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Salinizzazione dei suol

P ROBLEMATICHE AGROAMBIENTAL

3.4 Stato della risorsa suolo

3.4.3 Salinizzazione dei suol

Accanto all’erosione del suolo, un altro fenomeno di degrado interessa i suoli agricoli nel- la zona costiera a causa dell’intrusione delle acque marine nelle acque di superficie e di falda e dell’uso di acqua irrigua ad alto tenore salino. La risalita del cuneo salino, accentuata dal feno- meno della subsidenza, determina processi di salinizzazione di una parte consistente dei terreni agricoli soprattutto nelle zone adiacenti alla foce dei fiumi.

Infatti, la foce dei fiumi Veneti, in condizione di magra ed in prossimità del fondo dell’al- veo, è caratterizzata dalla presenza di acqua salata dovuta alla risalita del mare. Ciò avviene in quanto l’acqua salata è di maggiore densità rispetto all’acqua dolce, che invece defluisce nella parte superficiale della sezione di deflusso del corso d’acqua. Nella zona di contatto tra acqua dol- ce e acqua salata ha luogo un processo di mescolamento più o meno intenso ed esteso secondo le caratteristiche morfologiche della foce e delle condizioni idrodinamiche del moto. L’acqua del mare inoltre, a parità di altre condizioni, tende a penetrare all’interno della foce in misura tanto

più rilevante quanto più è ridotta la portata d’acqua dolce in arrivo da monte e quanto maggiore è il livello di marea. L’avanzamento del cuneo salino, all’interno degli alvei fluviali veneti in poche decine di anni si è quintuplicato e dagli anni 2000 il problema si è aggravato durante e dopo even- ti siccitosi.

Secondo i primi studi condotti dalla Regione del Veneto (2000) nel litorale veneto, l’ingres- sione del mare nelle acque di superficie e di falda va sempre più espandendosi, sia per la risalita del cuneo salino che per il fenomeno della subsidenza, al punto tale che il territorio risulta esse- re interessato da un esteso fenomeno di salinizzazione fino ad una profondità dalla costa di circa 20 km. Sono stati identificati due livelli di vulnerabilità alla salinizzazione (media e alta) e si è proceduto a classificare i Comuni lungo la fascia costiera (fig. 3.11).

Figura 3.11 - Fenomeno di salinizzazione nel litorale veneto

Una situazione particolarmente critica e preoccupante in prospettiva riguarda le aree cen- tro meridionali, dove il tetto dell’interfaccia acqua dolce-acqua salata è prossimo al piano cam- pagna e lo spessore dell’acqua dolce è frequentemente ridotto a circa 1 m (Carbognin et al. 2005). In generale, si è appurato che l’evoluzione spaziotemporale della contaminazione risente di diver-

si fattori, quali i prelievi/rilasci d’acqua dolce, le condizioni meteoclimatiche e l’attività delle idro- vore. La penetrazione del cuneo salino è fortemente influenzata dal bilancio deficitario d’acqua dolce in arrivo a monte, rispetto all’invasione dell’acqua del mare a valle. Tale bilancio è stato influenzato negativamente dal fenomeno della subsidenza provocato, a partire dagli anni cinquan- ta, dalla massiccia estrazione di metano dal sottosuolo, cui si aggiunge il naturale bradisismo della valle Padana. La forte diminuzione di portata di acqua dolce, che si riscontra negli ultimi decenni, è dovuta alle derivazioni dai corsi d’acqua e ai continui emungimenti da falde sempre più impoverite, causate dal continuo aumento della domanda di acqua dolce per uso acquedotti- stico, agricolo ed industriale. Si stima che l’avanzamento del cuneo salino, all’interno degli alvei fluviali, in poche decine di anni si sia quintuplicato (Regione Veneto, 2000).

L’impatto ambientale causato dalla risalita del cuneo salino si ripercuote sugli ecosistemi naturali e anche sui sistemi antropici. Nel primo caso, l’inaridimento mette sempre più in peri- colo la flora tipica degli ambienti deltizi, come il delta del Po. La proliferazione delle vegetazio- ni salmastre mette in crisi alcuni ecosistemi particolarmente delicati come il Boscone della Meso- la, del bosco Nordio e della pineta di Rosolina Mare (Regione Veneto, 2000). Per quanto riguar- da i sistemi antropici, va ricordato che il fenomeno della salinizzazione incide negativamente sulla produttività e la gamma delle scelte colturali, in quanto si pongono numerosi vincoli nell’uso del- l’acqua irrigua con contenuto salino troppo elevato. Inoltre, gli effetti negativi dell’inaridimento si ripercuotono sulle attività produttive, commerciali e turistiche.

Le aree agricole nei comuni soggetti a processi di salinizzazione raggiungono i 150.000 ettari afferenti a quasi 25.000 aziende che gestiscono una superficie aziendale relativamente più ampia della media regionale. Questa differente struttura deriva dalla presenza di aree di bonifica relativamente recente, dove si sono costituite unità produttive di grandi dimensioni. La superfi- cie agricola è occupata quasi totalmente da seminativi e la presenza di coltivazioni arboree è mar- ginale, mentre la quota di prati e pascoli è irrilevante. La diffusione dell’irrigazione è del tutto simile alla media regionale, mentre le aziende con allevamento bovino sono in numero relativa- mente ridotto. In queste aree un tempo la diffusione dell’allevamento bovino era notevole, ma la specializzazione nelle grandi colture ha portato alla chiusura di numerose stalle. Gli allevamenti rimasti sono di dimensione medio-grande e sono concentrate soprattutto nell’ingrasso.

Per contrastare il fenomeno della salinizzazione è necessario bloccare l’acqua marina alla foce realizzando adeguati sbarramenti prossimi alla foce, in grado di bloccare l’avanzamento del cuneo salino. A questo proposito sono già stati realizzati sbarramenti di questo tipo in corrispon- denza della foce del Po di Gnocca (1987), del Po di Tolle (1997-98) e dell’Adige. Il Piano gene- rale di bonifica e di tutela del territorio rurale prevede la realizzazione di analoghi interventi pres- so il Po di Maistra ed il Po di Goro.

Al fine di contrastare il fenomeno delle risalita del cuneo salino nei tratti terminali dei fiu- mi Veneti, la Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, dell’Ordinanza del Presidente del consiglio dei Ministri n. 3598/2007,30ha approvato il Piano degli interventi per la Regione del

Veneto31, che è stato già finanziato con 15 milioni di euro. Questo Piano dà priorità ad una serie

di interventi che hanno l’obiettivo di mantenere alti i livelli idrometrici e quindi massimi livelli freatici, compatibilmente con il franco di coltivazione richiesto dalle pratiche agricole e la gestio- ne in sicurezza della bonifica.

30 Ordinanza del Presidente del consiglio dei Ministri del 15 Giugno 2007 n. 3598 “Disposizioni urgenti per fronteggiare la situa-

zione di crisi idrica nelle regioni dell’Italia centro-settentrionali”.

CAPITOLO 4