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Academic year: 2021

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LINGUAGGIO ASTRALE

Pubblicazione Trimestrale del Centro Italiano di Astrologia

dal 1970

ANNO XXXII n. 127 Estate 2002

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SOMMARIO

101 Dante Valente: La sindrome da “Ipse dixit”... 3

105 Commento ai voti pervenuti sul numero 126 della rivista... 6

LEZIONI MAGISTRALI 120 Nicholas Champion: Un’intervista con Liz Greene. Prima parte: Vivere con Plutone... 11

260 Richard LLewellyn: Lettura al Carter Memorial... 22

252 Raymond A. Merriman: L’impatto dell’opposizione Saturno-Plutone sul mondo economico ... 38

I PERSONAGGI 246 Nick Kollerstrom: Pietre miliari del genio. Il ciclo di Urano nella vita di Isacco Newton ... 51

248 Fulvio Mocco: Philip K. Dick... 59

317 Brunella Collina: Verdi - Le stelle del mito ... 64

350 Susanna Proietti: La penna come arma: Oriana Fallaci ... 67

RIFLESSIONI E PROPOSTE 340 Andrea Rognoni: Chirone retrogrado... 72

380 Bia Gatren: La scoperta della propria identità un ponte fra astrologia e sogni ... 78

611 Angelo Vigorelli: Bizzarrie insidiose per la precisazione dell’ora nei tempi moderni... 82

512 Daniela Gregori: Astrologia e tempo ... 87

345 Anna Demma Gattai: La cosmopratica di Elaine... 89

258 Luis Deza Linares: La cena cosmica di Leonardo ... 95

312 Nella Bernardi: Letture sul tema integrato sinastrico ... 104

ASTROLOGIA CLASSICA 410 Armando Profita: Il Kitab ‘Ard Miftah An-Nujum ... 108

L’ANGOLO DEI NEOFITI - CASA TERZA 501 Asterischi ... 118

601 L’angolo della mitologia... 119

602 Dante Valente: Didattica elementare: l’astrologia medica ha una logica scientifica... 120

520 Isabella Panizzoli: Curioso gioco d’autodiagnosi che ognuno può personalmente verificare in analogia con il proprio segno solare ... 123

330 Liliana Cosentino: Sintesi del seminario su Dioniso... 127

390 La posta di Marco... 134

392 Luna e Venere, pianeti del femminile ... 137

612 Lianella Livaldi Laun: Lilith in transito nelle case (IV - VI)... 139

902 Stefano Bertone: Computer Club: Internet... 144

CASA QUINTA 514 Arturo Zorzan: Onore agli Alpini ... 147

325 Marco Gambassi: Il gioco del calcio ed i dodici segni zodiacali ... 151

540 Dante Valente: Per l’Inter era scritto nelle stelle ... 158

541 Il dis-astro della nostra Nazionale ... 159

545 Un omaggio... 160

590 “Linguaccia Astrale” - Il mondo di Mirka ... 162

CASA NONA 971 Notizie dall’estero - Gracentro (Spagna)... 169

972 Claudio Cannistrà: Un premio meritato a un moderno uomo del Rinascimento ... 171

CASA DECIMA 700 Grazia Mirti: A Torino con Ermes Mercurio, messaggero universale ... 177

701 Notizie dalle Delegazioni ... 183

980 Elenco dei Delegati e Corrispondenti CIDA ... 186 pag.

(3)

3 Argomento

L.A. 127-101

Nel Settecento Baldassarre Galuppi, dopo aver esercitato la sua austera funzione di Senatore della Repubblica di Venezia, tornava a casa e si rinfrancava lo spirito suo- nando la tastiera e componendo “Sonate per gravicembalo”. Fra l’altro una di que- ste, ripresa da Arturo Benedetti Michelangeli, rappresenta uno dei capolavori della scarsa letteratura pianistica italiana.

Ma non basta: Galuppi si cimentò anche come letterato e scrisse una brillante satira sul “Teatro alla moda” che furoreggiava ai tempi a Venezia, specie per le bizze delle primedonne.

Di questo libello mi aveva fatto meditare la frase iniziale che a proposito dei li- brettisti diceva sarcasticamente - cito a memoria –

”In primo luogo il poeta moderno non dovrà conoscere i poeti antichi, imper- ciocchè gli antichi …non conoscevano i moderni…”.

Al di là del grottesco di questa “par condicio”, possiamo chiederci tuttavia co- me abbiano fatto Omero, Saffo, Catullo, il Cantico dei Cantici ecc. a raggiungere si- mili vette senza una retrocultura paragonabile alla nostra. O come abbia potuto Leonardo diventare il più grande fra gli scienziati. Vuol dire che la cultura è utile, ma non strettamente indispensabile. Al punto che oggi non si può affermare quasi nulla, perché qualcuno probabilmente l’avrà già detto.

Andiamo oltre: quanti di noi anziché esprimere un loro giudizio, rovistano nel- la memoria per recuperare chi ha detto qualcosa in proposito, e se non lo trovano si ritengono obbligati a tacere?

Quindi la “cultura”o meglio l’erudizione, superata una dose soglia, “passivizza”

il lettore ed inibisce le sue facoltà creative.

La banalità di molte conversazioni correnti dipende dal fatto che non si emet- tono giudizi, ma si riportano quelli degli altri, come se, solo per essere di una perso- na famosa, il giudizio sia di per sé più attendibile del proprio. Eppure sappiamo be- ne quanto siano state inattendibili le previsioni degli “esperti scientifici” sull’anda- mento delle Borse o dei politologi sulle guerre!

L’ignoranza – per quanto negativa – contiene in sé il merito di obbligarci a pensare, a trovare nostre soluzioni, ad emettere qualcosa, a segnalare che siamo vivi!

DANTE VALENTE

LA SINDROME DA “IPSE DIXIT”

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4 Argomento

Ricordo che da liceale, dopo aver tradotto i classici meccanicamente, senza in- teresse per il contenuto, anelavo alle serate in campagna, dove contadini illetterati, ma acuti osservatori dell’animo umano, mi fulminavano con sentenze sagge e lapi- darie e – senza mai ripetersi – inventavano storie fantastiche con abilissima su- spence …

Solo più tardi ho capito il segreto di quel fascino: assistevo ad una continua creazione, ad una emanazione, non a luce riflessa, condizionata come mi capitava a scuola. E queste persone, sicure ed irridenti verso i cittadini, mi sembravano parteci- pi di una dimensione segreta, immensa, misteriosa, forse inaccessibile.

Il lettore dirà perplesso: allora devo disdire subito l’abbonamento alla Rivista?

Ahimé, c’aggia fatto!

Evidentemente si sta usando un paradosso per segnalare come il bombarda- mento culturale possa inibire la creatività e la differenza fra erudizione (passiva) e la cultura, come forma attiva del pensiero, che parte dalle constatazioni degli altri – o dalla acuta osservazione dei fatti – per trovare le proprie. È una caratteristica dei nostri tempi la prevalenza dell’immagine sulla parola, dell’utile sullo speculativo, del sapere sul sentire, del passivo sull’attivo.

Questa osservazione riguarda anche chi si appoggia sulla famosa “tradizione”, che ad una analisi accurata risulta formata da lunghe diatribe fra “esperti” in varie epoche. Per “dimostrare” un’asserzione si sfogliano centinaia di pagine fino a trova- re quella a noi favorevole, così come gli avvocati sfogliano il Codice. Magari una af- fermazione di Posidonio – favorevole alla tesi che vogliamo sostenere – è stata in seguito ampiamente contestata da Cardano o da Morin de Villefranche.

Ci vuole una conoscenza approfondita dell’astrologia classica per scegliere con competenza il parere più assennato o le asserzioni veramente univoche.

La stessa Lisa Morpurgo mi aveva confidato quanto venissero travisate le sue acute intuizioni.

Possiamo sintetizzare questo atteggiamento come la sindrome da “ipse dixit”.

A questo proposito vale la pena di riportare un gustoso aneddoto citato da Galileo: un anatomista mostrò ad un aristotelico che i vasi sanguigni partivano dal cuore e non dal cervello.

Risposta: se Aristotele non avesse detto il contrario sarei tentato di credervi…!

* * *

Conosco invece persone che sullo Zodiaco si sono fatte subito le idee chiare, e sintetiche, e lo utilizzano con poche regole ma grande buonsenso : inutile dire, con ampio successo. Quindi la cultura consiste anche nel filtrare e valutare il peso, la priorità delle informazioni: è questo il vero segreto dello studio. Si può addirit- tura giudicare le capacità di un Astrologo dall’ ”attacco” iniziale su di un tema!

Peccato che le persone modeste e capaci sottovalutino le loro facoltà creative (e vi- ceversa…).

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5 Argomento

Una responsabilità particolare spetta ai docenti: il miglior maestro è quello che insegna agli alunni a fare a meno di lui, come accadde con Socrate che costringeva gli alunni a trovare da sé la soluzione, forniti i mezzi necessari ( oggi si usano le fa- mose “verifiche”). Non a caso furono numerosi i discepoli che “fecero carriera”: Pla- tone, Senofonte, Crizia, Alcibiade, e indirettamente Aristotele.Se un alunno deve consultare un manuale per sapere cosa può significare un Saturno in dodicesima, evidentemente non ha capito cos’è Saturno e cos’è una dodicesima.

La via ottimale è un uso adeguato della erudizione, (proprio come si dovrebbe fare coi “cellulari”) con pause frequenti “per respirare”, vale a dire per valutare i contenuti assimilati: perché la cultura, come il denaro, è un buon servo ma un cat- tivo padrone.

Di Copernico, Keplero, Galileo e Ticho Brahe,

abbiamo la testimonianza delle loro frequentazioni astrologiche.

Ma la schiera di scienziati “eretici” è probabilmente più lunga.

(6)

6 Argomento

L.A. 127-105

Molti lettori hanno segnalato come sia difficile quantizzare un giudizio sostanzial- mente qualitativo; verissimo, ma per trarre delle conclusioni – sia pure grossolane – occorrono dei dati numerici quantitativi.

Certo, sarebbe più opportuno assegnare una serie di voti, ad esempio un voto per la comprensibilità e capacità di sintesi, uno per la originalità dei contenuti, uno per la utilità ecc. ecc.

Evidentemente non possiamo chiedere tanto: risponderebbero solo i Soci ma- sochisti.

Quindi, perché almeno le fatiche di coloro che hanno diligentemente risposto non sia inutile – e solo per loro – riportiamo un breve commento sui risultati otte- nuti.

Attendibilità delle risposte

Dalla provenienza dei timbri postali si può dedurre una distribuzione grosso modo rispondente alla distribuzione geografica dei Soci.

Abbiamo eliminato tre schede che assegnavano un voto 10 a tutti gli articoli prescelti : si sospetta un giudizio affrettato o di parte.

Il campione disponibile non è cospicuo (45 risposte ) chi però conosce la stati- stica sa che anche piccoli campioni analizzati opportunamente permettono conclu- sioni attendibili: basterà ricordare il famoso exit-poll, praticato su meno dello 0.01% dei votanti. Importa solo il reclutamento dei dati che deve essere omogeneo e rappresentativo della popolazione in toto.

Unica obiezione valida: quei Soci che hanno risposto – con diligenza e atten- zione – sono rappresentativi della media generale, o avevano qualche motivazione per rispondere? Difficile dirlo. Comunque, meritano di essere premiati con qualche cifra, sia pure orientativa.

Come parametro indicante il giudizio medio abbiamo scelto il voto mediano.1,2 Sempre per le leggi della statistica (che, non lo ripeteremo mai abbastanza, si accontenta di pochi numeri (ben selezionati), se no si parla di censimenti) la affida- bilità del risultato aumenta quanto meno dispersi sono i valori. Allo scopo si è eli- minato il voto più basso e il voto più alto (come nelle gare di pattinaggio) e si sono riportati gli estremi risultanti – minimo e massimo – (una stima molto semplificata dei “limiti fiduciari”).

COMMENTO AI VOTI PERVENUTI

SUL NUMERO 126 DELLA RIVISTA

(7)

7 Argomento

Ne risulta che conviene disporre i voti, anziché il valore mediano, ma secondo la minor differenza massimo-minimo, per far sì che si inizi dai voti più attendibili.

Ovviamente non si possono trarre conclusioni sugli ultimi dati.

VOTO

MEDIANO Min Max Max-min

M. Aladren Il significatore 7 7 8 1

Albo (D.V.) Soluzioni ai quiz 7 7 8 1

L. Cosentino Sulle pietre preziose 6 5 7 2

Linguaccia Astrale Il mondo di Mirka 6 5 7 2

D. Valente A cosa servono le ore planetarie 6 6 8 2

M. Pesatori La posta di Marco 7 6 8 2

S. Bertone Computer Club 7 6 8 2

Le carte divisionali vediche Le carte divisionali vediche 6 4 7 3

Julianne Evans Sul Tema degli USA 7 5 8 3

D. Valente Trovare l’ASC degli USA 7 5 8 3

F. Mocco L’energia della Fenice 7 6 9 3

D. Valente Asterischi 7 6 9 3

C. Cannistrà Recensioni 7 6 9 3

L. Fassio Il progetto del Sole 9 7 10 3

D. Valente Didattica Elementare (le case) 8 7 10 3

M. Pesatori Minima Moralia 8 5 9 4

D. Duretto Astrologia quantistica 8 5 9 4

L. Biazzo Poesie 6 5 9 4

L. Livaldi Laun Lilith nelle prime tre case 7 5 9 4

D. Valente Il Papa ha ragione 9 6 10 4

Glenn Perry Verso un Codice Etico 9 6 10 4

A. Billi C.Cannistrà Dialogo:la professione Astrologo 8 6 10 4 A. Rampino Cavadini Islam: dalla Luna a Plutone 8 6 10 4

I. Zanni Fabrizio De André 8 6 10 4

G. Ufficiale L’A. e la fine della vita 7 2 7 5

G. Warren Price L’Alcocoden 7 4 9 5

C. Ridoux L’abbandono del potere 6 4 9 5

Linguaccia Astrale Gli insulti astrologici 6 1 9 8

COMMENTI AGGIUNTIVI

- D. Valente: Il Papa ha ragione.

Molti Soci avevano capito che si trattava di una provocazione, per invogliare a rispondere in qualche modo. Speranza vana, o quasi. Qualcuno forse ha intravisto una mancanza di rispetto, una dissacrazione. Non è così, naturalmente; si desidera-

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8 Argomento

va solo mettere in evidenza quanto il bisogno del magico fosse connaturato all’uo- mo e perciò non condannabile. Inoltre :

L’affermazione «…che tutti abbiano verificato come le psicanaliste siano un fallimento come madri e spesso come mogli…» mi ha procurato la protesta di un lettore (sia pure limitatamente… alle madri), ma talmente garbata che mi sento ob- bligato a scusarmi ed impegnarmi perlomeno ad ampliare a dovere la mia casistica in merito, sicuramente limitata.

LINGUACCIA ASTRALE: contrariamente alle attese, la rubrica non ha suscitato particolari entusiasmi, per cui è probabile che – se non si ricevono segnali in merito – venga fra breve abolita.

Fra l’altro scrivere di umorismo è più faticoso di una dotta dissertazione sull’a- strologia delle Isole Samoa!

L’Articolo di Daniele Duretto è stato probabilmente penalizzato per il suo lin- guaggio: rigoroso, ma non agevole. Eppure riteniamo il contenuto sicuramente di alto valore, confortati dal giudizio di alcune “menti” di prestigio del CIDA, spesso assai critiche.

* * *

Una socia ha assegnato un voto negativo all’elenco dei promossi per l’Albo e all’elenco dei Delegati. Supponiamo che non approvi l’Albo e neppure il lavoro dei Delegati…

* * * ESPRIMETE COMUNQUE IL VOSTRO PARERE!

A partire da questo numero in alternativa o in aggiunta al voto si potrà espri- mere un giudizio; che però non sia un doppione del voto, (tipo ottimo, buono, in- sufficiente) ma va arricchito, (tipo: ostico, sconclusionato, avvincente, chiaro, con- vincente, problematico, ricco di suggerimenti, deja vu, non dimostra, affrettato, li- neare, esauriente, utile ecc. ecc).

Ribadiamo che basta esprimerlo per i soli articoli consultati, anche se pochi, non per tutta la Rivista!

Vi prego nuovamente di vincere la pigrizia!

(D.V.)

NOTE

1 Per spiegare la mediana con un esempio: dati 7 valori , disposti in ordine (2, 6, 6, 7, 8, 8, 10) il valore di mezzo ( 7) è il valore mediano, quindi il quarto su sette. A differenza della media non ri- sente dei valori alle due estremità.

2 In fase di bozze sono pervenute altre risposte, che - a riprova del valore della statistica – so- no tutte contenute entro i limiti stabiliti più sopra.

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9 Argomento

Nella seduta del 26 maggio il Consiglio Direttivo ha nominato Teso- riere Armando Billi, di Bologna, in sostituzione della indimenticata Giuliarosa Bigazzi Vincenzi.

Lo stesso Armando è stato designato come Delegato Regionale per l’Emilia.

La Delegazione Romagna è stata dichiarata… autonoma, almeno nel CIDA!

È stato inoltre incaricato Stefano Vanni – Presidente dell’Albo – di stilare una proposta dettagliata sulla struttura delle Scuole CIDA di Astrologia.

ALTRI SOCI… NETTUNIANI

Elenchiamo una serie di bollettini postali pervenuti privi del mittente!

CITTÀ UFFICIO DATA

Padova Agenzia n. 9 5 febbraio 2002 40 Euro

Napoli Succursale 37 8 febbraio 2002 40 Euro

Catania 20 marzo 2002 60 Euro

Roma Nomentano 27 aprile 2002 60 Euro

Firenze Vaglia Risparmi 29 aprile 2002 60 Euro

Latina Succursale 2 5 giugno 2002 40 Euro

Preghiamo gli interessati di segnalare il loro nominativo alla Segreteria.

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LEZIONI MAGISTRALI

120 – Intervista con Liz Greene:

vivere con Plutone 260 – Richard Llewellyn:

Lettura al Memorial Carter 252 – Raymond Merryman:

l’opposizione Saturno-Plutone

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11 Lezioni magistrali

L.A. 127-120

Tenendo presente, in particolare, l’attuale periodo di opposizione Saturno-Plutone e le tematiche che ne derivano, l’intervista cerca di mettere in luce l’incidenza del pianeta generazionale sulla vita dei singoli e offre qualche suggerimento per af- frontare in modo costruttivo la sua forza immensa, che è alla base della vita stessa Liz Greene è uno dei più autorevoli astrologi del periodo postbellico. Conti- nuando l’opera di predecessori come Alan Leo e Dane Rudhyar, trasse insegnamento dalla psicologia del XX secolo, specialmente dai lavori di C.G. Jung, per creare un’a- strologia psicologica basata sul processo dinamico della personalità piuttosto che sulla descrizione di essa. Incominciando da Saturno nel 1976 e La Relazione Inter- personale nel 1977, ha prodotto una notevole serie di opere in cui ha elaborato ed approfondito la sua originale intuizione che l’astrologia si occupa sia di ciò che pos- siamo diventare sia di ciò che siamo. Ha un dottorato in Psicologia ed un diploma della Facoltà di Astrologia (ha il patrocinio della Facoltà) ed è analista junghiana qualificata. Dirige il Centro di Astrologia Psicologica, che ha istituito nel 1983 con Howard Sasportas. Sito Web ://www,astrologer.com/cpa

Ho incontrato Liz a Londra, il 14 agosto 2001, per condurre quest’intervista.

Considerando retrospettivamente il disastro dell’11 settembre, le sue affermazioni sull’essenza del periodo Saturno-Plutone hanno assunto un’aria altamente pro- fetica.

Nick Campion: Per incominciare, Liz, vorrei parlare un po’ di Plutone, il piane- ta del momento, specialmente nell’ottica della sua opposizione a Saturno. Ho letto ciò che hai scritto in proposito nel tuo libro Saturno;1tu hai affermato che quando questi due pianeti interagiscono, “spesso sembra che ci sia un movimento attenta- mente e deliberatamente organizzato verso un qualche tipo di esperienza autodi- struttiva.” Hai aggiunto che una persona, pur essendo consapevole di questa ten- denza ossessiva, può essere incapace di controllarla. Io ho adesso questa opposi- zione quadrata al mio Sole, perciò pensavo: “Come posso esserne conscio?” In ef-

NICHOLAS CAMPION

UN’INTERVISTA CON LIZ GREENE

PRIMA PARTE:

VIVERE CON PLUTONE

TRADUZIONE DI ANGELA CASTELLO

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12 Lezioni magistrali

fetti, come si diventa consapevoli di qualcosa? Tu hai avuto qualche tipo di espe- rienza in proposito con i clienti? Ce n’è stata qualcuna più evidente?

Liz Greene: Certo. Sono pochi quelli che non se ne accorgono, perché l’aspet- to non coinvolge soltanto pianeti in segni mutevoli. Colpisce anche attraverso i se- miquadrati ed i sesquiquadrati. E questo coinvolge anche tutti i segni cardinali. Co- sì, tutti stanno incominciando ad indossare la loro corazza protettiva.

Nick: Vuoi dire che si stanno mettendo in posizione di difesa?

Liz: È un tipo di reazione. Penso che sia una maniera di reagire molto comune e probabilmente istintiva. Saturno è individualmente molto più comprensibile men- tre Plutone viene sentito così opprimente che la risposta iniziale è piombare nel proprio Saturno e cercare di difendersi da Plutone. Non è “sbagliato” ma non è ne- cessariamente la cosa migliore da farsi. Questo aspetto troverà comunque la sua strada.

Nick: Secondo la rispettiva posizione planetaria, pensi che ci sia una partico- lare tipologia Gemelli-Sagittario in questa opposizione?

Liz: Penso di sì, perché essa sembra sollevare problemi relativi alla moralità e alla cultura che si scontrano con un qualche genere di realizzazione. Sta creando, infatti, una notevole polarizzazione intellettuale con sbandieramento di idee, seb- bene questa opposizione sia in grado di assumere una forma molto concreta nella vita di tante persone. Con tutti i conflitti che sembrano sorgere a livello personale e collettivo, ad essere in gioco sono le ideologie, i concetti, la fede nei sistemi e le dottrine, che si nascondono anche dietro qualsiasi tipo di guerra.

Nick: C’è qualche esempio particolare di scontri fra ideologie cui vorresti allu- dere ?

Liz: Che ne diresti dell’Irlanda del Nord? Sta durando da moltissimo tempo e non penso che sia tipica di Saturno-Plutone, ma potrebbe entrare adesso in una nuova fase.

Nick: Nella carta della costituzione della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord (7 dicembre, 1922), il Sole si trova a 14° del Sagittario.2

Liz: Il Sole ed il Discendente hanno una distanza di 5° l’uno dall’altro. La carta dell’Irlanda del Sud3e quella del Regno Unito, inclusa l’Irlanda del Nord, hanno un giorno di differenza. Entrambe sono raggiunte dall’opposizione.

Nick: Sì, spesso con una completa incapacità da entrambe le parti di identifi- carsi con il punto di vista dell’altra. E persino di accorgersi che c’è un punto di vi- sta. A quale archetipo pensi possa corrispondere Plutone? È un po’ artificiale dire,

“Questo pianeta rappresenta questo archetipo e quello quell’altro archetipo,” come se vivessero in piccole cabine separate?

Liz: Sì, è artificiale

Nick: Ad un certo punto hai descritto Plutone come Lucifero, l’Angelo oscuro che porta la notte, e in un altro momento come un pianeta femminile ed in seguito anche come l’archetipo dell’immortalità e dell’infinito ciclo di morte e rinascita.4

Liz: Non penso si possa dire: “Qui c’è questo pianeta, qui questo archetipo, si

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13 Lezioni magistrali

possono mettere insieme,” perché significherebbe comprimere due diversi sistemi simbolici in uno. Non si potranno mai adattare completamente. Probabilmente, è meglio considerare i simboli planetari come delle relazioni familiari con un’estesa gamma di immagini, ognuna delle quali si combina in modi diversi. Uno degli ar- chetipi plutoniani è certamente quello di Lucifero: uno è quello del Fato. Uno è quello del Mefistofele goethiano, ed un altro è Kali. C’è un’intera serie di immagini mitiche che ci aiuta a comprendere alcuni dei significati plutoniani. È quasi impos- sibile esprimerli se non in metafore poetiche. C’è una vita intelligente nella stessa materia che sembra associata con la forza vitale degli esseri viventi. È la natura stessa, o la forza vitale della natura che sopravviverà. E per sopravvivere deve ne- cessariamente passare attraverso le trasformazioni, i cambiamenti, il processo della morte che distrugge le forme, quando raggiungono la data di scadenza, per gene- rare nuove forme. Nel momento in cui sperimentiamo Plutone come qualcosa di di- struttivo, guardiamo a lui come Mefistofele. Se invece lo sperimentiamo come nu- trimento, allora vediamo in lui la Grande Madre. Oppure lo viviamo come il destino, così percepiamo in lui l’immagine delle Moire, il fato greco.

Nick: Plutone fu scoperto nel 1930, e gli astrologi spesso parlano della con- nessione tra il fascismo e l’irrompere della consapevolezza dell’archetipo plutonia- no. Ma pensi che da quel momento, l’archetipo di Plutone sia diventato più forte?

Liz: Non credo che sia diventato più potente. È solo accaduto che ne siamo più consapevoli, come di qualcosa che opera nella società e nella natura. E sebbene sia difficile ignorare il sorgere del fascismo e la scoperta della forza nucleare, dobbiamo essere cauti, perché dittatori, genocidi, massicce invasioni collettive, disastri e mor- te si sono verificati in molti periodi. La differenza è che adesso c’è la consapevolez- za dell’archetipo plutoniano come di qualcosa cui abbiamo dato un nome. Sappia- mo ora che c’è un qualcosa che opera nel mondo e questa consapevolezza ci dà una maggiore possibilità di usarlo o di abusarne. Stiamo incominciando a prenderlo in considerazione invece di utilizzarlo in modo cieco e sbadato.

Nick: Dal punto di vista dei ruoli, leggevo L’Oroscopo nelle sue manifestazioni.5Ad un certo punto, dici ad un partecipante del seminario: “Tu entri in scena” e quello replica: “Cosa?” e tu:” Sì, per assumere il ruolo di Giove.” Perciò, come ti aspetti che la gente assuma il ruolo di Plutone? Che tipo di approccio avre- sti con qualcuno che abbia un fortissimo problema plutoniano?

Liz: Innanzitutto vorrei sentire e parlare di ciò che sente e sperimenta. I pianeti esterni possono farci sentire così sopraffatti che è facile perdere completamente il senso del limite. Qualsiasi cosa in grado di aiutare la persona ad ottenere una pro- spettiva su ciò che sta vivendo risulta un aiuto immediato. Sia che il sentimento di oppressione sia interno od esterno, è fondamentale per qualcuno riuscire a dire:

“Sono disperato. Mi sembra che intorno a me tutto stia morendo.” È importante trovare un terreno solido su cui ci sia un individuo invece di una marea che som- merge. Così, incomincerei sempre con il chiedere ad una persona come si sente in- vece di spiegarle cosa significhi il pianeta. Talvolta succede che la gente prenda le

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14 Lezioni magistrali

distanze da ciò che sente perché è molto spaventata. L’ho notato quando qualcuno si trova sotto un forte condizionamento plutoniano, specialmente se ha un ego fra- gile. E allora incomincia a comportarsi come Plutone. Viene travolto da qualsiasi co- sa stia emergendo.

Nick: Che cosa significa comportarsi come Plutone? Ossessivo?

Liz: Sì

Nick: Pronto allo scontro?

Liz: Non necessariamente. Plutone può essere molto circospetto sebbene sem- pre chiuso in un atteggiamento di: “Si tratta di vita o di morte ed io devo vincere, altrimenti sarò distrutto”. Questo è ciò che qualche volta induce le persone a com- portarsi molto male. Vengono coinvolte in lotte di potere ed incominciano a mani- polare gli altri o si mettono in qualche modo in una posizione in cui sono persegui- tati da qualche terribile forza. Lo stesso Plutone è costretto a seguire un modello naturale che lo costringe ad opprimere tutto o a diventare la vittima di tutto.

Nick: Assumere il ruolo della vittima rispetto all’autorità sembra il classico aspetto Sole-Plutone.

Liz: È certamente una delle manifestazioni tipo. Intendi aspetto natale o di transito?

Nick: Natale. Ma distingueresti tra gli aspetti natali e quelli di transito?

Liz: Sì, perché nel primo caso si tratterebbe di un processo continuo. Se l’a- spetto è soltanto di transito, è un’esperienza che la persona subisce ma non tale da doverci impostare la vita. Mentre se è natale, è necessario rendersi conto di quale dimensione di vita è importante appropriarsi per conviverci. Insomma, bisogna in- staurare un qualche genere di relazione con essa.

Nick: Se qualcuno ha un Sole-Plutone natale, potrebbe incorporarlo nel suo essere, così quando avviene un transito, potrebbe sentirlo in maniera molto meno intensa, forse, di chi ha lo stesso transito senza la posizione natale.

Liz: Ecco, forse non “molto meno intensa” quanto molto più familiare. Quel qualcuno potrebbe dire: “Sì, so cos’è, è solo che il volume è stato alzato un po’ trop- po.” Se invece non si tratta di un aspetto natale, allora si esprimerebbe così: “Che cos’è?” È un grande aiuto se Plutone ha legami con il proprio AS, Sole, Luna, Mercu- rio, o se si trova in posizione angolare quando avviene il transito perché questo si- gnifica che c’è già il senso della dimensione plutoniana della vita. Questa esige che l’uomo accetti l’operare di qualcosa più grande di lui. Se è già presente allora è più facile orientarsi in mezzo al genere di cose che avvengono con tale transito: in po- che parole, conoscere il nome dell’animale rende tutto meno allucinante.

Nick: Allora, se ho ben capito, l’utilità dell’astrologia è quella di far conoscere il nome dell’animale con cui ci si scontra. L’astrologo dà un’etichetta ed il consul- tante può concretizzarla o darle una specie di corpo, una personalità con cui può confrontarsi.

Liz: Sì, è lo stesso processo secondo cui operano le tecniche del tipo immagi- nazione attiva o elaborazione dei sogni. Se ad un qualsiasi tipo di esperienza si può

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15 Lezioni magistrali

dare un contenitore per mezzo di un simbolo, come il simbolo astrologico, o la pit- tura o il disegno o un brano musicale, allora si crea un distacco tra se stessi e l’e- sperienza. Può darsi che non sia possibile oggettivarla come qualcosa che si cono- sce, ma può avere un senso stabilire un rapporto con essa piuttosto che esserne in- ghiottiti – e riuscire così a sopportarla consapevolmente

Nick: Quale distinzione puoi fare tra i legami Luna-Plutone e quelli Sole-Plu- tone? Quelli con la Luna hanno maggiormente a che fare con la famiglia?

Liz: Penso di sì. Il rapporto Luna-Plutone agisce molto di più attraverso l’ere- dità fisica e psicologica. Si vive la dimensione plutoniana della vita in modo viscera- le sia nel corpo sia attraverso i sentimenti ed i rapporti. Invece il rapporto con il So- le si esprime maggiormente in ciò che interessa o è parte del proprio percorso, de- stino, orientamento ed obiettivi

Nick: In “L’Oroscopo nelle sue manifestazioni”, hai detto ad uno dei parteci- panti alla conferenza, che aveva Plutone quadrato alla Luna: “Tu ti trascini dei complessi relativi all’eredità familiare, alle ferite del mondo, alla sofferenza degli altri ed al senso d’obbligo verso tale sofferenza.” Ciò sembra molto in sintonia con il passato, al contrario del rapporto Sole-Plutone più orientato verso il futuro.

Liz: Sì. Luna-Plutone si porta dietro un enorme guardaroba. Ciò che appartiene alla famiglia si trova nell’attico e nello scantinato.

Nick: Scheletri nell’armadio?

Liz: Sì. Il bambino che nasce con l’aspetto Luna-Plutone sa che la vita è molto pericolosa. Niente è duraturo e tutto può essere distrutto. Non riesce mai a sentirsi rilassato od a provare un piacevole senso di sicurezza perché ha l’innata compren- sione, o istintiva consapevolezza, della ciclicità della vita e della mortalità di ogni cosa - l’inevitabilità del cambiamento. È questo senso di costante pericolo che po- trebbe essere tramutato in una straordinaria qualità. Porta con sé anche una com- prensibile tendenza alla depressione, perché non si può andare ad un party a cuor leggero. Cioè si può, ma ad un certo momento, quando l’orologio indica la mezza- notte, ci si rende conto che tutta la gente intorno dovrà invecchiare, ammalarsi, morire, e qual è il punto? Il punto è: cosa ci facciamo noi là in quel momento?

Nick: Un argomento che nei tuoi primi scritti hai sviluppato molto bene è il concetto che una qualsiasi combinazione planetaria con possibili conseguenze ne- gative contiene anche i mezzi per neutralizzarle. Perciò, se l’aspetto Luna-Plutone porta una naturale tendenza alla depressione, quale sarebbe il modo naturale per cambiarla in moto ascensionale o farla tornare alla luce, o comunque la si voglia mettere - in modo da far tornare a sorridere chi ne soffre?

Liz: Penso che non sia poi così terribilmente necessario far tornare il sorriso su quelle persone. Parte del problema consiste nel fatto che noi percepiamo la depres- sione ed il lutto come condizioni patologiche da curare. Metà dell’America viene curata per evitare la depressione. La depressione o malinconia, per lunga tradizione, è l’unica possibilità di essere in contatto con l’anima. Tale stato non può farsi strada in maniera creativamente utile se si va in giro con un eterno sorriso sulle labbra. La

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ciclica tendenza depressiva dell’aspetto Luna-Plutone significa, innanzitutto, com- prendere la depressione in modo diverso - e chiamarla, invece, malinconia - e scen- dere nelle profondità della psiche per poi ritornare alla luce. Poiché nel mondo plu- toniano tutto muore, c’è una costante sofferenza per ciò che passa. È come quando si perde una persona a noi vicina e, a meno che non si viva il processo di lutto, qualcosa rimane completamente bloccato e si ammala. In realtà, può costituire un aiuto elaborare la depressione come qualcosa di utile e creativo piuttosto che cer- care di far tornare il sorriso sulle labbra. Credo che il sorriso debba incominciare a formarsi con l’ironia, ch’è qualcosa di diverso. Inoltre, potrebbe condurre ad un ge- nere di umorismo che riesce ad apprezzare l’assurdo.

Nick: Ricordo che una volta, molto tempo fa, c’era un articolo su “Transit”, il bollettino dell’Associazione Astrologica, in cui Eve Jackson esaminava l’oroscopo del Monty Pyton Team che aveva una prevalenza plutoniana.7 Vengono in mente immagini come il clown triste con il viso rigato di lacrime.

Liz: Plutone ha un suo modo di sorridere. È un grande errore pensare che il sorriso debba sempre essere quello alla Steinway, con un “Buona giornata” appicci- cato sopra. Ottenere qualcosa di rigenerante e appagante da Plutone significa trat- tare il dio con rispetto senza cercare di cambiarlo in una pioggia di risate.

Nick: Un’immagine che mi è apparsa mentre stavi parlando è quella che balza agli occhi nei Paesi mediterranei, con oscure chiese cattoliche e vecchie signore in nero che accendono candele, forse per i loro cari scomparsi.

Liz: Sì, può essere appropriato per quelle culture ma non per noi. Inoltre, alcu- ne culture sono molto meno spaventate di lasciar trapelare il dolore e la rabbia che si accompagna al dolore, perché dovremmo giustamente essere arrabbiati quando gli esseri muoiono. Di nuovo, se considerate il Faust, Goethe aveva il Sole quadrato al Sole sorgente in Scorpione. Ad un certo punto, Mefistofele dice: “Cosa importa se muore una donna?” e Faust insorge con l’indignata affermazione che la morte di una sola giovane donna era una terribile tragedia. Noi dovremmo provare tale rea- zione di fronte a Plutone. Sarebbe appropriata perché in tal modo ci svuoteremmo della rabbia e del dolore.

Nick: Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, la nostra intera esperienza astrologica di Plutone è stata caratterizzata dal suo lungo sestile con Nettuno; al- cuni anni fa, Nettuno e Plutone si sono rispettivamente spostati in Aquario e Sa- gittario. In quel periodo, al Convegno dell’Associazione Astrologica del 1977, tu hai sottolineato che Plutone in Sagittario aveva anche coinciso con l’inizio del Roman- ticismo nella metà del 18° secolo; ed in “La relazione interpersonale” tu affermi che l’inizio di ogni nuova era produce i suoi eroi. Hai citato Goethe, Swedenborg ed al- tri, pertinenti a quel periodo.8Hai idea di quali possano essere, al momento, gli eroi rappresentativi della nostra epoca od a chi potrebbero assomigliare?

Liz: A Buffy, il Vampiro assassino?

Nick: Sì

Liz: Pensi che stia scherzando?

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Nick: No. Hai messo proprio il dito sulla piaga: il sorprendente fascino degli oscuri misteri e dell’occulto in televisione, da “Buffy a X Files “ e ad una quantità di roba del genere.

Liz: C’è molta saggezza in Buffy. Il regno plutoniano raffigurato nella serie è in certo qual modo prevalentemente cattivo, il che è una prospettiva molto limitata.

Ma è il modo in cui il dominio plutoniano si intreccia con la vita quotidiana che rende originale il programma. C’è qui l’accettazione del fatto che esso fa parte della vita. Così abbiamo l’assurda giustapposizione di vampiri che entrano in azione in una scuola superiore americana; eppure, è proprio tipico di Plutone. Non c’è biso- gno di dissotterrare qualcosa di “altro” - è dappertutto. Come una volta le favole, questo genere di programmi serve a qualche scopo psicologico. Ecco perché la gen- te li guarda. Essi presentano dei modelli interiori in modo digeribile, interessante e divertente - e non ci si accorge che forniscono delle soluzioni insieme al diverti- mento. Rappresentano l’equivalente moderno delle favole. Ma in quanto ad eroi moderni, tuttavia, non ne ho visti di recente.

Nick: E’ difficile, non è vero?, perché viviamo in un’epoca anti-eroica.

Liz: Sicuramente. Non credo che, per il momento, i nostri eroi si facciano rico- noscere come tali, non con Nettuno-Urano in Aquario. A noi non piacciono gli eroi;

politicamente sono sbagliati. Dobbiamo cercarli nei film ed in televisione o nei ro- manzi.

Nick: Allora, cos’è successo ai Plutone-in-Leone, la generazione dell’”Io”? C’è qualcosa che dice: “Anch’io posso essere un eroe e perciò non voglio riconoscere il vostro eroismo?”

Liz: No, penso che gli eroi siano quelli che stanno creando serie del tipo X-Files e Buffy. Hanno tutti Plutone in Leone. Il modo di partecipare di questa generazione alla sopravvivenza della natura, la determinazione nel volere che la vita continui malgrado le circostanze significa confermare il potere creativo del singolo. Essi lo stanno ancora facendo. Certo in modo diverso dalle generazioni Plutone-in-Vergi- ne, Plutone-in-Bilancia, Plutone-in-Scorpione. Mentre Plutone si sposta nei segni, i gruppi generazionali firmano le modalità attraverso cui l’istinto di sopravvivenza – la natura primordiale nell’individuo – recita se stesso quando si giunge alla resa dei conti e la personalità individuale non è più così rilevante o sta per essere sopraffat- ta. Proprio allora si vede apparire Plutone.

Nick: Hai qualche idea sulla generazione Urano-Plutone che sta venendo fuo- ri? Erano quelli nati durante l’epoca hippie e ricordo la delusione negli anni ‘70, quando ognuno diceva: “Il periodo hippie non ha portato a niente.” Ma, natural- mente, gli hippie ebbero dei figli.

Liz: Già.

Nick: E quei bambini sono tutti sui quaranta adesso. I Punks stanno ora di- ventando nonni. Scommetto che noi li cataloghiamo come la “generazione compu- ter”.

Liz: Sono verso la fine dei loro trent’anni. Non hanno ancora Urano in opposi-

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zione. E’ vero, sono la generazione dei computer, ma penso che siano anche molto coinvolti in uno dei grandi temi degli anni ‘60 - il tentativo di tornare alla natura, ai prodotti naturali, ai cicli naturali ed all’armonia con la Terra. Non erano tanto anti- tecnologici quanto anti-industrializzazione e questo motivo sta certamente emer- gendo con il gruppo Urano-Plutone. Tutta la consapevolezza su ciò che si mangia, ed i movimenti che si battono per il biologico provengono in realtà da questa gene- razione. E non hanno ancora finito. Non sono ancora pervenuti alle posizioni auto- revoli tipiche degli ultimi anni quaranta e dei primi cinquanta, quando si incomin- ciano a conseguire importanti incarichi nel governo. Dobbiamo ancora vedere co- s’altro sanno fare.

Nick: E dietro di loro ci sono i ragazzi di 20 anni, nati con la congiunzione Sa- turno-Plutone in Bilancia, che sospetto siano tra i protestatari che seguono le Or- ganizzazioni del Commercio Mondiale e le conferenze del Fondo Monetario Inter- nazionale.

Liz: Vero.

Nick: Il ciclo Saturno-Plutone è anche molto connesso all’Indipendenza del- l’India e di Israele negli anni ‘40. Due antiche civiltà: quella induista e quella giu- dea, si videro restituire il loro ruolo di stati. Saresti in grado di percepire negli indi- vidui Saturno-Plutone un’analoga influenza arcaica?

Liz: Penso che abbiano un lungo passato dietro di sé. La consapevolezza stori- ca non è un ingrediente indispensabile nella prospettiva di tutti. Alcuni se la sanno cavare molto bene senza. Saturno-Plutone sembra riflettere la consapevolezza di una storia molto più antica che va indietro nel passato attraverso cicli, morte, rina- scita e metamorfosi. Una parte della sua grande forza potenziale risiede nel fatto che vi è un’istintiva conoscenza dell’importanza della storia e che qualsiasi cosa co- struita storicamente un giorno morirà.

Nick: L’idea che qualsiasi cosa costruita un giorno morirà porta al concetto del sorgere e cadere delle civiltà in linea con le epoche astrologiche. In “La relazione interpersonale”, hai parlato dell’Età dell’Aquario, come Dio è – gli Dei sono – adesso dentro di noi, non più al di fuori e come la scienza sia una manifestazione aqua- riana.9Mi sembra che tu potresti essere catalogata come umanista nel senso che

”noi” siamo adesso al centro del tutto. Inoltre, c’è un relativismo culturale, proba- bilmente implicito nel pensiero di tutte le Nuove Ere, il quale sostiene che ogni epo- ca ha la sua versione di verità ma nessuna è necessariamente superiore ad un’al- tra.

Liz: Non credo che le età astrologiche siano più reali in quel senso che in qual- siasi altro. Ma sembra ci siano punti di svolta nel come gli esseri umani definiscono il bene sommo o qualsiasi altra cosa preferiscono chiamare Dio e le modalità attra- verso cui vivono quelle percezioni. Così, non penso che un’epoca sia “migliore” di un’altra nel senso che ha una dose maggiore di verità. Nel mondo antico, gli dei erano percepiti come se fossero “altrove” ed intervenivano nella vita umana. Stiamo avendo tempi difficili, adesso, per definire gli dei in quel modo. Ciò potrebbe non

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necessariamente implicare una maggiore consapevolezza del vero. C’è un processo tendente a frammentare e distruggere l’idea della divinità come qualcosa “là fuori”

che noi preghiamo. Tale collasso sembra causare un sacco di preoccupazione, an- sietà, minaccia e la risposta è la costellazione degli opposti: un rigido fondamenta- lismo. È la prometeica visione per cui gli esseri umani sono l’alfa e l’omega - tutto si trova dentro di noi. Se questo sia vero o falso è una domanda sbagliata. Sembra es- sere ciò con cui stiamo vivendo e con cui saremo costretti a convivere per un lungo tempo a venire. Senza dubbio ne faremo un gran pasticcio perché tutto ciò genera un’enorme arroganza. Ogni volta che modifichiamo la percezione della divinità, perdiamo qualcosa. Sembra sia più un problema del tipo: “Possiamo conservare qualcosa di valido dalle percezioni del passato e nello stesso tempo lasciare il passo ad una nuova percezione?” piuttosto che tracciare una linea e dire “Buttiamo via tutto ciò ch’è vecchio.” Il Cristianesimo cercò di buttar via la visione pagana in ma- niera spietata, e credo pagasse un prezzo terribile per l’esclusione di ciò che era va- lido. Adesso siamo nella stessa situazione.

Nick: Perciò, quando scrivi in “Astrology for Lovers” che, come singoli indivi- dui, ci trasformiamo costantemente in qualcosa,10 pensi che la società umana si stia trasformando? Da quello che hai appena detto, mi pare di capire che tu rimani molto neutrale circa il trasformarsi-in-qualcosa e che il qualcosa non è necessaria- mente migliore di quello da cui proveniamo.

Liz: Potrebbe essere migliore ma non credo ci sia alcuna certezza che ciò av- venga davvero. Se succederà, potrebbe aver a che fare più con le nostre potenzialità che con un grande piano evolutivo. È un po’ come la vita umana. Quando si rag- giunge una certa età, le proprie esperienze incominciano a diventare cicliche e si incomincia a rendersi conto che siamo stati già prima in quella sala d’aspetto. Que- sto potrebbe, effettivamente, produrre qualcosa di migliore in termini di saggezza od in capacità di dirigere gli eventi o quanto meno di gestirli creativamente. Oppure può invece rendere la gente più amareggiata e distruttiva. Penso, dunque, che ci sia il potenziale per un’autentica evoluzione, ma non programmata.

Nick: Sono rimasto colpito dai tuoi attacchi contro i guru della New Age in

“Nettuno”.11 Ritenevo davvero interessante che il mondo esterno classificasse tutti gli astrologi come membri della New Age e pertanto leggermente strambi, ma qui è stato un astrologo a criticare gli eccessi dei guru.

Liz: Mi è sempre piaciuta la frase di John Cooper Powys: “Il diavolo è qualsiasi divinità che incomincia ad esigere obbedienza.” Qualsiasi autorità può diventare il diavolo, che sia la spiritualissima “Nuova Era,” sotto forma di un guru; o la religione ortodossa, sotto forma del Papa; o la scienza nelle vesti di un potente accademico;

o la politica , quando s’incomincia a rinunciare alla propria capacità di giudizio. La

“Verità” è una parola orribile perché dipende soltanto dall’osservatore. Se buttiamo via il bisogno di combattere individualmente per trovare una verità personale, vuol dire che siamo degli sciocchi. Non è che io attacchi i guru in quanto tali. È possibile trasformare in guru il proprio medico o il proprio governo, come hanno fatto i russi

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nel periodo sovietico e come molti stanno facendo ora con il governo britannico.

Tutto quanto si può trasformare in guru, se siamo dei bambini che hanno bisogno dei genitori in quanto portatori di tutte le risposte. E non credo che tutto ciò possa essere messo in relazione con la “Nuova Era.” Semmai con il comportamento uma- no, fondamentalmente pigro e dipendente.

Nick: Avevi detto qualcos’altro sull’Era dell’Aquario in uno dei seminari citati in “I pianeti esterni e il loro ciclo”.12 Qualcuno ti ha chiesto quando sarebbe inco- minciata l’Età dell’Aquario e tu hai risposto: “Per quel che ne so, è incominciata martedì scorso,” dal che ho dedotto quanto sia ridicola la necessità di alcuni nel pretendere certezze.

Liz: Esatto

Nick: Fra parentesi, l’interessato replicò: “Non posso fare a meno di sentirmi insoddisfatto per ciò che sta dicendo.”

Liz: Già, mi capita spesso. Qualcuno è sempre molto deluso se non gli do una risposta esatta. Santo cielo!

Nick: Anche tu potresti essere candidata per diventare guru.

Liz: Per molta gente, sì. Vengono da me clienti che cercano di farmi diventare tale ed io mi dispero perché so, fin dall’inizio, che se qualcuno viene per un tema natale con questo in mente rimarrà certamente deluso, qualsiasi cosa io dica; nes- suna, infatti, sarà la Risposta. Perciò, cerco di evitarli.

Nick: Puoi saperlo in anticipo?

Liz: Di solito, sì. Si sente già dal tono di voce. Se chiedo per telefono: “Perché vuole che le faccia l’oroscopo?” posso accorgermene quasi immediatamente. Qual- che volta va bene, ma il più delle volte quelli che cercano un guru, in realtà non stanno cercando niente che l’astrologia possa dare. Essi cercano un genitore/dio che li protegga e che dia loro le risposte giuste per non avere più paura. Per quanto ab- bia molta compassione per loro - tutti noi qualche volta passiamo attraverso que- sto stadio - devo dire che tutto questo non è di pertinenza dell’astrologia. Le intui- zioni che essa offre, in realtà puntano al “Vai avanti con questo. Prendi la vita e la- voraci per realizzarla”. Ma questi insight non forniscono risposte cosmiche. Penso che qualsiasi astrologo che faccia uso di risposte di questo tipo probabilmente non opera in modo molto realistico.

Nella seconda parte di quest’articolo Liz parlerà del suo background astrologi- co, di ciò che pensa sia - e non sia - l’astrologia e di come lei stessa si rapporta con i clienti.

REFERENZE E NOTE

1 Liz Greene, Saturn: A New Look at an Old Devil, Wellingborough, U.K.; Aquarian Press, 1976, p.142

2 Nicholas Campion, Book of World Horoscopes, Bristol, U.K.; Cinnabar Books, 1997, Tema #358, p.395

3 Ibid., Tema #92, p.147

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4 Greene, Saturn, pp.140, 189; The Outer Planets and their Cycles, Reno, NV: CRCS, 1983, p.140

5 Liz Greene, The Horoscope in Manifestation, London: CPA Press, 1997

6 Ibid., p. 103

7 Eve Jackson, “Monty Pyton, Pluto and the Fool,” Transit, No 43, Novembre 1983, pp. 13-17

8 Liz Greene, Relating: An Astrological Guide to Living with Others on a Small Planet, London: Co- venture, 1977, p.164

9 Ibid., pp.224-225

10 Liz Greene, Astrology for Lovers, London: Unwin, 1986, p.119

11 Liz Greene, The Astrological Neptune and the Quest for Redemption, York Beach, ME: Samuel Weiser, 1996, pp. 244-254

12 Greene, The Outer Planets, p. 172

* * *

Nick Campion è stato Presidente dell’Associazione Astrologica del Regno Uni- to. Ha studiato astrologia dai primi anni ‘70 ed ha incominciato ad insegnare dal 1980 - per il Camden Institute di Londra, la Facoltà di Studi Astrologici, e più di re- cente, per il Kepler College. Attualmente è studente diplomato presso il Spa Univer- sity College Study of Religions Department a Bath, Inghilterra. Ha vinto il Marc Ed- mund Jones Award nel 1992, il Prix Georges Antares nel 1994, e lo Spica Award for Professional Excellence. I suoi libri includono Mundane Astrology e The Book of World Horoscopes.

Sito Web: www.NickCampion.com; e-mail: ncampion@caol.Demon.co.uk

(da The Mountain Astrologer, N. 100, dic. 2001/gen. 2002)

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L.A. 127-260

Durante il Convegno dell’Associazione Astrologica Inglese si tiene sempre una conferenza plenaria in ricordo del suo fondatore, l’astrologo Carter, vissuto nella prima metà del secolo scorso

In linea con B. e L. Huber, a loro volta influenzati da Assagioli, l’autore consi- dera l’astrologia uno strumento per giungere all’autoconsapevolezza, ch’è poi la strada verso la felicità. Modificando, su indicazione dei pianeti transpersonali, le sub-personalità della psiche, spesso distorte dai nostri bisogni infantili, è possibile operare cambiamenti significativi anche nel mondo intorno a noi.

Quando, più di un anno fa, fui invitato a tenere questa conferenza la mia pri- ma reazione fu “Perché proprio io?”, e la seconda “Come faccio ad accodarmi agli astrologi illustri e brillanti che mi hanno preceduto sullo stesso argomento?” La ri- sposta era ‘Non ci provare’. Di quando in quando, durante lo scorso anno, nel pensa- re a questa conferenza, tentavo di prendere le distanze dal mio quotidiano di astro- logo e di pormi alcune domande basilari sulle finalità dell’astrologia. “Qual è l’obiet- tivo dell’astrologia? Come mai tanti di noi ne sono affascinati? Possiede davvero un valore positivo? Come viene usata - e da chi? Perché ci sono così tanti studenti di astrologia, e che fine fanno?”, e così via.

Durante gli anni trascorsi ho letto alcuni eccellenti articoli su diverse riviste astrologiche ma mi sembra che tanti di loro siano partiti con l’idea di dimostrare qualcosa con il senno di poi; e ho avuto l’impressione che, in genere, non abbiamo ancora trovato un modo affidabile per usare l’astrologia in senso previsionale. D’al- tra parte, se lo avessimo, sarebbe un obiettivo valido per l’astrologia e, al limite, non potremmo trovarci in conflitto con la natura? Fare previsioni può portare al realiz- zarsi di quanto previsto e pertanto rivelarsi potenzialmente dannoso perché il modo in cui, per esempio, un transito sarà vissuto dipenderà in gran misura dal livello evolutivo individuale raggiunto. Eppure, se qualcuno è in crisi, non potrebbe aiutar- lo il sentirsi dire “Va tutto bene, non durerà per sempre?” Ebbene, potrebbe anche darsi, ma ho il sospetto che la giusta risposta sia “No, non sempre” perché una crisi

RICHARD LLEWELLYN

CONFERENZA MAGISTRALE PER IL CARTER MEMORIAL

TRADUZIONE DI ANGELA CASTELLO

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è molto spesso soltanto una manifestazione superficiale di un problema molto più serio che ha bisogno di essere inquadrato.

Per me l’astrologia è diventata lo strumento che uso per lavorare con la gente, a livello individuale e a livello di gruppo. Non la vedo come fine a se stessa ma come un mezzo per raggiungere un fine, che è quello di aiutare l’individuo a con- seguire una maggiore autocoscienza. Ciò gli fornirebbe l’opportunità di fare cambiamenti creativi nella propria vita. Tuttavia, mi sono accorto che il modo ‘tra- dizionale’ di interpretare un tema, così come lo avevo inizialmente appreso, in realtà non funzionava per me, ed ero sul punto di smettere quando Pam Tyler, che qualcuno di voi ricorderà, mi presentò a Bruno e Louise Huber presso il loro centro in Svizzera,

Fu per me una svolta vitale perché, a parte ogni altra considerazione, mi sem- brava che il loro approccio avesse uno scopo pratico, e che questo consistesse nel- l’aiutare l’individuo a crearsi la sua “totalità”. Intendo dire che la maggior parte di noi cresce come un insieme di parti disparate, spesso in condizioni conflittuali dif- ferenziate sia all’interno sia con il mondo esterno. Questa visione di “interezza” ven- ne ispirata da Roberto Assagioli e assorbita da Bruno e Louise negli anni in cui lavo- rarono per lui nell’Istituto di Psicosintesi a Firenze, proprio lo stesso periodo in cui essi stavano sviluppando il loro approccio psicologico all’astrologia e all’interpreta- zione dei temi natali.

Forse quelli di noi che hanno scelto di insegnare astrologia potrebbero inco- raggiare i nuovi studenti a porsi alcune domande, come:

1) Perché studio astrologia?

2) Cosa penso di fare con l’astrologia dopo averla imparata?

3) Se penso che l’astrologia abbia delle risposte, quali sono le mie domande? E co- sì via.

Per svariate ragioni, l’astrologia sembra possedere per molti un particolare fa- scino; per alcuni vi è il genuino desiderio di comprendere meglio se stesssi, e proba- bilmente essi percepiscono l’astrologia come un sentiero da seguire per riceverne aiuto. Ma cosa significa realmente “comprendere meglio se stessi”, e come possiamo utilizzare questa “comprensione” se riusciamo ad ottenerla?

C’è una deliziosa storiella che forse qualcuno di voi conosce e che può essere in qualche modo illuminante. Non ne conosco l’origine ma l’ho letta per la prima volta, una decina d’anni fa, sul bollettino “Pegasus” del Wreking Trust. Era intitolata Autobiografia di un ricercatore, e dice così:

Sto camminando per la strada: c’è una buca profonda sul marciapiede. Vi ca- sco dentro. Mi sento perduto. impotente. Non è colpa mia: impiego un’eternità per uscirne.

Cammino per la stessa strada: c’è una buca profonda sul marciapiede. Faccio finta di non vederla. Precipito dentro… di nuovo. Non posso credere di essere anco- ra nello stesso luogo. Impiego nuovamente un sacco di tempo per venirne fuori.

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