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ISTITUZIONI ARTISTICHE COLONIALI IN LIBIA

L E ULTIME STAGIONI LIRICHE

6. Il Teatro Uaddan

Durante gli anni della campagna imperialista, la presenza italiana nei territori coloniali si consolida attraverso segni meno equivoci, più esplicite manifestazioni della cultura dominante. Segnale evidente di questo mutamento, le nuove concezioni architettoniche teorizzate in quegli anni dagli architetti italiani incaricati dal Governo. Le contaminazioni orientali lasciano il posto alle nascenti correnti razionalista e novecentista e le città coloniali vengono progettate ricalcando le idee estetiche delle città di nuova fondazione italiane. Tali mutamenti non lasciano intatti neppure i luoghi deputati alla vita culturale, la cui funzione è strettamente legata all’organizzazione turistica delle colonie. Come è stato rilevato precedentemente, a partire dalla metà degli anni Trenta, anche l’apparenza neo-moresca del Teatro Miramare inizia ad essere guardata con sospetto e, negli anni successivi, gli ornamenti e gli elementi d’ispirazione orientale cedono alle più rigorose superfici lineari razionaliste.

Nel frattempo, con lo sviluppo delle infrastrutture turistiche, vede la luce un nuovo teatro all’interno del lussuoso complesso Uaddan, realizzato dal noto architetto Florestano di Fausto, in collaborazione con Stefano Gatti-Casazza. Il possente edificio, costruito tra il 1934 e il 1935, è ubicato sul Lungomare Volpi, e presenta una struttura composita con albergo, teatro, casinò, bagni romani [Appendice I, Figure 8, 9, 10]. Il modello metropolitano è con ogni probabilità quello ligure del Casinò di Sanremo - con il Teatro e il Ristorante a fare da complemento alla Casa da gioco - ai tempi polo di attrazione turistica anche per mezzo di prestigiose manifestazioni culturali, tra cui il Premio Sanremo di Letteratura e Arte (1935 - 1940).132 Il nuovo Teatro tripolino, gestito dalla Società Teatrale dell’ETAL [McLaren 2006, p. 71-77], viene inaugurato il 3 maggio 1936, pochi giorni prima della proclamazione dell’Impero. La nuova istituzione è destinata ad un’élite nazionale e straniera, concepita come un luogo di intrattenimento e di ritrovo mondano.

Come per il modello italiano, infatti, la capienza è piuttosto ridotta, di circa cinquecento posti. Anche per quanto concerne la programmazione, la destinazione “di nicchia” viene garantita attraverso il veto di ripetizione degli spettacoli programmati all’Uaddan negli altri teatri cittadini. La direttiva, inopportuna sotto molteplici punti di

vista,133 scatena presto una diatriba con i gestori del Teatro Miramare [AT 19- 20/5/1936]. Il cartellone dell’Uaddan presenta i più rinomati interpreti e le più prestigiose compagnie della madrepatria con una programmazione varia che va dal teatro di prosa, dal teatro di rivista, dall’operetta, ai concerti di musica da camera e alle proiezioni cinematografiche, non di rado in lingua originale.

Il teatro di prosa è una delle maggiori attività, con le prestigiose rappresentazioni, tra le altre, delle compagnie di Paola Borboni, Ruggero Ruggieri e Irma Gramatica. Tra una stagione e l’altra, vengono programmati i concerti di musica da camera che richiamano in colonia alcuni tra i più rappresentativi interpreti o

ensemble strumentali della madrepatria, noti anche come ambasciatori della musica

italiana all’estero: Alfredo Casella con il suo trio, Corradina Mola,134 Nerio Brunelli, Vito Carnevali,135 Carlo Zecchi,136 calcano il palco del teatro Uaddan tra l’ottobre 1936 e l’aprile 1939. Nel maggio del 1940, il Teatro ospita anche uno dei concerti dell’Orchestra da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, fondata e diretta da Adriano Lualdi, in tournée a Tripoli [S. A. 1940; Appendice I, Tabella B].

133 Per gli stessi artisti, lo spostamento in colonia sarebbe stato di gran lunga più conveniente

prevedendo più manifestazioni nella stessa città. La scelta, tuttavia, garantisce al Teatro l’esclusiva per gli spettacoli e assicura all’organizzazione un nutrito pubblico.

134 Corradina Mola, clavicembalista: «Appena uscita dal Conservatorio dove aveva studiato pianoforte,

organo e composizione, Corradina Mola inizia la carriera di concertista di clavicembalo con una serie di successi che si possono dire trionfi. Incontra il violinista Kubelik e con lui gira l’Italia e l’Europa. Partecipa al 2° Festival Internazionale di Venezia chiamatavi da Adriano Lualdi. Le più grandi orchestre se la contendono come solista; ed eccola alla Scala, a Venezia, al San Carlo di Napoli. Suonò per i Principi di Piemonte alla Reggia di Napoli e per il Re del Belgio a Bruxelles; e, in occasione della visita dei sovrani d’Inghilterra a Parigi, fu invitata dai Lebrun all’Elisée e dopo il concerto presentata al re e alla regina d’Inghilterra. A Vienna suonò sul clavicembalo di Haydn nella ricorrenza del secondo centenario del grande musico. [...]» [AT 17/1/1939].

135Vito Carnevali (1888-1960) pianista e compositore, studia pianoforte e composizione al

Conservatorio di Santa Cecilia, rispettivamente con Sgambati e Respighi. «Ha svolto la sua attività artistica nei maggiori centri d’Europa e dell’America del Nord, come solista e come collaboratore in concerti con Beniamino Gigli, Claudia Muzio (soprano), Giuseppe De Luca (baritono) e con i celebri violinisti Kraisler [Fritz Kreisler] e Franz von Vecsey. Dal 1920 al 1929 negli Stati Uniti, insegnò al Summer Master School dell’American Conservatory of Chicago e diresse l’istituto musicale di Hartford Conn; [...] Autore di musica sacra edite dalle Case musicali J. Fischer di New York e Rozsavolgy di Budapest, vanno annoverate, fra le sue composizioni più pregiate, una messa:“Rosa mistica” a tre voci parti che venne esguita a Chicago in occasione del Congresso Eucaristico del 1926 ed una messa a quattro voci dispari, scritta per incarico dell’Istituto Salesiano Pio XI, eseguita e diretta dall’autore in Roma, nel maggio dello scorso anno, in occasione della consacrazione del nuovo tempio a Maria Ausiliatrice [...] ebbe alti e lusinghieri consensi dalla stampa dell’Urbe e d quella estera. [...]» [AT 7/4/1937]

136 Carlo Zecchi (Roma 1903 - Salisburgo 1984), pianista e direttore d’orchestra. Per maggiori

informazioni biografiche cfr. Daniele Lombardi, Carlo Zecchi. La linea della musica, Nardini Firenze 2005. Presso l’Archivio Centrale di Stato è custodito, tra i documenti della Propaganda del MinCulPop, un intero fascicolo intitolato all’artista nel quale si trova il calendario ms. dei concerti dall’ottobre 1936 al dicembre 1937. Sono inoltre presenti tre brochure con curriculum vitae e estratti di rassegne stampa, assieme a numerose richieste riguardanti l’ottenimento di visti per l’espatrio ai fini delle tournée all’estero (Europa, America, Africa), sia in qualità di solista che con il violoncellista Nerio Brunelli, autore di alcune lettere [ACS MCP DGP NU.P.I.E. 37/203].

Anche l’operetta trova spazio nella programmazione del nuovo teatro, con spettacoli di compagnie rigorosamente italiane. Dalle testimonianze riscontrate sulla cronaca locale, inoltre, non sembra siano stati previsti spettacoli orientali.

Il numero di concerti è limitato a un paio di audizioni per ogni interprete o

ensemble, con una frequenza media di due volte l’anno. In alcuni casi gli interpreti

programmano lavori di recente composizione: il trio Casella - Bonucci - Poltronieri, che si esibisce il 9 e l’11 marzo 1939, esegue il Trio in La di Pizzetti e due brani dello stesso Casella: la Sonata a tre op. 62 e Siciliana e Burlesca;137 anche il pianista Vito Carnevali trova uno spazio opportuno per l’esecuzione di musiche proprie: Gavotte in

Mib, Music box e A Naiad’s dream (Valse) e di recenti lavori d’ispirazione negro-

americana, come The Crap shooters – A negro dance (Una partita a dadi fra negri) di Eastwood Lane.138 Al di là di quest’ultimo e della proposta orientalista di Corradina Mola alla fine del suo concerto, l’ambientazione coloniale non sembra ispirare particolari scelte di programma. La clavicembalista milanese, infatti, chiude con un tocco di originalità il programma dell’ultimo concerto all’Uaddan del 22 gennaio 1939, improntato ad un’excursus nella musica cembalistica, con due brani di «musica araba», dal titolo Marcia e Canzona. Il successo dell’iniziativa dell’artista, particolarmente apprezzata dal pubblico e dall’organizzazione, porta alla richiesta di un’esecuzione dei brani alla nuova radio coloniale139 [AT 22/1/1939].

A causa delle difficoltà di consultazione delle fonti, non sappiamo quando il Teatro Uaddan interrompe la sua attività artistica. L’ultimo concerto documentato, del quale abbiamo notizia, è quello dell’Orchestra da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, diretta da Adriano Lualdi, nel maggio 1940 [SA 1940].140 La breve vita del teatro Uaddan rappresenta un’ulteriore dimostrazione di un mancato consolidamento dell’organizzazione di una vita culturale coloniale a causa del ristretto periodo di dominazione italiana in Libia.

137 Musiche di Respighi (Antiche arie e danze), Lualdi (Introduzione e Danza dalla Grançeola), Ravel

(Tombeau de Cuperin) e Béla Bartók (Danze romene) sono eseguite a Tripoli nel maggio 1940 dall’Orchestra da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, diretta dallo stesso Lualdi, in tournée nella capitale coloniale. La compagine si esibisce presso il Palazzo del Governo, il Teatro della Casa Littoria, il Miramare e l’Uaddan, riservando per quest’ultimo un programma di musiche antiche italiane (Paisiello, Cherubini), di grandi compositori del passato (Mozart, Wagner) e di Ravel [S. A. 1940; Appendice II, Tabella B].

138 Eastwood Lane (1879 - 1951), compositore americano [Gentieu 2009]. 139 Vedi paragrafo successivo.

7.

Modernità e tradizione locale: la programmazione musicale