• Non ci sono risultati.

Valore della prossimità fisica e cluster tecnologici

2. IL CROWDSOURCING

2.5. Dallo sviluppo nel web alle forme di crowdsourcing face to face

2.5.5. Valore della prossimità fisica e cluster tecnologici

Entrando nel merito del fondamentale elemento di distinzione tra team di lavoro “fisici” e virtuali, ossia della vicinanza fisica tra i membri del gruppo (physical proximity), gli studiosi hanno individuato svariati vantaggi derivanti da essa.

Allen (1986) osserva che la separazione dei soggetti coinvolti in un determinato progetto può accrescere i problemi di diversità di cultura, linguaggio e personalità percepita. La prossimità consente invece una migliore sincronizzazione nello svolgimento dei task ed un monitoraggio in tempo reale dei progressi nell’attività assegnata. Inoltre, dal momento che è più probabile che ciascun partecipante sia informato sul lavoro che stanno effettuando gli altri, è più facile evitare lacune e sovrapposizioni. Nei casi di sviluppo di prodotti complessi, per i quali può non essere adottabile una

logica modulare, volta alla scomposizione della performance complessiva in una serie di funzioni distinte, ed è richiesta l’integrazione delle singole performance piuttosto che la somma dei task eseguiti dai diversi soggetti (Zirpoli, 2010), la compresenza dei partecipanti al progetto in uno stesso luogo e la connessa osservazione del lavoro svolto da ciascuno possono favorire l’importante bilanciamento tra conoscenze specifiche ed architetturali – di cui si è discusso nell’ambito della relazione cliente-fornitore (par. 1.4.3.).

Il rapporto face to face si caratterizza per le interazioni spontanee e frequenti, che risultano essenziali nell’affrontare situazioni non routinarie e, quindi, processi di problem solving complessi e innovativi. Naturalmente, ad un minore grado di prossimità corrisponde una riduzione delle interazioni face to face e la conseguente adozione di media di comunicazione quali il web, che non forniscono la stessa ricchezza informativa della comunicazione diretta. Anche diversi studi empirici dimostrano che la vicinanza fisica tra i componenti di un team ha un impatto positivo su comunicazione, coordinamento, impegno, aiuto reciproco e coesione (Huth, 2008). Pinto et al. (1993) confermano che la prossimità fisica accresce la cooperazione tra i membri di un gruppo coinvolti in un progetto interfunzionale, migliorandone di conseguenza il risultato finale. Anche questi autori notano infatti che la condivisione di un spazio fisico per l’esecuzione del lavoro semplifica le modalità di interazione e comunicazione, rendendo più facile il contatto tra attori che necessitano di uno scambio informativo. Nei gruppi di lavoro virtuali, la maggiore difficoltà nell’interazione e la minore ricchezza delle informazioni comportano un forte orientamento al completamento del task, mentre sono limitati gli scambi di tipo sociale ed emotivo ed è più lento lo sviluppo di legami relazionali (Chidambaram, 1996), i quali hanno un’influenza significativa sull’esito del progetto svolto, in quanto aumentano la creatività e la motivazione dei partecipanti e sono solitamente associati a migliori decisioni (Walther e Burgoon, 1992).

In sintesi, la physical proximity determina la creazione di network di comunicazione e sociali, che rappresentano il fondamento per la condivisione e la diffusione di conoscenza. In particolare, la vicinanza favorisce la divulgazione delle conoscenze in forma complessa o tacita, che non sono invece facilmente trasferibili a distanza. Infatti, mentre la conoscenza codificata, in quanto standardizzata ed esplicita, può essere scambiata facilmente ed a costi vantaggiosi attraverso le nuove tecnologie dell’informazione come Internet, la conoscenza tacita, personale e dipendente dal contesto di riferimento, necessita di rapporti diretti nell’ambito di esperienze condivise per essere trasmessa in modo efficace. In realtà, le moderne tecniche di comunicazione permettono anche di trasformare la conoscenza tacita in codificata, ma quanto più la conoscenza è tacita tanto più costoso risulta questo processo, che tra l’altro non può essere subito realizzato al momento della creazione (Howells, 2002). Inoltre, il web elimina sostanzialmente i vincoli spaziali, ma il contesto geografico è anche un ambito

di sviluppo di relazioni sociali e culturali, e non semplicemente uno spazio fisico, ed i rapporti in esso creati non possono essere equivalenti a quelli mediati dalle nuove forme di comunicazione47.

Howells (2002) elenca cinque ragioni a conferma dell’importanza della physical proximity nella divulgazione della conoscenza di un individuo, nella quale hanno un ruolo centrale il “knowing self”, che è influenzato da circostanze cognitive, culturali, sociali, economiche determinate dall’ambiente geografico; le interazioni con altre persone, che sono favorite dalla vicinanza fisica; l’acquisizione di informazioni esterne, tra le quali quelle in forma tacita abbisognano di scambi diretti e ripetuti; il processo di apprendimento, strettamente legato al contesto geografico, sociale de economico; l’interpretazione, che necessita del sapere tacito, basato su esperienze passate contestualizzate.

Un esempio concreto del valore della prossimità fisica per la qualità delle interazioni e della diffusione della conoscenza è quello dei cluster tecnologici, definiti come reti di imprese e di istituzioni concentrate territorialmente e tra loro collegate mediante elementi di condivisione e complementarietà, che, allo stesso tempo, competono e cooperano (Porter, 2001). L’origine della loro formazione discende proprio dalla prossimità geografica degli attori che li compongono, che ricopre infatti un ruolo decisivo nel favorire lo scambio di conoscenze e la capacità innovativa dei network collaborativi. Naturalmente, anche con riferimento al cluster tecnologico è valida la riflessione sulla conoscenza complessa o tacita, crescente in correlazione alla radicalità delle innovazioni, che viene trasferita in modo pienamente efficace attraverso interazioni ravvicinate e frequenti tra i soggetti coinvolti. Un contatto intenso è il presupposto fondamentale per lo sviluppo di modalità di comprensione ed elaborazione della conoscenza comuni e per la creazione di un rapporto di fiducia, che accresce a sua volta la predisposizione alla condivisione del proprio patrimonio conoscitivo. La physical proximity incrementa la relational proximity e, infatti, la trasmissione della conoscenza tacita è supportata dal linguaggio, dalle pratiche e dai valori condivisi nei cluster di imprese, che incidono sulla realizzazione di un vantaggio competitivo a prescindere dal ricorso alle moderne tecnologie di comunicazione.

In definitiva, la prossimità tra le imprese di un cluster, o più in generale tra individui coinvolti in un progetto innovativo, costituisce un vantaggio nello scambio informativo, che alimenta la produttività dei processi svolti. Un’ultima peculiarità dei cluster tecnologici che può risultare rilevante come spunto riflessivo nell’analisi delle forme di crowdsourcing face to face concerne il circolo virtuoso attivato dalla maggiore capacità innovativa supportata dalla vicinanza geografica, che si sostanzia nell’attrazione di nuove risorse umane specializzate.

47 Questo aspetto è stato dimostrato da svariati studi, attraverso il confronto tra interazioni face to face e interazioni mediate da Internet simulate in laboratorio.

3.

IL PROCESSO DI CROWDSOURCING FACE TO FACE: