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Sistema dei Garanti regionali e territoriali

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 166-170)

Comunicato stampa del 15 aprile 2015

CARCERI. GARANTE INCONTRA VERTICI DAP: NUOVO PADIGLIONE A PARMA, STOP A FERRARA E BOLOGNA; A PARMA PROSEGUE 41BIS, BENE SU OPG E REMS. "CONFRONTO POSITIVO"

Stop al progetto per i nuovi padiglioni nelle carceri di Bologna e Ferrara, mentre verranno portati a termine i lavori di ampliamento del penitenziario di Parma, già in corso. E proprio

Parma continuerà ad ospitare detenuti in regime di 41bis, mentre Ravenna è l’unica struttura sul territorio regionale che potrebbe essere coinvolta dal piano a medio-lun-go termine di chiusura degli istituti con meno di 100 detenuti. Sono queste le

prin-Rapporti tra Istituzioni

cipali novità che riguardano l’Emilia-Romagna emerse nel corso dell’incontro, “molto utile e ricco di buoni propositi”, tra i vertici del sistema penitenziario nazionale e i Ga-ranti regionali dei detenuti, tra cui la Garante delle persone private della libertà perso-nale dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, oggi a Roma.

Con Santi Consolo, capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria, Mauro Palma, consigliere del ministero della Giustizia, e Roberto Piscitello, direttore ge-nerale dei detenuti del trattamento del Dap, insieme ai Garanti regionali di Toscana, Piemonte, Campania, Puglia, Marche e Veneto e ai Garanti locali di Ferrara, Milano, Firenze, Nuoro ed Avellino, Desi Bruno ha discusso del progetto di ristrutturazione e di riorganizzazione del Dap e delle principali modifiche che riguarderanno il sistema penitenziario italiano.

A fronte di una significativa riduzione del sovraffollamento, ha spiegato Palma, con un miglioramento a livello nazionale da 64.000 detenuti per 42.000 posti a 54.000 ristretti su una capienza di 49.000 unità, la linea di tendenza sarà la chiusura dei piccoli istituti. “In Italia il numero di strutture penitenziarie è esorbitante, commenta Bruno, in Emilia-Romagna è la casa circondariale di Ravenna che potrebbe essere interessata a medio termine da queste dismissioni”. Come riferito da Consolo, il Dap sta valutando anche come concludere il piano di edilizia penitenziaria. “Ciò che è stato costruito, o i cui lavori sono già avviati, verrà utilizzato per non sprecare risorse, e nel nostro territo-rio è il caso di Parma ragiona la Garante, mentre i cantieri che devono ancora partire, come Bologna e Ferrara, non verranno realizzati”.

Al centro del dibattito anche la casa-lavoro di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena: “Si tratta di una tematica che al Dap hanno ben presente e su cui sono ben intenzionati ad agire, ma il progetto partirà una volta terminata la ristrutturazione del Dap”. Si è parlato a lungo anche degli Opg, continua la Garante, “e l’Emilia-Romagna si è rivelata tra i diligenti e quelli in regola, abbiamo rispettato i tempi e fatto il nostro dovere, per questo motivo ho invitato i Garanti di altre Regioni ad intervenire affinché sui loro territori avvenga lo stesso. Mi sono rivolta in particolare a Piemonte e Veneto, perché in questo momento stiamo ospitando nelle nostre Rems 45 internati che da lì provengono”. I vertici di Dap e ministero della Giustizia, prosegue Bruno, “per quan-to riguarda il futuro dei condannati con infermità sopravvenuta, hanno spiegaquan-to che verosimilmente saranno destinati nei luoghi di cura psichiatrici che avranno collozione all’interno delle carceri”. La Garante ha poi sollevato anche altre questioni di ca-rattere locale, come “l’enorme affluenza di detenuti, ben oltre i posti letto disponibili, al Centro clinico di Parma, e la carenza di attività nel carcere di Piacenza”.

Infine, per avere un Garante nazionale dei detenuti, riporta Bruno dopo l’incontro,

“bisognerà attendere ancora qualche mese, speriamo si concluda tutto entro la fine dell’anno, il regolamento di attuazione della legge è in vigore ufficialmente da oggi”:

con lui, in concerto con tutti i Garanti territoriali, il Dap si confronterà per trovare la soluzione a numerosi problemi di carattere generale sollevati. Fra tutti, i contratti per il vitto e il sopravvitto, l’autorizzazione ai colloqui individuali per i collaboratori organici

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Il Coordinamento dei Garanti delle persone private della libertà personale regionali, provinciali e comunali, che si è riunito giovedì 4 giugno, è stato accolto negli spazi dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

degli Uffici dei garanti, i trasferimenti che interrompono il trattamento, un numero maggiore di telefonate e schede e gli interventi su situazioni limite in alcune aree del territorio, come la questione banconi divisori per i colloqui.

La proficua collaborazione con il Garante di Piacenza si è concretizzata anche con la partecipazione alle giornate del Festival del Diritto di Piacenza, alla sua ottava edizione dedicata al “Futuro”. La domanda di partecipazione dei Garanti è stata accolta dal comitato scientifico del festival e, il 27 settembre, nell’Auditorium Sant’Ilario, si è svolta la tavola rotonda

News del 11 giugno 2015

Le richieste dei Garanti al ministero

Riconoscimento definitivo del ruolo e delle prerogative dei Garanti dei detenuti, “in troppe realtà contestati e misconosciuti dalle amministrazioni penitenziarie”, assicu-rare la presenza di un Garante territoriale nel comitato scientifico degli Stati generali dell’esecuzione penale e coinvolgere nei tavoli di lavoro anche rappresentanti diretti o indiretti della popolazione detenuta.

Sono queste le richieste avanzate al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dal Co-ordinamento dei Garanti delle persone private della libertà personale regionali, pro-vinciali e comunali, che si è riunito giovedì 4 giugno negli spazi dell’Assemblea legi-slativa dell’Emilia-Romagna. L’incontro è stato anche l’occasione per votare l’elezione di Franco Corleone, Garante della Regione Toscana, a referente del Coordinamento dei Garanti: tra i presenti anche i Garanti di Puglia, Marche e Valle d’Aosta e 11 garanti territoriali, provenienti da sei diverse Regioni.

Come spiega la Garante per le persone private della libertà personale dell'Emilia-Ro-magna, Desi Bruno, “l’opportunità della partecipazione dei detenuti agli Stati generali è evidente, si possono e si devono recuperare anche le attività già fatte in alcuni isti-tuti, come il lavoro della redazione di Ristretti Orizzonti in tema di diritto all’affettività, proprio nel senso della valorizzazione dell’esperienze già in essere nei singoli istituti penitenziari".

I Garanti hanno inoltre chiesto di essere resi partecipi del processo di identificazione del collegio del Garante nazionale dei detenuti, auspicando che in una delle tre figure possa essere valorizzata l’esperienza delle figure di garanzia presenti sui territori.

Rapporti tra Istituzioni

“La rieducazione tra le sbarre: come passare da una pena rabbiosa a una pena riflessiva”.

Insieme ai Garanti della Regione e di Piacenza si sono confrontati sul tema due esperti del settore e hanno portato la loro testimonianza alcuni redattori di Ristretti Orizzonti, attivo nella Casa di Reclusione di Padova, che offre servizi d’informazione (la rivista “Ristretti orizzonti” e i siti www.ristretti.it e www.ristretti.org).

Pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 27 ottobre 2015 VERSO UNA PENA RIFLESSIVA

Un dibattito sulla rieducazione al Festival del diritto di Piacenza

Domenica 27 settembre 2015 si è svolto, nell’ambito del Festival del Diritto di Piacen-za, alla sua VIII edizione dedicata al Futuro, un confronto sul tema La rieducazione tra le sbarre: come passare da una pena rabbiosa a una pena riflessiva, a cura del Garante di diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Piacenza e di Verso Itaca Onlus, al quale oltre al Garante comunale prof. Alberto Gromi sono intervenuti, nell’ordine in cui hanno preso la parola, l’avvocata Desi Bruno (Garante dei detenuti della Regione Emilia-Romagna), l’onorevole Vanna Iori (segretaria della Commissione Giustizia), il professor Alfio Maggiolini (docente universitario di psicologia e collabo-ratore con i Servizi della Giustizia minorile della Lombardia) e la giornalista Ornella Favero (direttrice di Ristretti Orizzonti). Nella sua introduzione il prof. Gromi, dopo aver osservato che in carcere spesso gli orologi sono tutti fermi, a testimoniare che la per-manenza in quel luogo è priva di senso, ha posto alcuni interrogativi alla successi-va discussione, in particolare sulla possibilità della rieducazione di adulti in stato di segregazione e sull’opportunità della responsabilizzazione nel trattamento non solo penitenziario ma rieducativo. L’avv. Bruno ha sottolineato che al momento dell’intro-duzione dell’ordinamento penitenziario, nel lontano 1975, nelle carceri si viveva una condizione di violenza generalizzata, che oggi è solo un lontano ricordo. Negli ulti-missimi anni, per una serie di eventi e di interventi che ormai sono noti, il carcere è cambiato. Non riconoscere questo cambiamento non aiuta a capire e ad affrontare la complessità della realtà che viviamo. Oggi il tema è soprattutto di come riempire il tempo dei detenuti, che devono essere occupati, per cui occorre rivedere tutta la vita in carcere, dove anche le attività ricreative devono corrispondere alle differenti condi-zioni, vissuti, bisogni delle persone, per offrire impegni che possono essere accolti da-gli interessati. L’on. Iori ha ripercorso i punti qualificanti della legge delega in materia penale, che dalla Camera è appena passata al Senato, dapprima illustrando i principi volti a favorire la durata ragionevole dei processi, per poi dedicarsi ai numerosi criteri destinati all’effettività della rieducazione della pena, tra i quali ha sottolineato in modo particolare quelli legati al territorio, al volontariato, alla scuola, per favorire opportunità e alternative ai detenuti, adulti e minorenni. Il prof. Maggiolini si è soffermato sul si-stema penale minorile, dove effettivamente il centro dell’intervento risulta all’esterno, mentre il carcere resta residuale. Dopo aver ripreso i tratti caratterizzanti la messa alla

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Buona la relazione con gli Assessorati regionali di riferimento verso cui la Garante mantiene un comportamento di collaborazione attiva, di stimolo e condivisione per i temi propri del suo mandato, nel rispetto delle competenze e delle reciproche autonomie negli ambiti di intervento.

La Commissione regionale area penale adulti, cui la Garante è invitata permanentemente, ha il compito di rendere operativo il Protocollo d’intesa sottoscritto nel 1998 tra la Regione e il Ministero di giustizia allo scopo di coordinare gli interventi rivolti ai minori imputati di reato e agli adulti sottoposti a misure penali restrittive della libertà, integrato dal protocollo operativo integrativo del protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna per l’attuazione di misure volte all’umanizzazione della pena e al reinserimento sociale delle persone detenute.

La Commissione inoltre svolge un compito di coordinamento tra le diverse realtà territoriali espresse dai Comitati locali per l’area dell’esecuzione penale.

Momenti di raccordo altrettanto importanti si sono avuti con quegli Enti locali che hanno attivato e strutturato, all’interno del carcere sportelli volti all’erogazione di servizi a favore

prova nei confronti del minore, ha sostenuto che nel processo di rieducazione occor-re offrirsi come interlocutori alle domande e ai bisogni della persona, lavorando non verso la colpevolizzazione e la passivizzazione del reo, bensì per stimolare la riproget-tazione del proprio futuro, la riappropriazione dell’appartenenza sociale. La dott.ssa Favero ha raccontato il suo viaggio nelle strutture ad alta sicurezza, in cui sono ristrette le persone sottoposte al regime detentivo più severo, il famoso art. 41-bis o.p., tra cui coloro che hanno collegamenti attuali con la criminalità organizzata. La questione fondamentale che è stata posta riguarda la responsabilizzazione delle istituzioni e del-la società verso il carcere. Non si possono trattare i detenuti da non-persone, altrimenti non si può pensare di cambiare il nostro Paese. Nessuno può essere considerato come una categoria, ogni essere umano va trattato come individuo, parte della società. An-cora prima della negazione della rieducazione, è cancellata l’umanità della pena, nei suoi bisogni legati alla famiglia, agli affetti, alle relazioni, si produce solo l’infantilizza-zione delle persone ristrette. Le istituzioni devono aprire le carceri, perché la società possa entrarvi e insieme possano cambiare.

Rapporti con Assemblea, Assessorati e Servizi della Regione

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 166-170)

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