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Prendersi cura del dolore Contesto Contesto

E.2 La ricerca della efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa richiede un coordinamento

2.3. Prendersi cura

2.3.5. Prendersi cura del dolore Contesto Contesto

La Regione Toscana si è sempre dimostrata molto sensibile al tema dolore e per prima in Italia ha concesso in fascia A, a completo carico del SSR, gli oppiacei deboli.

Il PSR 2008-2010 aveva previsto un progetto speciale “Il controllo del dolore come diritto del cittadino” all’interno del quale oltre ai 2 indicatori per misurare l’efficacia delle azioni intraprese già previsti nel precedente piano, il consumo dei farmaci oppiacei e la registrazione del dolore

aveva inserito un obiettivo sull’offerta di parto analgesia da parte degli ospedali toscani sopra

i 1000 parti/anno (il 20% sul totale dei parti). Altri obiettivi erano l’elaborazione di protocolli che

prevedano l’uso della sedazione nelle procedure dolorose e l’individuazione di Centri di Terapia del Dolore, con requisiti specifici per i pazienti con dolore cronico non oncologico.

Il PSR 2008-10 prevedeva inoltre la costituzione di Comitati Ospedale senza Dolore, che hanno lavorato generalmente bene: la misurazione del dolore è diventata una pratica consolidata, anche se non su tutto il territorio regionale in modo omogeneo. Sono state avviate numerose iniziative per diffondere la cultura della cura del dolore e formare il personale sanitario a tutti i livelli.

L'attenzione al tema del dolore in ambito sanitario è stata fatta oggetto nel corso del 2010 di una legge nazionale, la legge 38 “Accesso alla Terapia del dolore e alle Cure palliative” che sancisce il diritto dei cittadini di non dover soffrire inutilmente in qualsiasi situazione fisica ci si trovi e indica, a questo scopo, l’attivazione e l’integrazione di due reti di intervento ben distinte, quella della terapia del dolore e quella delle cure palliative. La legge conferma inoltre l’obbligatorietà della

registrazione del parametro dolore dei pazienti ricoverati.

La Regione Toscana, punta avanzata nel panorama nazionale in materia del dolore, dispone ora di un quadro ancora più forte nel quale avanzare ulteriori passi anche con i professionisiti su un tema etico ed assistenziale così rilevante per la missione del servizio sanitario regionale.

Sfida

Nonostante le azioni degli anni precedenti ed una attenzione al dolore maturata progressivamente, non si è ancora diffuso nei servizi un trattamento omogeneo del dolore che valorizzi tutti gli strumenti possibili per debellarlo, sia in fase acuta che in fase cronica della malattia. I dati di rilevazione regionale evidenziano questo fenomeno in modo chiaro e ci spingono a potenziare i vari interventi formativi, organizzativi e strutturali tesi allo scopo. Il dolore in età pediatrica merita un'attenzione specifica.

Obiettivi

o Costituire una rete di operatori che si occupano del tema dolore (come indicato dalla legge 38/2010) definendo i ruoli di ciascun livello e creando riferimenti precisi per i cittadini e gli operatori del sistema

o Diffondere la cultura del dolore in ogni attore del sistema o Attivare iniziative di comunicazione alla cittadinanza

2.3.5.1. Il dolore acuto

Contesto

Il trattamento corretto del dolore in fase acuta riguarda in modo particolare le strutture specialistiche e ospedaliere, anche se il sistema delle cure primarie deve essere messo in grado anch’esso di rispondere in modo efficace al problema

Sfide

Migliorare l’attuale disomogeneità di realizzazione delle procedure analgesiche nel territorio regionale, aumentando l'attenzione dei professionisti e diffondendo trasversalmente tra gli operatori le competenze.

Obiettivi

Già in seguito al precedente Piano si sono prodotti numerosi pareri e documenti di consenso sull’argomento: è necessario riprendere quelli non pienamente attuati e identificare nuovi ambiti di azione, in modo da orientare le attività dei servizi nell’affrontare il dolore acuto, in particolare il dolore da procedura, il dolore in Pronto Soccorso, la Partoanalgesia, ecc.

Azioni

Produzione di accordi, protocolli procedurali e di intenti, linee guida Diffusione, applicazione e monitoraggio delle procedure previste

2.3.5.2. Il dolore cronico Contesto

Il dolore cronico occupava un posto rilevante nel precedente Piano Sanitario e molte iniziative sono state proposte e realizzate

Il dolore cronico può essere assimilato a qualsiasi altra malattia cronica ed il modello di assistenza potrebbe essere quello del Chronic Care Model: questo consentirebbe di sviluppare il primo livello di assistenza.

Sfide

I professionisti devono essere messi in grado di affrontare il problema dolore in modo adeguato al loro livello di intervento: infermiere, MMG, Specialista del centro spoke, Specialista del centro hub. Occorre sostenere anche il ricorso a pratiche complementari che si sono oramai dimostrate efficaci. Il cittadino deve essere informato dei suoi diritti ma anche della necessità di un suo coinvolgimento attivo nella gestione del problema e di una responsabilizzazione piena per un appropriato uso delle risorse.

Obiettivi

Completare e riprendere le iniziative messe in atto

Realizzare pienamente i dettami della legge 38/2010 su tutto il territorio regionale, in particolare riguardo alla realizzazione delle rete delle cure primarie e al potenziamento e omogeneizzazione degli interventi specialistici

Azioni

- Costituzione di team che si occupino ai vari livelli della rete della gestione del dolore.

- Costituzione di un collegamento strutturale fra i vari livelli, in particolare fra il team delle cure primarie e il livello specialistico.

- Costituzione di un sistema di registrazione ed analisi dei dati che coinvolga i vari livelli della rete.

- Formazione interdisciplinare e interprofessionale dei team (MMG, Medici Ospedalieri, Specialisti, Infermieri, etc).

- Inserimento nei progetti formativi e nella costituzione dei team di giovani medici che hanno concluso il triennio di formazione per MMG in modo da preparare la prossima transizione generazionale.

2.3.5.3. Le medicine complementari contro il dolore Contesto

Da sempre le Medicine Complementari hanno trovato un largo utilizzo nel trattamento del dolore. La medicina tradizionale cinese infatti e l’agopuntura in particolare, sono conosciute in occidente per il trattamento delle patologie osteomuscoloscheletriche, per le cefalee o per i dolori mestruali tanto che ad esempio il NICE – Istituto nazionale per la salute e l’eccellenza clinica inglese - nelle Linee guida 2009 per il trattamento della lombalgia persistente e ricorrente, indica come prioritaria l’implementazione della terapia manuale e l’agopuntura. La stessa agopuntura è indicata nell’artrosi del ginocchio (NICE 2008, Linee guida Regione Toscana 2004). Anche la fitoterapia, da sempre e più recentemente anche l’omeopatia, hanno trovato impiego in questo ambito.

Il ricorso della popolazione a tali metodi di trattamento è in continua crescita: solo per l’agopuntura, una rilevazione del 2007 del National Institute of Health (NIH) riconosce il sempre maggiore ricorso alle CAM nel trattamento del dolore da parte della popolazione specie quando le terapie convenzionali falliscono o si rivelano insufficienti. La qualità e la quantità delle ricerche in materia variano assai considerevolmente, e conclusioni definitive circa l’efficacia di tali approcci sono assai difficoltose anche se promettenti.

Per queste motivazioni le MC sono presenti al tavolo di lavoro IMPACT 2010 che ha l’obiettivo di favorire l’applicazione della L. 38/2010.

Obiettivo

Utilizzo, anche nell’ambito della L. 38/2010, e in applicazione dell’Ordine del Giorno 9/624-B/4 che impegna espressamente il Governo a “prevedere l’utilizzo dell’Agopuntura nel campo della terapia del dolore”, di tecniche di medicina integrata in quei settori in cui le MC sono risultate vantaggiose per l’utenza e per i servizi sanitari.

2.3.6 La risposta territoriale ai bisogni: le cure primarie