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Capitolo IV La vita di Sugawara no Michizane

1. I Sugawara prima di Michizane

1.4 Sugawara no Koreyoshi

Se Kiyogimi gode in genere di scarsa attenzione da parte degli studiosi,30 ancora meno ne gode il figlio Koreyoshi31 (812-880), padre di Michizane. Le cause sono certamente dovute alla quasi totale perdita della sua opera che sappiamo comunque essere stata cospicua per dimensioni e popolarità. Anche Fujiwara Katsumi, che pure si sofferma sulla similitudine tra Kiyogimi e Michizane,32 menziona Koreyoshi solo di sfuggita quando questi compare nelle poesie di Michizane, e nei brevi cenni riguardo la Scuola Sugawara (Kanke rōka lett. “Corridoio Sugawara”) che questi fondò.33

Alla luce della descrizione che ne fa Borgen, anche Koreyoshi è meritevole però a mio avviso di una certa considerazione. Sebbene un giudizio sulla sua figura come poeta o sul contenuto dei suoi componimenti sia ardua (data la quasi totale assenza di materiale), da quel poco che possiamo ricostruire della sua vita e del suo carattere riusciamo a delineare un personaggio che per alcuni

28 Usato diffusamente in Fujiwara 2002. 29 鴻儒詩人.

30 Bibliografie su Kiyogimi: Iyanaga Teizō, “Sugawara no Michizane no zenhansei”, in Nihon jimbutsushi taikei,

Kawasaki Tsuneyuki 1963; Inoue Kaoru, “Sugawara no Kiyogimi nidai”, in Kodaishi no gunzō, Sōgensha, Ōsaka 1980. Su Koreyoshi: Gotō Akio, “Choku honchō monzuishō dai yon kai, Minami asōsanchō shōshi kaishi no jo”, in Ajia yūgaku vol. 97, 2007.

31 菅原是善.

32 Fujiwara 2002, pp. 36-38 e 67-69. 33 Ibid., p. 102-3.

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aspetti costituì un contraltare a quello del padre Kiyogimi, e per altri versi condizionò alcuni atteggiamenti del figlio Michizane.34

Ultimo dei quattro figli di Kiyogimi, Koreyoshi fu un bambino prodigio per quanto riguarda le sue capacità accademiche. Già a undici anni impressionava l’imperatore Saga con la sua capacità di leggere e comporre in cinese, e la sua carriera fu ancora più rapida di quella del padre. Dopo essere divenuto monjōshō e monjōtokugōshō, supera infatti l’esame di stato hōryakushi a soli ventisette anni.

Al contrario del padre, che ricoprì anche incarichi che richiedevano capacità pratiche di governo, per quanto ne sappiamo Koreyoshi svolse solo attività legate alla letteratura e all’educazione, prima all’interno del Daigakuryō e poi al Ministero degli Affari Centrali (Nakatsukasashō),35 in seguito al quale ottenne a soli trentatre anni la promozione al quinto rango junior inferiore, più velocemente cioè di quanto aveva fatto Kiyogimi prima di lui.

La sua principale attività fu quindi quella di educatore, sia in qualità di monjō hakase del

Daigakuryō (posizione che mantenne per ventidue anni) che di tutore del principe ereditario, il

futuro imperatore Montoku (827-858 r.850-858) il quale una volta salito al trono lo premierà conferendogli il quinto rango senior inferiore.

Come letterato la sua più importante opera fu il Tōgū setsuin36 (opera a noi non pervenuta), una specie di enorme dizionario poetico ordinato secondo la fonetica e le rime, che divenne una delle fonti principali per la composizione di kanshi nel periodo Heian, come testimoniato da numerosi riferimenti ad esso in altre opere.37 Era composto riarrangiando materiale proveniente da ben tredici dizionari analoghi cinesi, riordinati in venti libri, e superava per lunghezza ogni altra opera del genere. Per ogni carattere cinese venivano riportate minuziose annotazioni per quanto riguardava la pronuncia e le definizioni, con particolare attenzione ai toni, fondamentali per la composizione di

jintishi di stile Tang. Oltre a questo dizionario, Koreyoshi compilò altre opere di carattere educativo

per facilitare la composizione in cinese.38

Koreyoshi è poi il fondatore di quella Scuola Sugawara che fungerà da supporto per gli studenti che intendevano entrare al Daigakuryō e sostenere gli esami statali. Già nel giro di una sola generazione, cioè con Michizane, il Kanke rōka divenne un centro di prima scelta nella formazione dei letterati.

Quello che è più interessante di Koreyoshi dal punto di vista del confronto col figlio Michizane, è la sua capacità di aver evitato coinvolgimenti nei numerosi complotti e scontri che avvennero all’interno della corte dopo la morte di Saga. Anche il padre Kiyogimi, che pure aveva finito i suoi giorni all’apice del successo, aveva conosciuto anche un periodo di allontanamento dalla capitale per via di un incarico secondario poco ambito, ma a Koreyoshi non successe mai nulla di questo. Come già visto nel capitolo II, il cambio generazionale avvenuto nell’era Jōwa (834-848) e la presa del potere da parte di Fujiwara no Yoshifusa, non fu assolutamente indolore, e coinvolse anche alcune persone vicine allo stesso Koreyoshi.39 Ciononostante, la carriera di Koreyoshi non subì mai battute d’arresto e questo per una sua precisa decisione di non immischiarsi in faccende di politica se non quando assolutamente necessario.

Anche nei pochi casi in cui venne richiesto un suo parere su faccende di un certo peso politico, Koreyoshi si guardò bene dall’opporsi a Yoshifusa. Esemplare in questo senso è il seguente episodio.40 Nell’844, due anni dopo la morte di Saga, avvenne un certo fatto per cui, secondo le

34 Per un confronto tra Michizane e suo padre cfr. Satō Makoto, “Michizane to Koreyoshi – kan ni o chūshin ni”, in

Sugawara no Michizane ronshū (Wakan bungakukai hen).

35 中務省. 36 東宮切韻.

37 Borgen 1986, p. 61.

38 Come il Shūin risshi 集韻律詩 o il Kaibun ruishū 会分類集.

39 Mi riferisco a Tomo no Yoshio, della stessa famiglia di una delle mogli di Koreyoshi, e Ki no Natsui, un

frequentatore della scuola Sugawara. Vedi Borgen 1986, pp. 62-63.

tradizioni giapponesi, era opportuno ricorrere alle divinazioni operando in accordo al risultato delle stesse. Il problema era che nel suo testamento Saga aveva scritto: «A questo mondo, ogni strano accadimento è detto essere un messaggio dagli spiriti ancestrali. Questo non mi sembra essere ragionevole»41 negando così l’affidabilità della divinazione, e cercando di allontanarla, come tradizione confuciana vuole,42 dagli affari di politica. Koreyoshi, interrogato in merito da Yoshifusa, cioè se fosse opportuno seguire ciò che dicono gli spiriti o ciò che dice il testamento di Saga, risponde riportando alcuni esempi dal Classico dei Documenti, dagli Annali di Primavere e Autunni e da varie storie cinesi, con le quali dimostra come in effetti anche in Cina vi siano stati casi in cui la volontà del defunto cambia una volta che egli raggiunge l’altro mondo, ed è quindi corretto contravvenire al testamento di Saga laddove gli “spiriti” abbiano consigliato diversamente. In questa notevole prova di dottrina, Koreyoshi, assecondando Yoshifusa – al quale sicuramente dava fastidio l’interpretazione che Saga voleva imprimere al sistema ritsuryō per limitare il potere dei grandi clan come i Fujiwara – fa un passo indietro, in una sorta di abiura di tutto quello che Saga e il suo gruppo di poeti-confuciani – tra cui il suo stesso padre Kiyogimi – avevano rappresentato e nel quale avevano creduto: la letteratura a governo dello stato. Questa posizione dettata più dallo spirito di sopravvivenza che dalla morale confuciana, appare in netto contrasto non solo con quella di Kiyogimi, ma anche e soprattutto con quella del figlio Michizane, che come vedremo, pagherà con l’esilio la sua ostinazione e coerenza a quel sistema di valori ormai caduti. Kantianamente potremmo anche dire che da questo punto di vista (cioè del doppio ruolo di poeta e di confuciano) Kiyogimi rappresenta una tesi di cui il figlio Koreyoshi è l’antitesi, mentre la sintesi, che dovrebbe arrivare col nipote Michizane, rimane negata e incompiuta, e in definitiva fallimentare.

Inoltre, questo tirarsi indietro dall’impegno politico ha a mio parere una diretta ripercussione sulla poesia di Koreyoshi, sebbene, come già detto, manchiamo del materiale per esprimere un giudizio approfondito. Le uniche due poesie43 pervenuteci dell’autore sono infatti pervase di elementi taoisti e buddisti, come a voler suggerire una fuga da un mondo che non concedeva più spazio a una figura di letterato impegato politicamente come era stato Kiyogimi. Elemento questo della “fuga dal mondo”, che possiamo fra l’altro ritrovare non solo in alcune poesie di Michizane, ma anche, seppur in maniera diluita e non marcata, in altri poeti dell’era Jōwa, e successivamente anche in alcuni waka del Kokinshū. Credo sia giusto leggere in questo il risultato della pressione politica e sociale sull’attività culturale e letteraria.

È da questo punto di vista, cioè da una tendenza all’astrazione, al mondo della finzione poetica, che il legame tra Koreyoshi e Michizane si fa consistente, e forse in questi termini – all’interno cioè dell’atteggiamento poetico ed estetizzante – Michizane può rappresentare una sintesi tra l’impegno politico del nonno e il disimpegno artistico del padre. D’altra parte, nel commento funebre a Koreyoshi, attribuito alla mano di Michizane, si trova scritto «nel tranquillo isolamento, difese sé stesso».44

2. Michizane studente e i primi incarichi