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Accoglienza dei bambini in carcere

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 38-44)

di Desi Bruno

Il 22 gennaio scorso l’Ufficio del Garante ha partecipato al corso di formazione sul tema dell’accoglien-za dei bambini in carcere (nell’ambito del progetto Cittadini Sempre, attivato dall’Assessorato regionale alle politiche sociali, gestito dalla Provincia di Bologna, con il coinvolgimento della Conferenza regio-nale Volontariato Giustizia, i Centri Servizi di Volontariato presenti sul territorio e la partecipazione del Provveditorato regionale).

Erano “attorno allo stesso tavolo” operatori con ruoli e incarichi diversi provenienti dalle carceri regionali (in particolare personale della Polizia penitenziaria, educatori e volontari penitenziari) che hanno avuto modo di confrontarsi e dialogare, attraverso la facilitazione di una formatrice, sul tema della genitoria-lità in carcere, con particolare riguardo ai colloqui del bambino con il proprio genitore detenuto e alle concrete modalità di svolgimento nel carcere di riferimento.

Dal confronto dei diversi punti di vista dei vari attori presenti si è potuto constatare che è ormai patri-monio comune la consapevolezza che, compatibilmente con il rispetto delle esigenze di sicurezza, e laddove possibile, sia opportuno agevolare i colloqui con la famiglia, e con i figli in particolare, perché il mantenimento e la cura della relazione genitore-figlio attraverso il colloquio aumentano il benessere del detenuto, con ricaduta in termini positivi sul lavoro degli operatori penitenziari.

Sullo sfondo c’è stata la socializzazione dell’esperienza dell’associazione Bambini senza Sbarre On-lus (che nel 2014 ha firmato insieme al Ministero della Giustizia e all’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza il protocollo d’intesa – Carta dei figli dei genitori detenuti, con cui si riconosce for-malmente il diritto di questi minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il proprio genitore detenuto) che dal 2007 pratica quotidianamente, nelle tre carceri milanesi, un modello di sistema di accoglienza dei bambini (Spazio Giallo) che ha l’obiettivo di accogliere, accompagnare e affiancare il bambino che entra in carcere per incontrare uno dei genitori o entrambi e prevede due momenti d’inter-vento: uno spazio fisico socio-educativo in cui i bambini si preparano all’incontro con il genitore, in cui possono giocare, disegnare, parlare con gli operatori penitenziari, in attesa del colloquio; un percorso dall’ingresso in carcere alla sala colloquio fino all’uscita.

Questo esempio di prassi virtuosa, in cui l’Amministrazione penitenziaria è parte attiva nel sostenere la genitorialità, dimostra la possibilità di sviluppare progetti in cui gli elementi strutturali (la sala d’aspetto, la sala colloqui, lo spazio aperto, il percorso per arrivare dall’esterno del carcere all’area colloqui, lo spazio fisico, i tempi e gli allestimenti ecc.) vengono meglio utilizzati, garantendo il colloquio del de-tenuto con il figlio per consentire un incontro di qualità, anche con il coinvolgimento e l’interazione di operatori penitenziari adeguatamente formati.

In questo contesto sarebbe anche opportuno che, per la cura della relazione genitore-figlio, il detenuto potesse condividere momenti della quotidianità con il figlio e la famiglia, come ad esempio consumare un pasto insieme durante il colloquio (e proprio in questo senso pare andare il disegno di legge n. 1587 Approfondimento all’editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 27 febbraio 2015

Affettività e genitorialità

del senatore Lo Giudice che prevede che i detenuti possano trascorrere mezza giornata al mese con la famiglia, in apposite aree delle case di reclusione).

In regione le associazioni di volontariato che si sono occupate di progetti di accoglienza dei minori che si recano a colloquio in carcere con i genitori detenuti sono state: a Parma, Ass. Per ricominciare;

a Reggio Emilia, Ass. Telefono Azzurro; a Modena, Ass. Carcere-Città; a Bologna, Ass. A.Vo.c. e Ass.

Telefono Azzurro; a Forlì, Ass. Con.Tatto.

Presso la casa circondariale di Ferrara è prevista, un sabato al mese, la presenza di animatori profes-sionali e mediatori familiari, nell’ambito di un’iniziativa promossa dal Centro per le famiglie del Comune di Ferrara, anche con il diretto coinvolgimento delle professionalità giuridico-pedagogiche dell’area trattamentale che seguono i detenuti-padri.

Approfondimento all’editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 27 febbraio 2015

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Stranieri

Quotidiano E­R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

26/08/2015 12:29

CARCERE. GARANTE REGIONALE: “CIE LUOGHI DI DISUMANITÀ: LE ESPULSIONI VANNO ESEGUITE DAL CARCERE”

“Comprendo e non sottovaluto la necessità che i provvedimenti amministrativi e giudiziari di espulsione degli stranieri, in particolare quelli condannati in sede penale, vengano eseguiti, come richiesto nei giorni scorsi, fra gli altri, dal PM Valter Giovannini, ma devo ricordare che i CIE dell’Emilia­Romagna, e in particolare quello di Bologna, sono stati chiusi per difetto delle condizioni igienico­sanitarie minime, come accertato dalle competenti autorità sanitarie e per la situazione complessiva di degrado che ha reso le strutture non compatibili con standard minimi di decenza, come ripetutamente accertato anche dal mio Ufficio.

A ciò si aggiunge che una parte significativa delle persone trattenute, e quindi private della libertà personale, a volte al limite della metà delle presenze, non era costituita da persone condannate, ma da persone irregolari e anche da persone che avevano perduto il titolo di soggiorno per

disoccupazione o comunque non per avere commesso fatti illeciti”.

La dichiarazione della Garante prosegue così: “La difficoltà, sempre crescente, di affrontare i diversificati fenomeni di immigrazione, impone di trovare modalità di esecuzione delle espulsioni efficaci ma rispettose della dignità delle persone, riducendo al minimo il ricorso al trattenimento, come previsto dalla Direttiva 2008/115/CE. La strada più efficace per le persone condannate è rappresentata dallo strumento dell’espulsione dal carcere, attraverso procedure di identificazione che devono avvenire durante la detenzione, evitando il ricorso al trattenimento ulteriore nei CIE, come è previsto dalla Legge 10/2014, che interviene sul Testo Unico dell’immigrazione. L’articolo 16 prevede che il processo di identificazione del cittadino straniero venga avviato all’atto dell’ingresso in carcere, e che l'espulsione dei detenuti stranieri possa essere alternativa alla carcerazione, quando mancano due anni al fine pena, con l’eccezione dei reati più gravi”.

Desi Bruno ricorda, infine, di aver più volte sollecitato l’Amministrazione penitenziaria e i consolati interessati ad adoperarsi affinché fossero adottate sin dall’ingresso in carcere le procedure di

identificazione che consentano l’espulsione di coloro che sono destinati all’allontanamento in tempo utile, evitando il protrarsi della restrizione della libertà personale nei CIE.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita­legislativa) (rg)

Stranieri

Direttore: Enrico Franco Bologna Quotidiano

www.datastampa.it da pag. 3 27-AGO-2015

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Direttore: Enrico Franco Bologna Quotidiano

www.datastampa.it da pag. 3 27-AGO-2015

Stranieri

Quotidiano E­R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

28/08/2015 15:51

CARCERE. CIE, GARANTE: “INTERVENTO TECNICO E SUPER PARTES”

“Con riferimento agli articoli apparsi in questi giorni sul tema dei CIE e delle espulsioni degli stranieri, si precisa che il Garante regionale delle persone private della libertà personale della Regione Emilia­

Romagna ha effettuato, nel comunicato stampa diffuso il 26 agosto scorso, un intervento tecnico e di salvaguardia delle persone di cui ha tutela per mandato e, nel suo ruolo di organo super partes, non ha inteso prendere posizione a favore o contro le tesi sostenute da alcuna delle autorità intervenute”.

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Quotidiano E-R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

31/03/2015 15:36

CARCERE. CASE DI LAVORO, HA ANCORA SENSO TENERLE APERTE? GIOVEDI' 2 APRILE CONFERENZA STAMPA GARANTE REGIONALE DETENUTI A

CASTELFRANCO EMILIA (MO) / INVITO

COMUNICATO - INVITO CONFERENZA STAMPA

Ha ancora un senso mantenere aperte le Case di lavoro, come quella di Castelfranco Emilia (Mo), luoghi dove le persone che, una volta scontata la pena, vengono considerate ancora socialmente pericolose, dovrebbero attuare un percorso di responsabilizzazione attraverso il lavoro? Si tratta di strutture che in questi anni hanno suscitato scarso interesse, tanto che a Castelfranco continua a mancare il lavoro, presupposto stesso dell'esistenza dell'Istituto, nonostante il ricco patrimonio agrario e laboratoriale da anni inutilizzato. Questo, quando è ormai assodato che la reiterazione sine die dell'internamento delle persone in misura di sicurezza rappresenta il fallimento della funzione rieducativa della pena e fornisce risposte segreganti ed emarginanti a domande di tipo assistenziale e sanitario. Si torna dunque alla domanda iniziale: ha ancora un senso mantenere queste strutture e impegnare risorse economiche e umane per progetti di vita che risultano essere fallimentari? Ci sono, al contrario, progetti realizzabili all'orizzonte?

Nell'ottobre del 2013, all'interno della Casa di reclusione di Castelfranco Emilia venne organizzato il convegno "Poveri o pericolosi?", voluto dalla Garante regionale delle persone private della libertà personale con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Bologna, grazie alla

collaborazione del Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria. Sono ora disponibili gli atti di quel convegno. Per presentarli e provare a dare una risposta alle domande sul presente e sul futuro della Case di lavoro, si terrà una

Conferenza stampa Giovedi 2

aprile alle ore 10

nella Sala Consigliare del Comune di Castelfranco Emilia (Mo) Piazza della Vittoria, 9

alla quale parteciperanno:

Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale Stefano Reggianini, sindaco di Castelfranco Emilia

Giovanni Gargano, assessore sicurezza, legalità e integrazione di Castelfranco Emilia Patrizia Tarozzi, direttore UEPE Modena

Paola Cigarini, presidente Conferenza regionale volontariato Emilia-Romagna Emanuela Carta, presidente Centro servizi volontariato Modena

Gianpaolo Ronsisvalle, Camera penale di Modena, referente locale Osservatorio Carcere

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 38-44)

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