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Capitolo IV La vita di Sugawara no Michizane

1. I Sugawara prima di Michizane

1.3 Sugawara no Kiyogimi

Nonostante Furuhito godesse come abbiamo detto del favore dell’imperatore, non riuscì mai a ottenere alte cariche ufficiali, rimanendo sempre nel segmento inferiore del sistema di ranghi della corte Nara/Heian. Nonostante la nomina a presidente del Daigakuryō e il suo viaggio in Cina con uno dei kentōshi16 (delegazioni ufficiali ai Tang), il massimo rango che otterrà sarà il quinto junior inferiore, con l’unico miglioramento di non essere più un ge, “esterno”. Questo piccolo passo permise comunque ai suoi successori, ormai liberati anche dall’incombenza del nome Haji, di ambire a ruoli più alti. Sarà il quarto figlio di Furuhito, nonché nonno di Michizane, Sugawara no Kiyogimi17 (770-842), a superare di gran lunga la posizione del padre. Giovane promettente, fu scelto come compagno di giochi del principe Ate,18 che successivamente sarebbe divenuto l’imperatore Heizei (774-824 r. 806-809), la qual cosa gli permise probabilmente in seguito di ricevere un sostegno economico per i suoi studi. Dopo un’infanzia difficile passata sui libri infatti, Kiyogimi supererà, non senza difficoltà, gli esami di accesso al Daigakuryō. Non essendo infatti figlio di aristocratici doveva sudarsi il suo diritto allo studio. Diviene così studente di letteratura (monjōshō)19 a vent’anni, e poco dopo selezionato come studente speciale di letteratura (monjūtokugōshō),20 ricevendo sostegno economico sotto forma di borsa di studio. Secondo Fujiwara questo supporto fu diretta conseguenza della vicinanza sua e di suo padre all’imperatore Kanmu e al principe Ate, più che del suo profitto negli studi. Al termine dei suoi studi sostenne e superò l’esame hōryakushi21 nel 795, che apriva le porte dell’amministrazione pubblica ai letterati di umili origini come lui. C’è da notare che in verità, in un primo momento Kiyogimi non aveva superato l’esame, e fu solo dopo alcuni mesi che la sua prova venne rivalutata con esito positivo. In tutto questo, a prescindere dalle vere capacità di Kiyogimi, possiamo ipotizzare un intervento diretto di Kanmu, che – nel quadro più grande di riforma dello stato su modello cinese – era ben determinato a realizzare anche in Giappone quell’applicazione pratica del ritsuryō cinese che prevedeva l’inserimento nella burocrazia i cosiddetti kanmon,22 cioè letterati discendenti di famiglie di basso rango e privi di una tradizione familiare forte. È curioso vedere come, proprio i discendenti

16 遣唐使.

17 菅原清公 .Ci sono diverse varianti di lettura del nome, da Kiyokimi, Kiyogimi, Kiyotomo, Kiyotata, Kiyotada.

Adotto qui la lettura proposta da Fujiwara Katsumi.

18 安殿親王. 19 文章生. 20 文章得業生. 21 方略試. 22 寒門.

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di Kiyogimi come Michizane, costituiranno a loro volta assieme agli Ōe (anch’essi discendenti degli Haji), una elite quasi monopolistica degli studi in cinese: dal X secolo in poi i due monjō

tokugōshō (cioè i “dottorandi” che ricevevano una borsa di studio) sarebbero stati scelti

esclusivamente tra i membri di queste due famiglie.

Kiyogimi iniziò così la sua carriera come letterato e burocrate di corte, fino al giorno in cui gli venne ordinato di prendere parte, in qualità di ufficiale amministrativo (hangan), al successivo

kentōshi, l’ambasceria ufficiale alla corte cinese dei Tang. Era questo un incarico di grande rischio

– le tecniche di navigazione dell’epoca erano tali che solo una metà delle navi partite dal Giappone riuscivano a farvi poi ritorno – ma anche di grande onore, e per la quale Kiyogimi presentava il background ideale sia per i suoi studi al Daigakuryō che per la tradizione della famiglia Haji nei rapporti col continente. Questo kentōshi dell’803 ha un’importanza particolare per la storia della letteratura giapponese in quanto insieme a Kiyogimi si imbarcarono anche i monaci Saichō (767- 822) e Kūkai (774-835) in seguito fondatori rispettivamente delle sette buddiste Tendai e Shingon, che avrebbero caratterizzato la vita religiosa, sociale e anche letteraria dal periodo Heian in avanti.

In Cina Kiyogimi perfezionò la sua conoscenza del cinese, anche dal punto di vista della lingua parlata – elemento importantissimo per la composizione di lüshi, che richiedevano familiarità con i toni e le rime – e una volta tornato in Giappone l’anno seguente ricevette, come era naturale, promozioni per l’opera compiuta. Già all’età di 36 anni raggiunse il rango più alto che il padre Furuhito avesse mai ottenuto (il quinto junior inferiore), e ottenne il posto di vice presidente (suke) del Daigakuryō.

Dopo pochi mesi però venne incaricato del ruolo di governatore di provincia, a Owari (odierna Nagoya) e allontanato dalla corte. Questa trasferta – che talvolta era vissuta dai funzionari Heian come un esilio – fu provvidenziale, in quanto tenne Kiyogimi lontano dalla capitale proprio in un momento in cui vari stravolgimenti e complotti,23 successivi alla morte di Kanmu (806), scossero la corte coinvolgendo l’alta aristocrazia e indebolendo fortemente gli alto aristocratici come la famiglia Fujiwara. Ad approfittare di questa debolezza fu proprio l’imperatore Saga, che succedendo al breve regno dell’imperatore Heizei continuò con maggior enfasi quella politica di sinizzazione iniziata dal padre Kanmu, con riforme meno vistose ma egualmente efficaci. Come descritto nel capitolo I, Saga dominerà infatti la scena politica (e per certi versi, culturale) del primo periodo Heian fino alla sua morte nell’842.

Particolarmente importante nella politica di Saga fu la creazione di due nuove agenzie di governo, l’Ufficio del Ciambellano (Kurōdo dokoro)24 e l’Ufficio di Polizia Imperiale Kebiishichō,25 due istituzioni alle dirette dipendenze dell’imperatore. Il primo in particolare permetteva all’imperatore di far passare alcuni suoi editti bypassando alcuni passaggi burocratici, come la richiesta di approvazione da parte del Consiglio di Stato (Daijōkan). In pratica, con l’appoggio di un solo funzionario fidato posto in posizione strategica non necessariamente al vertice dell’oligarchia, l’imperatore poteva far approvare tutta una serie di provvedimenti come mai era successo prima.26

Kiyogimi fu proprio quel funzionario. Venne coinvolto in tutti i maggiori progetti di Saga, come la rettificazione dei nomi e dei costumi (cfr. I-1), nonché nella compilazione delle tre antologie imperiali di kanshi, alle quali contribuì direttamente con numerosi suoi scritti, tra poesie, poemetti e dissertazioni. A questa fedeltà al sovranno corrisposero ulteriori promozioni, cosicchè, dopo essere stato nominato presidente del Daigakuryō e aver impartito lezioni riguardanti il Wenxuan e le Storie Cinesi a Saga e al futuro imperatore Ninmyō, a Kiyogimi fu assegnato il terzo rango junior, col titolo di Consigliere Onorario (hisangi).27 In questo modo Kiyogimi entrava a far parte della stretta cerchia di persone che decidevano in prima persona, in sintonia con il sovrano, degli affari di politica più importanti dello stato. Si ha cioè con Kiyogimi la personificazione più vicina

23 Ad es. l’Incidente Kusuko (Kusuko no hen), descritto in Borgen 1986, p. 38. 24 蔵人所.

25 検非違使庁.

26 Non a caso, a questo ufficio sarà appuntato proprio Michizane, di ritorno da Sanuki alla corte di Uda. (cfr. IV-5.1) 27 非参議.

all’originale cinese dell’ideale del poeta confuciano, il politico letterato che, non per la forza del suo status nobiliare bensì per il valore della propria erudizione e integrità morale, aveva la possibilità di comunicare direttamente con l’imperatore godendo della sua fiducia. Una condizione simile si verificherà nuovamente – e solo temporaneamente – con Michizane alla corte dell’imperatore Uda, come vedremo nella parte II. Come sottolineato a più riprese da Fujiwara,28 quando Michizane parla di kōju-shijin,29 confuciano-poeta, l’immagine che doveva avere davanti agli occhi e ben impressa

nella mente fino agli ultimi anni di vita è sicuramente quella del nonno Kiyogimi morto lo stesso anno di Saga (842) dopo una brillante carriera sia come funzionario e burocrate confuciano, che come poeta e letterato, e che aveva visto la propria posizione a corte passare dalla bassa aristocrazia fino al centro del potere politico-culturale.

Abbiamo visto nel capitolo I come il Daigakuryō e gli esami di stato fossero lo strumento utilizzato dagli imperatori, sia in Cina che in Giappone, per affermare il proprio potere e affrancarsi dall’incombenza delle famiglie aristocratiche. Approfittando del momento di debolezza dell’aristocrazia, Saga rafforzò ancor di più questo sistema, promuovendo nell’821 il rango associato al ruolo di monjō hakase dal settimo superiore a quinto inferiore. Abbiamo già detto (cfr. I-1.3) come, secondo le suddivisioni in ranghi della corte Heian, tra sesto senior e quinto junior vi fosse una cesura, una specie di linea di demarcazione tra la gente comune e i basso aristocratici. In pratica, un passaggio dal sesto al quinto rango comportava un aumento di prestigio e di poteri di molto maggiore rispetto ad un passaggio dal settimo al sesto. In particolare gli appartenenti dal quinto rango in su avevano il diritto di servire da vicino l’imperatore, privilegio negato a quelli di rango inferiore. In questo modo Saga aveva il preciso scopo di avvicinare a sé la figura del monjō

hakase che in quel momento – non a caso – era proprio Kiyogimi. Se a questo aggiungiamo che in

seguito Kiyogimi salirà addirittura al terzo rango junior, cioè un gradino immediatamente sotto alle più importanti figure della gerarchia di corte, il Ministro di Destra e il Ministro di Sinistra, ci appare chiaro come l’ideale di stato amministrato dal sovrano in sintonia con i letterati si realizzi – anche solo se momentaneamente e con minor rigore rispetto alla Cina – con Sugawara no Kiyogimi alla corte di Saga.