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L’Emilia Romagna dà per prima un segnale di grande civiltà

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 55-64)

di Desi Bruno

Contro ogni ragionevole previsione, abbiamo evitato l’ennesima, ulteriore, proroga per chiudere defi-nitivamente gli OPG.

Certo: il trasferimento degli internati avverrà gradualmente e non ovunque con le stesse tempistiche, ma la circostanza è comunque significativa.

Ad un certo punto, si è detto “basta”.

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, alla fatidica data del 31 marzo saranno pienamente operative le due REMS provvisorie di Bologna e Parma, in attesa di quelle definitive previste su Reggio Emilia.

Questo non significa che l’attuale OPG di Reggio Emilia chiuderà i battenti.

Gli attuali internati, residenti di altre Regioni, dovranno attendere il trasferimento negli istituti dei territori di appartenenza. Si tratta di questione irrisolta e di dimensioni non trascurabili, essendo più di 30 le persone venete delle quali non è chiara la sorte.

Rimarranno presso l’attuale struttura anche una quarantina di persone tra detenuti con infermità psichica sopravvenuta durante l’esecuzione della pena e detenuti minorati psichici.

Nonostante tutto, comunque, il momento è di quelli significativi.

La struttura di Bologna, visitata a brevissima distanza dal trasferimento degli internati, appare in grado di accoglierli adeguatamente, essendo organizzata secondo un modello ad alta intensità medica e riabilitativa.

Si parla della contestuale presenza di non più di quindici persone, ospitate in camere da uno-due posti letto e bagno interno.

Ampi sono gli spazi riservati alle attività cliniche e anche a quelle ricreative (biblioteca, sala fumatori, spazio ristoro per la preparazione di bevande…). E’ a disposizione anche una vastissima area esterna.

La gestione interna della struttura è affidata a personale esclusivamente sanitario, mentre la vigilanza perimetrale esterna viene garantita dalla presenza, 24 ore al giorno, di una guardia giurata.

Sono già attivi i contatti con il vicino ospedale cittadino, per la presa in carico delle acuzie psichiatri-che non trattabili efficacemente all’interno della struttura e delle altre necessità di ordine sanitario psichiatri-che richiedano interventi specialistici e d’urgenza.

La scommessa è certamente alta perché si fonda su un concetto di sicurezza inedito per i vecchi OPG, dove la polizia penitenziaria poteva sempre intervenire, al bisogno.

Finalmente si va verso un modello gestionale nuovo, che mette al centro della propria attenzione il “pa-ziente” più che l’“internato” e riconosce nella necessità di cura lo scopo precipuo dell’intervento.

All’interno delle aree dedicate al pernottamento non è prevista la presenza delle telecamere, perché gli operatori saranno sempre a disposizione e questo è uno degli innumerevoli segnali del cambio di passo.

Insomma, non si tratta di mere modifiche cosmetiche.

All’inizio del lungo percorso di superamento dei vecchi OPG, in molti hanno temuto che le nuove REMS Editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 31 marzo 2015

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si sarebbero risolte in residenze sanitarie certamente immuni dalle “gravi e inaccettabili carenze struttura-li e igienico-sanitarie” riscontrate dalla “Commissione Marino” del 2008, ma dove – nella sostanza – si sarebbero replicate le medesime dinamiche.

Almeno per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, invece, le cose sembrano andare in un senso comple-tamente diverso.

Certo occorrerà procedere ad un attento monitoraggio di quanto avverrà nei prossimi mesi e, di volta in volta, ricalibrare le soluzioni organizzative sulla base dei bisogni emergenti.

I segnali incoraggianti, comunque, non mancano.

A questo punto, i tempi sono veramente maturi per arrivare ad una piena rivisitazione del quadro nor-mativo di riferimento, rimasto invece immutato lungo tutto il cammino che ha portato a questo momento di svolta.

Con coraggio occorre proseguire sulla strada intrapresa.

Editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 31 marzo 2015

Opg e rems

Quotidiano E-R Assemblea Legislativa

Comunicat o stampa

31/03/2015 17:59

CARCERE. CHIUDONO GLI OPG, ARRIVANO LE REMS. INTERVENTO DELLA

GARANTE REGIONALE DEI DETENUTI:'DALL'EMILIA-ROMAGNA GRANDE SEGNALE DI CIVILTA'

Oggi, 31 marzo 2015, chiudono gli Ospedali psichiatrici giudiziari: al loro posto le Rems, residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria. A seguire, un intervento sul tema della Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno.

"Contro ogni ragionevole previsione, abbiamo evitato l'ennesima, ulteriore, proroga per chiudere definitivamente gli Opg. Certo: il trasferimento degli internati avverrà gradualmente e non ovunque con le stesse tempistiche, ma la circostanza è comunque significativa. Ad un certo punto, si è detto 'basta'. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, alla fatidica data del 31marzo saranno pienamente operative le due Rems provvisorie di Bologna e Parma, in attesa di quelle definitive previste su Reggio Emilia.

Questo non significa che l'attuale Opg di Reggio Emilia chiuderà i battenti. Gli attuali internati, residenti di altre Regioni, dovranno attendere il trasferimento negli istituti dei territori di

appartenenza. Si tratta di questione irrisolta e di dimensioni non trascurabili, essendo più di 30 le persone venete delle quali non è chiara la sorte. Rimarranno presso l'attuale struttura anche una quarantina di persone tra detenuti con infermità psichica sopravvenuta durante l'esecuzione della pena e detenuti minorati psichici. Nonostante tutto, comunque, il momento è di quelli significativi.

La struttura di Bologna, visitata a brevissima distanza dal trasferimento degli internati, appare in grado di accoglierli adeguatamente, essendo organizzata secondo un modello ad alta intensità medica e riabilitativa. Si parla della contestuale presenza di non più di quindici persone, ospitate in camere da uno-due posti letto e bagno interno.

Finalmente si va verso un modello gestionale nuovo, che mette al centro della propria attenzione il 'paziente' più che l' 'internato' e riconosce nella necessità di cura lo scopo precipuo dell'intervento.

All'interno delle aree dedicate al pernottamento non è prevista la presenza delle telecamere, perché gli operatori saranno sempre a disposizione e questo è uno degli innumerevoli segnali del cambio di passo. Insomma, non si tratta di mere modifiche cosmetiche. All'inizio del lungo percorso di superamento dei vecchi Opg, in molti hanno temuto che le nuove Rems si sarebbero risolte in residenze sanitarie certamente immuni dalle 'gravi e inaccettabili carenze strutturali e igienico sanitarie' riscontrate dalla 'Commissione Marino' del 2008, ma dove - nella sostanza - si sarebbero replicate le medesime dinamiche. Almeno per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, invece, le cose sembrano andare in un senso completamente diverso.

Certo occorrerà procedere ad un attento monitoraggio di quanto avverrà nei prossimi mesi e, di volta in volta, ricalibrare le soluzioni organizzative sulla base dei bisogni emergenti. I segnali incoraggianti, comunque, non mancano. A questo punto, i tempi sono veramente maturi per arrivare ad una piena rivisitazione del quadro normativo di riferimento, rimasto invece immutato lungo tutto il cammino che ha portato a questo momento di svolta. Con coraggio occorre proseguire sulla strada intrapresa.

Ampi sono gli spazi riservati alle attività cliniche e anche a quelle ricreative (biblioteca, sala fumatori, spazio ristoro per la preparazione di bevande ...). È a disposizione anche una vastissima area esterna.

La gestione interna della struttura è affidata a personale esclusivamente sanitario, mentre la

vigilanza perimetrale esterna viene garantita dalla presenza, 24 ore al giorno, di una guardia giurata.

Sono già attivi i contatti con il vicino ospedale cittadino, per la presa in carico delle acuzie

psichiatriche non trattabili efficacemente all'interno della struttura e delle altre necessità di ordine sanitario che richiedano interventi specialistici e d'urgenza. La scommessa è certamente alta perché si fonda su un concetto di sicurezza inedito per i vecchi Opg, dove la polizia penitenziaria poteva sempre intervenire, al bisogno".

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Quotidiano E-R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

03/08/2015 15:46

REMS PARMA. GARANTE REGIONALE DETENUTI VISITA STRUTTURA CASALE DI MEZZANI: “ACCOGLIENZA ADEGUATA, NON POSSONO ESSERE MINI-OPG. FINORA NESSUN EPISODIO CRITICO LEGATO ALLA SICUREZZA”

Venerdì scorso, la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha visitato la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Casale di Mezzani, in provincia di Parma, alla presenza della direttrice del distretto dell’Ausl di Parma, Giuseppina Ciotti, del direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, Pietro Pellegrini, e della direttrice della Rems, Giuseppina Paulillo.

Come noto, questa struttura, insieme a quella di Bologna, è provvisoria, in attesa di quella definitiva prevista su Reggio Emilia, e ospita quegli internati dimessi dall’Ospedale

psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, rispetto ai quali la magistratura di sorveglianza ha ritenuto permanere la necessità dell’applicazione della misura di sicurezza detentiva, residenti nel territorio emiliano (anche se, allo stato, la struttura ospita anche qualche internato romagnolo, in quanto, la Rems di Bologna risultava al completo).

Al momento della visita, su 10 ospiti complessivi (di cui 3 in applicazione provvisoria della misura di sicurezza) ne erano presenti 5, in quanto un gruppo di 5 internati, nell’ambito del programma delle attività riabilitative e risocializzanti, stava effettuando un’escursione con pranzo al sacco sull’appenino parmense.

L’edificio è un’ex scuola di inizio secolo, che già era stata destinata a struttura psichiatrica, ora convertita in residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che “appare in grado di accogliere adeguatamente gli internati”. E’ disposta su due piani, sottolinea l’Ufficio del Garante, “con ambienti ampi e climatizzati per le attività cliniche e ricreative”. E’ prevista una capienza di 10 persone, “che hanno a disposizione 5 camere da letto da uno-due posti letto con bagno interno, e una sola camera tripla”. E’ a disposizione anche “un’area esterna con giardino”.

La gestione interna della struttura “è affidata a personale esclusivamente sanitario, come previsto dalla normativa sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, mentre la vigilanza a una guardia giurata che si avvale di un sistema di videosorveglianza h24 collocato a piano terra. Esiste la possibilità, con un apposito collegamento, di sollecitare l’intervento delle Forze dell’ordine, in caso di necessità. La struttura è delimitata da una recinzione alta tre metri. Ad oggi- chiarisce la Garante- non si sono verificati episodi critici legati alla sicurezza”.

Da subito, l’Ausl di Parma ha previsto per gli internati un ampliamento della possibilità di effettuare colloqui e telefonate rispetto al regime vigente nell’ospedale psichiatrico

giudiziario: particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni con la famiglia e/o persone significative, se coerenti con il percorso di cura, e anche cercando di favorire, laddove possibile, licenze giornaliere (autorizzate esclusivamente dalla magistratura di sorveglianza).

Come riportato nel documento, elaborato dal Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, “Contributo alla definizione del modello operativo delle Rems”, il modello di funzionamento di queste strutture “non può essere quello dell’Opg o della sanità penitenziaria e nemmeno quello di una comune residenza psichiatrica, con l’obiettivo di

delineare il mandato di cura, evitando che prevalgano le logiche custodiali che trasformerebbero le Rems in mini-Opg”. Come anche sottolineato nel corso della visita dal direttore del

Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma, Pellegrini, “la maggiore sicurezza deriva da percorsi sanitari e cure corretti e appropriati”. Esiste poi un regolamento interno della struttura che, tra le altre cose, enuncia regole di comportamento per la

Opg e rems

Dalla Corte costituzionale il primo via libera al processo di superamen-to degli ospedali psichiatrici giudiziari

di Desi Bruno

Era molto attesa la presa di posizione della Consulta su uno dei punti più qualificanti e controversi della recente disciplina sulle misure di sicurezza nei confronti degli infermi di mente.

Infatti, a pochissime settimane dalla più recente e influente novella legislativa in tema di definitivo supe-ramento degli ospedali psichiatrici giudiziari – decreto-legge 31 marzo 2014 n. 52, convertito con mo-dificazioni e integrazioni dalla legge 30 maggio 2014 n. 81 – il Tribunale di sorveglianza di Messina aveva prontamente sollevato con un ampio e appassionato provvedimento – ordinanza 16 luglio 2014 – la questione di legittimità costituzionale rivolta in particolare avverso le nuove disposizioni sul giudizio di pericolosità sociale, nella parte in cui stabiliscono che l’accertamento della pericolosità sociale è effettuato sulla base delle qualità soggettive della persona e senza tenere conto delle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo, e che non costituisce elemento idoneo a supportare il giudizio di pericolosità sociale la sola mancanza di programmi terapeutici individuali. Le perplessità e le critiche proprie degli argomenti espressi dai Giudici remittenti erano peraltro condivise dalla maggioranza dei commentatori che avevano alimentato l’acceso dibattito in merito.

Ebbene, la Corte costituzionale – sentenza n. 186 del 2015, con deposito il 23 luglio dell’anno cor-rente – ha adottato una tipica decisione di infondatezza per erroneità di presupposto interpretativo, sostenendo che «la disposizione censurata non ha modificato, neppure indirettamente, per le persone inferme di mente o seminferme di mente, la nozione di pericolosità sociale, ma si è limitata ad incide-re sui criteri di scelta tra le diverse misuincide-re di sicuincide-rezza e sulle condizioni per l’applicazione di quelle detentive». Il ragionamento dei Giudici costituzionali giunge a tale conclusione dopo aver mosso dalla lettura letterale della disposizione impugnata ed essersi snodato attraverso la considerazione della sua collocazione sistematica e del significativo percorso che ha condotto alla normativa volta al definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.

Pertanto, il netto e deciso chiarimento dell’Alta Corte risulta avallare l’articolato dispositivo di soluzioni normative introdotte in sede legislativa nei confronti dei rei infermi di mente, con l’obiettivo di disincen-tivare l’applicazione o la “conferma” delle misure detentive loro destinate e, invece, incentivarne la revoca o la “sostituzione” con misure diverse. In questo modo, ritrovano vigore le posizioni già presenti nella dialettica ordinamentale, quali approdi garantistici che dalla cultura antimanicomiale si sono diffu-si nella legislazione sanitaria e penitenziaria e nella giurisprudenza costituzionale.

Editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 23 settembre 2015

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Quotidiano E-R Assemblea Legislativa

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 55-64)

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