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2. IL CROWDSOURCING

2.1. Le origini del crowdsourcing

2.1.4. Wikipedia e Wikinomics

Un esempio di collaborazione open source estremamente significativo in ottica di avvicinamento al modello del crowdsourcing è quello di Wikipedia, l’enciclopedia online fondata nel gennaio 2001 da Larry Sanger30 e Jimmy Wales31 e sostenuta dalla Wikimedia Foundation, un’organizzazione statunitense senza scopo di lucro, che, pur essendo sempre un prodotto di natura intangibile, costituisce un’applicazione della logica open source oltre la programmazione dei software. Il progetto originario prevedeva il lavoro esclusivo di esperti per la scrittura delle singole voci dell’enciclopedia, ma è stato abbandonato in ragione dei tempi di realizzazione troppo lunghi, a favore di una soluzione che accoglie ancora oggi i contributi di qualsiasi utente. Nello specifico, i fondatori hanno pensato di utilizzare i wiki32 per consentire a tutte le persone di partecipare ai processi di redazione e revisione ed hanno dato vita a Wikipedia, conforme alla sua attuale auto-definizione di “enciclopedia online a contenuto aperto, collaborativa, multilingue e gratuita”. Wikipedia può quindi essere descritta come una piattaforma collaborativa, basata sugli user-generated content, ossia su contenuti prodotti da un gruppo indefinito di utenti, che tramite la piattaforma stessa scambiano, condividono e cercano di ottimizzare le informazioni, strutturandole ed organizzandole attraverso azioni cooperative. Appare evidente la corrispondenza tra i principi fondanti di questa enciclopedia online e quelli della filosofia open source, ovvero il riconoscimento dell’intelligenza collettiva come fonte privilegiata di conoscenze e il coinvolgimento di una moltitudine di soggetti con caratteristiche e competenze diverse per aumentare l’efficacia dell’analisi di un problema e della progettazione di una soluzione. L’aspetto da cui si può cogliere un ulteriore avvicinamento al crowdsourcing è

30 Lawrence Mark Sanger (nato nel 1968), filosofo statunitense. 31 Jimmy Donal Wales (nato nel 1966), imprenditore statunitense.

32Il termine “wiki” deriva da una parola hawaiiana che significa “rapido” e consiste in una raccolta di documenti ipertestuali sulla quale gli utenti che sono autorizzati ad accedere possono intervenire liberamente attraverso l’aggiunta, la modifica o la cancellazione di contenuti.

l’esternalizzazione ad un gruppo di attori non organizzati e, a differenza del caso dei software open source, non necessariamente dotati di conoscenze specializzate, convocati mediante una open call.

Wikipedia ha vissuto una diffusione veloce e di portata globale ed è divenuta così la metafora di una vera e propria nuova economia, la cosiddetta “wikinomics” (o “wikinomia), che si presenta come un fenomeno in continua espansione. Questo concetto, nato dall’unione dei termini “wiki” ed “economics” e quindi espressivo di un’economia basata sul software wiki, è stato elaborato da Don Tapscott33 e Anthony D. Williams34, autori del libro Wikinomics: How Mass Collaboration Changes Everything (2006), dove viene analizzato l’impatto della collaborazione di massa sul modo di fare business, che viene rivoluzionato in tutte le modalità di comunicazione, creazione del valore e competizione. La wikinomics dovrebbe essere la naturale evoluzione del business all’epoca della società della conoscenza, in un panorama competitivo ormai globale, in cui la garanzia di mantenimento della competitività risiede nella capacità di un’organizzazione di inserirsi e sfruttare i processi di generazione e propagazione della conoscenza che si realizzano attraverso le reti. Rullani (2011) interpreta infatti l’idea di wikinomia come una forma particolare di economia della conoscenza, che mira ad integrare i contributi spontanei di numerosissimi attori, i quali mettono a disposizione le loro competenze e collaborano per raggiungere uno scopo significativo per tutti.

Secondo Tapscott e Williams (2006), la popolazione, sempre più abile nella cooperazione e nell’auto-organizzazione, deve essere concepita come una forza economica collettiva di dimensioni universali, che, in quanto tale, dovrebbe essere coinvolta ed impiegata dalle imprese nelle proprie azioni di sviluppo ed innovazione. Pertanto, avvalendosi anche delle moderne tecnologie messe a disposizione dal web 2.0, le aziende dovrebbero creare delle partnership con clienti, fornitori, professionisti, concorrenti, adottando le modalità di realizzazione di prodotti e servizi proprie della peer production o, in altre parole, approfittando delle opportunità offerte dalla mass collaboration. Questa adozione della collaborazione di massa nello svolgimento delle attività di un’azienda, oltre a riprendere la logica dell’open source, può essere considerata una sorta di estensione della tendenza a ricorrere a forme di outsourcing, rivolgendosi non più esclusivamente ad attori organizzati e specializzati in una determinata funzione, ma ad una moltitudine di agenti che operano in maniera libera e collaborano per individuare la soluzione ad un dato problema. In questa prospettiva, è chiara l’influenza della wikinomics sul crowdsourcing, che ne condivide le idee principali.

Tapscott e Williams (2006) parlano del business emergente come di un business che apre le sue porte al mondo, per intraprendere delle attività innovative con chiunque ne abbia interesse e motivazione, soprattutto con i consumatori, condividere le proprie risorse, anche quelle un tempo

33 Don Tapscott (nato nel 1947), manager, scrittore e consulente canadese. 34 Anthony D. Williams (nato nel 1974), consulente, ricercatore e scrittore.

attentamente protette, sfruttare le risorse esterne ai propri confini e il potere della collaborazione di massa ed agire in un’ottica realmente globale. La wikinomics si pone così in netta contrapposizione rispetto all’economia tradizionale, superandone i principi di concorrenza sfrenata, imprescindibilità della protezione della proprietà intellettuale, controllo gerarchico sui processi di problem solving.

La wikinomia si basa su quattro pilastri fondamentali, ossia apertura, peering, condivisione ed azione globale. Innanzitutto, un’organizzazione dovrebbe essere aperta verso il suo ambiente di riferimento, adottando i principi di trasparenza, coinvolgimento e flessibilità, per ottenere un apporto di risorse e conoscenze ed attuare processi di apprendimento congiunti con gli stakeholder esterni come modalità di miglioramento e crescita costanti. Per quanto riguarda la configurazione dell’impresa, il trend emergente è quello di una forma di organizzazione orizzontale che promuove lo scambio di idee e la collaborazione tra gli attori, a discapito dell’approccio gerarchico, a cui si sostituisce appunto il concetto di peering. In stretta relazione con le logiche di apertura e di peering, si afferma l’importanza della condivisione del proprio patrimonio di conoscenze, quale presupposto per un progresso continuo. Infine, per essere competitiva e puntare al conseguimento del proprio intento strategico, un’azienda dovrebbe non solo ragionare in ottica globale, ma anche agire concretamente in modo globale, coerentemente con l’ampliamento del campo di azione a livello mondiale.