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Casa circondariale di Ravenna

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 115-119)

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Sono attivati corsi scolastici che vanno dall’alfabetizzazione alla scuola secondaria. I detenuti (18) lavorano alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria impegnati in lavori domestici. Altri 2, alle dipendenze di terzi, si occupano della raccolta differenziata e di giardinaggio nel periodo estivo. Sul fronte della formazione professionale, si registrano l’attività di legatoria e catalogazione dei libri della biblioteca interna e i corsi per fornai e pizzaioli.

Nota particolarmente positiva è il ricorrente appuntamento con la rassegna del “Settembre dantesco”, in cui i detenuti vanno in scena, anche in collaborazione con le scuole del ravennate, e le porte del carcere si aprono alla società esterna che assiste allo spettacolo, ogni anno in maniera sempre più importante.

Per il link della “Relazione sull’attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti”

presentata dal Ministro della giustizia al Senato della Repubblica v. antea, Casa circondariale di Bologna.

Il Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente. Perdura la criticità relativa ai rapporti con la Magistratura di Sorveglianza: sono pervenute, in maniera non episodica, segnalazioni, provenienti dalla popolazione detenuta, relative alla mancanza di risposte (e/o ai ritardi) alle istanze presentate da parte del magistrato territorialmente competente.

L’ ipotesi (superata) di accorpamento delle sedi penitenziarie. Rispetto all’ipotizzato accorpamento delle sedi penitenziarie di Ravenna e Ferrara, che prevedeva l’attribuzione del ruolo direttivo a una figura unica, il parere era stato di sostanziale condivisione perché in questa maniera sarebbe stato garantito, almeno per il momento, il mantenimento di una piccola struttura a forte vocazione trattamentale, destinata per le determinazioni a lungo termine della politica penitenziaria dipartimentale, nell’ottica della spending review, alla chiusura, insieme agli istituti con meno di 100 detenuti.

Il Decreto del Ministro della giustizia 2 marzo 2016 (si veda il seguente link https://www.

giustizia.it/giustizia/it/mg_1_8_1.wp?facetNode_1=1_1(2016)&previsiousPage=mg_1_8&cont entId=SDC1218936) ha superato tale ipotesi di accorpamento, anche lasciando immutata l’attuale organizzazione.

Al seguente link la scheda dell’istituto sul sito del Ministero della Giustizia: https://www.

giustizia.it/giustizia/it/mg_data_view.wp?liveUid=2014DAPCARD&Nome=UFF56866

Casa circondariale di Ravenna

Comunicati stampa

10/06/2015

CARCERE RAVENNA. GARANTE REGIONALE IN VISITA: “POCHI I PROBLEMI, PICCOLE REALTÀ ESPERIENZA DA SALVAGUARDARE. NO A CHIUSURA STRUTTURE SOTTO 100 DETENUTI”

Ravenna si conferma ancora una volta “una delle situazioni penitenziarie meno problematiche a livello regionale”, e diventa quindi ancora più evidente che

“il trattamento penitenziario nelle piccole realtà carcerarie è un’esperienza da salvaguardare”, nonostante l’orientamento dell’amministrazione penitenziaria nazionale a chiudere, a lungo termine, tutte le strutture con meno di 100 detenuti.

Ad affermarlo è la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, che ieri ha visitato la casa circondariale della città bizantina insieme alla direttrice, Carmela De Lorenzo.

“Il dato numerico relativo alle presenze è decisamente sotto controllo, non rilevandosi profili di sovraffollamento- riporta Bruno-, i detenuti sono collocati per lo più in celle singole con almeno 3 metri quadri a disposizione, secondo le indicazione della Corte europea dei diritti umani”. Sono presenti infatti 69 persone, di cui 39 straniere, a fronte di una capienza regolamentare di 59.

Risultano condannati in via definitiva 16 ristretti, mentre 39 sono in attesa di giudizio. I detenuti con problemi di tossicodipendenza sono più della metà, 35.

“Si è avuta la conferma della buona situazione complessiva, in linea con quanto riscontrato nei precedenti sopralluoghi, in una delle situazioni penitenziarie meno problematiche a livello regionale- rivendica la Garante-, sia in ragione delle sue ridotte dimensioni che della capacità, sinergia e collaborazione fra i soggetti istituzionali come direzione, Polizia penitenziaria, Comune e volontariato”. Inoltre, aggiunge, “negli ultimi anni si sono in maniera decisamente rilevante abbattuti i fenomeni di autolesionismo”.

La direttrice ha spiegato le iniziative che coinvolgono la popolazione detenuta, in corso o in fase di realizzazione: dal prossimo avvio di due detenuti al lavoro all’esterno (andranno a coltivare gli orti solidali gestiti da una cooperativa sociale) alle attività di legatoria e catalogazione dei libri della biblioteca interna, fino al corso di formazione per fornai e pizzaioli. Da segnalare inoltre la preparazione di un musical all’interno del carcere, in occasione del ricorrente appuntamento con la rassegna del Settembre dantesco, in cui i detenuti vanno in scena, anche in collaborazione con le scuole del ravennate, e la società esterna può partecipare allo spettacolo. Infine, riferisce De Lorenzo, grande attenzione è stata data al diritto all’affettività, la prossima organizzazione di una giornata in cui i detenuti potranno passare alcune ore con i propri figli.

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Sono inoltre stati presentati progetti, partecipando al bando regionale per la formazione, per azioni formative che coinvolgano i detenuti nella ristorazione e panificazione e per il profilo di tecnici del suono. E’ invece in attesa del via libera dal Dap l’iniziativa che vedrebbe coinvolti i detenuti che si occupano dei lavori di manutenzione ordinaria dei fabbricati, per rendere comunicanti gli attuali ambienti del magazzino e della palestra per ricavare un unico ambiente di circa 150 mq da adibire a refettorio e sala polifunzionale. “Sebbene la politica penitenziaria dipartimentale sia orientata, nell’ottica della spending review, all’attuazione di un piano a lungo termine di chiusura degli istituti con meno di 100 detenuti, da cui proprio anche Ravenna, quindi, verrebbe interessata, è un dato di realtà che la detenzione con numeri ridotti consente una maggiore attenzione alla persona detenuta, agevolandone la conoscenza da parte degli operatori, la convivenza e il percorso di responsabilizzazione, nonché aiutando a prevenire situazioni di tensione- conclude la Garante-. Il mio auspicio è quindi una valorizzazione delle piccole realtà penitenziarie in ragione del clima positivo che si è potuto riscontrare, sia in termini di attenzione ai diritti dei detenuti che in termini di adeguate condizioni di lavoro per gli operatori penitenziari”.

19/08/2015 

CARCERE RAVENNA. AZIENDA CRESPELLANO (BO) PERMETTE ALLESTIMENTO AREA VERDE PER COLLOQUI CON FAMIGLIE, GARANTE REGIONALE DETENUTI:

“FONDAMENTALE APPORTO SOCIETÀ CIVILE”

La Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, in occasione dell’ultima visita effettuata alla Casa circondariale di Ravenna, ha raccolto il desiderio espresso dalla Direzione della struttura di poter allestire l’area verde dell’istituto, dedicata ai colloqui dei detenuti con le proprie famiglie. La Garante informa che l’azienda Italmetalli, di Valerio Fiori, con sede a Crespellano (Bologna) e leader in materia di recupero ambientale, nei giorni scorsi ha donato e già consegnato una fornitissima fornitura di arredi per il giardino, tra cui un gazebo con tavolo e sedie, una piscinetta e altri giochi estivi per i bambini. Desi Bruno si unisce quindi ai ringraziamenti della direttrice, Carmela Di Lorenzo, la quale sottolinea come “iniziative così pregevoli testimoniano l’impegno concreto e la solidarietà della società civile che, se adeguatamente stimolata ad affacciarsi al mondo del carcere, si rende interprete delle istanze e dei bisogni delle persone ristrette, apportando un notevole contributo al miglioramento della loro qualità della vita, favorendo anche un più sano esercizio del diritto alla genitorialità in un contesto colorato, vivace e più adatto ai bambini”. “Devo ancora una volta constatare aggiunge la Garante regionale dei detenuti come senza l’apporto della società civile e del volontariato risulterebbe ben difficile dare completa attuazione ai principi di umanizzazione pur prevista dall’ordinamento penitenziario”.

Casa circondariale di Ravenna

I numeri. Al 31.12.15 il dato ministeriale relativo alle presenze era di 114 persone (di cui 15 donne, con 52 stranieri) a fronte di una capienza regolamentare di 144. Erano 59 i condannati in via definitiva e 55 gli imputati. C’è una sezione per i detenuti cosiddetti “protetti”, in cui alcuni detenuti vengono tenuti separati dagli altri, in ragione della condanna per un reato a sfondo sessuale e di problemi relazionali e di convivenza legati a chiamate in correità, collaborazioni marginali, appartenenza a Forze dell’ordine.

Le condizioni igienico-sanitarie. Le relazioni sugli esiti delle attività di vigilanza effettuate dal Dipartimento di Sanità Pubblica di Forlì dell’Azienda USL della Romagna hanno certificato che la struttura carceraria, pur presentandosi vecchia ed esistendo criticità di ordine strutturale, ha condizioni di manutenzione igienico-sanitarie complessivamente sufficienti (in buono stato di manutenzione la sezione femminile).

Sono stati effettuati interventi straordinari di derattizzazione in ragione di segnalazione scritta, da parte dei detenuti, della presenza di roditori nei piani di detenzione. A seguito del sopralluogo effettuato anche alla presenza dell’entomologo dell’Ausl, è stato, comunque, consigliato alla direzione di effettuare un ulteriore intervento di derattizzazione, da effettuarsi con la supervisione dei tecnici dell’Ausl.

Il progetto di riapertura della sezione a custodia attenuata è in fase di avvio: primo e secondo piano sono agibili mentre al terzo piano devono ancora essere tinteggiate le stanze di detenzione, risanati i locali docce e manutenzionate le finestre. L’Azienda Usl ha consigliato l’ulteriore verifica della staticità del tetto.

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 115-119)

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