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Cultural studies sul colonialismo italiano nell’ultimo decennio

DEI CULTURAL STUDIES SUL COLONIALISMO ITALIANO

4. Cultural studies sul colonialismo italiano nell’ultimo decennio

Una prima ricognizione relativa ai cultural studies sul colonialismo italiano è stata presentata nel 2000 da Nicola Labanca in un ampio articolo dal titolo Imperi

immaginati. Recenti cultural studies sul colonialismo italiano [Labanca 2000] apparso

sulla rivista «Studi piacentini» [SP]. Lo sguardo complessivo dello storico, in quella sede, era stato approfondito attraverso le testimonianze di alcuni esperti impegnati nei relativi settori disciplinari.31 Nell’arco di tempo trascorso da quel primo studio fino ad oggi, tuttavia, numerosi contributi hanno ulteriormente arricchito il panorama sull’argomento ed aperto nuove prospettive d’indagine, sia in ambito nazionale che internazionale. In anni recenti una nuova ondata di studiosi italiani, in particolare all’interno di nuove analisi sulla memoria legata alla seconda guerra mondiale e al fascismo, ha esaminato questioni culturali e sociali inesplorate dalla storiografia precedente. Gli studi postcoloniali, in crescita dall’ultimo ventennio del secolo scorso, «promise to continue to bring to light facets of this previously undocumented history» [Fuller 2007, p. 216].

Degno di rilievo è l’interesse straniero per la cultura del colonialismo italiano, perpetrato nell’ultimo decennio non solo attraverso pubblicazioni32 e convegni,33 ma anche per mezzo dell’istituzione di corsi universitari34 nonché di collezioni custodite e promosse da fondazioni private35. Gli studi stranieri mostrano particolare interesse nel valutare le ripercussioni dell’esperienza coloniale italiana in epoca postcoloniale, sia per quanto riguarda «la permanence de stéréotypes et d’ambiguïtés qui influencent encore aujourd’hui la confrontation avec l’Autre africain» [Colin – Laforgia 2003, p.

31 Gli studiosi che hanno contributo alla sezione, oltre Labanca, sono: Enrico Castelli, Gianluca

Gabrielli, Silvana Palma, Barbara Sòrgoni, Alessandro Triulzi, cfr. SP.

32 Tra le più recenti: Ben-Ghiat - Fuller 2005 e Andall - Duncan 2005.

33 Citiamo il convegno londinese del 2001 dal titolo Italian Colonialism and Post-colonial Legacies

organizzato dall’Association for the Study of Modern Italy, i cui contributi sono stati pubblicati su due volumi monografici delle riviste «Modern Italy» [MI] e «Journal of Modern Italian Studies» [JMIS] e in Andall - Duncan 2005; e quello di Caen (Francia) del 2003, L’Afrique coloniale et post-coloniale

dans la culture, la littérature et la societé italiennes, i cui atti sono stati pubblicati nello stesso anno in

Colin - Laforgia 2003.

34 Tra i corsi istituiti presso il Department of Italian Studies della New York University è presente un

programma sul colonialismo italiano (Italian Colonialism) diretto dalla studiosa Ruth Ben-Ghiat.

35 La Wolfsonian Foundation della Florida International University custodisce una collezione di riviste,

libri e manufatti artistici (schizzi, disegni, dipinti, medaglie, medaglioni e altro) relativi al periodo coloniale italiano e, attraverso un programma di sovvenzioni (fellowship program), promuove ricerche su materiali e documenti in essa conservati.

1], sia per meglio comprendere la persistenza di convinzioni circa l’impermeabilità dell’identità nazionale italiana [Palumbo 2003, p. 11] e la loro presunta indipendenza rispetto ad importanti avvenimenti storico-culturali sottoposti ad un forzato e profondo processo di rimozione. In linea con la prospettiva postcoloniale, inoltre, emerge anche in ambito nazionale la tendenza a «restituire al complesso intreccio di rapporti tra colonizzatori e colonizzati il loro denso spessore di complessità e di fluidità operativa che il dibattito storiografico in Italia ha a lungo negato» [Triulzi 2002, p. 6]. Alla generale tendenza ad «uniformare e livellare» l’esperienza coloniale [Triulzi 2002, p. 6] si oppone infatti un tentativo di metterne in evidenza le multiformi e articolate manifestazioni.

In generale, come ha dimostrato Labanca nel panorama degli studi sul colonialismo italiano, gli anni Novanta rappresentano un punto di svolta e propongono una revisione dei giudizi precedentemente formulati [Labanca 2000, p. 151]. Letteratura, architettura, cinema e fotografia coloniale vengono osservati da nuove prospettive. Nella sua ricca sintesi sulla «prospettiva ‘culturale’ nella ricerca storica sul colonialismo italiano fino al 2000» [Labanca 2000, p. 158], lo storico italiano conferisce particolare risalto alla categoria dell’immaginario coloniale, ricostruito attraverso recenti mostre ed esposizioni, per mezzo del concorso di ambiti differenti, dalla letteratura alla fotografia, per la comune finalità di ricreare modalità, forme e canali della divulgazione dell’impresa coloniale italiana. Iniziative organizzate sul territorio nazionale, ricalcate su esperienze straniere, hanno contribuito a promuovere nuovi sguardi sulla questione della rappresentazione dell’ “Altro” colonizzato, della costruzione dell’identità nazionale e delle ripercussioni dell’esperienza coloniale sull’attuale rapporto con l’ “Alterità”, connaturati alla diffusione dell’ideologia legata alla conquista e all’espansione [Labanca 2000, pp. 145-168].

Dalla nostra indagine sugli studi negli ultimi dieci anni sono emersi ulteriori passi in avanti. Le analisi e gli interventi si sono moltiplicati sia per la partecipazione del discorso sul colonialismo alla più generale riflessione intorno al muticulturalismo che caratterizza l’era attuale, sia grazie all’interesse sempre crescente, anche straniero, in particolare per gli orientamenti postcoloniali. Anniversari, celebrazioni, nuove scoperte e testimonianze, come abbiamo visto, stimolano inoltre nuovi approcci. In alcuni Dipartimenti di Italiano delle Università europee sono in atto progetti interdisciplinari che inglobano queste tematiche, sovente in seno a più ampie

discussioni sui problemi dell’identità culturale e della migrazione.36 Gli studi postcoloniali sviluppati in America hanno inizialmente stimolato esperti statiunitensi in Italian studies «to explore Italian colonial and postcolonial culture in the light of theoretical perspectives» che, almeno fino alla prima metà del Duemila, «have not been elaborated by Italian scholarship in Italy» [Palumbo 2003, p. 2]. Recenti contributi internazionali guardano oggi l’Italia come nazione non esente dal dibattito postcoloniale.37 Sempre più numerosi sono anche i contributi provenienti dagli stessi territori ex-coloniali. Convegni e pubblicazioni, frutto della collaborazione di esperti provenienti da ambiti culturali e geografici differenti, anche africani, permettono dunque uno sguardo complessivo sulle recenti acquisizioni nei diversi settori. Anche la ricorrenza, nel 2006, dei settant’anni dalla fondazione dell’A.O.I. (Africa orientale italiana) ha rappresentato un’ulteriore stimolo e un importante momento di riflessione [Del Boca 2007].

Sebbene la multidisciplinarità che distingue i cultural studies rende spesso arduo inquadrare le analisi in una categoria specifica, tenteremo comunque, in questo paragrafo, di evidenziare le prospettive più recenti mantenendo la tradizionale distinzione in settori disciplinari.

4.1 Colonialismo e letteratura: nuovi esiti di ricerca

Tra gli ambiti di studio sulla cultura del colonialismo italiano, la letteratura è il più ricco e articolato.38 Oggetto d’interesse degli studiosi sin dagli anni Settanta, essa conosce, a partire dagli anni Novanta, quella “revisione di toni” comune alle altre discipline. Allo stesso tempo, inoltre, si assiste ad un’estensione dei suoi confini, grazie all’interesse, inizialmente straniero, nei confronti dell’accostamento di alcuni grandi autori italiani otto-novecenteschi al tema africano - al di là, dunque, dei prodotti ‘coloniali’ propriamente detti -, una prospettiva oggi arricchita da numerosi contributi. L’appello di Labanca a continuare in questa direzione e ad aprire una nuova strada con l’indagine sulla letteratura di consumo «che pure echeggiò, o tematizzò, l’avventura africana» [Labanca 2000, p. 153] sembra essere stato accolto.

36 Si veda il progetto Mobility and Identity Formation: An interdisciplinary approach to the Italian case

del Dipartimento di italiano dell’Università di Varsavia (novembre 2006 - giugno 2007).

37 La rivista «Interventions. Journal of Postcolonial Studies», nel 2006 - anno della celebrazione dei

Settant’anni dalla fondazione dell’Africa orientale italiana - dedica l’intera ultima uscita annuale all’Italia coloniale e postcoloniale (Colonial e Postcolonial Italy) [JPS].

38 Per una sintetica trattazione delle modalità e forme di recezione dell’esperienza coloniale nella

Anche i generi cosiddetti “minori” legati all’esperienza coloniale (come la letteratura di viaggio e la memorialistica) sono stati oggetto di indagine, soprattutto in quanto documenti per gli studi storici.

Nell’ultimo decennio le analisi sulle relazioni tra l’esperienza coloniale italiana e la letteratura sono proliferati sia attraverso le riviste, anche straniere, in numero sempre maggiore aperte all’argomento, sia attraverso progetti di ricerca, convegni, pubblicazioni. La tendenza più evidente negli ultimi anni è certamente quella di ampliare le riflessioni, rilevando l’operato di nomi meno familiari al mondo letterario nonché testimonianze postcoloniali. Il processo di rivalutazione, inaugurato alla fine del secolo scorso, sembra essere ulteriormente proseguito. Parallelamente al moltiplicarsi di studi sui lavori ispirati all’Africa di grandi autori della letteratura dell’ Ottocento e del Novecento, come Pascoli, Marinetti e Ungaretti, inaugurati inizialmente in ambito anglosassone [Labanca 2000, p. 153], sono venute alla luce altre figure. L’esperienza della colonia, allargando il campo anche a situazioni non strettamente legate all’impero dell’AOI, è stata talvolta rivalutata quale formativa per il letterato vissuto in un periodo di rinnovamento artistico-culturale.39 Agli approfondimenti sui “postcoloniali” Flaiano, Moravia e Buzzati hanno fatto seguito indagini su altri importanti autori, le cui biografie o le cui opere presentano significativi riferimenti al passato coloniale nazionale.40 Anche le opere di scrittori indigeni nati nei territori ex-coloniali trovano il loro spazio e testimoniano la persistenza dell’eredità del dominio italiano in Africa, in un percorso verso una letteratura postcoloniale italiana ancora da costruire, quale testimonianza di una faticosa pratica di decolonizzazione con cui il nostro Paese si è a lungo ostinata a credere di non aver nulla a che fare.41 Uno sguardo sulla produzione femminile, sia italiana che ex-coloniale, finora negletta, è stato inoltre recentemente presentato, in linea con la diffusione dei gender studies.42

Anche per la memorialistica, lo scarto rispetto alla storiografia delle altre nazioni europee ex-coloniali, ha iniziato ad essere recuperato. Contributi recenti lasciano spazio alle voci dell’ “Altro” colonizzato, schiudendo un universo sinora

39 Considerazioni su Enrico Pea e Fausta Cialente si trovano in Re 2003, pp. 166-183. 40 Come in Matteucci 2004.

41 Si veda a tal proposito Comberiati 2007, in cui vengono intervistate nove scrittrici nate nei territori

ex-coloniali le cui opere sono ispirate alle vicissitidini legate alle proprie origini; si veda inoltre il quarto volume dell’anno 2004 della rivista letteraria «Quaderni del ‘900» dedicato all’argomento [Q900].

ignoto, in grado di rovesciare persistenti convinzioni e meritevole di offrire un’efficace contraltare a radicati pregiudizi e luoghi comuni.43

Per quanto concerne la letteratura di consumo, nuove analisi offrono importanti informazioni sulla circolazione del discorso e dell’immaginario coloniale, attraverso molteplici generi (romanzi d’avventure, letteratura per bambini) e media letterari.44 Tra i generi minori, anche la letteratura di viaggio ha conosciuto nuovi contributi.45 Recenti studi si sono soffermati anche sull’espressione linguistica (elementi della retorica imperialista, immagini, luoghi comuni) all’interno di plurivoche manifestazioni, dal discorso politico, al romanzo coloniale, ai testi scolastici.46 Il giornalismo, ultimo territorio finora rimasto inesplorato, è stato oggetto di un recente progetto di ricerca nazionale cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e coordinato dall’Università di RomaTre, con le Università di Firenze, Macerata e Perugia.47

4.2 Architettura

coloniale:

tipologie

urbanistiche

e