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Motivazioni all’adozione del modello di crowdsourcing per l’impresa B

3. IL PROCESSO DI CROWDSOURCING FACE TO FACE: IL CASO DELL’H-ACK

3.2. Le caratteristiche e gli esiti dell’approccio face to face a confronto con il

3.2.7. Motivazioni all’adozione del modello di crowdsourcing per l’impresa B

Al contrario dell’impresa A, l’impresa B si dichiara fortemente orientata all’innovazione e proprio questa sua caratteristica l’ha spinta ad approcciarsi al modello del crowdsourcing, da essa considerato allo stesso tempo come un nuovo strumento di analisi dei problemi e come un nuovo tipo di approccio alle opportunità. Discutendo del fenomeno del crowdsourcing, l’azienda ne ha riconosciuto l’origine recente e la progressiva diffusione, per lo meno a livello conoscitivo, e ha evidenziato la necessità per un’organizzazione volta alle novità di comprenderlo e sfruttarlo, al fine di mantenersi sempre pronta a cogliere tutte le occasioni favorevoli e a gestire tutte le situazioni problematiche. Una delle motivazioni di fondo alla partecipazione all’H-Ack era quindi strettamente connessa alla filosofia dell’open innovation, che ispira l’organizzazione dell’evento – come è stato messo in luce nella sua descrizione (par. 3.1.3.) – e viene abbracciata dall’impresa B. Infatti – come è emerso anche nel paragrafo precedente – l’azienda ha scelto di adottare il nuovo modello di problem solving per accedere ad idee e prospettive diverse, aprendo i propri confini agli influssi esterni, che possono migliorare la sua comprensione e reattività alle dinamiche dell’ambiente.

In questo senso, l’organizzazione si è dimostrata convinta dell’efficacia del format dell’H-Ack e, in una visione più ampia, delle caratteristiche del processo di crowdsourcing face to face, sostenendo che questa formula può funzionare grazie alla sua capacità di riunire tante persone diverse per un periodo di tempo molto limitato ma incentivante una forte concentrazione nel lavoro, che si svolge praticamente senza pause, dilatando i momenti di ispirazione e favorendo così l’emergere e l’elaborazione delle idee. Una delle ragioni dell’implementazione del crowdsourcing nell’occasione dell’H-Ack consisteva quindi nella possibilità di sfruttare da un lato la compresenza di competenze eterogenee e dall’altro un alto livello di impegno e motivazione. Questi fattori – come notato nell’analisi dei motivi di partecipazione all’evento (par. 3.1.3.) – alimentano e semplificano l’ideazione di contributi innovativi, oltre ad essere fondamentali nella determinazione delle più generiche capacità di problem solving.

Da questi aspetti è discesa la decisione di adozione del crowdsourcing rispetto ad altre forme di collaborazione con attori esterni ed eventualmente più esperti dei componenti del crowd. Se da una parte l’impresa B ha affermato una sostanziale supremazia nel proprio mercato, non avendo competitor ad essa vicini in termini di quota e di risultato complessivo, dall’altra ha ribadito più volte la necessità di apertura di un’organizzazione per cogliere le evoluzioni del contesto, realizzabile attraverso progetti di diversa natura con soggetti esterni. Tra questi quelli di crowdsourcing

rappresentano una formula molto forte per l’impresa B proprio perché raggruppano tante persone con conformazioni e conoscenze differenti e contemporaneamente unite da un obiettivo condiviso. Inoltre, in altri tipi di collaborazione, l’azienda ha dichiarato la difficoltà di trovare dei partner giusti, anche in ragione dell’innovazione molto spinta che la contraddistingue.

Un’altra motivazione sostanziale alla partecipazione dell’impresa B all’H-Ack coincideva con l’opportunità di entrare in contatto con tante persone potenzialmente interessanti per una collaborazione anche futura o, meglio, per un inserimento all’interno delle posizioni aziendali disponibili. A questo proposito, secondo il responsabile dell’evento di H-Farm, l’impresa B è stata, nel corso di tutte le ventiquattro edizioni, quella che ha saputo meglio interpretare e sfruttare l’esperienza a livello di recruiting. Infatti, alle azioni di supporto allo sviluppo vero e proprio dei progetti di crowdsourcing ha affiancato la disponibilità costante, in uno spazio dedicato, di alcuni rappresentanti aziendali, per approfondire la conoscenza tra l’organizzazione e i soggetti partecipanti maggiormente interessati ad un confronto diretto e ad informarsi sulle opportunità di lavoro offerte. In questo senso, la scelta di coinvolgere il crowd nelle proprie attività è stata presa in coerenza con la filosofia e la mission stessa dell’organizzazione, che giudica essenziale l’investimento nelle risorse umane, condividendo appieno uno dei principi basilari dell’hackathon di H-Farm – di cui si è discusso durante l’intervista al suo responsabile (par. 3.1.3.). L’impresa B ha potuto quindi trovare in un modello di crowdsourcing face to face come quello dell’H-Ack la corretta trasposizione dei propri valori, ritenendo che un’azienda può procurarsi la tecnologia e gli strumenti innovativi, ma non può limitarsi ad acquisire le risorse umane, che devono invece essere coltivate.

Pertanto, se da una parte il processo di crowdsourcing è stato implementato dall’azienda per “guardare al futuro”, chiedendo al crowd di “scriverne un pezzo” e progettare qualcosa di disruptive, dall’altra i motivi e, allo stesso tempo, gli obiettivi più importanti erano quelli di conoscersi e divertirsi. L’occasione di conoscenza tra impresa e crowd è stata colta non solo con la finalità di avviare delle pratiche di recruiting, ma più in generale con la volontà di comunicare in modo profondo il valore dell’azienda, che si dichiara creatrice di emozioni sia attraverso i propri prodotti sia, e ancor più, nell’approccio alle proprie risorse. In sintesi, l’impresa B ha voluto sfruttare il contatto diretto e le interazioni con i soggetti coinvolti in un progetto di crowdsourcing per trasmettere la ricchezza insita in questa capacità di generare emozioni; a questo scopo ha investito essa stessa molte energie nel processo, per garantire ai partecipanti un’esperienza di valore, con l’unione armoniosa degli elementi della conoscenza reciproca e del divertimento.

Dal punto di vista della logica più strettamente legata al reperimento di nuove risorse, l’impresa B ha individuato la potenzialità del modello di crowdsourcing di far emergere gli individui dotati di un particolare talento, non necessariamente connesso alle competenze relative ad uno specifico

ambito di formazione, ma più in generale al QI, che rappresenta per l’azienda l’aspetto determinante di un candidato durante i colloqui di selezione.

Un altro fattore importante per l’impresa B in termini di benefici conseguibili grazie all’adozione dell’approccio del crowdsourcing consiste nell’occasione di conoscere il consumatore, tentando anche di accrescerne il consenso verso l’azienda. Tuttavia, nel primo e unico caso di ricorso al modello, questo elemento non è stato particolarmente motivante, in quanto il focus dell’attività è stato posto sulla dimensione delle risorse umane, cogliendo la possibilità di vicinanza e interazione con le persone al fine di creare un rapporto collaborativo efficace, per l’elaborazione di idee e soluzioni valide, e di sostenere il processo di conoscenza.

Infine, nella valutazione della partecipazione all’H-Ack sono state considerate naturalmente anche le spese, ma l’azienda ha affermato che la decisione di ricorso al crowdsourcing non è discesa da un possibile contenimento dei costi rispetto ad altre forme di collaborazione, anche in ragione della sua stessa filosofia, che la porta ad investire ingenti risorse nei processi di recruiting e selection per reperire talenti in tutto il mondo.