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Investimenti regionali per il settore irriguo

A NALISI DEGLI INVESTIMENTI PER IL SETTORE IRRIGUO

Grafico 6.1 Interventi nazionali del Programma operativo della l 388/

6.2 Investimenti regionali per il settore irriguo

6.2.1 Piano di sviluppo rurale del Veneto 2000-2006

Nel corso della programmazione dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale 2000-2006, con la misura 17 “Gestione delle risorse idriche in agricoltura” del PSR, la Regione Veneto ha pre-

visto il riconoscimento di aiuti per la realizzazione di interventi pubblici di riconversione delle reti idriche di adduzione e distribuzione ed in generale per gli investimenti a carattere collettivo che migliorano la distribuzione delle acque, finalizzati a garantire il risparmio della risorsa idri- ca, anche a livello aziendale, nonché il conseguimento anche dei seguenti obiettivi specifici:

– tutela della risorsa idrica, in termini di qualità e di disponibilità;

– razionalizzazione dell’uso dell’acqua al fine del risparmio di risorse e riduzione dell’in- quinamento anche da intrusione di acqua salata;

– assicurare la possibilità di diversificazione produttiva ed l’economicità di gestione; – mantenere l’acqua sul territorio come elemento fondamentale di supporto ad un asset-

to paesaggistico dove prato e seminativo si accompagnano alle siepi;

– assicurare l’adduzione anche di acqua di qualità non eccellente, idonea a soddisfare esigenze plurime.

Dal rapporto di valutazione finale sugli effetti della misura 17 del PSRdel Veneto 2000-

2006 emerge che sono state oggetto di finanziamento esclusivamente le opere pubbliche ed inte- raziendali realizzate dai Consorzi di bonifica e da altri Enti pubblici gestori di impianti irrigui per la realizzazione di:

– interventi di riconversione dei sistemi irrigui esistenti e di adeguamento infrastruttura- le della rete irrigua, nonché di razionalizzazione del servizio irriguo all’utenza, realiz- zati allo scopo di introdurre tipologie a minor consumo idrico rispetto a quelle attuali, relativi ad opere a servizio pubblico di competenza e/o realizzate dai Consorzi di boni- fica, tra cui:

– interventi di modifica sulle opere di derivazione di vecchia realizzazione ed altri inter- venti funzionali alla razionalizzazione del prelievo idrico;

– realizzazione e ammodernamento di centrali di sollevamento; – recupero funzionale o realizzazione di condotte di adduzione;

– recupero funzionale e di efficacia, nonché ammodernamento e razionalizzazione della rete distributiva irrigua;

– acquisto di ali mobili superficiali a elevata efficienza distributiva, a servizio comi- ziale.

Il contributo riconosciuto agli Enti beneficiari per la realizzazione degli interventi funzio- nali è stato pari al 100% della spesa ammissibile con un tetto massimo pari a 3,500 milioni di euro per il progetto e 6 milioni di euro per ciascun Ente beneficiario.

I 10 interventi ammessi a finanziamento, proposti da 9 Consorzi di bonifica e da una Comu- nità montana, hanno trovato conclusione nell’arco temporale della programmazione del periodo di programmazione 2000-2006. Le opere finanziate, per un importo complessivo di spesa pari a 20,438 milioni di euro, hanno riguardato principalmente la ristrutturazione delle condotte di addu- zione irrigua, con la sostituzione delle canalette a cielo aperto in condotte tubate (a pressione a gravità); in un caso un intervento ha determinato il passaggio del metodo distributivo da forme di irrigazione a scorrimento verso irrigazione a goccia.

Gli interventi di riconversione hanno interessato 158 km di rete, pari al 3% delle condotte irrigue regionali affidate ai Consorzi e altri Enti di bonifica. Le azioni sulle opere di adduzione e distribuzione hanno coinvolto il 4% della SAUirrigata regionale e il 4% delle aziende agricole. Il

medesimo rapporto di valutazione mette in evidenza che nella maggior parte degli interventi finan- ziati è molto significativo il ruolo del “contesto di intervento”, sia in termini di limitazioni prescrit- te dalle Autorità di bacino alle grandi derivazioni irrigue (per garantire il MDVe la competizione con altri usi dell’acqua) che per garantire irrigazione a colture di pregio (vite, orticole, frutteti). Gli interventi hanno riguardato, infatti, aree di consolidata tradizione irrigua, aree con irrigazione non strutturata, nonché zone bisognose di acqua per far fronte a esigenze ambientali e sociali.

Infine, va ricordato che nell’area del bacino scolante della laguna di Venezia sono appli- cati incentivi nel settore agricolo e zootecnico analoghi a quelli delle misure agroambientali del PSRe ad essi, sostanzialmente, alternativi. Le misure adottate e finanziate nel 2002 ammontano a complessivi 37,4 milioni di euro, e riguardano l’agricoltura compatibile, la realizzazione di fasce tampone e la messa a riposo colturale, la gestione delle pratiche irrigue, la gestione dei rifiuti zoo- tecnici e interventi strutturali in zootecnia e l’incentivazione all’innovazione ambientale eco- compatibile in agricoltura.

6.2.2 Accordo di programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata

delle risorse idriche

Il primo intervento operativo attuato nella Regione del Veneto in piena corrispondenza con gli obiettivi di qualità individuati nella direttiva comunitaria 2000/60 in materia di acque è da individuare in quanto previsto nell’Accordo di programma quadro per il settore della tutela del- le acque e la gestione integrata delle risorse idriche, stipulato tra il Governo nazionale e la Regio- ne Veneto nel dicembre 2002.

Tale Accordo di programma individua un pacchetto di 7 interventi realizzati dai Consorzi di bonifica veneti, per un importo di spesa di circa 35 milioni di euro, con l’obiettivo di contri- buire alla protezione a lungo termine dei corpi idrici, sia dal punto di vista qualitativo che quan- titativo, garantendo l’uso plurimo della risorsa idrica e la riduzione dei consumi idrici, nonché il soddisfacimento di fabbisogni per i vari tipi di utilizzo.

Gli interventi, ormai conclusi, erano finalizzati alla realizzazione di strutture di trasporto e distribuzione dell’acqua a fini irrigui che consentono di ridurre le perdite e di razionalizzare la distribuzione, attraverso la realizzazione di reti tubate in luogo di sistemi aperti e la predisposi- zione di vasche di accumulo, nonché attraverso la sostituzione di impianti irrigui che minimiz- zano gli sprechi d’acqua. I medesimi interventi, erano volti a garantire il massimo risparmio del- le risorse idriche e, nel contempo, il massimo risparmio energetico nella adduzione e distribu- zione dell’acqua, l’economicità della gestione, e l’adozione di tecniche irrigue a minor impatto ambientale che rispondono a criteri di elasticità in vista dei possibili cambiamenti tecnologici.

CONCLUSIONI

Si può sostenere, senza timore di essere contraddetti, che il territorio di pianura della Regio- ne del Veneto è stato conformato nel corso dei secoli dall’attività di bonifica, che attraverso la rea- lizzazione della rete minore e di grandi collettori, nonché di importanti opere idrauliche, ha garan- tito sicurezza alle popolazioni, condizione indispensabile per il progresso economico e sociale. L’attività di bonifica ha inciso profondamente sul territorio originario, modificandolo e caratte- rizzandolo, tanto da costituirne elemento sostanziale anche negli aspetti paesaggistici, che costi- tuiscono patrimonio storico delle popolazioni locali.

Se dall’origine dell’attività di bonifica fino al diciannovesimo secolo gli sforzi sono stati orientati esclusivamente all’allontanamento delle acque meteoriche, prima attraverso sistemi di scolo naturali, poi anche con il sollevamento meccanico, la principale evoluzione storica della bonifica ha riguardato lo sviluppo dell’irrigazione, che ha consentito alla attività di bonifica di assumere negli ultimi anni una dimensione fortemente ambientale.

La realizzazione di estesi sistemi irrigui, inizialmente limatati alle aree dell’alta pianura e alla irrigazione dei prati da cui dipendeva una fiorente zootecnia, ha consentito di stabilizzare nei territori interessati la ricchezza prodotta dall’agricoltura per il suo successivo trasferimento agli altri settori economici. Ciò ha permesso all’agricoltura lo sviluppo dell’economia locale, che ha originato quei fenomeni di trasformazione territoriale che comportano la sottrazione di suo- li agricoli e la perdita della funzionalità delle reti idrauliche di scolo delle acque di irrigazione.

Va da sé che lo sviluppo dell’irrigazione ha comportato una nuova fase di evoluzione del paesaggio agrario, sia per il cambiamento degli ordinamenti produttivi, che potevano prevedere l’inserimento delle colture irrigue, che per la presenza della rete irrigua superficiale che adduce e distribuisce la risorsa idrica irrigua, garantendo la costante presenza dell’elemento acqua nel ter- ritorio.

Quanto descritto riguarda l’attività della bonifica del passato, ma l’attività dei consorzi di bonifica è proiettata oggi verso il futuro attraverso iniziative che oltre alle attività tradizionali di natura idraulica riguardano l’esercizio di un nuovo ruolo nell’ambito della programmazione ter- ritoriale, attraverso contributi nelle materie idrauliche, ambientali e paesaggistiche.

La nuova fase di programmazione corrisponde alla esigenza di dover affrontare le proble- matiche insorte in seguito al cambiamento climatico in atto (diversa distribuzione delle piogge, accentuazione dei fenomeni siccitosi e degli eventi atmosferici eccezionali, risalita del cuneo sali- no nelle aste terminali dei fiumi) e alle trasformazioni del territorio verso una utilizzazione non agricola, sulla base di un preciso ed esteso quadro conoscitivo, che attenga alle dimensioni idro- logiche, idrauliche, ambientali e paesaggistiche del territorio, nonché a quelle legate storicamen- te all’attività agricola.

Negli ultimi anni sono state compiute approfondite indagini idrologiche su base regiona- le, con riferimento ad un elevato numero stazioni pluviometriche. Ciò consente di partecipare alla programmazione coordinata del territorio attraverso modelli progettuali ambientalmente innova- tivi, limitando il rischio di sottodimensionamenti delle infrastrutture di bonifica, con particolare riferimento agli ambiti periurbani, idraulicamente delicati a causa delle difficili interconnessioni tra la rete idraulica di bonifica e quella fognaria. Tali soluzioni progettuali potranno riguardare anche la utilizzazione irrigua delle acque reflue o di quelle meteoriche a tal fine accumulate in appositi bacini.

Il quadro conoscitivo delle infrastrutture idrauliche di bonifica e di irrigazione è stato com- pletato ed aggiornato nell’ultimo decennio attraverso il censimento della rete idraulica, esteso anche a tutti i manufatti, compresi quelli di sollevamento delle acque meteoriche e di irrigazione.

Nell’ambito della redazione dello studio del SIGRIAè emerso l’elevato grado di complessi-

tà del sistema irriguo regionale che assume spiccate caratteristiche di multifunzionalità sul territo- rio, unitamente alla estrema difficoltà di pianificare l’uso della risorsa irrigua sulla base del rappor- to tra disponibilità idriche e fabbisogni irrigui. È stata evidenziata la diffusione della cosiddetta irri- gazione non strutturata “di soccorso”, che se da una parte evidenzia la presenza di una estesa superficie della bassa pianura interessata dall’irrigazione attraverso l’utilizzo della rete idraulica di scolo per la adduzione e distribuzione della risorsa irrigua, dall’altro esprime l’esigenza di fabbi- sogni irrigui difficilmente soddisfabili, senza sottrarre disponibilità idrica dalle aree pedemontane o intervenire strutturalmente al fine di garantire una migliore gestione della risorsa idrica.

L’evidente fenomeno della risalita del cuneo salino nelle aste terminali dei principali fiu- mi veneti e la conseguente impossibilità di garantire l’irrigazione di soccorso in ampie aree per la perdita di funzionalità delle derivazioni irrigue presenti in tali tratti, comporta la possibilità che si instaurino fenomeni di concorrenza nell’ambito dei bacini idrografici tra le aree irrigue strut- turate dell’alta e media pianura veneta con quelle litoranee, generalmente non strutturate, inte- ressate dal fenomeno della salinizzazione. Una prima soluzione a tale problematica è data dalla realizzazione delle barriere antri-intrusione alla foce dei fiumi.

In proposito, il SIGRIAha messo in evidenza che il sistema irriguo regionale è caratterizza- to dalla presenza di un numero elevato di piccoli schemi irrigui a servizio di aree circoscritte (fan- no eccezione gli schemi LEBe Piave), che rende il sistema complessivamente rigido “in quanto non sono possibili forme di integrazione, compensazione e interconnessione tra schemi”. Nella impossibilità di realizzare imponenti interventi di interconnessione tra i diversi sistemi irrigui, appare necessario ricercare le soluzioni alle possibili conflittualità che possono insorgere in con- dizioni di carenza della risorsa irrigua nell’ambito di ciascun bacino o sottobacino idrografico.

Tali soluzioni progettuali, che devono garantire la massima valorizzazione della risorsa idri- ca e il mantenimento delle prestazioni ambientali dell’irrigazione, devono essere ricercate negli interventi di riconversione irrigua e di adeguamento delle strutture distributive, nonché nell’accu- mulo della risorsa idrica in appositi bacini di invaso superficiali e sotterranei, per il suo gradua- le rilascio nel sistema irriguo. In proposito, costituiscono ambiti di possibile utilizzo per l’accu- mulo idrico irriguo le aree sfruttate per l’attività di cava, reperibili anche in ambiti collinari.

In conclusione deve essere evidenziata la necessità che l’utilizzazione della risorsa irrigua avvenga nell’ambito di una generale sostenibilità ambientale di tale attività che può trovare espres- sione attraverso anche la produzione di energia elettrica mediante impianti di varia natura realiz- zati nella rete irrigua o abbinati a quest’ultima, al fine di utilizzarne la forza motrice nei periodi di assenza dell’attività irrigua.

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