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CONTESTUALIZZAZIONE ED EVOLUZIONE DELLE TEORIE ORGANIZZATIVE

II.4 La scuola burocratica

Altri studi vengono portati avanti dalla scuola burocratica, che comprende il filone di studi weberiani. L‟oggetto della sociologia è per Weber l‟agire dotato di senso, definito come <<l‟atteggiamento umano a cui l‟individuo che agisce attribuisce senso soggettivo, in riferimento all‟atteggiamento di altri individui>>. Per lo studioso la sociologia deve essere conoscenza scientifica verificabile empiricamente e dotata di significati generali, inoltre scopo della sociologia è comprendere e spiegare l‟agire sociale di una data persona arrivando a conclusioni oggettive (<<verità>>) nonché, rendere evidente il senso di un dato agire e trovare le cause che potrebbero aver portato a quell‟agire. Inoltre, i due concetti (comprendere e spiegare) non si contrappongono tra loro, anzi, devono integrarsi in un processo di spiegazione comprendente. Ma dato che l‟oggetto principale della sociologia è l‟agire dotato di senso, è utile chiarire cosa fa parte o meno del suo campo di interesse. Non ne fanno parte le azioni prive di senso intenzionato nei confronti di altre persone, dati statistici estrapolati da eventi considerati prescindendo dal loro <<senso>> soggettivo, ne sono un esempio la frequenza di nascita e morti o la variazione dei redditi. Per quanto riguarda invece gli elementi fondamentali nel determinare tale agire, Weber include:

 l‟agire razionale rispetto allo scopo, ove il soggetto agisce in modo razionale nel conseguimento di un obiettivo. Questo agire viene riscontrato come una caratteristica dominante del mondo moderno e in particolare essa è alla base dell‟agire capitalistico inteso come accumulazione illimitata di capitale con il fine ultimo di creare altro capitale;

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 l‟agire razionale rispetto al valore, in cui l‟agire del soggetto è determinato dalla credenza di un determinato valore etico, religioso, estetico;

 l‟agire affettivamente, determinato da impulsi, emozioni e stati d‟animo; l‟agire tradizionale, in base ad un‟abitudine.

L‟individuazione di questi quattro tipi puri dell‟agire umano, conducono a studiare le istituzioni organizzative non come strutture <<in sé>> già date e che prescindono dall‟agire umano, bensì in riferimento all‟agire sociale delle persone che vi lavorano, proprio per questo l‟analisi weberiana è anche definita istituzionale poiché è rivolta a studiare le condizioni e i vincoli che determinate istituzioni sociali pongono sia all‟agire umano, sia al senso che i soggetti attribuiscono al loro agire. Gli uomini nel corso della storia hanno costituito diverse forme di istituzioni sociali (statali, politiche, giudiziarie, economiche, religiose). L‟attenzione di Weber è rivolta a studiare le diverse forme di istituzioni apparse nel corso della storia umana. I tipi dell‟agire umano si pongono dunque come categorie fondamentali per capire come funzionano le organizzazioni e come gli uomini si pongono in rapporto ad esse. Ma cerchiamo di fare luce su cosa Weber intendeva per tipo ideale. Lo studioso muove da una definizione del modello ideale in termini formali, giuridici e istituzionali. Vi sono anche dei requisiti sociali che a suo parere costituiscono le caratteristiche del modello in questione. Ad esempio, Weber esamina le condizioni che favoriscono la massima razionalità formale del calcolo del capitale e per comprendere la logica astratta di funzionamento del capitalismo egli presenta una serie di condizioni pure che non si trovano mai tutte insieme nella realtà. utilizzando le parole di Bonazzi <<una totale e sfrenata deregulation, dentro un quadro di legalità pubblica che garantisce il rispetto degli accordi privati liberamente presi tra le parti>>.

Per comprendere il pensiero di Weber (1961, vol.2: 207) sulla burocrazia, bisogna collocarlo nel più generale quadro della teoria del potere. Lo studioso costruisce infatti tipi ideali anche per lo studio del potere, definendolo <<la possibilità per specifici comandi di trovare obbedienza da parte di un determinato gruppo di uomini>>. Per studiare il potere dunque, bisogna ammettere che esso ha una natura relazionale tra chi comanda e chi decide di obbedire e specifica poiché bisogna sempre stabilire le circostanze, le condizioni e i limiti in cui il rapporto di potere si stabilisce. Inoltre, il

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potere possiede due proprietà: deve essere accettato dai sottoposti, dunque deve essere legittimato; per esercitare un potere legittimo si ha bisogno di un apparato amministrativo, inteso come tramite tra sottoposti e capo. Weber distingue tre tipi puri di potere legittimato: il potere carismatico, il potere tradizionale e il potere legale o razionale. Questo aspetto sarà approfondito maggiormente nel paragrafo che ha ad oggetto la metafora del dominio.

Per Weber il modello ideale o puro di burocrazia è l‟unica forma per concepire le organizzazioni razionalmente e orientate ad un fine. Questo modello riconosce l‟autorità legale e quella razionale. Un sistema del genere però, conduce a un‟obbedienze data dal fatto che il superiore:

 È colui che è nelle condizioni di ottenere la sua legittimazione in quanto fa capo alla legge dell‟autorità

 È colui che ricopre quella posizione di responsabile per maggiore competenza rispetto agli altri

La burocrazia, presenta una struttura gerarchica rigida e formalizzata, nonché espressione di razionalità.

<<se si escludono i capi supremi e in particolare i leader carismatici, nessuno spazio è previsto per l‟iniziativa dei soggetti, tenuti solo all‟obbedienza, alle regole e alla conformità al ruolo che è stato loro assegnato>> (Bonazzi, vol-2: 2002: 57).

Questo modello di macchina burocratica, perfezionata per il contributo di Weber, non si occupa però delle componenti emotive del comportamento umano.

L‟approccio funzionalista, discusso nel prossimo paragrafo, segue il percorso del filone weberiano per lo studio dell‟organizzazione burocratica, analizzando la struttura e il funzionamento delle organizzazioni. Questo approccio si sofferma sulle conseguenze oggettive del comportamento dei sistemi sociali, ponendo maggiore attenzione al concetto di sistema e quello di influenza dell‟ambiente esterno sull‟equilibrio del sistema interno. Questi studi mettono in luce i limiti del “tipo ideale” di Weber e le disfunzioni che la burocrazia tende a produrre.

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