• Non ci sono risultati.

Sesta lezione

4.2 Le modalit` a dell’intervento didattico

5.1.6 Sesta lezione

La sesta lezione si `e svolta in linea con la programmazione. Ho fornito il quadro generale nel modo pi`u oggettivo possibile, ovvero riportando i fatti, senza schierarmi a favore o contro il processo ormai quasi trentennale di legalizzazione e proposta di un numero di giochi d’azzardo sempre maggiore. Particolare interesse `e stato destato in questa fase dall’aver citato la norma con la quale si vietava ai cittadini dei comuni ospitanti i quattro casin`o italiani di giocare all’interno del casin`o della propria citt`a. Il senso della norma `e stato ben presto riconosciuto dalla classe, nell’ottica della difesa della sicurezza e dell’ordine pubblico tipica del periodo pre-1992, su suggerimento di uno studente, nell’evitare che si potessero verificare casi di dipendenza da gioco d’azzardo tra gli abitanti dei comuni ospitanti i casin`o. Grazie alla norma citata infatti, essi avrebbero dovuto percorrere molti chilometri per giocare in un casin`o, al pari di tutti gli altri cittadini italiani.

Ho inoltre sottolineato che i cambiamenti nelle strategie di gestione non sono stati frutto del caso, ma conseguenze di una vera e propria volont`a politica, ed ha citato documenti ufficiali a supporto dell’affermazione, in particolar modo in riferimento alla pubblicit`a all’azzardo (i vari estratti dai resoconti del Ministero delle Finanze [11], [12], [13], [14]). Commentando queste brevi letture, la classe vi ha riconosciuto la volont`a di creare campagne pubblicitarie con le caratteristiche che erano state individuate nell’analisi dello spot del gratta e vinci, nella seconda lezione: far apparire i giochi facili e divertenti, e soprattutto trasmettere l’idea che la vincita sia pi`u frequente di quanto si creda.

Alla richiesta di immaginare quale fosse un primo, naturale effetto di tale cam- biamento di rotta, le risposte immediatamente pervenute sono state “aumento dei giocatori e delle giocate” e “aumento dei guadagni per lo Stato”. Verosimilmente chi ha proposto la seconda risposta era gi`a giunto al passaggio successivo ed aveva

in mente non l’effetto immediato ma l’obiettivo della strategia. Ho preso in con- siderazione la prima risposta dicendo che il discorso sarebbe approdato verso la seconda successivamente. La classe si `e trovata d’accordo nel ritenere l’aumento del consumo di gioco d’azzardo il principale ed immediato effetto della cambiamento nella gestione dei giochi. Ho poi mostrato il grafico della serie storica dei consumi, che ha confermato quanto si sosteneva.

Approfittando del fatto che fosse stato poco prima citato lo spot del gratta e vinci, ho aperto una parentesi sulla quasi vincita, spiegandone il significato e l’efficacia che contraddistingue questa euristica quando applicata a processi “naturali”, o della vita di tutti i giorni. Dopo aver riportato i risultati delle ricerche del Centro Giovanni XXIII, che mostravano come una grande quantit`a di biglietti del gratta e vinci fosse “quasi vincente”, e l’esperimento di Strickland e Grote, in cui i giocatori che utilizzavano slot machine pi`u propense a generare risultati di quasi vincita continuavano a giocare pi`u a lungo rispetto a quelli che giocavano su slot in cui la quasi vincita era assente, la classe si `e trovata molto d’accordo nel ritenere la quasi vincita un altro degli strumenti nelle mani dei gestori dell’azzardo per far aumentare i consumi.

Passando alle motivazioni pi`u profonde, cio`e al perch´e la politica ha scelto di far lievitare i consumi di azzardo, subito `e stata riesumata dalla classe la risposta precedente: per aumentare le entrate fiscali, e contemporaneamente dunque anche quelle dei concessionari. Stavolta i grafici delle serie storiche di erario e fatturato hanno smentito la congettura: la classe ha potuto constatare che le entrate dello Stato e dei concessionari non crescono allo stesso ritmo del raccolto, ma anzi rimangono pi`u o meno stabili da un anno al successivo. Dopo un breve momento di stupore, uno studente ha prontamente affermato che per far tornare i conti, dovevano essere le vincite a crescere in modo pi`u sostanzioso (avevo appena spiegato la suddivisione di raccolto in erario, fatturato e vincite). `E subito stato intuito dalla classe che tale aumento era realizzato come aumento in frequenza e non in entit`a delle singole vincite (probabilmente grazie anche a quanto visto nella seconda lezione riguardo

al gratta e vinci: se `e vero che l’effetto grande vincita attira molto, anche l’effetto “vincita” frequente `e un sicuro traino pubblicitario al gioco), e come un ulteriore

strumento per aumentare la platea di giocatori e quindi, di nuovo, i consumi. A questo punto ho chiesto se si potesse allora concludere che in realt`a la crescita del bacino di utenza e dei consumi, ottenuta tramite l’aumento della frequenza delle vincite (e dunque dell’ammontare complessivo delle vincite stesse), fosse funziona- le non alla crescita vertiginosa delle entrate di Stato e concessionari, ma al loro mantenimento su livelli stabili. La classe si `e detta d’accordo con tale affermazione, ritenendola quindi verosimile. Un commento significativo, da parte di uno studente, `

e stato: “infatti (Stato e concessionari) non possono spremere sempre gli stessi!”. In definitiva si `e convenuto che la funzione che il gioco d’azzardo ha per lo Stato Italiano `e proprio quella di una tassa, da far pagare a pi`u persone possibili.

Da notare che, contrariamente a quanto atteso, tra le motivazioni proposte dalla classe, oltre a quella delle entrate fiscali, non `e comparsa quella antiproibizionista, cio`e della legalizzazione come forma di contrasto alla criminalit`a organizzata, forse perch´e ancora non erano nati, o erano troppo piccoli per ricordare quando queste motivazioni venivano diffuse anche da voci istituzionali per giustificare le nuove e continue legalizzazioni. Ho allora aperto una parentesi a riguardo. La lettura di alcuni estratti del rapporto della Commissione Parlamentare Antimafia [31], ha per`o fatto ricredere tanti, che dapprima sembravano d’accordo con l’antiproibizionismo, sui reali effetti antiproibizionisti relativamente alla lotta alla criminalit`a, facendo riflettere la classe sul fatto che l’enorme crescita di consumi in gioco d’azzardo legale abbia favorito in molti modi anche le sue derive illegali: la malavita nei fatti ha anch’essa beneficiato della creazione artificiale di una domanda che prima non c’era, e su cui quindi non poteva speculare. Qualcuno ha anche sagacemente commentato che in effetti, comparando i consumi di oggi (oltre 100 miliardi di euro) con quelli del 1992 (circa 12 miliardi di euro), sia ben difficile credere che nel 1992 la domanda fosse la stessa e i 90 miliardi di differenza fossero appannaggio del gioco clandestino.

che un aumento cos`ı drastico dei consumi di azzardo pu`o comportare per lo Stato, chiedendosi se questi fossero comunque giustificati dalle entrate fiscali. Il gioco d’azzardo patologico `e stato il primo aspetto negativo individuato e condiviso da molti studenti. Ho commentato leggendo qualche passo dei documenti citati anche nel capitolo 1, in cui il GAP viene definito come un vero e proprio disturbo. Da questo lato negativo, di tipo socio-sanitario, si `e passati con un facile collegamento a quello economico: in molti hanno osservato infatti che le cure ai malati di GAP sono a carico del Sistema Sanitario, cio`e dello Stato. Una parte della classe, ragionando in termini esclusivamente economici, ha suggerito che bastasse confrontare i costi sanitari con le entrate fiscali per decidere se l’aumento del fenomeno dell’azzardo fosse giustificato o meno. L’impressione della classe era per`o quella che comunque le entrate fiscali superassero le spese sanitarie. Ho citato quindi il lavoro di Ricciardi e Cadeddu [28], in cui si stima il costo per lo Stato di una persona affetta da GAP in oltre 15 mila euro all’anno, e i dati dell’ISS [21], che individuano circa un milione e mezzo di giocatori problematici a rischio GAP. Certamente non tutti coloro che sono a rischio sviluppano il GAP, e non tutti gli affetti da GAP vengono presi in carico dal Sistema Sanitario, ma i numeri sono risultati comunque sorprendenti e preoccupanti. Ho proposto anche l’osservazione che molti soldi persi dagli italiani nell’azzardo, avrebbero potuto essere spesi in altri beni, certamente con incentivi migliori all’economia del paese.

Negli ultimi minuti di lezione, a conclusione della stessa, cercando di spostare l’attenzione, in modo non dichiarato ma comunque deciso, dall’aspetto economico della situazione (che pur, alla luce dei numeri citati, non d`a ragione in modo netto alle motivazioni fiscali) a quello etico-sociale, ho proposto la lettura degli articoli della Costituzione citati alla fine del primo capitolo. Dopo la lettura vi `e stato solo il tempo di spiegare cosa fosse il criterio di progressivit`a della tassazione, senza poter elaborare commenti. Ho allora comunicato che un personale commento su questo avrebbe costituito una domanda del test prossimo venturo, e che quindi gli studenti avrebbero avuto qualche giorno per pensarci su.