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CAPITOLO 5: INTERVENTO DIDATTICO E RISULTATI SUCCESSIVI

5.4 Studi precedenti sul trattamento esplicito della sintassi

Il trattamento esplicito del movimento sintattico è stato oggetto di diversi studi precedenti ed è stato somministrato sia in condizioni di acquisizione tipica, che in presenza di disturbi del linguaggio. Tali studi hanno fornito le basi per la progettazione del trattamento presentato in questo lavoro.

5.4.1 Acquisizione tipica - Roth (1984)

Uno dei primi studi ad elaborare un trattamento del movimento sintattico interessa l’acquisizione tipica. Roth (1984) ha proposto un insegnamento implicito ed esplicito a un gruppo di bambini (età compresa 3;5-4;5 anni), con lo scopo di migliorare la comprensione delle frasi relative. L’obiettivo dello studio di Roth (1984) era quello di verificare se fosse possibile accelerare il processo di acquisizione nei bambini piccoli, attraverso l’insegnamento esplicito di strutture sintattiche complesse non attese per la loro età linguistica. Il trattamento in Roth (1984) si divideva principalmente in due momenti. In un primo momento le frasi relative venivano suddivise in due frasi coordinate, mentre in una seconda fase la frase relativa

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veniva elicitata, accompagnata dalla rappresentazione simultanea della situazione tramite l’uso di alcuni pupazzi. Il metodo adottato si è rivelato uno strumento valido per il miglioramento nella comprensione delle frasi relative nei bambini.

5.4.2 Agrammatismo - Shapiro e Thompson (1995, 2003, 2006)

Oltre ai bambini a sviluppo tipico, sono stati trattati con modalità simili anche pazienti afasici agrammatici. Per questi soggetti è stata considerata valida la Mapping Deficit Hypothesis (Haendiges et al., 1996), secondo la quale la computazione errata delle frasi relative nei pazienti agrammatici deriva da difficoltà nell’assegnazione dei ruoli tematici. Ciò ha portato diversi autori ad avvalersi di un metodo diverso da quello presentato in Roth (1984). Infatti, l’insegnamento esplicito somministrato a questo tipo di pazienti si è inizialmente focalizzato sul trattamento delle strutture di superficie, come l’ordine delle parole o la morfologia verbale. Il contributo decisivo è giunto però dagli studi condotti da Shapiro e Thompson (1995, 2003, 2006): il metodo elaborato si fondava sulla spiegazione del movimento sintattico e della teoria tematica, conoscenze indispensabili per la corretta comprensione e produzione di frasi complesse derivate tramite movimento A’. Shapiro e Thompson hanno elaborato un metodo composto da quattro passaggi fondamentali:

 Teoria tematica: produzione e comprensione dei ruoli-θ;

 Movimento: spostamento di un NP ad un landing site diverso dalla posizione di interpretazione;

 Struttura superficiale: produzione delle frasi dopo l’occorrenza del movimento;  Ordine non canonico: comprensione e produzione di frasi con ordine marcato.

Tali passaggi graduali hanno reso possibile un miglioramento significativo nella comprensione e nella produzione delle frasi relative con un effetto positivo anche in altri tipi di frase non esplicitamente trattati. In particolare è stato possibile ottenere un effetto a cascata su frasi che prevedono lo stesso tipo di movimento (A’): un lavoro esplicito sulle frasi relative può apportare miglioramenti in modo indiretto anche nelle frasi interrogative (Friedmann, Olenik e Gil, 2000). In Thompson et al. (2003) si arriva all’elaborazione di un approccio chiamato CATE (Complexity Account of Treatment Efficacy), secondo il quale il trattamento deve partire dal grado massimo di complessità per ottenere un effetto a cascata su strutture di minor difficoltà: il trattamento delle frasi relative restrittive sull’oggetto (considerate le strutture più complesse)

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innesca quindi un miglioramento anche nelle frasi interrogative wh- e nelle frasi scisse. Ciò che accomuna queste strutture è sempre la natura del movimento che le governa.

5.4.3 Disturbo Specifico del Linguaggio – Ebbels e Van der Lely (2001); Levy e Friedmann (2009)

Il trattamento del movimento sintattico è stato somministrato anche a bambini con DSL. Per questi soggetti sono stati elaborati due metodi differenti: il primo modello elaborato da Ebbels e Van del Lely (2001), il secondo da Levy e Friedmann (2009). Il primo tipo di trattamento è stato somministrato ad un gruppo di bambini affetti da DSL ricettivo ed espressivo (età compresa tra 11 e 13 anni). Esso prevedeva un lavoro impostato sulle frasi passive e sulle frasi interrogative wh-. Il metodo consisteva nella codifica visiva dei ruoli tematici, delle relazioni sintattiche di dipendenza, delle classi di parole e dei marcatori morfologici. Tale tipo di insegnamento si poneva quindi in analogia con quello rivolto solitamente a persone che apprendono una L2. I risultati ottenuti da Ebbels e Van der Lely (2001) hanno mostrato un miglioramento consistente nella comprensione delle frasi relative.

Successivamente, Levy e Friedmann (2009) hanno elaborato il secondo tipo di trattamento, basato sul metodo di Shapiro e Thompson (1995). Il trattamento, proposto ad un ragazzo di lingua ebraica con DSL (Gal), consisteva quindi di passaggi graduali, lavorando però prima sulle strutture meno problematiche, per poi procedere man mano con strutture sempre più complesse. Tale insegnamento di tipo propedeutico prevedeva un iter suddiviso in quattro sessioni:

 1° sessione: trattamento diretto della struttura argomentale del verbo e la teoria tematica;  2° sessione: spiegazione esplicita del movimento sintattico utilizzando carte da gioco;  3° fase: spiegazione del movimento del verbo;

 4° fase: insegnamento del movimento wh-.

Tutte le quattro sessioni erano suddivise a loro volta in una parte scritta ed una orale. Il trattamento era incentrato sulle relative e sulle frasi topicalizzate, ma ciò ha innescato un effetto a cascata, apportando un miglioramento anche nelle strutture non trattate direttamente, ossia le frasi interrogative. Il lavoro di Levy e Friedmann (2009) ha dunque confermato l’ipotesi precedente, secondo la quale un trattamento esplicito di alcune strutture caratterizzate da un dato tipo di movimento (in questo caso il movimento A’) rende possibile riabilitare altre strutture governate dallo stesso movimento (Friedmann, Olenik e Gil, 2000).

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5.4.4 Sordità – D’Ortenzio (2015)

Lo studio di D’Ortenzio (2015) presenta un trattamento esplicito del movimento sintattico ad un soggetto affetto da ipoacusia neurosensoriale preverbale bilaterale, portatore di IC. Per la pianificazione del trattamento, D’Ortenzio (2015) si è basata sui trattamenti elaborati da Shapiro e Thompson (1995, 2006) e Levy e Friedmann (2009). Il lavoro, incentrato sulle frasi relative restrittive sul soggetto e sull’oggetto, prevedeva un iter di sette sessioni suddivise in quattro fasi propedeutiche:

 Step 1: insegnamento esplicito della struttura argomentale del verbo e della teoria tematica;

 Step 2: insegnamento esplicito del movimento sintattico;  Step 3: ripasso;

 Step 4: verifica di quanto appreso.

I risultati ottenuti dopo il trattamento delle frasi relative mostrano un miglioramento delle abilità di produzione del soggetto ipoacusico, il quale ottiene il massimo dei risultati. Un dato sorprendente è stato quello relativo alla produzione di RO, che dallo 0% è salita al 100%, passando dalla produzione di frasi agrammaticali alla produzione di frasi target.

I risultati forniti da questi studi mostrano un effetto positivo di questa tipologia di trattamento metalinguistico. Ipotizzando che la difficoltà dei soggetti a sviluppo atipico, indipendentemente dalla natura del disturbo del linguaggio, sia descrivibile in termini di deficit nell’accesso autonomo ai meccanismi linguistici che governano le strutture sintattiche, anche in occasione del presente elaborato è stato proposto un trattamento esplicito delle regole sintattiche per la riabilitazione dei pronomi clitici.