• Non ci sono risultati.

Sistemi di irrigazione adottati a livello regionale

A GRICOLTURA IRRIGUA REGIONALE

Grafico 4.1 Sistemi di irrigazione adottati a livello regionale

A livello territoriale, l’infiltrazione permane nel solo Consorzio Delta Po Adige, lo scorri- mento è presente quasi ovunque, mentre si evidenzia la prevalenza dell’irrigazione localizzata nel Pedemontano Brentella di Pederobba (55% della superficie) (cfr. parr. 5.3 e 5.16).

Confrontando i dati sulle realtà irrigue consortili con quelli elaborati dall’ISTAT(SPA2003),

che riportano informazioni sui sistemi di irrigazione adottati in tutte le aziende irrigue regionali, lo scorrimento e l’infiltrazione risultano maggiormente presenti nelle realtà consortili (in base ai dati ISTATrappresentano il 42%), mentre meno diffusa è l’aspersione (i dati ISTATriportano il 58% di

aspersione), fattore da imputare, soprattutto, alla tipologia di reti irrigue consortili (i metodi a bas- so consumo necessitano di maggiori pressioni, garantite tipicamente dalle condotte in pressione).

4.2.2 Colture irrigue

Pur non avendo a disposizione dati sulle colture irrigue praticate e i relativi volumi utiliz- zati, si può affermare che l’agricoltura irrigua veneta assume caratteristiche tipiche delle pianure settentrionali, con predominanti coltivazioni di mais e altri seminativi e la presenza di limitate, ma economicamente importanti, produzioni di ortaggi e uva da vino34(cfr. parr. 2.5).

L’assenza di dati consortili sulle colture irrigue e sui volumi stagionali erogati rappresen- ta una lacuna conoscitiva notevole, in quanto non consente di fare valutazioni sulle esigenze irri- gue, importanti soprattutto nel corso di crisi idriche. Inoltre, ciò denota una predisposizione dei Consorzi più alla gestione delle reti che all’organizzazione dell’irrigazione, il che appare limi- tante rispetto alle loro competenze e al loro fondamentale ruolo di conoscenza, mantenimento e controllo sul territorio.

La stagione irrigua copre il periodo primaverile-estivo, mediamente da aprile a fine settem- bre, con stagioni più lunghe nel Consorzio Padana Polesana (da metà marzo) e più brevi nei Con- sorzi Adige Bacchiglione e Sinistra Medio Brenta (da giugno).

59% 1% 11% 15% 14% Scorrimento Sommersione Aspersione Localizzata Infiltrazione

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati SIGRIAVeneto

34 Il Veneto è una terra di antiche tradizioni vinicole che vanta in Italia il primato nella produzione di vini DOC, con 17 zone di

produzione in cui operano Consorzi volontari di tutela e oltre 25.000 aziende agricole iscritte all’albo dei vigneti dei vini DOC.

I vini DOCGsono il Recioto di Soave e il Bardolino superiore, i vini DOCAmarone, Bardolino, Bianco di Custoza, Recioto della

Valpolicella, Rosso di Garda, Soave e Valpolicella. Una decina, infine, sono i vini IGT(Cabernet, Chardonnay, La Fabriseria, Mer-

35 Granoturco, riso, pisello proteico e secco, fagioli secchi, patata, barbabietola da zucchero, piante sarchiate da foraggio, tabac- co, girasole, soia, pomodoro da mensa, pomodoro da industria, altre ortive, fiori e piante ornamentali, piantine, erba medica, al- tri prati avvicendati, altri erbai monofiti di cereali, sementi, vite, arancio, mandarino, clementina e suoi ibridi, limone, altri agru- mi, melo, pero, pesco, nettarina, albicocco, altra frutta, actinidia, frutta fresca origine sub-tropicale, vivai fruttiferi, vivai pian- te ornamentali, altri vivai, coltivazioni legnose agrarie in serra, altre coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanen- ti, pascoli.

Pur non disponendo di dati puntuali sulle colture irrigue praticate nei Distretti consortili, è apparso opportuno, data l’importanza dell’agricoltura veneta e dell’uso dell’acqua per l’agricol- tura regionale, effettuare un’analisi sull’agricoltura irrigua attraverso i dati ISTATdel Censimento

dell’agricoltura del 2000, opportunamente elaborati nel SIGRIArispetto agli scopi della ricerca.

Precisamente, sono stati associati i dati sulle coltivazioni indicati dalle aziende ai Comuni di appar- tenenza, selezionando solo le colture irrigue35. Contestualmente, si è calcolata la copertura per-

centuale di ogni singolo territorio comunale sulla superficie dei Distretti irrigui. In tal modo, si è proporzionato il dato comunale di superficie coltivata e di ogni singola coltura alla percentuale de territorio comunale ricadente nei singoli Distretti irrigui.

Le elaborazioni effettuate consentono di descrivere le colture irrigue prevalenti a livello regionale nelle aree a irrigazione collettiva (tab. 4.3).

Tabella 4.3 - Colture irrigue principali

Colture Superficie investita (ha) % su totale

Actinidia 1.989 0,37

Agrumi 5 0,00

Altre foraggere 1.172 0,22

Altre legnose 264 0,05

Fiori e piante ornamentali 627 0,11

Fruttiferi 16.949 3,21 Legumi da granella 206 0,03 Mais 274.316 52,00 Orticole 16.305 3,09 Patata 1.664 0,31 Piante industriali 113.442 21,50 Piantine e sementi 346 0,06 Prati avvicendati 19.404 3,67 Prati e pascoli 33.482 6,34 Riso 3.528 0,66 Vite 41.543 7,87 Vivai 2.202 0,41 Totale 527.444* 100,00

* La superficie è inferiore alla totale irrigata elaborata da SIGRIAin base ai parametri di esclusione usati per svolgere l’analisi

(copertura superficie comunale nei Distretti inferiore all’1%)

Fonte: Elaborazioni INEAsu dati ISTAT, 2000

In particolare, emerge la netta prevalenza del mais, che occupa il 52% della superficie inve- stita a colture irrigue. Rilevante è la presenza delle colture industriali, quali soia, girasole, tabac- co e barbabietola. Vi è, poi, un gruppo di colture irrigue praticate all’interno dei Distretti su super- fici di minore entità, ma il cui peso economico non è trascurabile, ad esempio i fruttiferi (melo, pero, pesco, nettarina, albicocco, frutta fresca di origine sub-tropicale), che occupano complessi- vamente 17.000 ettari circa, e le orticole, in particolare pomodoro da mensa (in piena area e pro- tetto), pomodoro da industria (in piena area e protetto), orti familiari.

Il mais è la coltura irrigua prevalente in tutti i Consorzi, con poche eccezioni, e presenta percentuali di superficie investita a colture irrigue variabili a seconda della vocazione delle aree, con valori massimi nel Sinistra Medio Brenta (67%), nel Bacchiglione Brenta e nel Padana Pole- sana (66%) (cfr. cap. 5).

Vi sono, però, Distretti irrigui con vocazioni diverse, in particolare nel Pedemontano Sini- stra Piave e nell’Adige Garda la coltura prevalente è la vite (rispettivamente 38 e 36%), che pre- senta superfici interessanti anche nel Destra Piave (terza coltura con il 13% della superficie inve- stita) e nell’Adige Guà (15%). Nel Pedemontano Brenta e Pedemontano Brentella di Pederobba, dopo il mais (53 e 58%), prevalgono i prati e i pascoli (rispettivamente 32 e 27%).

Importanti risultano, inoltre, le coltivazioni di fruttifere (in particolare del pesco) nell’Adi- ge Garda (16% della superficie investita) e nell’Agro Veronese (12%).

Infine, si evidenziano aree caratterizzate da significative superfici a piante industriali, essen- zialmente soia e barbabietola: Pianura Veneta (colture prevalenti con il 42% della superficie inve- stita), Basso Piave (39%), Agro Veronese (19%). Nel Polesine e nell’Euganeo, dopo il mais (61%), sono presenti praticamente solo piante industriali (rispettivamente 25 e 21%).

4.2.3 Caratteristiche gestionali

L’analisi di alcuni aspetti relativi all’assetto gestionale degli Enti irrigui veneti è impor- tante al fine di descrivere l’uso irriguo della risorsa idrica nelle diverse aree della regione, in quan- to possono evidenziarsi punti di forza e di debolezza del sistema rispetto alle richieste di moder- nizzazione che vengono dalla politica di settore e ambientale comunitaria e nazionale (cfr. cap. 1). In effetti, gli aspetti che possono essere valutati sono sostanzialmente: 1) l’assetto tecnico in ter- mini di personale; 2) l’assetto economico, con particolare riguardo all’importanza economica del- l’irrigazione nel bilancio dei Consorzi; 3) le modalità applicate di contribuenza consortile per l’ir- rigazione.

Per quanto riguarda il personale tecnico che compone le piante organiche degli Enti, emer- ge quanto intensa sia la presenza sul territorio degli Enti, con oltre 1.300 unità di personale36a

livello regionale, quasi un terzo delle unità complessive stimate negli Enti irrigui del Centro Nord. In particolare, 842 rappresentano gli addetti alla gestione e manutenzione degli impianti (di cui il 29% stagionale), dato da collegare all’imponenza della rete di bonifica, che necessita di con- trollo e manutenzione costanti. Inoltre, prevale nettamente il personale con un ruolo tecnico su quello con funzione amministrativa (il 13% circa). Il numero delle unità di personale si distri- buisce diversamente nei Consorzi, e su tutti spiccano il Pedemontano Brenta (164 unità) e l’Eu- ganeo (85), entrambi tra i più vasti della regione.

A livello gestionale è importante anche l’esercizio irriguo, vale a dire le modalità organiz- zative adottate dall’Ente per la distribuzione della risorsa. In genere, negli Enti irrigui si applica- no esercizi diversi a seconda dei Distretti e di gruppi di utenti, cercando di venire incontro alle esigenze irrigue e organizzative delle diverse aree. In Veneto prevale nettamente il libero attingi- mento (prima citato come “irrigazione non strutturata”), ma in molti Consorzi si applica anche la consegna turnata, indice di una maggiore organizzazione irrigua (la turnazione non è presente in 9 Consorzi). Si segnala, infine, che si fa ricorso alla prenotazione, esercizio con maggior gra- do di efficienza e modernità in termini di pianificazione dell’uso e di gestione della risorsa irri- gua, nel solo Consorzio Pedemontano Brentella di Pederobba.

36 Compreso il Consorzio di II grado LEB, che non rientra tra gli Enti irrigui, ma che gestisce lo schema irriguo LEBa servizio di

37 Precisamente, si sono prese in considerazione le entrate derivanti da eventuali contributi regionali (per il personale, per l’ener- gia e per l’irrigazione), da altri contributi pubblici, dalla contribuenza consortile (distinguendo quella per la bonifica e quella per l’irrigazione) e dalla produzione di energia idroelettrica.

38 Compreso il Consorzio di II grado LEB.

39 Numerosi Enti irrigui del Nord presentano la possibilità di produrre energia sfruttando la presenza di “salti” lungo la rete.

In sintesi, sotto l’aspetto gestionale va evidenziata l’assenza di pianificazione e controllo in tutte le aree a irrigazione non strutturata, in cui, di fatto, non è presente un esercizio irriguo organizzato, ma vi è il libero attingimento, anche se, in realtà, tale giudizio va proporzionato alle priorità territoriali, dato che in alcune aree con buona disponibilità idrica, la priorità può essere la funzione ambientale che l’irrigazione svolge contribuendo alla ricarica delle falde.

In relazione all’assetto economico, sono state analizzate le informazioni disponibili rela- tive alle entrate finanziarie dei Consorzi, desunte dai bilanci consuntivi 200437, importanti indi-

catori della rilevanza economica e della redditività dell’irrigazione regionale. Ad eccezione del Consorzio Padana Polesana (cfr. par. 5.6), tutti gli Enti presentano bilanci in entrata ben oltre il milione di euro, con una media di 4,575 milioni di euro l’anno (da rapportare ovviamente alle diverse superfici amministrative) e un totale regionale di oltre 91,516 milioni di entrate annue38.

Di gran lunga maggiore è il peso della contribuenza per la bonifica (graf. 4.2), dato che confer- ma l’importante funzione svolta sul territorio dalla bonifica. Si evidenziano, comunque, la pre- senza di contributi regionali versati ai Consorzi per le spese energetiche (Adige Garda ed Euga- neo), per l’irrigazione (Basso Piave, Medio Astico Bacchiglione e Zerpano Adige Guà) e, in generale, per la manutenzione dei canali. A differenza di altre realtà settentrionali, il peso rela- tivo della produzione di energia39 nel bilancio degli Enti veneti (Destra Piave e Pedemontano

Brenta) è trascurabile, anche se in termini assoluti interessante (circa 1 milione di euro l’anno complessivi).