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I Seminari di ricerca con le coordinatrici

Le coordinatrici di PG delle diverse Ispettorie inviarono all’Ambito le loro risonanze che, debitamente sintetizzate, servirono per proget-tare gli incontri continentali di PG. Raduni, questi, particolarmente

19 Cf aMBito Pg, Relazione finale, 2, in APGFMA/Relazioni 1996-2002.

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importanti, perché permisero di prendere visione della situazione e di individuare linee di lavoro adeguate ai bisogni dei diversi continenti.

Il primo incontro fu realizzato in Europa, a Praga (Repubblica Ceca), dal 20 al 22 febbraio 1998, con l’obiettivo di iniziare un proces-so di conoscenza reciproca, di condivisione delle esperienze e di ricerca per dare qualità all’azione pastorale.

Molte Ispettorie europee rilevavano la forte domanda di spiritualità che proveniva dai giovani e, di conseguenza, l’esigenza di approfondi-re la SGS nella CE. Alcune Ispettorie segnalavano di aveapprofondi-re progettato iniziative per l’approfondimento del documento Spiritualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la spe-ranza, altre si erano impegnate in un lavoro di traduzione degli elementi portanti della spiritualità salesiana in un linguaggio più vicino ai giovani.

Alcune équipe ispettoriali si interrogavano sull’identità del MGS chie-dendo che non fosse solo uno spazio di aggregazione giovanile.

In tutte le Ispettorie si avvertiva l’esigenza di riproporre la SGS nei percorsi formativi delle associazioni del tempo libero e del volontariato e di riflettere sul contributo specifico del MGS al cammino ecclesiale, di dare qualità ai percorsi formativi realizzati con le/i giovani animatori e con i laici, di rileggere il Sistema preventivo e di ripensare la PG den-tro la cultura della CS.

Circa gli itinerari di educazione alla fede affiorava un certo disagio, soprattutto in nazioni come Spagna e Italia, dove si era realizzato un notevole sforzo di elaborazione e progettazione in questo campo. Si costatava che gli itinerari, fondati su categorie logiche e sistematiche, erano spesso inadeguati a misurarsi con la realtà. Emergeva la necessità di imparare a progettare percorsi brevi, flessibili, a misura della varie-gata esperienza e della mutevole situazione giovanile: «La progettualità è irrinunciabile, ma è necessario forse ridurre le pretese di organicità e sistematicità a confronto con la realtà».20

Il raduno si concentrò su quattro importanti tematiche: il coordi-namento della PG nei suoi aspetti positivi e problematici e le possibili strategie per migliorarlo, l’individuazione di criteri di valutazione circa la significatività di un’esperienza pastorale, la qualità dei percorsi forma-tivi, il rapporto animazione vocazionale e cultura della comunicazione.

20 id., Sintesi delle risposte delle coordinatrici dell’Europa, in APGFMA/Incontri 1998.

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Il dialogo e l’approfondimento dei temi appena indicati evidenziò la necessità di individuare delle priorità a livello ispettoriale (fare meno cose, ma farle meglio), di essere costantemente attente alla cultura gio-vanile sempre mutevole, di rafforzare il MGS e di chiarire ulteriormen-te gli elementi essenziali della spiritualità.

Si costatò la varietà e la ricchezza dei cammini ispettoriali e, proprio per questo, si ritenne importante progettare esperienze differenziate.

La ricca esperienza di Spagna e Italia da una parte e la richiesta di accompagnamento delle altre Ispettorie europee, numericamente più piccole e con esperienze più o meno simili tra loro, determinarono un diverso coinvolgimento e quindi differenti linee operative.

La scelta metodologica del coinvolgimento previo e dell’avvio di un dialogo che preparasse gli incontri, la conduzione di un’esperienza il più possibile partecipata, furono criteri tenuti presenti in tutti i raduni con le coordinatrici e, in linea generale, nelle iniziative dell’Ambito.21

Nell’aprile dello stesso anno (dal 23 al 28) in Asia iniziò l’esperienza di lavoro interambito PG e CS e si realizzò il primo dei due raduni programmati insieme. Il secondo si sarebbe svolto in Africa, in Costa D’Avorio. Le coordinatrici di comunicazione e di pastorale, nel raduno tenutosi a New Delhi (India), furono chiamate a riflettere insieme su due temi particolarmente importanti: la SGS, con speciale riferimento alle sue ricadute nella cultura asiatica, e il rapporto comunicazione-educazione nell’orizzonte della globalizzazione.22

Il raduno prevedeva una riflessione comune sulle tematiche

annun-21 Come esempio di questo coinvolgimento previo, diverso a seconda dei contesti, offro il questionario proposto alle coordinatrici dell’America. Il questionario inten-deva raccogliere degli elementi di base sull’azione pastorale. «1. Fai un elenco delle tue attività che hanno una relazione diretta o indiretta con la tua azione pastorale? 2.

Come coordini le tue attività con gli altri membri della tua équipe di lavoro? 3. Quali sono i risultati e le difficoltà che trovi nello sviluppo del tuo lavoro pastorale a livello ispettoriale? 4. Descrivi il profilo ideale della giovane e del giovane, dei gruppi e delle comunità educanti a cui vuoi arrivare con le tue attività. 5. Scrivi a tuo parere lo stato attuale della PG della tua Ispettoria e quale è stato in sintesi il cammino percorso in questi anni, tenendo conto dei seguenti parametri: circostanze o avvenimenti che han-no segnato il cammihan-no, persone chiave del processo, esperienze significative. 6. Senti la necessità di una maggiore formazione per aggiornare la tua azione pastorale? In quale aree precise? Con quali criteri valuti la tua azione pastorale?» (id., Lettera alle parteci-panti dell’America, Roma, 13 luglio 1998, in APGFMA/Circolari 1996-2002).

22 Cf curti Graziella - McPake Georgina, Lettera alle partecipanti del raduno asiati-co di PG e CS, Roma, 14 marzo 1998, in ivi.

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ciate e momenti di dialogo specifico per Ambiti distinti. I temi che la Consigliera generale di PG con le sue collaboratrici propose all’atten-zione delle coordinatrici dell’Asia, furono le scelte operative della pro-grammazione che riguardavano l’Ambito PG e l’approfondimento del documento Spiritualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la speranza.

Le coordinatrici furono sollecitate a focalizzare alcuni elementi del-la spiritualità salesiana da proporre in chiave orientale, a partire da una riflessione sulla ricerca di senso, esperienza esistenziale che accomuna ogni persona. La convergenza dei due Ambiti PG-CS permise di ar-ricchire il lavoro con la riflessione sul contesto socioculturale e sulle modalità di linguaggio, atte a trasmettere il tesoro della spiritualità sa-lesiana

Quanto al rapporto tra comunicazione e educazione, emerse dal confronto, come elemento unificante, la centralità della persona e, di conseguenza, la riscoperta dell’antropologia evangelica. L’incontro asiatico portò alla conferma che nel contesto attuale i due Ambiti non possono procedere separatamente, se si vuole educare e comunicare la buona notizia del Vangelo.

Come sintesi del raduno, le coordinatrici furono invitate a indivi-duare una priorità, per impostare l’azione comune nell’animazione ispettoriale e offrire proposte concrete, atte a dare continuità al proces-so avviato. Al termine del raduno fu scelta questa linea di azione: «Po-tenziare la qualità educativo-culturale delle scuole e di altre proposte culturali con attenzione alla scelta dei più poveri».23 Per dare continuità alla riflessione e favorire la comunicazione si costituì la rete ECOASIA coordinata dalle coordinatrici di PG e CS delle Filippine.

Il secondo incontro, progettato insieme dagli Ambiti PG-CS, si svolse nel settembre del 1998 ad Abidjan (Costa D’Avorio). Le temati-che e le modalità di realizzazione dell’incontro furono le stesse di New Delhi, diversi furono invece gli argomenti di riflessione con le coordi-natrici di PG.24

23 id., Lettera alle Ispettrici dell’Asia, New Delhi, 28 aprile 1998, in ivi.

24 Nel contesto africano la Consigliera per la PG e la sua équipe affrontarono i seguenti temi: il coordinamento ispettoriale, il MGS e la formazione degli animatori, le risposte concrete al fenomeno delle bambine e ragazze/i di strada, la valutazione delle proposte educative nei diversi ambienti (cf id., Lettera alle partecipanti del raduno africano di PG e CS, Roma, 13 giugno 1998, in ivi).

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Le partecipanti rilevarono alcuni indizi di debole assimilazione non solo della spiritualità salesiana, ma più in generale di quella cristiana:

una fede superficiale che non incide nella cultura, alcuni riti e tradi-zioni che generano paura e sfiducia, la famiglia al centro del conflitto tra tradizione e modernità (quest’ultima veicolata soprattutto dai mass media), una Chiesa che non ha ancora assunto un volto pienamente africano, povera di testimonianza profetica, non sempre capace di dare chiare indicazioni morali, il sincretismo religioso delle/dei giovani, che li porta a passare con facilità da un’esperienza religiosa a un’altra.

Un altro significativo momento di confronto fu quello in cui si sotto-linearono i valori della cultura africana, particolarmente aperti al dialo-go con la spiritualità cristiana-salesiana: l’amore alla vita, l’accoglienza e l’ospitalità, la pazienza, la festa, la solidarietà, il senso del sacro, la laboriosità della donna, il senso della comunità, il rispetto degli anziani.

Valori più difficili da comunicare e da far accettare erano invece il perdono, l’autorità come servizio, la gratuità e il sacrificio, l’amorevo-lezza, il significato del celibato, la signoria di Dio sulle forze del male.

Nel processo di riflessione si arrivò alla scelta di una linea di azione co-mune tra coordinatrici di PG e CS di Africa e Madagascar: «Con atteg-giamento di inculturazione (dialogo, apertura e attenzione alla cultura) curare nell’azione pastorale: la formazione della famiglia, l’accompa-gnamento personale dei giovani, la partecipazione dell’intera comunità educativa a tutti i livelli».25

Il raduno con le coordinatrici di PG dell’America si svolse a San-tiago del Cile, dal 12 al 16 ottobre 1998, subito dopo il secondo Con-gresso latinoamericano dei giovani.26 L’Ambito si proponeva di stabi-lire una rete di collaborazione e interscambio, di comunicare a vasto raggio le conclusioni del secondo Congresso continentale dei giovani e di individuare alcune linee orientative comuni per l’animazione pa-storale.27

L’itinerario di lavoro a partire dalla realtà complessa, dinamica e

dia-25 id., Lettera alle Ispettrici d’Africa e Madagascar, al Consiglio ispettoriale e sorelle della comunità ispettoriale, Abidjan, 8 settembre 1998, in ivi.

26 Il congresso si svolse dal 4 al 10 di ottobre. Ruth del Pilar Mora, membro dell’Am-bito PG, partecipò a questo importante evento che aveva come tema Protagonismo y compromiso del los jóvenes come profetas de la vida y la esperanza en América Latina, desde los cambios culturales y la situación de pobreza.

27 Cf aMBito Pg, Lettera alle partecipanti dell’America, Roma, 13 luglio 1998, in APGFMA/Circolari 1996-2002.

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lettica del continente, mirava a migliorare l’azione pastorale in modo da far sentire presente il Dio della vita.28

Il processo fu articolato in tre tappe: percettiva, analitica, proget-tuale.29 La prima tappa invitava le coordinatrici ad assumere la realtà, a partire da se stesse come operatrici, dalla situazione dei giovani e dal contesto in cui si svolgeva l’azione. L’obiettivo di questa tappa era appunto la percezione consapevole di una situazione problematica che portasse a una risposta elaborata secondo i seguenti parametri: che cosa si fa, come si realizza, per quale fine si agisce.

La seconda tappa (analitica) proponeva il confronto con i principi fissati dalla tradizione dell’Istituto, e gli orientamenti della Chiesa in America circa la PG, per prendere decisioni dettate dal confronto con un quadro oggettivo.

La terza tappa (progettazione) chiedeva di porre in relazione i ri-sultati del lavoro delle fasi precedenti per giungere a linee di azione condivise. Il dialogo e la riflessione portò a individuare le seguenti: in-serirsi nel processo della PG della Chiesa locale, offrendo l’apporto del carisma; promuovere l’approfondimento della spiritualità salesiana, come fondamento della comunione-missione nella Famiglia Salesiana;

passare con i giovani dal privato al pubblico, per assumere l’impegno di una trasformazione socio politica della realtà; camminare con i giovani più poveri, per essere con loro protagonisti della cultura della solidarie-tà; curare la propria formazione.30

Georgina McPake, dopo aver incontrato tutte le coordinatrici di PG dei diversi continenti, nel dicembre del 1998, scrisse una lettera alle Ispettrici, proponendo una riflessione su alcuni punti che si erano rive-lati particolarmente importanti. Sottolineava che non erano le strutture

28 La consigliera per la PG chiese a tutte le presidenti delle Conferenze interispetto-riali dell’America la disponibilità di due sorelle che potessero essere liberate per seguire il corso di PG realizzato alla Casa della gioventù di Bogotá (Colombia), apprezzato Istituto di formazione per gli operatori di pastorale noto in tutto il continente. Rosa Suazo del Cile e Glória Angela Imenez della Colombia frequentarono il corso di Padre Andres Vela e, successivamente, con l’équipe dell’Ambito progettarono l’incontro con le coordinatrici dell’America, applicando la metodologia formativa dell’Istituzione ri-conosciuta come più consona alla realtà del continente.

29 Cf id., Presentazione incontro coordinatrici PG dell’America, in APGFMA/In-contri 1998.

30 Cf McPake, Lettera all’Ispettrice, al Consiglio ispettoriale, all’équipe ispettoriale, alle FMA della comunità ispettoriale, Santiago del Cile, 16 ottobre 1998, in APGFMA/

Circolari 1996-2002.

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a promuovere la comunione: la vera fonte dell’unità era la spiritualità salesiana. Essa era il tesoro da inculturare: «Porre la spiritualità come terreno di partenza e di appartenenza significa dare un taglio particola-re ai processi formativi in atto e rispondeparticola-re a quella domanda giovanile che si è resa più evidente e che non può lasciarci indifferenti».31

Nello scritto ribadiva che il MGS non era una struttura in più, ma lo spazio dove confluivano le diverse esperienze associative legate al carisma salesiano; evidenziava l’importanza di inserirsi decisamente nella pastorale della Chiesa locale e universale, partecipando e dan-do un contributo a tutte le iniziative della PG. Incoraggiava, perciò, l’Ispettrice con il suo consiglio a stimolare le comunità locali a essere aperte alla realtà ecclesiale, per evitare cammini paralleli e soprattutto essere segni concreti di comunione. Passando, poi, al tema del coordi-namento, la Consigliera rilevava di aver constatato la ricerca in molte Ispettorie di una modalità di coordinamento che favorisse un’anima-zione convergente, ma, in alcuni contesti, una persistente difficoltà a superare la mentalità settoriale: «Questo – affermava – molte volte è legato alla poca capacità delle persone di collaborare tra loro. È quindi importante nella costituzione dell’équipe ispettoriale scegliere persone aperte al confronto, alla ricerca e al lavoro insieme».32

Toccava poi altri due punti: il volontariato e l’accompagnamento delle giovani generazioni. Circa il volontariato, sottolineava che tale esperienza offriva alle/ai giovani la possibilità di elaborare percorsi capaci di generare una cultura, dei modelli di pensiero e di compor-tamento realmente alternativi. Richiamava perciò l’importanza di av-vicinare le/i giovani ad esperienze di servizio, di promuovere l’assimi-lazione della dottrina sociale della Chiesa e ribadiva la necessità di un accurato itinerario formativo per i volontari e per le comunità che li accoglievano. Quanto all’accompagnamento, la Consigliera ricordava alcuni principi fondamentali da tenere presenti, come la costruzione dell’identità, la comprensione della vita come dono e responsabilità, la capacità di decidere riguardo al proprio progetto di vita. La parte con-clusiva della comunicazione offriva una presentazione sintetica delle linee di azione elaborate con le coordinatrici dei diversi continenti.

In seguito, nella seconda parte del sessennio, l’Ambito riuscì a

rea-31 id., Lettera alle Ispettrici, Roma, dicembre 1998, 1, in ivi.

32 Ivi 2.

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lizzare incontri diversificati con le coordinatrici dell’Europa. Nel feb-braio del 2000 si radunò con quelle della Conferenza interispettoriale CIED33 e nel marzo dello stesso anno con quelle di Spagna, Portogallo e con i membri del Centro di Coordinamento Nazionale dell’Italia.34

Con le coordinatrici della CIED, dal 25 al 28 febbraio 2000 a Roma, si cercò di verificare quali delle strategie, identificate nel precedente ra-duno (Praga 1997) per migliorare il servizio di animazione, erano state realmente messe in atto e di favorire l’approfondimento del rapporto tra animazione vocazionale e cultura della comunicazione, con l’offerta di alcuni laboratori sui temi: giovani e cultura della comunicazione;

l’accompagnamento educativo.

Dal dialogo di verifica emerse una realtà viva ma assai diversificata.

Vennero individuate due linee di approfondimento comuni: la mentali-tà progettuale e l’accompagnamento delle/dei giovani.

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