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giugno una delegazione di consiglieri regionali, accompagnati dalla garante e dalla presidente della commissione per la parità e per i diritti delle persone, ha fatto la visita

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 171-174)

Rapporti con Assemblea, Assessorati e Servizi della Regione Emilia-Romagna

Il 3 giugno una delegazione di consiglieri regionali, accompagnati dalla garante e dalla presidente della commissione per la parità e per i diritti delle persone, ha fatto la visita

alla Casa lavoro di Castelfranco Emilia come preannunciato in seduta di commissione [v. antea, NODI IN EVIDENZA – Casa di lavoro; FUNZIONE DI VIGILANZA – Casa di reclusione di Castelfranco Emilia].

Il Garante, seguendo le indicazioni della legge regionale che disciplina gli Istituti di garanzia, invia al Presidente dell’Assemblea legislativa e al Presidente della Giunta regionale, entro il 31 marzo di ogni anno, la relazione sulle attività svolte. L’Assemblea legislativa, su proposta dell’Ufficio di Presidenza, esamina e discute la relazione del Garante entro due mesi dalla presentazione. Il Garante può riassumere in Aula le relazioni.

La relazione annuale sulle attività del 2014 è stata presentata in Aula il 5 maggio 2015.

Stampata in oltre 1.000 copie è stata distribuita, su sollecitazione dei detenuti, degli operatori e dei volontari, in tutte gli istituti penitenziari della Regione Emilia-Romagna. La distribuzione cartacea rimane lo strumento privilegiato, in alcuni casi unico, per la conoscenza, consultazione e informazione rivolta alle persone ristrette e agli operatori all’interno delle istituzioni totali. La relazione è stato anche strumento utile per le tesi di laureandi che hanno contattato l’Ufficio del Garante, tra i quali anche detenuti che hanno completato gli studi universitari e conseguito la laurea in carcere.

Comunicato stampa del 5 maggio 2015

CARCERE. IN AULA RELAZIONE 2014 GARANTE DETENUTI: 30 VISITE E 535 CASI PRESI IN CARICO. SOVRAFFOLLAMENTO FINITO, I PROBLEMI NEI SINGOLI ISTI-TUTI DI PENA

Un totale di 30 visite nei 13 istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna e 535 istanze prese in carico per vicende detentive riguardanti singoli individui o questioni collet-tive: l’Ufficio del Garante regionale delle persone private della libertà personale

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ha dedicato “energie prevalenti al tema della vigilanza”, spiega la Garante, Desi Bru-no, nella relazione sull’attività svolta nel 2014 illustrata oggi in Aula, per “verificare in concreto gli effettivi interventi dell’Amministrazione penitenziaria per assicurare il miglioramento delle condizioni di vita delle persone ristrette negli istituti della regio-ne Emilia-Romagna e per segnalare disservizi, violazioni dei diritti, problemi di ordiregio-ne strutturale”. Il tutto, premette la Garante, in un clima profondamente mutato nei suoi tre anni di incarico: alla fine del 2011 era il sovraffollamento delle carceri il problema principale, con 4 mila detenuti e una capienza massima complessiva di 2.453 unità, mentre alla fine del 2014 l’emergenza si può considerare rientrata, con 2.916 ristretti per 2.799 posti.

Nei colloqui con i ristretti Bruno, che ha presentato in Assemblea legislativa la sua relazione così come previsto dalla legge regionale che istituisce la figura del Garante dei detenuti, si è occupata principalmente di condizioni detentive e di rapporti con l’amministrazione penitenziaria (176 casi su 484), questioni sanitarie (99), accesso alle misure alternative alla detenzione (83), richieste di trasferimento (59) e rap-porti con la magistratura di sorveglianza (34 casi).

Proprio l’interazione fra i detenuti e i giudici che si occupano dell’esecuzione della pena è stata al centro anche degli incontri collettivi, in totale 51, effettuati dalla Garan-te in due occasioni, a Rimini e a Ravenna, e ha riguardato anche un Garan-terzo incontro, quello organizzato alla casa lavoro di Castelfranco Emilia, incentrato però principal-mente sull’assenza di attività lavorativa. Significativo anche il colloquio con i ristretti della Dozza di Bologna sulle modalità di presentazioni del ricorso per detenzione inumana e degradante, sulla qualità del vitto e sui prezzi del sopravvitto e più in gene-rale su tutte le carenti condizioni strutturali dell’Istituto.

Nella sua relazione, Bruno focalizza l’attenzione su dieci tematiche “cruciali” per la sua attività di organo di garanzia: il passaggio, a lungo atteso e finalmente realizzato nel 2015, dagli Ospedali psichiatrici giudiziari alle Rems, le residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria; l’irrisolta questione delle misure di sicurezza detenti-ve per persone imputabili e socialmente pericolose a Castelfranco Emilia; l’eccessiva presenza di detenuti malati e la presenza di circuiti differenziati al Centro diagnosti-co terapeutidiagnosti-co di Parma; la necessità, poi fatta propria anche dal Dap, di ripensare l’edilizia penitenziaria rinunciando a nuovi padiglioni; il rimedio compensatorio per detenzione inumana e degradante dopo la sentenza della Corte europea cosiddetta

“Torreggiani”, tra i cui appellanti figura anche un detenuto del carcere di Piacenza; la generale mancanza di lavoro in carcere; la carenza di magistrati di sorveglianza;

le iniziative per la popolazione carceraria straniera e, infine, il diritto agli affetti anche per i ristretti.

Rapporti tra Istituzioni

Nella sintesi delle sue attività, Bruno non manca di dedicare un focus ai problemi di ogni singola struttura penitenziaria non emersi nel corso dei colloqui.

A Parma le principali criticità sono le modalità di svolgimento dei colloqui Asl, il man-tenimento dei rapporti con la famiglia, e in particolare con i minori di 12 anni, per i detenuti in regime di 41bis e la rigidità delle restrizioni nell’isolamento disciplinare nella sezione Iride. A Rimini preoccupano le criticità strutturali e le carenze igienico-sanitarie dell’edificio penitenziario e la qualità del vitto, a Modena la carenza di attività lavorativa, i prezzi del sopravvitto e le richieste collettivo di trasferimento. A Bologna Bruno segnala le condizioni strutturali dell’istituto penitenziario, l’applicazione del di-vieto di fumo nelle sezioni, a Castelfranco Emilia la territorializzazione delle misure di sicurezza, la presenza di soggetti con disturbi psichiatrici e la carenza di volontari impegnati in attività. Nella struttura di Piacenza le difficoltà più significative coin-volgono la carenza di educatori per l’area trattamentale, l’assenza di luoghi dedicati all’attività sportiva e la cessazione dell’attività della redazione del giornale “Sosta for-zata” all’interno del carcere. All’Istituto penale minorile di Bologna infine sono sotto osservazione le condizioni detentive, le criticità strutturali dell’edificio e la presenza di detenuti maggiorenni infraventicinquenni.

Progetto conCittadini. Promosso dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per avvicinare i giovani alle istituzioni e rivolto agli studenti di scuole di ogni ordine e grado su: Memoria, Diritti, Legalità.

Nell’ambito del percorso conCittadini, all’inizio dell’A.S. 2014-2015 si è avviata, con la mediazione dell’Ufficio del Garante, la collaborazione tra il liceo classico “Giordano Bruno” di Budrio e l’Istituto penale minorile di Bologna per la realizzazione del laboratorio “Giovani e legalità”.

I ragazzi del liceo Giordano Bruno di Budrio hanno rappresentato nello spettacolo “Il vuoto delle parole” le impressioni e le suggestioni ricevute nel corso dei due incontri avuti con i ragazzi del Pratello.

Comunicato stampa del 12 marzo 2015

LEGALITÀ. INCONTRO A BUDRIO (BO) PER "CONCITTADINI", GLI STUDENTI DEL 'GIORDANO BRUNO' IN SCENA E TAVOLA ROTONDA CON PREFETTO E GARANTE REGIONALE DETENUTI

Un incontro pubblico per promuovere i principi della cittadinanza attiva e il confronto sui temi della legalità e della lotta contro le mafie. È' l'iniziativa "Legalità=libertà al qua-drato" in programma a Budrio sabato 14 marzo alle ore 15 presso le Torri dell'Ac-qua, promossa dal Comune di Budrio in collaborazione con l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, nell'ambito del progetto conCittadini, e Libera Associazione contro le mafie.

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Il 24 novembre 2015, in Commissione politiche per la salute e politiche sociali in seduta

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 171-174)

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