• Non ci sono risultati.

Capitolo IV La vita di Sugawara no Michizane

4. Il governatorato a Sanuki

4.4 La poesia allegorica di Michizane

Una stessa combattuta natura si trova in quelle che possiamo definire poesie allegoriche di Michizane. Col termine “poesia allegorica” traduco qui il cinese fengyushi (giapp. fūyushi,178 da alcuni tradotto come “poesie di ammonizione e istruzione”179) termine utilazzato in riferimento a una parte della produzione di Bai Juyi, che si concentra tra i suoi 35 e 45 anni di età, corrispondenti al suo periodo di incarico come funzionario di provincia. In quelle poesie Juyi mette in evidenza le contraddizioni e le ingiustizie insite nella società dell’epoca e nel sistema di governo, che

174 Borgen è però più critico riguardo la capacità di Michizane di amministrare una provincia, riportando il commento

di Fujiwara no Yasunori, che aveva preceduto Michizane al governo di Sanuki, il quale dice «il nuovo governatore è in effetti un grande letterato, la cui conoscenza è ben oltre la mia capacità di misurare. Ma guardiamo alle sue intenzioni! In realtà è un uomo pericoloso», da Fujiwara Yasunori den, cit. in Borgen 1986, p. 166. Fujiwara invece fa notare che, mentre all’epoca c’erano casi di funzionari che pur essendo stati assegnati alle province non vi andavano, Michizane adempì ai suoi doveri, effettuando nello stesso anno in cui arrivò il suo primo giro di ispezione, stabilito dal codice ritsuryō (Fujiwara 2002, p. 125) e dà quindi un giudizio tutto sommato positivo sull’operato di Michizane, affermando che «Michizane, nel periodo di Sanuki, osservò con attenzione la realtà del paese, e ne afferrò realmente la vera situazione», ibid. p. 134.

175 Ryō no gige, p. 30; Ryō no shūge, p. 40-43. Cit. in Borgen 1986, p. 155 nota 12. 176 Lingyijie 令義解. Fujiwara 2002, p. 159.

177 Cit. in Borgen 1986, p. 155. 178 風諭詩.

professava la benevolenza e il benessere per tutti i sudditi, ma che si riduceva nell’impoverimento dei ceti più bassi a vantaggio dell’aristocrazia.

Rimando per il momento il confronto Bai Juyi e Michizane (cfr. V-3), ma voglio qui sottolineare come anche in questo caso Michizane, pur apparendo sinceramente toccato dalle sofferenze della povera gente, mantenga una specie di distacco aristocratico, confermato poi dal fatto che, una volta tornato alla capitale, non scriverà più poesie al riguardo, a differenza di Bai Juyi che continuerà a fare critica sociale anche dall’interno delle sale dorate della corte.180

Le più rappresentative composizioni di Michizane su questo tema, sono rappresentate dal gruppo col titolo Dieci poesie sul primo freddo,181 collegate tra di loro da una comunanza oltre che tematica, anche lessicale e di forma: ogni poesia apre col verso «A chi per primo il vento freddo?» e i quattro caratteri “uomo”, “corpo”, “povertà” e “costantemente” alla fine dei versi pari. Ogni poesia descrive un personaggio degli strati bassi della popolazione: un bracciante che ha tentato la fuga in cerca di fortuna, un contadino rifugiatosi a Sanuki da un’altra provincia, un orfano, un raccoglitore d’erbe mediche, un marinaio, un venditore di sale, un legnaiolo, un vedovo, un attendente della stazione di posta, un pescatore.

寒早十首 何人寒気早 寒早走還人 案戸無新口 尋名占旧身 地毛郷土瘠 天骨去来貧 不以慈悲繁 浮逃定可頻182

Dieci poesie sul primo freddo A chi per primo il vento freddo? Il freddo per primo al rimpatriato183 Se cerchi nei registri non è stato censito184 Gli chiedo il nome e indovino la provenienza185

Le risorse della zona186 e la terra del paese sono smunte

Il destino di questa gente è andare e venire nella povertà Se la misericordia187 di qualcuno non gli darà certezze Il loro vagare fuggiaschi188 continuerà per certo. 何人寒氣早 寒早浪來人 欲避逋租客 180 Cfr. Fujiwara 2002, pp. 144-5. 181 寒早十首. KBKK III-200-209. 182 KBKK III-200.

183 Letteralmente “fuggire/andare” e “tornare”.

184 Cioè i registri del censimento. Quando qualcuno si spostava in un'altra regione, doveva fare richiesta e venire

registrato come emigrato, ma essendo questi fuggito di nascosto, il suo nome non si trova nei registri.

185 Non avendo notizie certe su di lui, chiedendogli il nome si cerca di capire dove abitasse.

186 Kawaguchi fa notare che il termine dimao 地毛 (lett. peli della terra) può indicare anche le erbacce che infestano

le terre povere, ma in questo caso è da intendersi come termine giapponese, ovvero “prodotti che nascono [come peli] dalla terra” . Kawaguchi 1966, p. 260.

187 Si riferisce alla misericordia del kokushi, il governatore della provincia, che tramite la sua azione di governo può

fare in modo che questa gente smetta di fuggire dalla povertà e riesca a legarsi a una zona.

188 Letteralmente “vagabondare” e “disertare” (abbreviazione di furō chōsan 浮 浪 逃 散 ) ovvero il fuggire

80 還為招責身 鹿裘三尺弊 蝸舍一間貧 負子兼提婦 行行乞丐頻189

A chi per primo il vento freddo?

Il freddo per primo al vagabondo190 che arriva

Vorrebbe sottrarsi, fuggendo, alle tasse costui

E invece al contrario chiamato è a risponderne anche qui Una pelle di cervo, di tre cubiti, a brandelli

Un guscio di casa, una misera stanza I figli in groppa, e in più sorregge la moglie E va, va, mendicando elemosina, senza sosta.

Il personaggio della prima poesia è un uomo senza una sua terra da coltivare, che ha cercato di fuggire in un’altra provincia per uscire dalla povertà, ma che è poi stato rispedito indietro forzatamente, mentre quello della seconda è uno che al contrario, proveniente da una zona ancora più povera, è riuscito a passare. Il termine zouhuan191 è direttamente ripreso dal codice ritsuryō, e

indica appunto quel fenomeno migratorio (che doveva essere ben diffuso specialmente in periodi di particolare povertà) che interessava le frontiere fra le province giapponesi. Questo fattore migratorio e il controllo delle frontiere era un problema al quale i governatori di provincia erano particolarmente sensibili, in quanto indice della bontà della loro politica nella provincia: se i poveri fuggivano questo era un segnale di mal governo.

Nella terza e quarta poesia del gruppo, sono rappresentate altre due categorie di “deboli”: il vecchio e l’orfano. Queste sono due figure chiave del patto sociale alla base del pensiero confuciano insito nel sistema ritsuryō: la cura di vecchi, malati e orfani, di quelli cioè che non erano autosufficienti, era uno dei precetti esplicitamente indicato nel Classico dei Riti.192 Ma a queste categorie base, estratte dai Classici confuciani, Michizane aggiunge di suo alcuni rappresentanti di mestieri particolarmente umili, come il raccoglitore d’erbe o il marinaio a giornata, ed è qui che il poeta si eleva al di sopra del confuciano: Michizane attinge infatti in maniera diretta a esperienze visive che non hanno referenti nei Classici o nella tradizione poetica cinese, ma si rapportano semplicemente alla realtà incontrata a Sanuki. È un mondo nuovo che si esprime sì attraverso il linguaggio ereditato da Bai Juyi e gli altri, ma che è al tempo stesso fortemente giapponese, vicinissimo al poeta stesso,193 e questo rappresenta una profonda linea di demarcazione sia con i poeti pre-Jōwa delle tre Antologie Imperiali di kanshi che con quelli del Kokinshū.

Per trovare nel waka esempi di questo tipo, cioè l’inserimento di elementi umili che non facevano parte dello spettro di immagini tipiche consolidate dalla tradizione poetica, dobbiamo risalire a Yamanoue no Okura (660-733)194 nel Man’yōshū o aspettare la fine del periodo Heian e il sorgere

di nuovi generi poetici.

Vediamo un altro paio di queste poesie. 何人寒気早

寒早薬圃人

189 KBKK III-201.

190 Gente fuggita da un'altra provincia, quindi in sostanza, le stesse persone della prima poesia, viste però dal lato

opposto.

191 走還.

192 Cit. in Fujiwara 2002, p. 122.

193 Le situazioni descritte sono infatti tipicamente giapponesi, e riconducibili alla situazione reale della gente di

Sanuki. Borgen 1986, p. 189.

弁種君臣性 充徭賦役身 雖知時至採 不療病来貧 一草分銖缺 難勝箠決頻195

A chi per primo il vento freddo?

Il freddo per primo a lui che raccoglie l’erbe mediche196

Ordinandole per genere, per natura e qualità Adempie ai suoi compiti, ai tributi e alle corvè197 Quel che sa, è il momento giusto per coglierle

Ma non può usarle come cura ai propri malanni nella miseria Se si scopre che ne manca anche solo una foglia

Sarà dura resistere alle ripetute frustate. 何人寒気早 寒早売塩人 煮海雖随手 衝烟不顧身 旱天平価賤 風土未商貧 欲訴豪民㩁 津頭謁吏頻198

A chi per primo il vento freddo? Il freddo per primo a chi vende il sale

Bollire acqua marina può sembrar facile199 ma

Lavorando nel fumo non si cura della propria salute. Se il tempo si fa secco il prezzo del sale crolla200

Grazie al clima della regione, gli affari non sarebbero miseri201

Ma lui vorrebbe denunciare i ricchi mercanti che speculano [sul sale]202

Al porto si rivolge ai funzionari203, incessantemente.

195 KBKK III-204.

196 Letteralmente, l’uomo dell’orto delle erbe mediche. Probabilmente si tratta degli addetti alla coltivazione delle

erbe mediche amministrata dal Dipartimento dei Medicinali (Tenryakuryō).

197 Yao, fu, e yi 徭賦役 sono termini del codice ritsuryō riguardo la tassazione dei prodotti e l’invio di tributi alla

capitale. Evidentemente queste persone non erano proprietarie degli orti affidatigli, ma ne erano forse responsabili, e dovevano inviare quindi gran parte del raccolto al governo centrale come tributo senza poterne usufruire in prima persona.

198 KBKK III-208.

199 Suishou 随手 lett. seguire la mano, cioè un lavoro che si fa con facilità di mano. Espressione presente in Du Fu o

in Bai Juyi. Kawaguchi 1966, p. 264.

200 Ping jia jian 平價賤 lett. “pareggia i prezzi al ribasso”. Quando il clima è secco e il tempo sereno, l’estrazione del

sale previa ebollizione dell’acqua marina e delle alghe è più rapida, il che comporta un aumento dell’offerta a cui consegue il calo dei prezzi. Michizane ha sicuramente osservato con attenzione le dinamiche di microeconomia di questi strati umili della popolazione.

201 Il tratto di mare vicino a Sanuki è sempre stato una ricca zona di produzione del sale.

202 Hao min 豪民, lett. “il popolo ricco” tiene il monopolio 㩁, cioè la concessione della vendita di qualcosa.

203 Cioè gli zeikanri 税関吏 gli esattori delle tasse. È una evidente rappresentazione della collusione tra polica e

82

Sempre di carattere allegorico è la poesia Incontrando sulla via un vecchio canuto,204 nella quale descrive l’incontro – forse immaginario, senza dubbio allegorico – con un vecchio di novantotto anni che pur rimasto senza moglie e senza figli riesce a sopravvivere grazie alle fonti di sostentamento garantitegli dal buon governo del precedente kokushi. Anche in questo caso si ha una rappresentazione poetica dei valori confuciani che animavano l’azione politica di Michizane, rappresentati nelle Storie Cinesi come lo Shiji, lo Hanshu e lo Hou Hanshu. Dello stesso tenore sono altre poesie contenute nel terzo libro del Kanke bunsō, e questa insistente ricorrenza del tema del povero/debole che necessita le cure dello stato paternalistico, non è una semplice riflessione privata nata dalla sensibilità di Michizane, ma è invece parte della riflessione sui suoi “doveri” di confuciano-poeta, incaricato di amministrare quella provincia, e la prova di questa diretta associazione poesia-politica è data dall’uso di termini tratti direttamente dai codici ritsuryō.205

Michizane anche in qualità di poeta non poteva assolutamente ignorare la base dei suoi principi. Non riusciva cioè a separare il lavoro dalla poesia, il pubblico dal privato in maniera netta. Le riflessioni del politico compenetrano i sentimenti del poeta. Come fa notare Fujiwara, «questo è dovuto al fatto che [questi problemi] avevano a che fare con il suo motivo d’esistenza come confuciano. Anzi, non solo in quanto confuciano. Poiché per lui l’essere confuciano e l’essere poeta erano una cosa sola, indivisibile, quello [quei problemi] riguardavano profondamente anche il suo motivo d’esistenza come poeta».206 Anche se non lo esplicita, Fujiwara si riferisce evidentemente alla crisi dei valori vissuta da Michizane e rappresentata dalla critica al “poeta inutile” di una buona parte della burocrazia di corte. Più avanti afferma infatti «la cosa che più voglio sottolineare è che Michizane scriveva kanshi tenendo lo sguardo fisso sul proprio cuore, con questo tipo di sensibilità, riflettendovi la propria vita giorno per giorno».207

D’altra parte, proprio a Sanuki, insieme alla necessità di riforma del sistema ritsuryō, pur risparmiandone i corretti principi confuciani alla base, Michizane sarà sicuramente stato preso da sconforto per via della propria effettiva impotenza nel risolvere questi problemi, per i motivi organizzativi sopra menzionati.