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Ripensare Castelfranco

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 49-53)

Editoriale pubblicato nella newsletter “Notizie dal Garante” del 15 giugno 2015

Un fortilizio, voluto nel 1626 da Papa Urbano VIII per difendere i conÞni dello Stato PontiÞcio, circondato da mura di cinta imponenti, che già nel 1805 perse di importanza strategica e venne trasformato in casa di pena. Tecnicamente oggi è una Casa di reclusione con annessa Casa di Lavoro, ma ospita in grande prevalenza persone in regime di internamento alla quale è stata applicata la misura di sicurezza detentiva Una delegazione di consiglieri regionali, in gran parte della commissione Parità e diritti delle

persone accompagnati dalla Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, e dalla presidente della commissione, Roberta Mori, lo scorso 3 giugno hanno visitato la struttura

Il problema più rilevante della struttura riguarda la scarsissima opportunità di lavoro. Gli internati, persone di nuovo in carcere nonostante sia stata già scontata la pena, svolgono attività lavorativa a turno, per periodi limitati e con bassissime retribuzioni. La loro giornata trascorre per la maggior parte nell’ozio. Questo anche se la struttura presenta notevoli potenzialità: decine di ettari di terreno sostanzialmente abbandonati e oltre 2.000 mq di spazi interni pressoché inutilizzati, una lavanderia di tipo industriale che ha cessato ogni attività.

A Castelfranco Emilia manca il lavoro, ovvero il presupposto stesso di esistenza dell’Istituto.

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Quotidiano E­R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

26/06/2015 17:34

CARCERE MODENA. CASA LAVORO CASTELFRANCO, INTERVIENE ANCHE IL DAP:

'AFFRONTARE PROBLEMA IN SINERGIA CON COMUNITÀ'. GARANTE BRUNO:

“SODDISFATTA, SPERIAMO SIA INIZIO PERCORSO DECISIVO”

Il Dipartimento di amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia

“condivide la necessità di un intervento” sull’istituto di Castelfranco Emilia, la casa­lavoro in provincia di Modena, e pertanto “investirà le competenti articolazioni dipartimentali e territoriali affinché la problematica segnalata venga affrontata costruttivamente in sinergia con la comunità locale”.

A renderlo noto è la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, che riprende una lettera inviatale da Santi Consolo, capo del Dap, in risposta agli atti del convegno “Poveri o pericolosi? La crisi delle misure di sicurezza personali detentive per autori di reato imputabili e pericolosi”, che la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa si era

preoccupata di far conoscere a tutti i portatori di interesse della vicenda in modo che “la questione della Casa Lavoro di Castelfranco trovi finalmente la giusta attenzione nelle sedi competenti”.

“Sono molto soddisfatta per l’interessamento del Dap nella persona del suo capo, spero sia l'inizio di un nuovo e decisivo percorso­ spiega Bruno­ e auspico anche che venga avviata quanto prima la riforma della normativa in tema di misure di sicurezza detentive per imputabili, anche in ragione delle modifiche apportate in tema di misure di sicurezza per non imputabili”.

La Garante, inviando gli atti del convegno, aveva scelto di segnalare “la anomalia della situazione dell’istituto di Castelfranco Emilia”, sollecitando un intervento. Infatti, aveva rimarcato Bruno,

“anche se la struttura presenta notevoli potenzialità, a Castelfranco Emilia manca il lavoro, ovvero il presupposto stesso di esistenza dell’Istituto, nonostante il ricco patrimonio agrario e laboratoriale a disposizione che è da anni del tutto inutilizzato, e che sta nel tempo deteriorandosi. Ci sono due officine che non hanno attività in essere e un’area pedagogica provvista di sale riunioni, aule didattiche, in cui nulla si fa”.

Secondo Bruno sarebbe poi opportuno “verificare la possibilità di attuare forme di riorganizzazione tese alla territorializzazione delle misure di sicurezza, consentendo il rientro o l’avvicinamento, ove possibile, degli internati ai luoghi di residenza o comunque di frequentazione abituale, e agevolando così la presa in carico da parte dei servizi territoriali”: infatti, concludeva Bruno nel suo appello, “è evidente anche il disagio degli enti locali, Castelfranco Emilia e Modena, e dei relativi servizi che si devono occupare degli internati”.

(jf)

Casa di lavoro

Quotidiano E­R Assemblea Legislativa

Comunicato stampa

03/07/2015 16:11

CARCERE. GARANTE REGIONALE DETENUTI TRA ESPERTI MINISTERO GIUSTIZIA SU MISURE DI SICUREZZA: ‘RIPENSARE CASE LAVORO COME CASTELFRANCO EMILIA’

La Garante regionale delle persone private della libertà personale dell’Emilia­

Romagna, Desi Bruno, parteciperà al tavolo di lavoro sulle misure di sicurezza promosso dal ministero della Giustizia all’interno degli “Stati generali sull’esecuzione penale”.

“In una sede tecnica come quella potrò tornare a far rilevare la necessità di arrivare a un

ripensamento delle misure di sicurezza detentive, con particolare riguardo all’internamento della casa di lavoro­ spiega Bruno­, nell’ottica dell’abrogazione o di un superamento che possa passare attraverso la territorializzazione delle stesse, avvicinando per quanto possibile l’internato al territorio di riferimento”. Anche perché, prosegue, “è auspicabile che il rilancio della struttura di Castelfranco Emilia possa davvero passare attraverso un intervento costruttivo attuato in sinergia con la comunità locale, così come recentemente i vertici del Dipartimento di amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia mi hanno annunciato”.

L’Ufficio della Garante ha visitato, per alcuni colloqui con i ristretti, la casa lavoro di Castelfranco Emilia nei giorni scorsi: “La situazione, anche in relazione alle precedenti visite, risulta essere cristallizzata: l’internato è per lo più una persona che presenta caratteristiche di forte disagio sociale come tossicodipendenza, problemi psichiatrici, mancanza di riferimenti familiari, sociali, abitativi, di lavoro, irregolarità sul territorio, o povertà­ riferiscono i collaboratori della Garante­, e a queste persone la casa di lavoro non offre, nei fatti, alcun tipo di strumento di reinserimento sociale idoneo a far cessare il giudizio di pericolosità a fondamento dell’applicazione della misura, tanto più che risultano grandemente sottoutilizzate le potenzialità della struttura”.

L’istituto di garanzia dell’Assemblea legislativa regionale segnala infine un caso di “particolare delicatezza”, tra i 100 internati e gli 8 detenuti presenti nella struttura: “Uno di loro sta

assumendo terapia ormonale per diventare transessuale, e ha già più che evidenti mutamenti del corpo, ma continua a vivere in ambienti promiscui, condividendo gli ambienti detentivi con gli altri internati”: una collocazione che l’Ufficio del Garante non ritiene affatto congrua.

(jf)

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Quotidiano E-R Assemblea Legislativa

Comunicat o stampa

15/01/2016 17:04

CARCERE MODENA. GARANTE REGIONALE DETENUTI: STATI GENERALI VOLUTI DA MINISTERO GIUSTIZIA CHIEDONO DI “SUPERARE” LE CASE LAVORO COME

CASTELFRANCO EMILIA E IL CONCETTO DI “FINE PENA MAI”

ÒDeÞnitivo superamento dellÕesperienza delle case di lavoroÓ, come quella di Castelfranco Emilia in provincia di Modena, e lÕintroduzione di un Òtermine massimo di durata per le misure di sicurezzaÓ, che in ogni caso dovranno riguardare solo Òcasi di concreto pericolo della commissione di ulteriori gravi reatiÓ: sono queste le richieste del 'Tavolo 11', dedicato al lavoro sulle misure di sicurezza nellÕambito degli Stati generali sull’esecuzione penale, iniziativa promossa dal ministero della Giustizia.

A darne notizia è Desi Bruno, Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, che agli Stati generali ha partecipato insieme ad altri esperti. E nella relazione Þnale da poco licenziata, riferisce la Þgura di garanzia dellÕAssemblea legislativa, Òper quanto riguarda le misure di sicurezza detentive per soggetti imputabili, proprio come lÕinquadramento giuridico degli internati di

Castelfranco Emilia, si è proposto il deÞnitivo superamento dellÕesperienza delle case di lavoro, nel rispetto di quanto previsto dal testo del disegno di legge in materiaÓ.

Nella proposta Þnale del Tavolo 11, i cui componenti a maggioranza si sono espressi come contrari al sistema del doppio binario che prevede pene e misure di sicurezza, Òtenuto conto del limite indicato dalla legge delega, è stato mantenuto il sistema del doppio binario ma in chiave garantista con lÕaffermazione del principio di territorialitˆ dellÕesecuzione della misura di sicurezzaÓ, riporta la Garante.

Inoltre, prosegue, Òsi è proposto che la misura di sicurezza si applichi solo in presenza di reati presupposti di rilevante gravitˆ, nei casi in cui sussista il concreto pericolo della commissione di ulteriori gravi reati, con lÕiniziale attivazione di una misura non detentiva consistente nella libertˆ vigilataÓ. Quindi, continua Bruno, solo in casi eccezionali, a seguito della continua reiterazione di gravi violazioni, si è prevista la possibilitˆ di sostituire la misura non detentiva con una misura contenitiva, dapprima a contenuto domiciliare e poi detentivo comunque con un alto contenuto trattamentale, nel senso di concrete opportunitˆ di lavoroÓ.

InÞne, conclude, Òsi è inoltre previsto che la misura di sicurezza per gli imputabili abbia un termine massimo di durata analogamente a quanto previsto dalla legge in materia per i non imputabiliÓ.

Sempre in merito alla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, lÕUfÞcio della Garante ha visitato la struttura poco prima delle festivitˆ natalizie e, riferisce Bruno, Òil riscontro dellÕattivitˆ della magistratura di sorveglianza è stato positivo, non veriÞcandosi il blocco dellÕattivitˆ ordinaria di esame delle istanze presentate dagli internati, con conseguente interruzione dei percorsi trattamentali esterniÓ. Infatti, spiega la Garante, Òabbiamo potuto constatare che gli internati hanno usufruito regolarmente delle licenze durante il periodo festivo grazie ai puntuali provvedimenti di concessione da parte del magistrato dellÕUfÞcio di sorveglianza di Bologna a cui è temporaneamente afÞdata la competenza sulla struttura in ragione della perdurante vacanza, per ragioni di ordine personale, del magistrato di Modena che ha la titolaritˆ della funzioneÓ.

Al 31 dicembre 2015 risultavano essere presenti in istituto 77 internati e 9 detenuti. Si segnala, inoltre, che un recente schema di decreto del ministro della Giustizia prevede lÕaccorpamento delle direzioni delle struttura penitenziarie di Modena e Castelfranco Emilia.

(jf)

Casa di lavoro

Nel documento case di lavoro private libertà della (pagine 49-53)

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