CAPITOLO 4: L’ESPERIMENTO VALUTAZIONE DELLA COMPETENZA
4.3 Dati linguistici precedenti ai test
4.3.2 Produzione scritta: messaggi di testo in ambito familiare
Il secondo campione di lingua che è stato raccolto, consiste in una serie di messaggi di testo scritti spontaneamente da V. alla madre nel periodo compreso tra agosto 2016 (12;0 anni) e agosto 2017 (13;0 anni). Tali messaggi sono stati estrapolati dalle conversazioni private intrattenute per mezzo di una nota applicazione di messaggistica istantanea. Gli scambi comunicativi sono riportati per intero in Appendice 2, ognuno preceduto da una breve descrizione del contesto e delle intenzioni comunicative di V.
I dati che si prendono in considerazione in questo paragrafo sono postumi rispetto a quelli ricavati dalla registrazione video presentata in Appendice 1 e discussa nel paragrafo precedente. Nonostante le relazioni del profilo funzionale risalenti al 2016 e al 2017 (v. par. 4.2) evidenzino una migliore accuratezza nella produzione scritta rispetto all’articolazione e alla produzione orale, i dati linguistici che si analizzano in questa sezione mostrano le stesse tendenze, gli stessi errori e le stesse strategie osservati nella produzione orale avvenuta in seduta logopedica.
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Per quanto riguarda la morfosintassi verbale, V. produce frasi agrammaticali prive del verbo lessicale, il quale viene omesso (9a, 9b) oppure sostituito con un NP afferente alla stessa classe semantica del verbo atteso (9c). Come nel paragrafo precedente, si osservano errori di produzione dell’ausiliare avere (9d). Questo comportamento può essere ricondotto al ritardo della comparsa dell’ausiliare avere rispetto all’ausiliare essere e alla copula (cfr. par. 1.4.2). Ciò spiega perché la copula viene prodotta correttamente con più frequenza. Oltre alle omissioni, V. commette errori di accordo del verbo flesso con il soggetto (9e), errori con la morfologia temporale ed errori di produzione dell’ausiliare in contesti sbagliati (9f):
9) a. *Non posso ___ televisione perché Luca e papà sono dormono. b. *Ciao mamma, domani non __ scienze mercoledì si scienze. c. *Si adesso basta perché sudore!
d. *Ho svegliato alle 8.50 ma mio cellulare sotto cuscino. e. *Oh no dimentica non adesso comprare un televisione! f. *Ho fatto studiare io vado giù insieme 3 volte?
Nella frase (9a) è omesso il verbo infinito guardare che risulta obbligatorio in presenza di un modale reggente (potere). Inoltre, nella medesima frase si osserva un errore di produzione dell’ausiliare essere, il quale viene realizzato in presenza del verbo flesso portatore dei tratti di tempo presente. Nell’esempio successivo (9b), V. omette il verbo lessicale avere, producendo una frase agrammaticale priva di un predicato. Anche in (9c) V. omette il verbo lessicale necessario per esprimere il messaggio che intende veicolare, ovvero la propria condizione di affaticamento. Per ovviare ai problemi di recupero dell’entrata lessicale corrispondente al verbo
sudare, di assegnazione della corretta morfologia dei tratti di tempo e di accordo con il soggetto,
V. opta per la realizzazione di un NP [sudore], il quale è portatore di un significato simile a quello del verbo atteso. La frase (9d) contiene un errore di produzione dell’ausiliare avere, in quanto V. sostituisce il verbo riflessivo richiesto dal contesto (svegliarsi) con il corrispettivo verbo transitivo attivo svegliare. In (9e) V. commette un errore di accordo soggetto-verbo assegnando al verbo i tratti di persona sbagliati: al posto di accordare il verbo con la 1.a persona singolare, assegna ad esso i tratti di 3.a singolare. Inoltre, V. commette l’errore di transitivizzazione del verbo stesso, perché nel contesto presentato da (9e) è necessario il verbo riflessivo dimenticarsi. Infine, in (9f) V. inserisce il verbo studiare in un contesto simile a quello creato dal verbo causativo fare (Rizzi, 1976, 1978). In realtà, si potrebbe pensare che V. utilizzi
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il participio passato fatto40 come marca temporale per indicare che l’azione è giunta a termine. Si potrebbe ipotizzare che questa scelta sia stata operata da V. non riuscendo a recuperare la veste morfologica corretta corrispondente al participio passato di studiare.
Per quanto riguarda la morfosintassi nominale, è importante notare che V. commette raramente errori di accordo di genere tra determinante e il nome, produce correttamente gli articoli determinativi e indefiniti nella maggior parte dei casi, utilizza il clitico accusativo di 2.a persona singolare inserendolo nel medesimo contesto in tre differenti occasioni (10):
10) a. Ciao mamma ti prego vai su salotto perché io da solo. b. Non posso studiare 5 volte ti prego 2 volte?
c. Mamma ti prego parla Marta perché domani io porterò una matematica?
A causa della limitatezza dei dati in termini di quantità, non si può operare una generalizzazione: valutando gli esempi di frase in (10) e quelli in (8) si può affermare solamente che V., tra i 12 e i 13 anni, ha sviluppato una competenza rudimentale circa i pronomi di 1.a e 2.a persona singolare. Questo fatto può essere ricollegato a quanto affermato da Tuller et al. (2011)41, ossia che i pronomi clitici di 1.a e 2.a persona sono strettamente legati all’atto comunicativo, rappresentando rispettivamente il parlante e il suo interlocutore. Questo riferimento diretto ai partecipanti del discorso determinerebbe la maggiore frequenza dei pronomi clitici di 1.a e 2.a persona nel parlato rispetto alla lingua scritta (Berretta, 1985)42 e il minor grado di complessità di queste forme rispetto ai pronomi clitici di 3.a persona (Tuller et al., 2011).
Un’ultima osservazione sulla produzione dei pronomi clitici riguarda l’omissione del clitico riflessivo (11), fatto che è stato individuato anche nel caso della produzione orale tratta dalla videoregistrazione (v. par. 4.3.1):
11) a. No no _ siedo pouf verde ma Luca dice di no perché il suo pouf verde! *(mi)
b. Ok mamma, adesso _ lavo? *(mi)
40 In merito al ruolo di facilitatore svolto dalla parola fatto nella decifrazione del valore perfettivo del passato
prossimo delle frasi italiane si rimanda allo studio di Bertone, Cardinaletti, Grosselle e Volpato (2011). Le autrici analizzano l’interferenza positiva della LIS nell’interpretazione di un evento compiuto, in quanto la presenza di
fatto nel passato prossimo della frase italiana è probabilmente collegata dai soggetti sordi allo specifico segno
articolato solitamente dopo il verbo che significa “fatto, finito”.
41 Cfr. par. 3.5. 42 Cfr. par. 3.4.
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Infine, V. tende ad omettere le preposizioni o ad utilizzarne una inappropriata rispetto al contesto frasale (12):
12) a. Si ho detto *con Luca. (a)
b. La vasca *di bagno? (da)
c. Mamma male _ la mia spalla sinistra! *(a)
d. _ Il mio diario ha scritto domani porterò una matematica. *(in)
e. Mamma ti prego parla _ Marta. *(con)
Per quanto riguarda il nodo del CP si osservano l’omissione del complementatore che, la sostituzione di frasi relative con strutture congiunte o con frasi agrammaticali, l’assenza di altri operatori wh- e di elementi di subordinazione, ad eccezione del perché delle frasi incassate causali e finali.