Il khanato di Kalat fu uno stato proto-tribale, affermatosi a partire dalla metà del XVII secolo, nel Baluchistan orientale e, più precisamente, nella attuale provincia del Baluchistan parte dello stato del pakistan. La nascita di questa fragile confederazione tribale viene tradizionalmente posta nell’anno 1666, con l’inizio del regno del khan Mir ahmad Khan, capo degli ahmadzai, una sezione tribale del gruppo etnico dei brahoi.1
si trattava di una sintesi politica dotata di una coesione interna ancora molto debole, come tipico del resto di tutte le confederazioni tribali; esistevano numerosi centri di potere locale, ma mancava un referente sovrano. Il khanato di Kalat sorse proprio sfruttando questo vacuum di sovranità conseguente a un lungo periodo di instabilità politica di questa regione “di frontiera”.
Diversi imperi e differenti sintesi politiche si disputavano infatti l’area balucia: a ovest l’impero safavide e a est l’impero moghul, entrambi tesi al rafforzamento delle loro frontiere, in modo da evitare le incursioni e le razzie di tribù nomadi provenienti dall’afghanistan e dall’asia centrale; a nord-ovest le tribù pashtun premevano, attratte dalle ricchezze del subcontinente indiano: il controllo dei brulli altipiani di Kalat aveva infatti una centralità strategica per il dominio dell’India.
1 Frontier and Overseas Expeditions From India. Selection from Government Records, 3 voll., M/s nisa Traders, Quetta, 1979 (ristampa fotostatica dalla 1° ed. 1910), vol. III, pp. 33-34; nina swidler, The Development of the Kalat Khanate, in “Journal of asian and african studies”, VII (1972), pp. 114-121.
per decenni i khan di Kalat fornirono truppe e inviarono tributi dapprima all’effimero impero di Nadir Shah (1722-1747)2 e poi ai capi pashtun
dell’afghanistan meridionale. L’ascesa del capo abd‘ali ahmad shah durrani (1747-1773) – che nel 1747 fu proclamato amir dell’afghanistan – portò alla creazione di un vasto impero che comprendeva la regione afgana, quella balucia e si estendeva fino al bacino dell’Indo; il khan di Kalat divenne un vassallo di questa nuova struttura imperiale, pagando tributo e ponendo le sue truppe a disposizione di ahmad shah.
nel 1758 il khan Nasir Khan, approfittando della minaccia militare dei mahratti contro l’amir afgano, proclamò la propria indipendenza dai durrani e ahmad shah fu costretto a riconoscerla, non potendo aprire un nuovo fronte militare. In cambio dell’indipendenza, egli si limitò a richiedere al khan brahoi di impegnarsi ad inviare aiuti militari in caso di minaccia contro i suoi domini e a rifiutare asilo ai suoi oppositori. L’accordo fu cementato con il matrimonio di ahmad shah con una cugina del khan nasir Khan, secondo la consuetudine tradizionale delle alleanze matrimoniali.3
Lo sganciamento di Kalat dal controllo pashtun, e il surplus agricolo che il possesso della piana di Kachchi garantiva, permisero agli ahmadzai di rafforzare il loro ruolo all’interno della confederazione tribale dei brahoi, rafforzando così anche i poteri del khan. Come ben analizzato da nina swidler:
[...] with vastly increased resources reinforcing his personal authority, nasir Khan I pursued a program combining innovation with an elaboration of the practices of prior khans [...] nasir, like his predecessors, manipulated sardari relations through titles, gifts, and favours, but he transformed the fluid hierarchy of the confederacy into an institutionalized ranking centered upon himself. rank order became a focus of sardari intrigue [...]”.4
L’assegnazione di terre irrigue favorì inoltre l’espansione verso sud e verso le aree tribali a est.
In pochi anni le regioni di Kharan, di Las Bela, del Makran, i territori
2 nel 1740 nadir shah donò la fertile piana di Kachchi agli ahmadzai come compenso per il loro supporto ed aiuto. nina swidler, Kalat: the political economy of a tribal
chiefdom, in “american ethnologist”, XIX (1992), n. 3, p. 558.
3 Louis dupree, Afghanistan, princeton University press, princeton, 1980, p. 338. 4 nina swidler, Kalat: the political economy, p. 559.
dei bugti e dei marri entrarono nell’orbita di Kalat, sia tramite conquiste militari vere e proprie, sia tramite accordi con i capi locali; nelle zone conquistate, nasir Khan I generalmente non sostituì le élites di potere tradizionali, ma si limitò al prelievo di parte dei tributi raccolti in loco e al diritto di richiedere truppe tribali,5 lasciando piena autonomia interna
ai capi tradizionali. La riunificazione di un territorio così vasto in una medesima entità politica favorì inoltre il commercio: il possesso dei porti makraniti fece della regione balucia un importante centro commerciale fra l’altopiano iranico, l’asia centrale, l’India, l’oceano indiano e le regioni che gravitavano su di esso, attirando altresì numerose comunità di mercanti indù e ismailiti, con benefiche ricadute sugli introiti fiscali del khanato.
Con la morte di nasir Khan I (1817) la sintesi politica da lui creata collassò velocemente: alcuni territori periferici del khanato caddero sotto la dominazione pashtun o quella sindhi; altri – come Las Bela e il Makran – acquistarono una virtuale indipendenza Inoltre i sardar brahoi e baluci insorsero a più riprese, ribellandosi all’autorità del khan, e minandone con la forza militare anche l’autorità politica.6 nella prima metà del XIX
secolo, il khanato appariva – se non in via di disfacimento – sicuramente scosso da una grave crisi politica, amministrativa e militare. Fu proprio in questo periodo che gli Inglesi si affacciarono nella regione: il loro arrivo, e le analisi che essi fecero della natura e dello stato del khanato, avrebbero modificato per sempre la situazione interna alla regione balucia.
5 Imperial Gazetteer of India, Provincial Series: Baluchistan, sang-e-Meel publications, Lahore, 2002 (ed. originale: Calcutta: supt. of govt. print., 1908), pp. 14-16 e Mir Khuda Bakhsh Bijarani Marri, Searchlights on Baloches and Balochistan, royal Book Company, Karachi, 1974, pp. 238-244. Vedi anche le ricostruzioni storiche della Indian British Administration: India Office Records (I.O.R.) R/1/34/60 Note by Hugh Weightman on the Constitutional history of the Kalat state, 14.IX.1934 e I.o.r. L/p & s/12/3177, n.1-Q from Keyes to Johnston, 7.I.1923.
6 Vedi: stephen L. pastner, Sardar, Hakom, Pir. Leadership Patterns among the Pakistani
Baluch, in Katherine pratt ewing (a c. di), Shari’at and Ambiguity in South Asian Islam,
University of California press, Berkeley, 1988; Id., Powers and Pirs Among the Pakistani
Baluch, in “Journal of asian and african studies”, XIII (1978), pp. 231-243; philip Carl
salzman, Continuity and Change in Baluchi Tribal Leadership, in “International Journal of Middle east studies”, IV (1973), pp. 428-39; Id., Why Tribes have Chiefs, in richard Trapper (a c. di), The Conflict of Tribe and State in Iran and Afghanistan, st. Martin’s press, London, 1983; Brian spooner, Politics, Kingship, and Ideology in Southeast Persia, in “ethnology”, VIII (1969), n. 7.