ma la flessibilità può presentare diversi gradi, motivo per cui è possibile distinguere tre tipi base di interviste: strutturate, semi-strutturate e non strutturate (Corbetta:1999).

Lo strumento di rilevazione dei dati da me scelto è l‟intervista semi-strutturata. Nel concreto ho costruito una traccia, già presentata nel paragrafo 4.3, individuando le aree di indagine ovvero sotto-sistemi del sistema organizzativo sulla cui base ho organizzato l‟osservazione. Quest‟ultima a sua volta dipende dalle premesse teoriche e dalle ipotesi che abbiamo discusso nel corso del secondo e del terzo capitolo. Sulla base di ciò ho formulato le possibili domande. La traccia come già accennato in precedenza, oltre ad avere un elenco di argomenti, comprendeva per ogni argomento delle domande dal carattere piuttosto generale e alcuni livelli di acutezza. All‟interno della traccia vi erano tutti gli argomenti che dovevo toccare nel corso dell‟intervista avendo libera scelta nell‟ordine col quale i vari temi sono stati affrontati e nel modo di formulare le domande. L‟obiettivo è dare la possibilità all‟intervistato di esprimersi anche a livello emotivo, con il minimo condizionamento possibile da parte dell‟intervistatore. Nel corso di alcune interviste si sono sviluppati temi che nonostante non facessero parte della traccia da me seguita, sono stati importanti ai fini della comprensione del soggetto intervistato. Le interviste sono state realizzate in un rapporto faccia a faccia e tutto il materiale raccolto è stato registrato e, in un secondo momento, fedelmente trascritto.