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Contribuenza consortile per l’irrigazione per ettaro di superficie irrigata

A GRICOLTURA IRRIGUA REGIONALE

Grafico 4.5 Contribuenza consortile per l’irrigazione per ettaro di superficie irrigata

135 13 26 35 79 123 6 37 105 15 190 36 90 107 477 14 39 0 100 200 300 400 500 600 €/ha Adige Bacchiglione Adige Garda Agro Veronese Tartaro Tione Bacchiglione Brenta Basso Piave Delta Po Adige Destra Piave Euganeo Medio Astico Bacchiglione Pedemontano Brentella di Pederobba Pedemontano Sinistra Piave Pianura Veneta Livenza Tagliamento Polesine Adige Canal Bianco Riviera Berica Sinistra Medio Brenta Valli Grandi e Medio Veronese Zerpano Adige Guà

Dal punto di vista del comparto irriguo, considerando i recenti eventi siccitosi e i futuri sce- nari di riduzione delle disponibilità (Zucaro e Pontrandolfi, 2007), la diffusione dell’irrigazione non strutturata e di alcuni sistemi di irrigazione potrebbe, nel lungo periodo, rappresentare un ele- mento critico. Infatti, in queste aree la pratica di soccorso alle colture si è trasformata in irriga- zione stabile e tale evoluzione è confermata anche dal basso grado di promiscuità della rete di bonifica e irrigazione (25%, cfr. par. 4.4), dato che esprime un’esigenza di disporre di strutture specificatamente dedicate all’irrigazione per assicurare le erogazioni di risorsa.

Per contro permane su vaste aree la pratica del libero attingimento, caratterizzata dall’as- senza di organizzazione irrigua, anche se si evidenzia una sempre maggiore diffusione di altri eser- cizi irrigui, quali la consegna turnata e la prenotazione. Si tratta di pratiche che nel bacino del Po negli ultimi anni sono risultate fondamentali per garantire le erogazioni in presenza anche di forti riduzioni delle disponibilità.

D’altro canto, sotto l’aspetto generale del sistema ambientale veneto (cfr. cap. 3), l’irriga- zione assume sempre più un ruolo multifunzionale, con canali spesso adibiti a funzione multipla di irrigazione e di restituzione al reticolo idrografico (quindi ambientale). L’irrigazione parteci- pa con un ruolo importante alle azioni volte a risolvere altre priorità ambientali, quali la ricarica delle falde e il contenimento della subsidenza (cfr. cap. 3). Inoltre, il paesaggio agrario disegna- to dai canali fa parte del patrimonio culturale e sociale della regione, con alto valore artistico ed economico (funzione ricreativa e turismo).

La multifunzionalità potrebbe spiegare, in parte, anche alcuni aspetti dell’assetto econo- mico degli Enti, ad esempio i contributi regionali che i Consorzi percepiscono per azioni di sal- vaguardia sul territorio, così come la predominanza della contribuenza di bonifica rispetto a quel- la per l’irrigazione (valori di contribuenza irrigua per ettaro attrezzato inferiori alla media delle regioni con irrigazione specializzata41). Quanto sopra considerato e le caratteristiche organizzati-

ve delle aree in cui non vi è un vero e proprio esercizio irriguo del Consorzio, potrebbero, altre- sì, spiegare anche la mancata emissione dei contributi irrigui in molte aree con irrigazione non strutturata. Ciononostante, l’assenza di un pagamento a fronte di un servizio reso agli imprendi- tori agricoli rappresenta un elemento che nel medio-lungo periodo sarà necessario affrontare, con le dovute considerazioni, a livello regionale.

In sostanza, il quadro di grande complessità che emerge suggerisce l’esigenza di porre mol- ta attenzione nella scelta degli strumenti e delle modalità con cui perseguire gli obiettivi di rispar- mio idrico e di miglioramento della gestione, anche economica, dell’irrigazione che le politiche comunitarie e nazionali si pongono. Risulta, cioè, necessario, nell’applicazione delle politiche, tener conto di tutti i fattori in gioco e delle loro implicazioni, al fine di trovare un giusto equili- brio tra le diverse esigenze ambientali, economiche, agricole e strutturali.

4.3

Irrigazione

42

In Veneto, l’approvvigionamento e la distribuzione per l’irrigazione collettiva sono assi- curati dalla presenza di circa 180 schemi irrigui (tab. 4.4 e allegato 1), di varie dimensioni in ter- mini di superficie servita e di sviluppo delle reti principali (tavv. da 0 a 14 dell’allegato carto- grafico). Vi sono 3 schemi a servizio di più Enti, di cui il più importante è il Lessinio Euganeo Berico (LEB), costituito dall’omonimo canale, a servizio di quattro Enti (in futuro cinque).

41 Per citare alcuni esempi, Umbria, Toscana e Lazio.

Gli schemi consortili minori sono di piccole dimensioni e, in genere, servono uno o pochi Distretti irrigui all’interno degli Enti, con un tipico sviluppo adduzione-distribuzione. Gli Enti più estesi della regione utilizzano anche più di 20 schemi.

Tabella 4.4 - Schemi irrigui regionali e aree servite

Ente irriguo Schemi irrigui a servizio (n.)

Destra Piave 7 schemi consortili

1 schema interconsortile (Fener)

Dese Sile 8 schemi consortili

1 schema interconsortile (Fener)

Adige Bacchiglione 7 schemi consortili

Adige Garda 9 schemi consortili

Agro Veronese Tartaro Tione 1 schema consortile

Bacchiglione Brenta 9 schemi consortili

1 schema interconsortile (Leb)

Euganeo 16 schemi consortili

1 schema interconsortile (Leb)

Medio Astico Bacchiglione 6 schemi consortili

1 schema interconsortile (Mordini)

Padana Polesana 3 schemi consortili

Pedemontano Brenta 7 schemi consortili

1 schema interconsortile (Mordini)

Pedemontano Brentella di Pederobba 1 schema interconsortile (Fener)

Pedemontano Sinistra Piave 8 schemi consortili

Pianura Veneta Livenza Tagliamento 18 schemi consortili

Polesine Adige Canal Bianco 8 schemi consortili

Riviera Berica 15 schemi consortili

1 schema interconsortile (Leb)

Sinistra Medio Brenta 20 schemi consortili

Valli Grandi e Medio Veronese 20 schemi consortili

Zerpano Adige Guà 22 schemi consortili

1 schema interconsortile (Leb)

Totale Regione 3 schemi interconsortili

176 schemi consortili

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

Le derivazioni d’acqua avvengono attraverso ben 714 opere di presa ad uso irriguo, che attingono in gran parte da corsi d’acqua (graf. 4.6), ma in buona percentuale anche da canali di bonifica e, nonostante la ricchezza del reticolo superficiale della regione, numerose sono anche le captazioni da falda. Del tutto trascurabile è la presenza di fonti di approvvigionamento irriguo da corpi idrici con capacità di accumulo (laghi, serbatoi). Sotto questo aspetto, si evidenzia che fasi di accumulo, anche se limitato, possono esserci lungo i numerosi canali consortili. Tipica- mente, durante la stagione irrigua nelle aree con irrigazione non strutturata il Consorzio riempie i canali, da cui poi gli agricoltori prelevano.

Il reticolo idrico superficiale prevale non solo in termini di numero di derivazioni, ma anche di disponibilità potenziali (concesse) ed effettive (prelevate nel 2004) (tab. 4.5). Nonostante i dati siano parziali, emerge con chiarezza la prevalenza dell’uso del reticolo naturale (da fiume il 70% della portata concessa e il 63% del volume prelevato) e artificiale (captazioni da canale il 24% della portata concessa e il 36% del volume prelevato), rispetto allo sfruttamento delle acque sotterranee.