E.2 La ricerca della efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa richiede un coordinamento
2.2. L’emersione del disagio sociale e la graduale perdita della salute
2.2.3. Il sostegno alla fragilità delle persone e delle famiglie
2.2.3.7. Violenza di genere Contesto Contesto
Con la legge regionale n. 59 “Norme contro la violenza di genere” e con le Linee guida attuative, in Toscana sono stati individuati strumenti e modalità organizzative per realizzare un sistema di interventi per contrastare il fenomeno della violenza e alla luce delle esperienze e dei progetti realizzati sui territori negli ultimi anni ha individuato prassi innovative che comunque rispondono ad una filosofia degli interventi basata sull’integrazione dei ruoli e delle competenze, sul lavoro di
rete, sui progetti personalizzati, sulla necessità di realizzare uno sforzo costante per far emergere il fenomeno e sulla formazione congiunta e costante degli operatori.
Nell’ambito dell’attuazione della lr. è stata istituita un’apposita sezione sulla violenza nelle attività dell’Osservatorio sociale regionale e sono stati prodotti tre rapporti sulla violenza di genere in toscana (2009, 2010 e 2011) attraverso i quali è stato possibile monitorare le richieste di aiuto, in progressiva e costante crescita, delle donne vittime di violenza pervenute ai centri antiviolenza della toscana: nel 2008 il numero delle donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza è stato di 1.635, nell’annualità 2009/2010 di 1.761 e nel 2010/2011 di 1.882.
A conferma della trasversalità sociale del fenomeno, nel rapporto 2011 si rileva che le donne hanno un titolo di studio elevato (diploma e oltre), sono donne che lavorano (53%), sono donne tra i 30 e i 49 anni (60,9%), sono donne anche straniere che hanno meno di 40 anni (73,3%), sono coniugate (48,8%), sono donne che subiscono violenza fisica, psicologica ed economica dal proprio partner all’interno delle mura domestiche (61,8%), sono donne che ancora hanno molta difficoltà a sporgere denuncia (1 su 4) e quelle che maggiormente denunciano sono le vittime di stalking (45,2%). Importante e denso di significato, il dato che segnala anche in Toscana quanto le violenze siano parte integrante della vita affettiva e familiare delle donne, e anche di tutti quei bambini che vi assistono.
La letteratura sul tema, rileva che i confini del fenomeno della violenza variano in relazione ai cambiamenti di carattere culturale, economico e sociale che avvengono all’interno delle nostre società. La “violenza contro le donne” e la “violenza di genere” sono riferite ad una vasta gamma di abusi commessi sulle donne che hanno origine nelle disuguaglianze di genere e nel diffuso stato di subordinazione delle donne nella società rispetto agli uomini: la violenza di genere è qualsiasi azione di violenza fondata sull'appartenenza sessuale che comporta o potrebbe comportare per le donne che ne sono bersaglio danni o sofferenza di natura fisica, sessuale o psicologica, ivi compresa la minaccia di mettere in atto simili azioni, la costrizione, la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata.
Le ricerche compiute negli ultimi anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, presente sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo e assume vari “comportamenti”: aborto e infanticidio sistematico nel caso in cui il prodotto del concepimento sia femmina (Cina, India); sterilizzazione obbligatoria (Tibet, Cina); privazione di cure e di cibo riservata a bambine e donne (Cina, paesi dell’Asia del Sud e Occidentale, dell’Africa del Nord); uccisione delle donne da parte del partner, aggressioni, stupri, molestie sessuali, matrimoni obbligati (Magreb); morti e lesioni legati alla dote (India); mutilazioni genitali (Egitto, Somalia, Ciad, ecc.).
Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e a tutti i ceti economici. Secondo l'O.M.S., almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali nel corso della propria vita e gli aggressori risultano essere i familiari, i mariti e gli ex partner, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio così come emerge, tra l’altro, anche dai dati dei rapporti dell’Osservatorio sociale regionale sulla violenza.
Tradizionalmente, ciò che accade all’interno della famiglia è stato considerato come una questione privata, ma proprio in questo contesto – quello familiare – si nasconde gran parte del sommerso della violenza (violenza domestica), un fenomeno che si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica che i dati toscani rilevano anche su una percentuale consistente di donne immigrate.
Numerosi sono gli organismi internazionali e i governi che sono intervenuti sul tema della violenza e della tutela delle vittime: il Consiglio d’Europa, il Parlamento Europeo e l’Organizzazione delle Nazioni Unite lo hanno reso oggetto di esplicite raccomandazioni e risoluzioni, le Nazioni Unite - in una importante risoluzione adottata nel 1993 - hanno dichiarato l’urgenza di eliminare la violenza contro le donne – in quanto violazione fondamentale dei diritti umani – al fine di garantire loro la possibilità di godere del diritto alla libertà, alla sicurezza, all’uguaglianza, all’integrità e alla dignità. In sintesi:
- alcune forme di violenza si trovano in molte culture (stupro, violenza domestica, incesto), altre sono specifiche di alcuni contesti (mutilazioni sessuali, omicidi a causa della dote, ecc.);
- spesso la violenza agita contro le donne è una combinazione di diversi tipi di violenze (per es. nella violenza domestica sovente si sovrappongono quella fisica, psicologica, sessuale, economica e a volte spirituale);
- violenze diverse possono essere fra loro connesse: la violenza contro le/i figlie/i, ad esempio, è spesso accompagnata da violenza domestica contro la madre;
- la posizione degli uomini e delle donne rispetto a questo fenomeno non è equivalente: le donne figurano molto più spesso come vittime e gli uomini come responsabili; alcune forme di violenza vengono agite quasi esclusivamente sulle donne (stupro);
- la violenza può assumere forme diverse, accadere in molti contesti e relazioni. Un’altra questione su cui mantenere un focus di attenzione è il fenomeno della violenza in relazione alla gravidanza poiché i dati dell’OMS stimano che una donna su quattro sia stata vittima di una qualche forma di violenza proprio in questo momento particolare della sua vita.
Obiettivi
a) Migliorare la risposta di fronte alla violenza di genere
In relazione a questo obiettivo, le azioni dovranno contribuire a far si che il fenomeno della violenza evolva in senso decrescente, attraverso il miglioramento e l’implementazione dei meccanismi di risposta, di intervento, di cura e di reinserimento delle vittime attraverso l’integrazione degli interventi sanitari e sociali, che potranno riguardare le violenze perpetrate nei confronti delle fasce deboli di popolazione (donne, minori, anziani, etc.)
b) Migliorare e promuovere la conoscenza e l’emersione del fenomeno sul territorio toscano attraverso la collaborazione e il contributo di tutti i soggetti istituzionali e del privato sociale (Pronto Soccorso, consultori, Centri antiviolenza, servizi territoriali socio-sanitari, medici di base, FF.OO., Procure, etc.) che possono entrare in contatto con le vittime di violenza; tale obiettivo sarà realizzato anche in stretto rapporto con le attività dell’Osservatorio sociale regionale
c) Promuovere e sostenere azioni di sistema a livello regionale e reti di intervento territoriali attraverso cui i vari soggetti (EE.LL., SdS, Consultori, Pronto Soccorso, privato sociale, Procure, FF.OO., Centri antiviolenza ed Associazioni etc) assicurano l’assistenza e la protezione delle vittime - Promuovere e sostenere attività di prevenzione, informazione e di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza, anche in collaborazione con enti, istituzioni, associazioni e privati
d) Promuovere il cambiamento nel modello delle relazioni sociali: cittadinanza, autonomia ed empowerment (raccordo con LR n. 16/2009 sulla “Cittadinanza di Genere”)
Obiettivo posto a lungo termine, richiede un lavoro finalizzato ad un “cambiamento nel modello delle relazioni sociali” tra gli uomini e le donne, soprattutto nell’ambito degli affetti, al fine di consolidare il diritto di cittadinanza delle donne e, contestualmente, l’emersione di un fenomeno sino ad oggi confinato soprattutto nei contesti familiari delle vittime
e) Attuazione/implementazione linee guida regionali sulla violenza e adeguamento dei Centri antiviolenza ai livelli organizzativi e funzionali in esse indicati
Azioni
a) Sicurezza: Coinvolgimento e collaborazione con le FF.OO.
b) Salute: Pronto Soccorso, Medici Legali, Specialisti, Medici di base, Pediatri, consultori (con particolare riferimento al sostegno psicologico con individuazione dei fattori protettivi della donna e del contesto e interventi di recupero psichico e cura del trauma), servizi sociali sono gli attori chiamati a concorrere alla rilevazione, all’emersione e all’assistenza delle vittime di violenza.
In tale ambito sarà assicuratal'assistenza alle vittime di violenza che si presentano al pronto soccorso attraverso un percorso riservato di accoglienza che preveda l'erogazione di cure mediche e sostegno psicologico contestualmente all'avvio delle indagini delle forze dell'ordine per l'identificazione degli autori delle violenze nel rispetto della privacy dei pazienti (progetto “Codice rosa”) in stretta collaborazione con i soggetti della rete territoriale che dovranno successivamente assicurare l’accoglienza, la presa in carico e la protezione delle vittime. Sarà inoltre assicurata le rilevazione specialistica e medico legale della violenza.
c) Servizi Sociali: assicurano appropriati percorsi di accoglienza e sostegno alle donne vittime di violenza di genere e ai minori e la presa in carico.
e) Istruzione: Collaborazione dei servizi socio-sanitari, delle SdS, delle Province, delle conferenze educative zonali con la scuola.
f) Comunicazione: Attenzione al tema degli stereotipi nella comunicazione / informazione pubblicitaria, attività di formazione congiunta e integrata di tutti gli operatori che lavorano nei punti di accesso alla rete.
g) Innovazione: Individuazione di innovative modalità organizzative territoriali finalizzate all’integrazione delle risorse e degli interventi
f) Formazione:sostenere e promuovere attività di formazione congiunta
g) Coordinamento: Promuovere attraverso il ruolo assegnato alle province dalla LR. 59/2007 il coordinamento, la collaborazione e la corresponsabilità dei e fra i differenti attori
h) Monitoraggio e Valutazione delle azioni e degli interventi realizzati
2.2.3.8. Tratta