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Altri incontri e la verifica dell’animazione

Nel corso del sessennio, nel dialogo tra l’Ambito e le coordinatrici di PG, giungeva da più parti la richiesta di rivedere il PPGU (1985).

Essendo in corso il lavoro di elaborazione del Progetto formativo, l’Am-bito ritenne opportuno iniziare tale riflessione in modo informale.

Nel confronto reciproco, le richieste più esplicite, a questo riguar-do, erano giunte dalle Conferenze Interispettoriali dell’Italia (CII) e della Spagna-Portogallo (CIEP). Per questo motivo l’Ambito realizzò due incontri di studio a Roma con le rappresentanti del Centro di Co-ordinamento Nazionale dell’Italia e con le coordinatrici della CIEP nel marzo del 2000 e nel gennaio 2001.80

79 Cf ivi 13-14.

80 Cf McPake, Lettera alle coordinatrici della CIEP e ai membri del CCN Italia, Roma, 17 novembre 1999, in APGFMA/Circolari 1996-2002; aMBito Pg, Verbale

ra-174 Capitolo quarto

Nel primo raduno si affrontarono le implicanze della dimensione vocazionale dell’educazione e il coordinamento dell’azione pastorale, e proprio a partire da queste tematiche si arrivò a individuare gli ele-menti per la revisione e l’aggiornamento del PPGU. Si costituirono tre gruppi di lavoro che, a partire dal progetto pubblicato nel 1985, pre-sero l’impegno di studiare e di proporre contenuti per la modifica del testo. Nel corso del secondo raduno, che si tenne dal 25 al 28 gennaio 2001, ogni gruppo condivise la modalità attraverso cui era giunto ad elaborare i testi da sottoporre all’intero gruppo di studio.81

In linea generale emergeva la necessità di un ripensamento della PG dell’Istituto, alla luce delle nuove sensibilità e delle esigenze del con-testo socioculturale, si sottolineava l’importanza di elaborare uno stru-mento che, in stretto collegastru-mento con il Progetto formativo, attivasse processi di formazione insieme ai laici, indicasse criteri rinnovati per la missione delle comunità educanti.

Veniva segnalata, inoltre, l’urgenza di una lettura del contesto so-cio-culturale che permettesse di coglierne i segni positivi, le sfide e le implicanze educative nei confronti delle giovani generazioni; irrinun-ciabili erano ritenuti i riferimenti all’interculturalità, all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, necessaria era anche una riflessione più appro-fondita sulla cultura della comunicazione e sugli influssi della tecnolo-gia nella vita, in particolare in quella delle/dei giovani, l’attenzione alle problematiche aperte dalla bioetica e dall’ecologia.

Circa il riferimento teo-antropologico, si sentiva la necessità di evi-denziare la spiritualità e la pedagogia di Gesù, la sua relazione con il Padre e lo Spirito Santo, di affermare l’inalienabile dignità dell’essere umano, creato a immagine di Dio, secondo la dualità maschile-femmi-nile in relazione reciproca. L’essere sua immagine fonda l’essere relazio-nale della persona, il suo esistere in rapporto all’altro. In ciò è riflesso il mistero di Dio uno e trino: unità vivente nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

duno Ambito-CCN-CIEP, in APGFMA/Incontri 2001.

81 Le coordinatrici di PG della Spagna e del Portogallo avevano coinvolto diretta-mente nella riflessione le équipes ispettoriali; le FMA del CCN-Italia e l’Ambito di PG a partire dal confronto con alcuni esperti (Gianni del Bufalo, Paolo Raciti – formatori;

Marcella Farina, Carmine di Sante, Carlo Molari – teologi; Domenico Sigalini – in quell’anno responsabile CEI PG, attualmente Vescovo di Palestrina) erano giunte a elaborare delle schede di contenuto.

Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 175

Era ritenuto, inoltre, importante esplicitare le conseguenze pratiche dell’assunzione della categoria della reciprocità e del valore della dif-ferenza con cui l’Istituto stava cercando di esprimere il proprio vissuto femminile. S’imponeva, infatti, l’urgenza di ricuperare in un modo più sistematico le grandi consapevolezze maturate negli ultimi anni circa lo spirito di Mornese, la rilettura del Sistema preventivo, l’autocoscienza femminile e la reciprocità, l’opzione per i poveri e per la solidarietà, la corresponsabilità e sussidiarietà con i laici e le laiche.

Il gruppo segnalava, poi, che la memoria storica non doveva riferirsi solo al periodo delle origini: sarebbe stato opportuno cogliere lo svi-luppo del carisma fino a giungere alla proposta sintetica degli elementi fondamentali della spiritualità salesiana oggi.

I complessi dinamismi della società contemporanea orientavano a rinnovare i processi e le strategie metodologiche più che i contenuti, a promuovere una mentalità di rete, a esplicitare le implicanze educa-tive collegate alle sfide della cultura postmoderna, a proporre criteri orientativi generali per l’elaborazione di itinerari diversificati a seconda delle età, dei contesti socio-culturali, degli ambienti dove si opera. Tra le scelte fondamentali emergeva il coordinamento nella prospettiva di una reale diversificazione di modelli e con un’attenzione privilegiata al coordinamento a livello locale, riconosciuto come l’anello più debole dell’azione pastorale.

Al termine dell’incontro si giunse alla proposta di due possibi-li schemi per questa ipotesi di revisione del PPGU. L’Ambito per la PG si riservò l’approfondimento e la presentazione del lavoro svolto al Consiglio generale e il confronto con altre coordinatrici di PG sensibili e interessate a questa riflessione. Non vi fu un coinvolgimento capillare di tutte perché non si voleva interferire con l’intenso lavoro di prepa-razione al CG XXI.

La Consigliera generale e le sue consulenti, non avendo potuto nuo-vamente incontrare le coordinatrici al termine del sessennio, per avere un quadro della situazione della PG il più possibile rispondente alla realtà e per verificare il cammino percorso, le interpellarono attraverso la via elettronica.82 Le risposte permisero di tracciare la situazione della prassi pastorale nei diversi continenti.83

82 Cf McPake, Lettera alle coordinatrici, Roma, 24 febbraio 2002, in APGFMA/

Circolari 1996-2002.

83 Cf aMBito Pg, Relazione finale, in APGFMA/Relazioni 1996-2002, 5-9.

176 Capitolo quarto

La maggioranza delle Ispettorie africane e la Visitatoria del Mada-gascar dichiararono di svolgere la loro missione in collegamento con i SDB e con la Chiesa locale. Le comunità missionarie, essendo costituite da persone provenienti da diversi Paesi, avevano modelli di azione edu-cativa differenti. Questo stimolava sia il confronto interno che il dialo-go e l’ascolto delle culture locali, nella ricerca di modalità rispondenti alle diverse realtà. Le difficoltà, che si riscontravano nell’animazione, erano legate all’instabilità politica, sociale ed economica di molti Pae-si. In alcuni casi la presenza di gruppi fondamentalisti costituiva un ostacolo all’azione evangelizzatrice delle comunità. I campi di azione prioritari riguardavano la promozione della donna, l’educazione delle ragazze e dei giovani più poveri, la formazione degli animatori, dei ca-techisti, degli insegnanti. Particolarmente consistente era la pastorale della salute e dei villaggi. L’OCG era uno degli ambienti educativi più vivaci e significativi per la formazione delle/dei giovani. Anche il MGS si stava sviluppando bene in Africa, tuttavia in alcune Chiese locali si avvertiva qualche resistenza a riconoscerne la validità e a valorizzarne la presenza.84

I problemi più segnalati erano la difficoltà del coordinamento, lega-ta alla configurazione delle Ispettorie, alle grandi dislega-tanze e alla man-canza di reti comunicative e informative efficaci. Dalle relazioni di fine sessennio, inviate dalle coordinatrici di PG del continente, risultava che nella maggioranza delle Ispettorie si era seguita con efficacia la li-nea di azione, elaborata nell’incontro con l’Ambito di inizio sessennio.

Erano stati attuati programmi relativi alla formazione della famiglia nelle scuole, nei villaggi e nelle parrocchie; si era pure collaborato con gli uffici diocesani della pastorale familiare. In riferimento al consoli-damento della CE e all’accompagnamento delle/dei giovani erano state realizzate diverse iniziative per la formazione dei laici, degli animatori e dei volontari. Da segnalare la realizzazione del 1° Forum MGS Est - Ovest del Continente Africano svoltosi a Nairobi nel dicembre 2001.

In America emergeva il grande sforzo di approfondimento della spi-ritualità e in molte Ispettorie si era valorizzato lo strumento Spispi-ritualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la speranza di tutti, che risultava studiato e approfondito con gruppi di suore, di giovani, di insegnanti e animatori e che si era pure

84 Cf ivi 6.

Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 177

tentato di rendere più vicino alla realtà della gioventù e più rispondente alla loro cultura. Le opere e le iniziative a favore dei/delle giovani più in difficoltà si erano consolidate e, in diverse realtà ispettoriali, si era-no affrontati alcuni gravi problemi, che pesaera-no sulla gioventù (alcool, droga, anoressia, bulimia, gravidanze precoci delle adolescenti, disoc-cupazione, Aids).

Esisteva un’evidente attenzione nei confronti della CS, intesa come linea trasversale del processo educativo. La formazione degli educatori era centrata prevalentemente sull’approfondimento del Sistema pre-ventivo come metodo e come spiritualità. In continuità con il sessennio precedente, le Ispettorie avevano attivato programmi di formazione per animatori di gruppi giovanili.

Nel feedback di verifica, inviato dalle coordinatrici, sulle linee del quadro di riferimento elaborate nell’incontro continentale dell’ottobre 1998 in Cile, veniva sottolineato l’impegno di inserirsi più vitalmente nei percorsi di PG promossi dalla Chiesa locale, di lavorare in comu-nione con i SDB e con altri membri della Famiglia Salesiana, di investi-re nella formazione di operatori e operatrici, di promuoveinvesti-re, in diverse zone del continente, il MGS. Dal materiale pervenuto si percepiva che le Ispettorie stavano elaborando proposte molto aderenti ai bisogni dei diversi contesti socioculturali, potenziando il lavoro in rete, una riflessione comune soprattutto sulla rilettura del Sistema preventivo, promuovendo l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attraverso il volontariato e il collegamento della Scuola con le opere sociali.85

Le coordinatrici di PG dell’Asia segnalarono che l’approfondimen-to della spiritualità salesiana era un compil’approfondimen-to prioritario. Si era curata maggiormente la formazione delle FMA per rendere più efficace la pre-senza educativa. Le proposte per le/i giovani erano diversificate e com-prendevano varie esperienze (campi di formazione, incontri giovanili, elaborazione di sussidi formativi…). Emergeva una reale attenzione alla loro cultura, ai linguaggi influenzati dal fenomeno della globaliz-zazione.

Le diverse Ispettorie stavano considerando sempre più attentamen-te la situazione della donna e il mondo dei più poveri. Le/i giovani, che frequentavano le Scuole salesiane, erano sollecitati ad impegnarsi nel volontariato. La Scuola stava tentando di qualificarsi, prendendo

85 Cf ivi 7.

178 Capitolo quarto

contatto con esperienze innovative al fine di dare opportunità a chi era escluso dall’accesso all’alfabetizzazione e alla cultura. Negli ultimi anni si era lavorato molto con gli insegnanti, i genitori e le/i giovani sul Sistema preventivo. La sua inculturazione, come metodo e spiri-tualità, era stato l’orizzonte tenuto costantemente presente. I problemi aperti riguardavano l’animazione vocazionale specifica, data la difficol-tà dell’azione educativa in contesti segnati da regionalismi, situazioni politiche instabili, la debolezza di una fede ancora superficiale, e anche la resistenza da parte delle FMA ad assumere una mentalità flessibile, aperta e progettuale.

Dalle risonanze pervenute all’Ambito, risultava evidente che le Ispettorie avevano reso operativa la linea di azione elaborata nell’in-contro continentale dell’aprile del 1998 in India, a New Delhi, attraver-so l’elaborazione di sussidi per l’animazione delle comunità educanti e avevano realizzato iniziative formative rivolte ai genitori, agli inse-gnanti, alle/ai giovani per l’approfondimento dei valori del progetto educativo salesiano.86

Le riforme educative in atto in diversi Paesi erano state un’occasio-ne per rivedere curricoli, metodologie, contenuti e per aiutare le/i gio-vani a passare da un apprendimento per la vita ad un apprendimento attraverso la vita.

Si stavano pure estendendo e qualificando progressivamente i ser-vizi scolastici per rispondere ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi più poveri. Le modalità concrete erano diverse e andavano dalle adozioni a distanza, alle borse di studio, alla riduzione delle rette scolastiche e all’accoglienza gratuita. Si era pure incentivata la partecipazione delle/

dei giovani agli incontri promossi dalla Chiesa a livello nazionale e con-tinentale e in diversi Paesi si erano realizzati raduni del MGS.

Nella Regione Sud Pacifico (Australia e Samoa) le comunità edu-canti erano particolarmente vive e stavano affrontando con coraggio cambiamenti profondi. Anche in questa regione le FMA avevano cer-cato di curare l’inculturazione del carisma salesiano e la formazione dei leaders laici corresponsabili della missione tra la gioventù. L’interazione formativa aveva portato, ad esempio, i presidi a redigere una Carta per la Scuola salesiana in Australia.87 I percorsi formativi delle/dei giovani vertevano sull’educazione alla pace e alla giustizia. Elementi

partico-86 Cf ivi 8.

87 Cf ivi 9.

Un’animazione in ascolto dei diversi contesti 179

larmente sentiti erano l’inserimento attivo delle FMA nella comunità ecclesiale, il lavoro nella pastorale familiare, la partnership con i SDB e l’approfondimento del Sistema preventivo.

Emergevano alcuni aspetti problematici: il numero ridotto delle FMA, la mancanza di un adeguato aggiornamento per accompagnare le famiglie e capire le culture giovanili.

In Europa in diverse Ispettorie si era valorizzato il documento: Spiri-tualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la speranza di tutti, nell’impegno di ritradurne gli elementi portanti in un linguaggio più vicino e comprensibile alle giovani gene-razioni. In tutte si erano attivati percorsi di formazione, insieme SDB, FMA, laici che si erano impegnati soprattutto nell’approfondimento del Sistema preventivo.

Molte Ispettorie avevano cercato le strade migliori per andare incon-tro alle/ai giovani e alcune di esse stavano investendo nella formazione di FMA e di laici per rispondere meglio alle difficoltà delle ragazze e dei ragazzi più emarginati. Le modalità di lavoro con i più poveri appariva-no diversificate (case famiglia, OCG quotidiani, centri diurni, corsi di formazione al lavoro, presenza in luoghi di forte emarginazione sociale).

I problemi aperti riguardavano la lettura-interpretazione della real-tà giovanile sempre in movimento, il ripensamento della PG dentro la cultura della comunicazione e l’abilitazione delle educatrici e degli educatori per un accompagnamento personale delle/dei giovani.

L’Ambito segnalava di non aver potuto accompagnare in modo più ravvicinato l’Ispettoria del Medio Oriente. Tuttavia rilevava l’impegno dei Paesi di quest’area per approfondire l’identità della Scuola cattoli-ca: responsabilità che aveva stimolato nelle comunità educanti il desi-derio di studiare e di ricercare, di scoprire e vivere la propria identità

“cristiana-araba” e la propria missione. La grande prospettiva di futuro era quella di lavorare insieme a favore della pace e della convivenza fraterna con i fedeli delle altre religioni. L’obiettivo più immediato era qualificare l’animazione vocazionale e promuovere il volontariato.

Alla conclusione del sessennio, tra le prospettive per il futuro, l’Am-bito sottolineò l’importanza di dare continuità alla riflessione sulla

revi-180 Capitolo quarto

sione del PPGU (1985),88 ai processi avviati con i SDB – le Commissio-ni Scuola-Fp continentali, il MGS – di qualificare la presenza tra i più poveri attraverso i processi di formazione permanente delle comunità educanti, di curare la verifica della progettualità e l’innovazione delle opere e, infine, di seguire lo sviluppo del volontariato, con un’attenzio-ne particolare agli itiun’attenzio-nerari di formazioun’attenzio-ne un’attenzio-necessari per accompagnare le/i giovani, le comunità che li accolgono e i progetti da attuare.89

Al termine del presente capitolo mi sembra importante sottolineare l’impegno dell’Ambito per la PG nel porsi in ascolto e in dialogo con le necessità dei diversi contesti mediate dalle coordinatrici per la PG, la disponibilità alla ricerca di linee condivise di animazione, l’imposta-zione di processi di riflessione-ricerca-al’imposta-zione per arrivare a migliorare la prassi, la promozione di gruppi d’interazione e di scambio all’interno della Famiglia Salesiana in riferimento ai campi specifici della Scuola-Fp, dell’emarginazione e del MGS per facilitare la comunione nella missione e nel servizio alla gioventù.

88 A questo proposito l’Ambito riprendendo i materiali elaborati negli incontri con le coordinatrici di PG della Spagna, del Portogallo e i membri del CCN-Italia articolò uno schema con l’intento che potesse costituire la base di partenza per proseguire la revisione del PPGU (cf ivi 13).

89 Cf coloMBo Antonia, Relazione sulla vita dell’Istituto nel sessennio 1996-2002, Roma, Istituto FMA 2002, 48-50.

Capitolo quinto

TRA CONTINUITà E NOVITà:

lE lINEE ORIENTATIVE DEllA MISSIONE EDUCATIVA

In questo capitolo intendo focalizzare l’attenzione sul documento Perché abbiano vita e vita in abbondanza. Linee orientative della mis-sione educativa delle FMA (LOME). Mi propongo di presentare l’iter di elaborazione del testo, approfondire alcuni elementi portanti della proposta destinata a segnare la prassi degli anni futuri in stretta inte-grazione con il Progetto formativo e il documento Cooperazione allo sviluppo. Orientamenti per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Voglio inoltre offrire una visione sintetica dei processi animati dall’Ambito per la PG nel sessennio 2003-2008; per questo è indispen-sabile richiamare lo sfondo in cui si radicano: gli Atti del CG XXI1 e la Programmazione dell’Istituto 2003-2008.2

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