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Agro Veronese Tartaro Tione

Considerazioni conclusive

5.2 Agro Veronese Tartaro Tione

5.2.1 Comparto irriguo

Il Consorzio di bonifica Agro Veronese Tartaro Tione (fig. 5.2), si estende su un territorio delimitato a Nord, fino a Verona (località Porto San Pancrazio), dal corso del fiume Adige; da Nord-Est, proseguendo verso Sud, confina con il Consorzio Valli Grandi e Medio Veronese, men- tre, a Sud-Ovest confina con il limite provinciale di Mantova (Lombardia).

Il suo territorio comprende, per intero o in parte, l’area di 24 Comuni, dei quali 21 in Pro- vincia di Verona e 3 in Provincia di Mantova, in Lombardia (solo 284 ettari).

Figura 5.2 - Inquadramento territoriale del Consorzio di bonifica Agro Veronese Tartaro Tione

La superficie su cui è presente irrigazione collettiva, superficie totale dei 2 Distretti, riguar- da quasi tutta la superficie amministrativa dell’Ente (tab. 5.5). Tuttavia, il rapporto esistente tra la superficie attrezzata (dei 2 Distretti) e quella amministrativa (54,7%) è di poco superiore al valore regionale (cfr. par. 4.2.3). Tutta la superficie attrezzata, nel 2004, risulta irrigata.

Tabella 5.5 - Caratteristiche strutturali dell’Ente

Distretto Superfici (ha)

Totale Attrezzata Irrigata

Ex Consorzio Agro Veronese 19.238 16.440 16.440

Bacini dei fiumi Tartaro e Tione 33.058 12.500 12.500

Totale Ente irriguo 52.296 28.940 28.940

Sup. amministrativa Ente irriguo 52.928

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

Per quanto riguarda i sistemi di irrigazione adottati a livello aziendale, risulta che per il Distretto Ex Consorzio Agro Veronese prevale nettamente lo scorrimento. In questo Distretto, inol- tre, è praticato l’esercizio irriguo turnato, con un turno stabilito in 7 giorni e 7 ore. Il volume erogato nel Distretto (volume stagionale) è stato pari, nel 2004, a 400 milioni di m3. Risulta, quin-

di, una dotazione irrigua annua ad ettaro irrigato elevata, circa 24.000 m3da legare, presumibil-

mente, al metodo irriguo adottato, tra quelli a più elevato consumo.

Nel Distretto Bacini dei fiumi Tartaro e Tione l’irrigazione non è strutturata (cfr. par. 4.2.1), e l’informazione relativa ai metodi irrigui non è nota.

Dal punto di vista delle colture praticate, nelle aree ad irrigazione collettiva, prevale la superficie investita a mais (leggermente inferiore alla media regionale) seguito da fruttiferi, mele e nettarine, il riso e dalle piante industriali, in particolare barbabietola da zucchero. Tra le forag- gere, la coltura maggiormente presente è l’erba medica.

Grafico 5.3 - Incidenza percentuale delle tipologie colturali sulla superficie irrigata

In merito alle caratteristiche gestionali dell’Ente, nel grafico 5.4 sono riportate, per l’anno di riferimento dei dati (2004), le entrate dell’Ente suddivise nelle diverse voci.

11% 3% 24% 19% 43% Altre colture Mais Piante industriali Prati avvicendati, pascoli e altre foraggere Vite

Grafico 5.4 - Entrate dell’Ente

I maggiori introiti dell’Ente derivano dalla riscossione del contributo percepito per l’irriga- zione (2,2 milioni di euro). Tale dato è particolarmente significativo se si pensa che si riferisce esclusivamente al contributo pagato dagli utenti del Distretto Ex Consorzio Agro Veronese. Nel Distretto Bacini dei fiumi Tartaro e Tione, che occupa il 43% della superficie attrezzata e su cui si pratica irrigazione non strutturata, non vi è emissione di ruolo irriguo.

Il contributo irriguo è definito in base alla “dotazione di diritto” in capo ai terreni, che cor- risponde al volume d’acqua potenzialmente erogabile; l’aliquota di base è pari a 98 euro per l/s. Se si rapporta la contribuenza irrigua agli ettari attrezzati del solo Distretto Ex Consorzio Agro Veronese, si ha un valore di 135 euro ad ettaro attrezzato, tra i più elevati a livello regiona- le. Riferendo tale rapporto a tutta la superficie attrezzata dell’Ente, si ottiene un valore ovviamen- te più basso (77 euro ad ettaro attrezzato), comunque maggiore rispetto alla media regionale (cfr. par. 4.2.3).

Nel complesso, tra dipendenti con contratto di natura stabile (51) e stagionale (21), l’Ente dispone di una dotazione organica di 72 unità. L’82% è rappresentato dagli addetti alla manuten- zione e gestione della rete (in cui sono compresi tutti gli stagionali).

5.2.2 Irrigazione

A sevizio delle aree irrigate dell’Ente è presente un solo schema irriguo, lo Sciorne - Bif- fis - Colleoni (tav. 01 allegato cartografico), le cui acque provengono da 3 diverse fonti, che deri- vano risorsa dal fiume Adige, dal Canale Biffis e dal Canale industriale Camuzzoni, con una por- tata complessivamente concessa per l’uso agricolo pari a 34 m3/s (tab. 5.6).

Tabella 5.6 - Fonti di approvvigionamento irriguo a servizio dell’Ente

Corpo idrico Nome fonte Opera di presa Portata concessa

(m3/s)

Fiume Adige Presa di Sciorne da Adige Presa da fiume 24

Canale Biffis Presa di integrazione dotazione Captazione da canale

da Canale Biffis

Canale industriale Camuzzoni Presa Colleoni da Canale Camuzzoni Captazione da canale 10

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

67%

7%

26%

Contributi regionali Contribuenza per la bonifica Contribuenza per l’irrigazione

Le concessioni di derivazione irrigua dall’Adige vengono tutte distribuite prima del distret- to ex Consorzio Agro Veronese; dopo le abbondanti colature convergono nel Distretto Bacini dei fiumi Tartaro e Tione, dove è presente anche una fiorente risicoltura.

L’opera di presa sul canale Biffis rappresenta una fonte integrativa di emergenza delle acque derivate dall’Adige. Ciò si è reso necessario poiché, a seguito della realizzazione del Canale idroe- lettrico Biffis da parte della Società idroelettrica Medio Adige (ora ENEL), che ha la sua presa

sull’Adige a monte della derivazione del Consorzio, spesso il Consorzio non riusciva a derivare tutta la portata concessa; per risolvere tale problema è stata stipulata, nel 1950, una convenzione tra SIMAe Consorzio Agro Veronese Tartaro Tione, in cui la società si impegnava ad integrare le

portate mancanti al Consorzio attraverso il rilascio dal canale Biffis, presso Bussolengo (opera- zione resa possibile dal fatto che in tale tratto il canale Biffis e il canale adduttore del Consorzio corrono affiancati). In pratica, quando le portate dell’Adige a valle dell’opera di derivazione del Canale Biffis sono tali da non consentire all’Ente di derivare i 24 m3/s di concessione sulla fon-

te, l’Ente integra la portata derivata direttamente dall’Adige, attraverso il canale Biffis.

Il canale Camuzzoni, risalente al 1885, prende origine, a Nord della città di Verona, dal Pon- te della diga, in cui sono montate paratoie mobili in ferro per raccogliere e convogliare l’acqua dell’Adige. Il canale, in quegli anni, ha rappresentato una importante opera idraulica pubblica in grado di fornire grandi quantità d’acqua alle attività industriali che sorgevano nel territorio posto a Sud-Ovest della città di Verona. Oggi, il canale, oltre che per l’irrigazione, serve per la produ- zione di energia elettrica destinata alle industrie poste a Sud della città Verona.

Le 2 derivazioni principali sono regolate dallo stesso documento istruttorio45, scaduto nel

1999 e in fase di rinnovo.

Per quanto attiene ai volumi concessi e prelevati dall’Ente (tab. 5.7), essi sono stimati rispet- tivamente in circa 496 e 400 milioni di m3. La stima del volume prelevato è stata fatta prenden-

do in considerazione la portata media derivata nel corso della stagione irrigua riferita, però, al periodo di concessione (dal 15 aprile al 30 settembre - 169 giorni/anno). In particolare, è stato sti- mato che dalla fonte sull’Adige sono stati derivati, mediamente, 20 m3/s e dal canale Camuzzo-

ni 7,5 m3/s.

Tabella 5.7 - Disponibilità di risorsa per il settore agricolo

Nome fonte Opera di presa Volume concesso Volume prelevato

stimato per il stimato per il settore agricolo settore agricolo

(m3/anno) (m3/anno)

Presa di Sciorne da Adige Presa da fiume 350.000.000 290.000.000

Presa di integrazione dotazione da Canale Biffis Captazione da canale

Presa Colleoni da Canale Camuzzoni Captazione da canale 146.000.000 109.512.000

Totale 496.000.000 399.512.000

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

La rete principale dello schema irriguo ha uno sviluppo di 127 km circa, di cui gran parte secondaria, ad esclusivo uso irriguo e costituita da canali a cielo aperto (tab. 5.8). La rete di distri- buzione rilevata, per un terzo, è in pressione; la rimanente parte è a cielo aperto.

Tabella 5.8 - Caratteristiche della rete irrigua dell’Ente

Caratteristiche Tipo di Tipologia Lunghezza

tecniche utilizzazione (m) (m) (m)

Irrigua Canale Condotte Non

cielo aperto in pressione specificato

Adduzione 19.503 19.440 - 63 19.503

Secondaria 107.084 107.084 - - 107.084

Distribuzione 21.776 14.044 7.732 - 21.776

Totale Ente irriguo 148.363 140.568 7.732 63 148.363

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

L’Ente gestisce ulteriori circa 2 km di rete che non ha funzione irrigua ma ambientale, poi- ché presenta punti in cui la risorse viene restituita al reticolo naturale.

Considerazioni conclusive

Il Consorzio gestisce l’attività irrigua solo su uno dei due Distretti l’Ex Consorzio Agro Veronese, mentre nel Distretto Bacini dei fiumi Tartaro e Tione è presente irrigazione non strut- turata, dove la risorsa irrigua deriva, soprattutto, dalle colature proveniente dal Distretto Ex Con- sorzio Agro Veronese, che si trova più a monte. Anche dal punto di vista contributivo vi è diffe- renziazione tra i due Distretti. Infatti, il ruolo irriguo viene emesso solo nel Distretto Ex Consor- zio Agro Veronese, da cui dipendono, pertanto, i maggiori introiti dell’Ente.

La presenza di una vasta area con irrigazione non strutturata e sulla quale non vi è emis- sione di ruolo irriguo, rappresenta senz’altro un elemento di criticità. Infatti, in situazioni di caren- za di acqua, sicuramente, le aree ad irrigazione non strutturata (che tra l’altro utilizzano acque di colatura) potrebbero risultare molto più fragili in termini di sicurezza degli approvvigionamen- ti. Se l’irrigazione strutturata venisse estesa anche a queste aree, si avrebbero ricadute positive in termini di maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e l’Ente potrebbe prevedere l’emis- sione del ruolo irriguo, ripartendo in questo modo, parte dei costi di esercizio su un numero mag- giore di utenti.