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NELLA LETTERATURA SCIENTIFICA: IL CASO DELL’ETNOGRAFIA MUSICALE

C ONTRIBUTI DI ETNOGRAFIA MUSICALE DURANTE IL FASCISMO

4. Un etnografo–musicista in colonia: l’inedita attività di Gavino Gabriel in Eritrea

4.1 Gli anni african

La presenza di Gavino Gabriel in Eritrea risale ad un periodo piuttosto tardo del colonialismo italiano. Egli giunge in colonia in piena epoca di propaganda imperialista, durante la campagna d’Etiopia, nel marzo 1936.198 Vi rimane tuttavia a lungo, permanendovi anche successivamente alla perdita della colonia da parte dell’Italia con l’occupazione inglese nel 1941, per tutta la durata dell’amministrazione militare britannica dell’Eritrea (British Military Administration of Eritrea, B. M. A. E.). La centralità della sua figura, raggiunta attraverso un’intensa attività in molteplici fronti, dall’amministrazione all’organizzazione della vita culturale coloniale, lo rende anche testimone attivo nelle trattative internazionali per il destino dell’ex-colonia

198 Da una lettera di Leonardo Gana, direttore de «La Nuova Eritrea», a G. Gabriel l’incarico di

collaborazione con il quotidiano inizia il 1° marzo 1936. Ringraziamo G. Sotgiu per questa informazione.

Eritrea.199 Gabriel rientra in patria, non senza difficoltà,200 nel 1953. La totale disfatta italiana in ambito coloniale e il conseguente processo di amnesia storica promosso dal Governo repubblicano, in ogni caso, paralizza qualunque suo progetto a favore dell’Eritrea [Uras 2007, p. 40 - 41].

In seguito alle difficoltà attraversate dall’etnografo gallurese durante gli anni successivi alla defenestrazione dalla Discoteca di Stato,201 l’invito da parte dell’amico Leonardo Gana a svolgere l’attività di giornalista per «La Nuova Eritrea»202 viene accolto di buon grado. Il suo arrivo in colonia,203 non sappiamo se casualmente o volutamente, coincide anche con la partenza di Alberto Pollera - etnografo e amministratore della colonia Eritrea dall’epoca liberale - per Adua, come volontario amministrativo, cedendo al collega sardo la direzione della biblioteca governativa [Sòrgoni 2001, p. 12]; con la sua scomparsa nel 1939,204 Pollera lascia a Gabriel anche l’incarico di capo della Sezione Studi del Governo eritreo [Sòrgoni 2001, p. 12].

199 Il 1° aprile 1941, dopo la vittoria britannica nella battaglia di Cheren, gli inglesi occupano Asmara,

inaugurando la dissoluzione dell’Africa orientale italiana. L’Eritrea passa in tal modo sotto l’amministrazione militare britannica (British Military Administration of Eritrea, B. M. A. E.), la quale consente tuttavia alle autorità italiane la continuazione dello svolgimento delle normali attività di amministrazione civile. Successivamente, il destino dell’Eritrea, come stabilito dal trattato di pace con l’Italia, passa nelle mani delle Nazioni Unite. Istituita una Commissione d’inchiesta dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1949, al fine di prendere una decisione sul nuovo assetto del territorio africano ex-colonia italiana, inizialmente l’Italia chiede il riconoscimento di un’amministrazione fiduciaria. Negata la richiesta da USA e Inghilterra, l’Italia appoggia la causa dell’indipendenza della nazione Eritrea contro la volontà inglese della spartizione tra Etiopia e Sudan. L’anno successivo, la V sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU a Lake Success giunge alla Risoluzione, decretando la fondazione della federazione Eritrea - Etiopia, accantonando ogni volontà italiana. In questo “teatro” di poteri, Gavino Gabriel viene chiamato a supporto della Missione Eritrea in difesa della tesi dell’autonomia. Di tale avvenimento resta testimonianza anche in un articolo di Prezzolini e nello scambio epistolare dell’intellettuale con il folklorista sardo. Per ulteriori approfondimenti sulla posizione di Gabriel cfr. Uras 2007; la stessa autrice pubblica il dattiloscritto della relazione letta da Gabriel a Lake Success in Uras 2004, pp. 133-135. Per una maggiore contestualizzazione degli avvenimenti storici relativi all’Eritrea liberata dalla dominazione italiana, cfr. Taddia 1986, pp. 361-371 e Moneta 1987.

200 Cfr. Appendice II, Documento 13.

201 Gavino Gabriel è l’ideatore e fautore della Discoteca di Stato di Roma, presieduta da Umberto

Giordano, col quale intrattiene stretti rapporti professionali e di amicizia. Il primo progetto per una Discoteca Etnica Nazioanale (DEN), conservato con gli altri documenti nel Fondo privato, risale ai primi anni Venti. Dopo la realizzazione dell’ambizioso disegno nel 1928, la paternità dell’istituto viene rivendicata dall’Associazione Mutilati ed Invalidi, una potente lobby con forti ascendenti sul governo fascista, che pretende ed ottiene la direzione dell’istituto nel 1934. In quest’occasione si fa luce anche sulla posizione del folklorista sardo nei confronti della politica nazionale: pur essendosi iscritto al PNF nel 1932 per conctretizzare il piano, l’artefice del progetto, negato e tradito, minaccia di denunciare il Duce. Del proposito di Gabriel resta traccia in una lettera conservata presso l’AST. Per maggiori informazioni si vedano Uras 1999, pp. 127-130 e Uras 2004, pp. xi-xii.

202 Già «Il Quotidiano eritreo», il nome del quotidiano muta in seguito in «Corriere dell’Impero», poi

«Corriere Eritreo».

203 L’etnografo sardo trasferisce progressivamente in Eritrea tutta la famiglia, cercando di coordinare la

sua attività professionale con la vita privata. Il figlio Gabro, dirige il Cinema Impero in viale Mussolini ad Asmara [AST].

204 Il Pollera torna ad occuparsi della biblioteca al suo rientro da Adua nel 1937, sotto il Governo

Dunque, sin dall’inizio del soggiorno africano, Gabriel si trova coinvolto nell’amministrazione coloniale e, in breve tempo, come si può notare dai documenti conservati, diviene il principale punto di riferimento per gli italiani in colonia e il motore della vita culturale della capitale, Asmara. La passione con cui Gabriel svolge il suo ruolo è dimostrata dal fatto che, dopo la perdita della colonia da parte dell’Italia, l’intellettuale sardo si batte, parallelamente alla causa per l’indipendenza dell’Eritrea, per la conservazione dei beni culturali accumulati dagli italiani durante il periodo di dominazione. Molti documenti della Biblioteca Eritrea sono oggi custoditi in Sardegna presso l’archivio privato di Tempio Pausania. Nel contempo, però, l’esperienza maturata in ambito etnografico e le relazioni con i governatori locali, uniti alla sua ormai nota intrapendenza, lo pongono anche come principale referente per progetti finalizzati alla divulgazione delle tradizioni locali [Appendice II, Documento 14].

L’intraprendenza del Gabriel si manifesta presto nel territorio coloniale. L’anno successivo al suo arrivo in Africa, l’intellettuale si fa promotore, all’interno del Partito Nazionale Fascista (PNF), dell’Istituto Nazionale di Cultura Fascista (INCF),205 del quale prende la presidenza [Appendice II, Documento 1]. Dai documenti dell’archivio, emerge chiaramente come, sin dal primo anno di attività, Gabriel sembra voler imprimere all’Istituto il carattere di un vero e proprio “centro studi”, attraverso l’organizzazione di conferenze di argomento coloniale ed etnologico tenute da diversi esperti presenti in colonia, corredate da itinerari d’interesse archeologico, geografico o agrario; vengono inoltre previste mostre d’arte e di artigianato locale [Appendice II, Documenti 1 e 2]. Il Presidente, inoltre, partecipa attivamente alle iniziative sia con contributi sulla musica e gli strumenti musicali indigeni che attraverso l’organizzazione di un ciclo di «Conversazioni - Concerto» di argomento musicologico. È interessante notare che la serie proposta per il 1937-38, dedicata alla musica colta europea dal Barocco a Richard Strauss, si apre anche al folklore eritreo, terminando con un incontro dal titolo Ritmi e vocalizzi abissini, probabilmente con un momento performativo [Appendice II, Documento 2]. Purtroppo non abbiamo testimonianze relative al reale svolgimento delle conferenze né su altre iniziative simili organizzate in anni successivi. Tuttavia, l’opera di divulgazione delle tradizioni africane si manifesta in altre occasioni documentate,

205 La sede coloniale mediterranea dell’INCF, come abbiamo visto, è promossa e presieduta a Tripoli

nelle quali lo studioso di folklore si fa promotore di «spettacoli ‘etnografici’» [Appendice II, Documento 14], simili a quelli organizzati con i cantadóri di taxa sardi nella madrepatria [Morelli, in Uras 2004, p. xviii], promuovendo anche un’originale interazione dell’ambiente musicale coloniale italiano con la musica del folklore eritreo.

Nella poliedrica attività di Gabriel in colonia, anche l’educazione musicale occupa un posto importante, questa volta rivolta alla formazione di competenze musicali specifiche, al di fuori della scuola dell’obbligo. In seguito alla distruzione del Liceo Musicale di Asmara a causa di un bombardamento in un’azione di guerra,206 il musicista ne promuove la ricostruzione, prendendone la direzione. L’istituzione era stata fondata da Alfeo Buja nel 1932 [Monile 1934] e successivamente diretta dal violoncellista senese Didaco Trinci.207 Nell’ambito del progetto di rifacimento, Gabriel organizza, alla fine del 1938, una manifestazione concertistica «Pro Liceo Musicale» con artisti residenti in colonia, tra cui lo stesso Trinci [Appendice II, Documento 8]. Nell’archivio privato è stato ritrovato anche un programma dattiloscritto di un concerto da camera nel quale viene presentata una composizione dello stesso Gabriel,208 il Quartetto op. 15, purtroppo senza data [Appendice II, Documento 9]. Il foclorista continua evidentemente a coltivare in colonia anche i propri interessi musicali.

L’attività compositiva del musicista sardo nel periodo africano, come vedremo, non resterà indifferente ai nuovi materiali musicali sui quali lo stesso

206 L’informazione è desunta da alcune lettere custodite presso l’ATS. Ringraziamo G. Sotgiu per

questa informazione.

207 Didaco Trinci (Colle Val D’Elsa 1884 - Pistoia 1962). Discendente da una famiglia nobiliare di

Foligno, città che ne conserva ancora oggi memoria con il Palazzo Trinci, ubicato in posizione centrale nella città, Didaco Trinci è direttore della Società Corale Vincenzo Bellini tra il 1908 e il 1912 ed è al fianco di Toscanini a Montecatini Terme nei concerti per gli ospiti delle terme. Docente dal 1927 presso l’Istituto musicale di Pistoia, tra il 1928 e il 1934 è attivo come viloncellista nell’Orchestra dell’Augusteum di Roma e nell’orchestra stabile di Firenze. Militante nel partito socialista al fianco di Mussolini prima della salita al potere alla guida del Partito Nazionale Fascista, è successivamente perseguitato come gli altri ex-alleati socialisti. Esiliato in Eritrea con la moglie Assunta e il figlio Sicinio nella seconda metà degli anni dieci, vi si trasferisce stabilmente nel decennio successivo, divenendo Direttore del Liceo Musicale e dell’orchestra di Asmara, dove risiede fino alla Seconda Guerra Mondiale. Ad Asmara nascono gli altri due figli, Riccardo e Gennaro, anch’essi musicisti, impegnati anche nell’attività commerciale della famiglia intorno ad un negozio di musica nella capitale eritrea. Dopo la guerra e l’occupazione britannica dell’ex-colonia italiana, mentre la maggiorparte dei connazionali rientra nella madrepatria, Didaco accetta l’invito degli Inglesi a restare. In seguito, si trasferisce in Kenya con l’incarico di fondare il Conservatorio di Musica dell’Africa orientale, un progetto portato a termine nel 1955. Didaco Trinci ha all’attivo anche composizioni didattiche, solistiche ed orchestrali [Puglisi 1952, p. 288]. Si ringrazia Mr Davide Botta per le informazioni biografiche.

208 Dalla biografia redatta dal figlio di Gabriel, Eliodoro, oggi novantacinquenne, fu dagli anni

conduce studi e analisi, dando vita a brani in cui elementi della tradizione musicale colta europea si mescolano a quelli indigeni.

Da ultimo, in Eritrea si rinnova anche il richiamo dell’intellettuale verso il cinema. In seguito alla collaborazione con il regista Carmine Gallone per la pellicola

Casta Diva (1935) e con l’Istituto LUCE,209 Gabriel lavora a due sceneggiature cinematografiche di soggetto coloniale, rinvenute di recente nell’archivio privato:

Letteberhan (Figlia della luce) e Il re Teodoro.210 Di particolare interesse risulta la prima: datata «Asmara, 1938»,211 si ispira alla leggenda abissina che gli dà il nome e prevede la presenza di strumenti musicali etnici sulla scena, sui quali, come vedremo anche più avanti, l’autore conduce ricerche. Sulla bozza manoscritta conservata presso l’AST l’autore appunta anche le melodie indigene da eseguire, con l’indicazione dello strumento musicale, nei passi relativi [Appendice II, Documento 10]. La pellicola sarebbe stata realizzata dalla Scalera film nel dopoguerra,212 ma le vicissitudini seguite alla perdita delle colonie ne frenano probabilmente la produzione [Appendice II, Documento 11]. Anche i tentativi nella cinematografia testimoniano dunque il forte interesse di Gabriel per il folklore coloniale e l’impulso alla divulgazione delle sue conoscenze etnografiche.

4.2 Le trascrizioni di folklore musicale e il progetto per