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gli orizzonti del nuovo sessennio (1996-2002)

A segnare gli orientamenti per il futuro fu la Programmazione del Consiglio generale per il periodo 1997-2002, che intendeva dare rispo-sta alla richierispo-sta, emersa dalla recente assemblea capitolare, di un’ani-mazione coordinata e convergente a servizio dell’unità dell’Istituto, ma in una logica di decentramento. Per questo essa presentava alcune si-gnificative novità: il Consiglio generale la assunse nel suo insieme e in alcune proposte specifiche vennero coinvolti più Ambiti.12

La circolare corale, che introduce la Programmazione, dichiarava che il compito prioritario del Consiglio generale era di assolvere il mandato del CG XX, cioè di elaborare la Ratio Institutionis; il coordinamento di tale processo, che si voleva in interazione con tutto l’Istituto, fu affi-dato all’Ambito per la Formazione e affermava che la programmazione esprimeva le linee di animazione ordinaria del Consiglio e proponeva cammini ed esperienze che sarebbero confluiti nella Ratio.13

La Programmazione proponeva due aree di particolare attenzione: la qualità della formazione e la qualità della presenza. Ogni area presentava

volontariato VIDES, promossa dall’Istituto, avrà come punto di riferimento l’Ambito per la Famiglia Salesiana. Il termine Ambito e l’espressione Ambiti di animazione ven-nero usati per la prima volta da Marinella Castagno, Superiora generale, nella relazione finale del sessennio 1990-’96. Dopo una ricerca accurata nell’Archivio generale FMA, i documenti ufficiali non motivano il cambio di termine da Dicastero a Ambito.

11 Antonia Colombo è stata Superiora generale dell’Istituto FMA dal 1996 al 2008.

Nei due sessenni del suo mandato è stato aggiornato il quadro di riferimento teori-co dell’Istituto attraverso la pubblicazione del Progetto formativo, delle LOME e del documento Cooperazione allo sviluppo orientamenti per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Per una visione del magistero di questa Superiora generale cf de Vietro

Franca (a cura di), In comunione su strade di speranza. Circolari di Madre Antonia Co-lombo (1996-2008) = Sentinelle di frontiera 21, Milano, Paoline 2009.

12 È da segnalare che con la programmazione venne socializzato e diffuso ufficial-mente il termine Ambito, per indicare il campo specifico delle Consigliere per la For-mazione, la Pastorale giovanile, la Famiglia Salesiana, la Missione Ad gentes, la Co-municazione sociale e l’Amministrazione (cf istituto Figliedi Maria ausiliatrice, Programmazione sessennio 1997-2002, Roma, Istituto FMA 1997, 4).

13 Cf ivi 6.

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un obiettivo generale, un orientamento, alcune linee di azione e scelte operative.

Circa la qualità della formazione vennero affidate al coordinamento dell’Ambito per la PG tre scelte operative. Le prime due le troviamo nel primo orientamento e legate alla prima linea di azione: «Valorizza-re nella formazione lo strumento Spiritualità Giovanile Salesiana e so-stenere l’impegno delle Ispettorie a riesprimerlo nelle proprie culture;

promuovere l’approfondimento della SGS negli incontri internazionali del MGS».14 Correlata alla linea di azione – Sostenere la preparazione e l’aggiornamento delle educatrici e degli educatori nello stile di anima-zione del Sistema preventivo – incontriamo la terza scelta operativa, af-fidata all’Ambito per la PG: «Favorire nel dialogo e nel confronto con le équipes ispettoriali la condivisione di linee comuni per la formazione delle educatrici e degli educatori».15

Per quanto riguarda la qualità della presenza, il Consiglio genera-le mirava ad avviare un processo di ridimensionamento quantitativo e qualitativo che favorisse il rinnovamento personale e comunitario e qualificasse la missione educativa inculturata a servizio della vita. In questa area della programmazione troviamo cinque linee di azione, con le conseguenti scelte operative, che si riferiscono alla PG.16

La fase iniziale del sessennio per l’Ambito per la PG è stata caratte-rizzata dallo studio, dalla riflessione sulle modalità di attuazione delle scelte operative, indicate dalla programmazione, e dalla ricerca di crite-ri coerenti per il servizio di animazione.

La presa di coscienza, sempre più forte, del valore dell’internazio-nalità dell’Istituto orientò ad assumere un atteggiamento di ascolto e di dialogo nei confronti delle molteplici espressioni della missione tra le/i giovani, attuata nei diversi contesti. Questo indirizzò l’Ambito a

valo-14 Ivi 9-10.

15 Ivi 14.

16 Le linee di azione a cui mi riferisco sono: «4.2. Potenziare la qualità educativo-culturale delle nostre Scuole e di altre proposte culturali con attenzione alla scelta dei più poveri. 4.4. Valorizzare e promuovere il volontariato in tutti gli ambienti educativi come scuola di vita che apre ai valori della gratuità, della solidarietà e del servizio.

4.5. Rafforzare nell’Istituto la consapevolezza dell’urgenza crescente di dare risposta educativa al fenomeno delle ragazze e dei ragazzi della strada. 5.1. Incoraggiare ad una presenza attiva dell’Istituto negli organismi civili ed ecclesiali dove si decidono le politiche giovanili. 6.1. Dare un’attenzione particolare alla dimensione vocazionale dell’educazione in ogni ambiente educativo» (ivi 17-18. 20).

142 Capitolo quarto

rizzare l’esperienza delle coordinatrici di PG, a consolidare ulterior-mente l’interazione tra il centro e le Ispettorie, a individuare percorsi più rispondenti alle diverse culture e alle particolari situazioni in cui si operava.

I criteri focalizzati per realizzare un’animazione rispondente ai di-versi contesti erano: l’impostazione di processi di riflessione-ricerca-azione; il dialogo e il confronto con le coordinatrici di PG per indivi-duare linee condivise per l’animazione; la formazione di gruppi col-laborativi d’interazione e di scambio in riferimento a campi specifici:

Scuola-Fp, Emarginazione, MGS.17

Sempre in questa prima fase di avvio del lavoro, gli elementi di fon-do individuati vennero poi socializzati con l’invio di una lettera alle coordinatrici di PG – All’inizio del viaggio – in cui le scelte erano ricon-dotte a quattro grandi linee: approfondimento e inculturazione della spiritualità salesiana, potenziamento della qualità educativo-culturale delle Scuole, con attenzione alla formazione degli educatori e delle educatrici, approfondimento della dimensione vocazionale dell’educa-zione, accompagnamento e socializzazione di esperienze di promozio-ne culturale fra i più poveri.18

La lettera intendeva motivare le coordinatrici a migliorare la comu-nicazione circa le esperienze realizzate nelle Ispettorie, chiarire le scelte operative e la metodologia che si intendeva seguire nell’animazione.

Piccoli passi tra vissuto e progetto è il titolo del paragrafo in cui le co-ordinatrici di PG erano invitate a valorizzare il documento sulla SGS, a riesprimerlo ed arricchirlo. Veniva incoraggiata anche la progettazione concreta di incontri del MGS a livello ispettoriale, nazionale e interi-spettoriale, come opportunità per approfondire la spiritualità. Da parte sua, l’Ambito dichiarava il proprio impegno per favorire l’approfondi-mento della spiritualità salesiana negli incontri internazionali del MGS.

La lettera prendeva poi in considerazione la strada come nuovo spa-zio di aggregaspa-zione giovanile. Si invitava, perciò, a non escludere que-sto luogo informale dall’azione educativa, a escogitare modalità comu-nicative efficaci per raggiungere e portare al Vangelo anche le/i giovani

17 Per una visione più approfondita dei criteri di animazione cf aMBito Pg, Rela-zione finale sessennio 2002, Roma, 30 maggio 2002, in APGFMA/Relazioni 1997-2002.

18 Cf McPake, All’inizio del viaggio. Lettera alle coordinatrici di PG, Roma, 28 luglio 1997, in APGFMA/Circolari 1996-2002.

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più svantaggiati. L’Ambito si impegnava, inoltre, attraverso gli incontri continentali con le coordinatrici di PG, a diffondere esperienze di pro-mozione culturale fra i più poveri, per individuare linee di rinnovamen-to nell’azione pasrinnovamen-torale e dare risposte efficaci al fenomeno delle/dei bambine/i di strada, fatto presente in tutti i continenti e in espansione.

L’evidente fragilità del legame tra le/i giovani e la Chiesa e la costata-zione che le domande del mondo giovanile, anche quelle religiose, non incrociavano le proposte della comunità ecclesiale, invitò a ripensare la PG in relazione al forte sviluppo della comunicazione sociale. Per questo motivo, l’Ambito dichiarava di voler stimolare una riflessione in tutte le équipes ispettoriali che suscitasse la progettazione di itinerari formativi, in cui l’uso dei diversi linguaggi fosse organico al cammino di crescita.

La metafora della chiave era utilizzata per indicare l’importanza del-la formazione a tutti i livelli e del-la necessità di riflettere sulle esperienze formative delle educatrici e degli educatori che si stavano attuando nei diversi ambienti educativi, per individuare priorità, costanti, linee co-muni al fine di impostare itinerari formativi più adeguati ai bisogni del-la persona e del contesto. La lettera All’inizio del viaggio invitava, poi, le coordinatrici a indicare, tra le scelte illustrate, quella a cui assegnare la priorità e sollecitava una risonanza circa i contenuti proposti.

Un altro elemento da segnalare, in questo inizio del sessennio, fu la collaborazione con il Dicastero SDB. Con il nuovo consigliere per la PG, Antonio Domenech, si individuarono due precisi ambiti di colla-borazione: il MGS, con l’approfondimento della spiritualità salesiana, e l’animazione della Scuola-Fp, con un’attenzione particolare alla forma-zione dei dirigenti e degli educatori. La formaforma-zione dei delegati e delle coordinatrici condotta insieme non fu prevista, a motivo dell’esigenza del Dicastero SDB di aggiornare nel nuovo sessennio il quadro di rife-rimento della PG salesiana.19

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