MINOR IMPEGNO: l’affievolimento dell’incombenza della morte ci spingerà a vivere con
minor attaccamento nei confronti delle cose che facciamo. Secondo questo argomento, quanto più viviamo nella coscienza della nostra finitezza, tanto più ci impegniamo a spendere il nostro tempo in faccende di una qualche importanza. In tal senso “la scarsità di un bene contribuisce al suo valore”17. Col prolungamento della vita, la società degenererà in una massa informe di annoiati e perditempo.
CASTRAZIONE DELLE ASPIRAZIONI E DELLA PREMURA (URGENCY): allontanare indefini-
tamente l’orizzonte della nostra mortalità, soffocherà il valore che la premura conferisce al raggiungimento dei nostri obbiettivi. Senza questa premura potrebbero scemare anche le nostre aspirazioni, sempre più spesso rimandabili al domani, e di conseguenza il valore delle nostre imprese.
STAGNAZIONE GENERAZIONALE: la longevità potrebbe andare di pari passo con
l’infertilità. Anche se sappiamo che potrebbe esserci un nesso biologico tra longevità e fertilità, eventualità che acquisterebbe un significato importante entro la cornice della teoria dell’evoluzione, per ora dobbiamo limitarci ad analizzare l’esperienza umana. Il dato di fatto è che, nel corso del ventesimo secolo, tutte le società privilegiate da un aumento della longevità hanno anche subito una diminuzione della natalità. La ragione principale portata dal PCB è che “senza il presentimento della nostra mortalità, potrebbe esserci minor desiderio di rinnovamento”18. Questa svogliatezza riproduttiva porterà alla scomparsa dell’entusiasmo giovanile e del desiderio di rinnovamento tipico del susseguirsi generazionale. Proprio questo tipo di saturazione verrebbe a ostacolare il
17 PCB, op. cit. p. 187. 18 Ivi p. 189.
progresso e la capacità di adattamento della società. Se infatti le istituzioni trarrebbero un indubbio vantaggio dalla grande esperienza di persone molto longeve, d’altra parte verrebbero rallentate dalla mancanza di nuove idee e nuove energie, elementi tipici della generazione più giovane. Infatti è proprio durante la crescita che gli individui si formano meglio, imparano meglio e riescono meglio ad adattarsi all’ambiente che li circonda. Nel corso degli anni la mente umana tende ad irrigidirsi e perde lo slancio e l’energia che aveva in passato. Alla fine la società cadrà in decadenza e collasserà. FOBIA NEI CONFRONTI DELLA MORTE: il progresso della medicina e le migliori condizioni
igieniche e alimentari, hanno contribuito alla sospensione, nelle società occidentali, di molte cause di morte prematura. La tranquillità esistenziale che ne deriva, secondo il PCB, ha fatto diminuire il senso d’incombenza della morte tipico della storia pre- industriale. Ora, dato che le nuove tecnologie non promettono l’immortalità, la volontà di rallentare l’invecchiamento potrebbe convertirsi in una malsana rimozione della coscienza della nostra finitezza. Questa incoscienza potrebbe rendere la morte un fatto meno sopportabile, più spaventoso e ossessionante, e quindi l’era biotecnologica della longevità potrebbe diventare un’epoca di ansia, introversione e preoccupazione maggiori.
Un’altra conseguenza negativa sorgerà dal fatto che il prolungamento della vita potrebbe comportare anche il prolungamento della vecchiaia, con tutte le debilitazioni e i limiti che essa comporta: questa situazione porterà a un aumento della pressione sociale a favore dell’eutanasia e del suicidio assistito.
AUMENTO DEL CONTRASTO INTERGENERAZIONALE: la forma naturale della vita umana si
divide in maturazione e invecchiamento. Se l’arresto dell’invecchiamento implicherà anche una maturazione rallentata si correrà il rischio di inasprire le incomprensioni e i disagi intergenerazionali. Nelle nostre società basate sullo sviluppo individuale, i bambini sono chiamati a crescere rapidamente, perché vengono esposti sempre più spesso a eventi e scelte che tempo fa erano riservate agli adulti. Se il ciclo vitale si dilaterà, assisteremo ad una crescente disgiunzione, e a un conseguente aumento dei contrasti, tra la maturità psicofisica delle persone e le aspettative e le richieste della vita. Inoltre, la vita sociale umana è scandita dal succedersi delle generazioni: gli adulti governano il mondo e devono prendersi cura degli anziani e dei bambini; un giorno i bambini diverranno adulti e, preso il potere, saranno chiamati a farsi carico della vecchia generazione, ormai stanca, e a dar vita e forma ad una nuova generazione. Col prolungamento dell’età adulta, le persone potrebbero restare attive e produttive per un
tempo così lungo da sconvolgere il ricambio generazionale. La conseguenza diretta di questa “saturazione dell’età adulta” sarà la difficoltà per i giovani di trovare un posto nella società, costringendoli a restare per decenni in una nuova età intermedia che si verrebbe a creare tra l’adolescenza e la maturità, età in cui saranno impossibilitati a prendere il posto dei propri genitori. Tutto questo porterà a una società frammentata, pervasa dalle incomprensioni e dai contrasti tra generazioni.
MANIPOLAZIONE CRIMINALE DELLA MEMORIA: non bisogna sottovalutare il rischio di
impiego coercitivo o immorale delle tecnologie per l’alterazione della memoria perché nessuno più del malintenzionato ha interesse nel cancellare il ricordo del male inflitto. Se questi mezzi fossero facilmente accessibili e utilizzabili, molti criminali potrebbero adoperarli per assicurarsi l’impunità. C’è anche il rischio che l’assunzione di questi farmaci venga normalizzata in certe professioni, nelle quali una certa desensibilizzazio- ne è già oggi molto utile.
MASSIFICAZIONE DELL’USO DI PSICOFARMACI: se l’uso di queste tecnologie sarà lasciato
in mano alle singole persone, l’intera società potrebbe degenerare in uno di due estremi: un gruppo di individualisti che vivono da soli, in un’ossessiva introversione centrata sul proprio stato d’animo farmacologicamente condizionato; oppure una società di schiavi che fanno uso di queste sostanze solo per incontrare la pubblica compiacenza.
ESTRANIAZIONE DALLA SOCIETÀ: La principale minaccia che l’uso la manipolazione
biotecnologica della nostra mente pone alla felicità, risiede nella estraniazione dal mondo e dai sentimenti, dalle passioni e dalle qualità mentali e caratteriali che ci consentono di vivere bene. Una condizione essenziale per vivere bene nel mondo è la conoscenza di se stessi e degli altri; usando la biotecnologia come scorciatoia, non accresciamo la conoscenza di noi stessi, anzi la dichiariamo inutile; ma in tal modo la felicità acquisita è immeritata, falsa. Le sensazioni di dolore e di piacere sono il risultato di un’evoluzione che tende all’adattamento nel nostro ambiente; ponendo in corto circuito la relazione stimolo- risposta, rischiamo di porci in una condizione di disinte- resse per il mondo, per la società in cui viviamo, per le persone che ci circondano e, infine, anche per noi stessi.
BIOLUDDISMO DI SINISTRA: nelle società capitaliste l’iniquità economica prospera. Il più
grande simbolo di questa iniquità sono le multinazionali, corporazioni guidate dai ricchi che pensano solo ai loro sporchi interessi e al profitto. Siccome lo sviluppo delle tecnologie NBIC per il potenziamento personale richiede enormi finanziamenti ad alto rischio, è facile prevedere che sarà appannaggio delle multinazionali (già oggi, gran
parte della ricerca attinente ai settori NBIC, è finanziata dalle multinazionali). I risultati delle ricerche saranno proprietà privata dei ricchi ed è inevitabile che verranno sfruttati per inasprire le iniquità sociali. Alla fine avremo dei cittadini postumani biopotenziati e una grande massa di umani versione 1.0, e la società sarà meno libera e più ingiusta. BRAVE NEW WORLD: Mettendo assieme queste profezie di sventura, otteniamo la
previsione di un mondo dove il progresso si rivela una decadenza, una realtà simile a quella descritta da Aldous Huxley nel suo romanzo Brave New World, dove la società è divisa in caste genetiche, i bambini sono specificamente progettati ed educati per svolgere determinati lavori e nascono in serie, e gli adulti fanno sempre uso di psico- farmaci per non provare mai alcuna sensazione di disagio e sono costantemente bombardati da condizionamenti mediatici: un luogo in cui la vita, dalla nascita alla morte, è organizzata affinché tutti siano sentimentalmente vuoti, superficiali, ignoranti, ma felici.