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la riflessione pastorale nel Capitolo generale XVII

Il CG XVII si svolse a Roma dal 15 settembre 1981 al 28 febbraio 1982. In sei mesi di lavoro si arrivò alla stesura definitiva del testo del-le Costituzioni, rinnovate sulla base della rifdel-lessione conciliare e deldel-le

1 Cf istituto Figliedi Maria ausiliatrice, Costituzioni e Regolamenti, Roma, Istituto FMA 1982 (d’ora in poi Cost. o Reg. seguito dal numero dell’articolo a cui ci si riferisce).

2 Cf id., Piano per la formazione della FMA, Roma, Istituto FMA 1985.

3 Cf ciPg, Progetto di Pastorale Giovanile Unitaria, Roma, Istituto FMA 1985.

4 Cf concilio Vaticano ii, Perfectae caritatis. Decreto sul rinnovamento della vita religiosa, in Enchiridion Vaticanum. Documenti ufficiali del Concilio Vaticano II (1962-1965) I, Bologna Centro Editoriale Dehoniano 197911, 384-413.

5 Cf dicastero Pg sdB - ciPg FMa, L’animatore salesiano nel gruppo giovanile, Roma 1987.

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esigenze di una vita religiosa, che doveva confrontarsi con una cultura sempre più frammentata e pluralista.

La relazione della Superiora generale sul sessennio 1975-’81 mette-va in luce, in occasione del centenario della morte di Maria Domenica Mazzarello (1981), la ricchezza delle iniziative sul versante della forma-zione e della PG, ma anche dati meno positivi come quelli concernenti l’età media dell’Istituto (51 anni), il numero abbastanza elevato degli abbandoni (nel sessennio 558 suore avevano ottenuto la dispensa dai voti religiosi), il maggior numero di case chiuse (177) rispetto a quelle aperte (173).6

Nell’approfondita riflessione di questo Capitolo, troviamo idee e proposte destinate a segnare la storia della prassi pastorale degli anni Ottanta del Novecento. Venne assunto il concetto di animazione e fu riferito al servizio di autorità e al compito specifico della comunità reli-giosa salesiana all’interno della CE.7 Fu chiarito il rapporto tra pastora-le ed educazione e, in forma sempre più esplicita e convinta, si affermò la necessità di promuovere il protagonismo delle giovani, rendendole partecipi della missione della CE.8

Il CG XVII invitava le comunità ad approfondire e vivere il Siste-ma preventivo, a continuare a tutti i livelli lo studio delle fonti della spiritualità salesiana per una ulteriore assimilazione del carisma e una progressiva riscoperta dello spirito di Mornese, a prendere maggiore coscienza dell’apporto caratteristico che le FMA erano chiamate a dare nella Famiglia Salesiana, a maturare la sensibilità al cambio culturale assumendolo con senso critico, ad impegnarsi a formare giovani donne capaci di incidere nel vissuto della comunità ecclesiale e nel contesto socio-culturale.9

In questo capitolo lo stile di animazione appare con sempre maggio-re evidenza come elemento intrinseco al Sistema pmaggio-reventivo. Il criterio operativo che orientava il lavoro postcapitolare prevedeva la promozio-ne di un’animaziopromozio-ne e di una formaziopromozio-ne che mirassero all’unificaziopromozio-ne personale della FMA in vista della missione.10

6 Cf canta, Relazione sull’andamento generale dell’Istituto nel sessennio 1975-1981, Roma, Istituto FMA 1981, 6-7 (dattiloscritto).

7 Cf Atti. Capitolo Generale XVII (Roma, 15 settembre 1981 - 28 febbraio 1982), Roma, Istituto FMA 1982, 105. 157.

8 Cf ivi 101.

9 Cf ivi 25-26.

10 Cf ivi 11.

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Per approfondire la visione della PG di questa assemblea capitolare è utile un breve riferimento ai risultati del questionario e alla proposta di riflessione, che ha supportato il lavoro dei capitoli ispettoriali nel 1980, circa la missione apostolica delle FMA. Nel questionario previo, inviato ad ogni suora, troviamo tre domande del capitolo terzo – La missione apostolica della FMA – orientate a verificare l’assimilazione della nuova impostazione pastorale e, soprattutto, la chiarezza di alcuni concetti.11 I dati mettevano in evidenza una percentuale elevata di ri-sposte positive (74% - 79%), mentre le riri-sposte negative erano relativa-mente basse (21%). È interessante però il dato delle osservazioni libere perché, nonostante l’alta percentuale di risposte affermative, segnala varie voci che in proposito chiedevano una migliore precisazione dei concetti.12

Tale esigenza indusse il Consiglio generale FMA ad invitare il Ret-tor Maggiore, Egidio Viganò,13 e alcuni membri del Consiglio genera-le SDB a tenere all’assembgenera-lea capitolare delgenera-le conferenze introduttive sull’argomento.

Juan Vecchi14 nel suo intervento presentava la pastorale salesiana

11 Mi riferisco alle seguenti domande: «34. L’Istituto, in quanto realtà ecclesiale partecipa alla missione salvifica di Cristo operando nell’ambito della PG. Come ti pare espressa negli art. 55-75 delle Costituzioni questa idea? 35. Fare PG è aiutare i giovani a raggiungere progressivamente l’identità del cristiano cioè dell’uomo che segue Cristo, l’uomo perfetto, che realizza pienamente la vocazione umana. Negli art. 55 e 75 tale equivalenza tra pastorale ed educazione cristiana risulta chiara? 36. Il lavoro di promo-zione o di educapromo-zione che le FMA svolgono in luoghi non evangelizzati o scristianizzati, essendo finalizzato alla maturazione cristiana, è azione pastorale. Tale concetto risulta chiaro?» (istituto Figliedi Maria ausiliatrice, Risultati del Questionario e proposta di riflessione. Fase preparatoria/2 Capitolo generale XVII, Roma, Istituto FMA 80).

12 Cf ivi 19

13 Egidio Viganò (Sondrio, 26 luglio 1920 - Roma, 23 giugno 1995) nel 1939 arrivò in Cile per la sua prima esperienza apostolica, dove svolse vari incarichi e dove fu per un ventennio professore dell’Università Cattolica del Cile. Il cardinale Raul Silva Hen-ríquez lo volle come perito al Concilio Vaticano II. Partecipò alle Conferenze dell’epi-scopato latinoamericano di Medellín (1968), Puebla (1979) e Santo Domingo (1992).

Nel 1968 fu nominato Ispettore del Cile, nel 1971 venne eletto Consigliere generale per la Formazione. Il 15 dicembre 1977 il CG XXI lo elesse Rettor Maggiore. Guidò la Congregazione Salesiana per 17 anni (cf Vecchi Juan Edmundo, Don Egidio Viganò.

Settimo successore di don Bosco. Lettera del Vicario generale, Roma, 8 settembre 1995, Roma, SDB 1995).

14 Juan Edmundo Vecchi (Viedma [Argentina], 23 giugno 1931- Roma, 23 gennaio 2002) fu l’ultimo figlio di Albino Vecchi e di Maria Monti emigrati italiani in Argentina dall’Emilia Romagna. Il beato Artemide Zatti era cugino del papà. Entrò nel

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nella sua valenza educativa e comunitaria, ne sottolineava la fondazione cristologica, affermando in particolare che «non è possibile concepire la pastorale se non come partecipazione al cuore e alla missione di Cri-sto inviato del Padre».15 All’unica missione di Cristo e della Chiesa cor-risponde un’azione molteplice aderente a situazioni e contesti diversi.

Vecchi indicava, poi, come caratteristica propria della pastorale salesia-na, la realizzazione di un progetto educativo con lo scopo di collocare nel cuore dello sviluppo personale e delle esperienze che costituiscono la vita delle/dei giovani, la fede in Cristo e l’adesione alla sua persona.16

Negli Atti del CG XVII, nella parte intitolata La missione della Figlia di Maria Ausiliatrice, si affermava che nella maggioranza dei contesti risultava chiara la finalità educativa della missione delle FMA – l’edu-cazione integrale delle giovani – ma venivano evidenziati alcuni aspetti problematici, come la difficoltà a stabilire un rapporto tra PG, edu-cazione cristiana, eduedu-cazione integrale, a mettere realmente al centro dell’azione pastorale la giovane e non le molteplici attività, la tendenza a concepire la PG unitaria più come una struttura che come un’esigen-za educativa. Si costatava pure la fatica nel condurre le giovani all’in-contro personale con Cristo, nel promuovere il loro inserimento nella realtà ecclesiale e nel mondo del lavoro. Inoltre si rilevava la difficoltà nel rispondere adeguatamente all’esigenza associativa delle giovani e nell’attuare concretamente il Sistema preventivo.17

Gli Atti, con l’intento di chiarificare ulteriormente e orientare al superamento dei problemi emersi, offrivano un quadro di riferimento

glio generale dopo il CG XX con l’incarico di Consigliere regionale per le Ispettorie dell’Argentina, del Brasile, del Paraguay e Uruguay. Nel CG XXI venne eletto Consi-gliere per la PG, compito che svolse per due sessenni. Nel 1990 il CG XXIII lo scelse come Vicario generale e sei anni più tardi il 20 marzo 1996 fu eletto Rettor Maggiore (cf Van loy luc, Don Juan Edmundo Vecchi. Ottavo successore di Don Bosco. Lettera del Vicario generale, Roma, 15 marzo 2002, Roma, SDB 2002).

15 Vecchi Juan Edmundo, La pastorale salesiana, in Conferenze tenute ai membri del Capitolo generale XVII, Roma, Istituto FMA 1982, 49. Martha Séïde in un recente studio mette in evidenza che la riflessione di Vecchi è condotta sulla base della linea teologica di Joseph Aubry (cf Séïde, Il Sistema preventivo, in ruFFinatto - séïde [a cura di], L’arte di educare, 314).

16 Cf Vecchi, La pastorale 73.

17 Cf Atti. Capitolo Generale XVII 94-95. Altri aspetti problematici riguardavano:

la condivisione con i laici, la mancanza di chiarezza sul ruolo della comunità religiosa nella CE, la difficoltà a individuare i destinatari prioritari della missione, a promuovere il protagonismo delle giovani negli ambienti educativi (cf ivi 95-99).

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radicato nei documenti ecclesiali e della Società Salesiana. Circa la PG si sottolineava l’identità: «Pastorale giovanile è il servizio con cui la comunità ecclesiale, nella sua diversità di ministeri e di carismi, aiuta i giovani, nelle loro concrete situazioni di vita, ad incontrare Cristo e a rispondere al dono gratuito della salvezza».18

Si affrontava il rapporto tra annuncio della salvezza e maturazione della persona, tra PG e educazione, si affermava che la missione del-le FMA finalizzata all’educazione cristiana deldel-le giovani «evidenzia in modo caratteristico la dimensione educativa della PG e si realizza nel rispetto delle più profonde esigenze della persona umana colta nella sua concreta situazione».19 Altro elemento significativo, che troviamo nel quadro di riferimento, è la considerazione dell’orientamento voca-zionale intrinseco all’educazione e quindi alla PG.

L’assemblea capitolare propose 12 orientamenti operativi circa la missione. Tra questi appaiono fondamentali i seguenti: realizzare co-munità educanti capaci di rendere concreta ed efficace l’azione educa-tiva attraverso il progetto educativo, raggiungere le giovani più povere, rispondere all’urgenza della coeducazione, assicurare la continuità del processo educativo, prendere coscienza del valore del gruppo, stimola-re il protagonismo giovanile.20

Altra nota significativa del CG XVII è di aver sottolineato con mag-giore chiarezza l’unità vocazionale delle FMA nella Chiesa. Il Sistema preventivo, concepito come spiritualità e metodo, promuove una vi-sione più unitaria dell’identità della religiosa educatrice. Pertanto la formazione andava realizzata in funzione della missione e questa, a sua volta, orientava, rendeva operativa e concreta la formazione.21

Importanti sono stati i riferimenti al valore e al significato del coor-dinamento, al rapporto tra Consiglio ed équipe ispettoriale e al ruolo di quest’ultima nell’animazione delle comunità dell’Ispettoria.

Gli Atti del Capitolo sottolineavano che animazione e coordina-mento aiutano le comunità a vivere l’unità vocazionale nella missione educativa.22 Coordinare significa conoscere, organizzare, orientare. La

18 Ivi 100.

19 Ivi 102.

20 Cf ivi 132-135.

21 Cf séïde, Il Sistema preventivo, in ruFFinatto - séïde (a cura di), L’arte di educare 317.

22 Cf Atti. Capitolo Generale XVII 179.

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realizzazione di questo compito richiedeva normalmente che l’Ispettri-ce e il suo Consiglio fossero coadiuvate da un’équipe di persone compe-tenti. In linea con l’impostazione unitaria della formazione e della pa-storale, questa assemblea capitolare propose pertanto anche una nuova configurazione dell’équipe ispettoriale.23

Gli orientamenti operativi tendevano a garantire nei fatti l’integra-zione tra formal’integra-zione e PG, a riscoprire la dimensione comunitaria della missione, a elaborare un progetto ispettoriale che animasse e orientasse l’azione unitaria e a favorire a tutti i livelli il coordinamento. Tra le pro-poste troviamo l’indicazione della revisione del Piano per la Formazione della FMA e del Progetto di Pastorale Giovani Unitaria.24

2.2. le Costituzioni rinnovate e il riferimento alla Pastorale giovanile

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